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Obesità grave e Ability
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andrea76
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andrea76
Ultima attività il 22/04/24 alle 08:28
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Forza @Fiore54. L'obesità mi ha portato alla depressione anch'io. grazie per la tua esperienza. fa bene non sentirsi sola in questa situazione.
Barbaraa
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Barbaraa
Ultima attività il 05/11/19 alle 09:57
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@Sissi82 ....dopo il Saxenda che e' stato un flop, mi hanno prescritto il mysimba di cui ho incominciato la cura in questi gg.
Sono molto scettica, farò 16 settimane e poi tirerò le som
Giovannimario
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Giovannimario
Ultima attività il 08/12/22 alle 19:01
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Io pesavo 96 kg. e senza nessuna dieta ho iniziato a correre, il diabete aveva valori allucinanti, oggi a distanza di venticinque anni i miei valori sono: peso 67 kg glicemia nella norma e oggi all'età di 72 anni ancora faccio più di dieci km,e competo con persone molto più giovani di me.E' tutto questione di testa!!!¡!!!!!
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Giovanni Perrella
lisailcognome
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lisailcognome
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Ultima attività il 09/02/22 alle 03:26
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Voglio fare un'importante premessa.
Perché molto spesso le diete non portano ai risultati sperati ? Mancanza di volontà o determinazione ? Medici incompetenti ? Pigrizia ?
Io penso che la risposta non stia in nessuna di queste domande.
Perché si arriva a mangiare troppo e male ? E perché continuare a vivere passivamente una vita sedentaria ?
Il nocciolo della questione è questo : se una persona non risolve prima e del tutto i suoi problemi EMOTIVI continuerà a ricascarci. Recupererà in fretta i chili persi con grande fatica, con gli interessi. Anche dopo un un'intervento di by pass gastrico !!
Io penso che i risultati migliori e a lungo termine si possono ottenere con un team di specialisti. Non basta il dietologo, non basta il nutrizionista. La persona va curata nell'anima, per questo occorrerà anche consultare uno psicologo e devono confrontarsi e lavorare tutti insieme. Perché per risolvere un grande problema come l'obesità grave , occorre l'aiuto e la forza di piu specialisti. Pensare di risolvere un problema solo con la dieta e lo sport è come pensare di spingere da soli un enorme masso in cima alla salita.
Perché mangio TROPPO ? Solitudine ? Delusione ? Stress ? Frustrazione ?
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Lisa
lisailcognome
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Ultima attività il 09/02/22 alle 03:26
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@andrea76 io penso che sia la depressione a portare all'obesità. Se sei felice ti alimenti il giusto, ne troppo ne poco. Se sei felice ti viene tutto più facile, uscire e correre. Purtroppo è un circolo vizioso. A me non aiuta il sentirmi ripetere che sono troppo grassa. Perché sono consapevole che anche i farmaci fanno la loro parte. Dovrebbero dirlo prima di prescriverli che ad esempio gli antidepressivi ti fanno ingrassare di 10 chili in pochi mesi. E che aumentano anche l'appetito in modo considerevole. Far sentire il malato in colpa a nulla serve e neanche facendogli promettere obiettivi troppo utopistici da raggiungere.
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Lisa
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@Giovannimario sono d'accordo con te. Mi piace la tua esperienza positiva
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Lisa
andrea76
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andrea76
Ultima attività il 22/04/24 alle 08:28
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Grazie @lisailcognome @Giovannimario per i vostri messaggi. Io per fortuna ho avuto solo una breve esperienza con gli antidepressivi, due anni ma mi sento comunque di poter esprimere un mio parere. Sono aumentata di peso ma come mi ha spiegato la psichiatra, i medicinali di nuova generazione non portano a questi problemi, bisogna cercare di risolvere il problema dentro di noi. ormai siamo in una societa' che non mangia piu' per fame ma che associa ad ogni tipo di problema ed emozione il cibo. Siamo tristi..mangiamo....siamo arrabbiati....mangiamo...
lisailcognome
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lisailcognome
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Ultima attività il 09/02/22 alle 03:26
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@andrea76 sono d'accordo con l'ultima parte del messaggio mentre non condivido quello che ti ha detto la psichiatra. Purtroppo devono prescrivere farmaci ma hanno tanti effetti collaterali tra cui l'aumento di peso, appunto. Io sono molto golosa di mio, l'ammetto ma non mangio molto. Assumo psicofarmaci da 10 anni, è tanto !! e la differenza di peso è notevole. Oltretutto ho una amica che soffriva di anoressia e da quando ha iniziato a prendere questi farmaci è diventata irriconoscibile, aumentando di una trentina di kg è diventata obesa. Inoltre è scritto anche sul foglietto illustrativo che porta l'aumento di peso. Purtroppo è difficile smetterli una volta intrapresa la cura.
Ss
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Lisa
lisailcognome
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lisailcognome
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Ultima attività il 09/02/22 alle 03:26
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Alcuni batteri intestinali sembrano combattere l'obesità
Si tratta di alcuni batteri della classe dei clostridia, naturalmente presenti nel nostro microbioma. La somministrazione di questi batteri, nel topo, ha frenato l'ingrassamento prevenendo l'obesità. Una strada che potrebbe essere utile studiare anche nell'essere umano.
Dieta, attività fisica e abitudini di vita sane rappresentano un primo passo essenziale per contrastare il sovrappeso e l’obesità, oltre che per mantenersi salute. E se in alcuni casi non fossero sufficienti? In futuro una ulteriore possibilità potrebbe arrivare da alcuni batteri intestinali. Oggi, infatti, un gruppo di ricerca dell’Università dello Utah ha identificato un ceppo di batteri che in un modello animale, in particolare nel topo, prevengono l’ingrassamento e l’obesità. I batteri in questione fanno naturalmente parte del nostro microbioma intestinale, l’insieme di tutti i microorganismi presenti nel nostro intestino, e rientrano nella classe dei clostridia. I risultati sono pubblicati su Science. Ecco come funzionano e le potenziali applicazioni.
Il risultato
I batteri intestinali clostridia includono 20-30 specie differenti, nella maggior parte dei casi (e anche in questo) sono buoni. I ricercatori hanno osservato che in alcuni topi, obesi nonostante una dieta equilibrata, la somministrazione di questi batteri ha portato un dimagrimento. Il gruppo di ricerca ha mostrato che i clostridia riescono a prevenire l’aumento del peso bloccando la capacità dell’intestino di assorbire il grasso. In pratica è come se fornissero una barriera che impedisce al grasso di attecchire.
“Ora che abbiamo individuato l’insieme più piccolo di batteri responsabile del dimagrimento – spiega June Round, patologa alla University dello Utah Health – potremmo comprendere davvero l’azione compiuta da questi organismi e se hanno un valore terapeutico”.
I meccanismi
Ma come hanno fatto i ricercatori ad arrivare a questo risultato? Intanto, ricerche precedenti hanno messo in luce la presenza di un legame fra batteri intestinali e obesità. Studi su topi, ad esempio, hanno mostrato che la composizione del microbioma intestinale può influenzare lo sviluppo di patologie metaboliche. Tuttavia, finora i meccanismi responsabili non erano ben noti. Gli autori li hanno indagato e hanno identificato uno dei possibili anelli mancanti che spiegherebbero il collegamento.
Il sistema immunitario, il nodo centrale
Il nodo centrale, come spesso avviene, è rappresentato da un’alterazione del sistema immunitario. In particolare, alcune cellule (i linfociti T helper follicolari) di questo sistema forniscono uno scudo all’animale contro l’obesità, promuovendo la produzione di particolari anticorpi (alcune immunoglobuline A – IgA) che proteggono dal sovrappeso. In questo caso, i topi sono hanno un difetto di queste cellule immunitarie e non riescono a produrre in quantità sufficiente le immunoglobuline A necessarie per difendersi dall’obesità. La ridotta generazione di questi anticorpi, poi, impedisce la colonizzazione da parte dei batteri clostridia e favorisce invece i batteri del gruppo desulfovibro. Questi, a loro volta, aumentano l’espressione di geni che sono alla base dell’assorbimento dei grassi introdotti con l’alimentazione.
In un articolo di commento, gli immunologi Yuhao Wang e Lora Hopper scrivono che i risultati di Petersen e colleghi “illuminano in modo magnifico come i difetti del sistema immunitario possono portare a malattie metaboliche”.
Le potenziali applicazioni
Il risultato di oggi, l’individuazione del ruolo dei batteri clostridia, potrebbe aprire nuove strade di ricerca. L’idea è che i microorganismi possano servire anche per costruire nuovi approcci terapeutici, spiega June Round, considerando che ben 2 miliardi di persone al mondo sono sovrappeso o obese. In specifiche situazioni il trapianto fecale di probiotici – già studiato per vari scopi clinici – potrebbe risultare utile per ripristinare un microbioma sano. Un approccio del genere, però, funzionerebbe solo su alcuni individui, secondo Round, dato che le caratteristiche individuali (le abitudini alimentari insieme ad altri fattori) possono influenzare la sopravvivenza dei batteri.
Fonte: Web
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Lisa
lisailcognome
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Alcuni batteri intestinali sembrano combattere l'obesità
Si tratta di alcuni batteri della classe dei clostridia, naturalmente presenti nel nostro microbioma. La somministrazione di questi batteri, nel topo, ha frenato l'ingrassamento prevenendo l'obesità. Una strada che potrebbe essere utile studiare anche nell'essere umano.
Dieta, attività fisica e abitudini di vita sane rappresentano un primo passo essenziale per contrastare il sovrappeso e l’obesità, oltre che per mantenersi salute. E se in alcuni casi non fossero sufficienti? In futuro una ulteriore possibilità potrebbe arrivare da alcuni batteri intestinali. Oggi, infatti, un gruppo di ricerca dell’Università dello Utah ha identificato un ceppo di batteri che in un modello animale, in particolare nel topo, prevengono l’ingrassamento e l’obesità. I batteri in questione fanno naturalmente parte del nostro microbioma intestinale, l’insieme di tutti i microorganismi presenti nel nostro intestino, e rientrano nella classe dei clostridia. I risultati sono pubblicati su Science. Ecco come funzionano e le potenziali applicazioni.
Il risultato
I batteri intestinali clostridia includono 20-30 specie differenti, nella maggior parte dei casi (e anche in questo) sono buoni. I ricercatori hanno osservato che in alcuni topi, obesi nonostante una dieta equilibrata, la somministrazione di questi batteri ha portato un dimagrimento. Il gruppo di ricerca ha mostrato che i clostridia riescono a prevenire l’aumento del peso bloccando la capacità dell’intestino di assorbire il grasso. In pratica è come se fornissero una barriera che impedisce al grasso di attecchire.
“Ora che abbiamo individuato l’insieme più piccolo di batteri responsabile del dimagrimento – spiega June Round, patologa alla University dello Utah Health – potremmo comprendere davvero l’azione compiuta da questi organismi e se hanno un valore terapeutico”.
I meccanismi
Ma come hanno fatto i ricercatori ad arrivare a questo risultato? Intanto, ricerche precedenti hanno messo in luce la presenza di un legame fra batteri intestinali e obesità. Studi su topi, ad esempio, hanno mostrato che la composizione del microbioma intestinale può influenzare lo sviluppo di patologie metaboliche. Tuttavia, finora i meccanismi responsabili non erano ben noti. Gli autori li hanno indagato e hanno identificato uno dei possibili anelli mancanti che spiegherebbero il collegamento.
Il sistema immunitario, il nodo centrale
Il nodo centrale, come spesso avviene, è rappresentato da un’alterazione del sistema immunitario. In particolare, alcune cellule (i linfociti T helper follicolari) di questo sistema forniscono uno scudo all’animale contro l’obesità, promuovendo la produzione di particolari anticorpi (alcune immunoglobuline A – IgA) che proteggono dal sovrappeso. In questo caso, i topi sono hanno un difetto di queste cellule immunitarie e non riescono a produrre in quantità sufficiente le immunoglobuline A necessarie per difendersi dall’obesità. La ridotta generazione di questi anticorpi, poi, impedisce la colonizzazione da parte dei batteri clostridia e favorisce invece i batteri del gruppo desulfovibro. Questi, a loro volta, aumentano l’espressione di geni che sono alla base dell’assorbimento dei grassi introdotti con l’alimentazione.
In un articolo di commento, gli immunologi Yuhao Wang e Lora Hopper scrivono che i risultati di Petersen e colleghi “illuminano in modo magnifico come i difetti del sistema immunitario possono portare a malattie metaboliche”.
Le potenziali applicazioni
Il risultato di oggi, l’individuazione del ruolo dei batteri clostridia, potrebbe aprire nuove strade di ricerca. L’idea è che i microorganismi possano servire anche per costruire nuovi approcci terapeutici, spiega June Round, considerando che ben 2 miliardi di persone al mondo sono sovrappeso o obese. In specifiche situazioni il trapianto fecale di probiotici – già studiato per vari scopi clinici – potrebbe risultare utile per ripristinare un microbioma sano. Un approccio del genere, però, funzionerebbe solo su alcuni individui, secondo Round, dato che le caratteristiche individuali (le abitudini alimentari insieme ad altri fattori) possono influenzare la sopravvivenza dei batteri.
Fonte: Web
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Susanna2
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Ricompense
Esploratore
Ciao a tutti!! Io ho un problema di obesità grave.Ma.lo voglio risolvere senza operazioni! Ho gia dato! Mai sentito parlare di Ability?Io l ho avuto per 3 anni .È un pacemaker gastrico.Ci avevo creduto molto ma ha vinto il mio corpo! Ed eccomi qui a 98 kg per 163 cm di altezza! Mi potete aiutare??