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Uscire dalla zona di comfort: perché?
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Sara_B
Animatrice della communityBuon consigliere
Sara_B
Animatrice della community
Ultima attività il 21/11/24 alle 16:30
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Perché pensate che sia importante uscire dalla zona di comfort? Avete fatto questa esperienza? In quale contesto? È stato difficile? Lo rifareste? Quanto è stato soddisfacente? Avete qualche esempio da condividere con gli altri membri del forum?
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Sara
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Hopeman
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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@Sara_B si io non mi avventuro facilmente fuori dalla zona di comfort. Ma quando lo faccio, sono creativo.
Ma la zona di comfort può non essere sicura e va protetta. Perché sono possibili influenze degli altri, delle loro aspettative, che talvolta sono pretese.
In più uno può pensare che una determinata routine sia una condizione di comfort e se la fa andar bene. In realtà si è messo in una situazione di dipendenza e di controllo da parte di un altro e viene a mancare una condizione essenziale: la libertà. È un comfort disagevole
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Liofante
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Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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@Hopeman
Io dopo due tentativi di suicidio e dopo un'anno di depressione cupa, ho lasciato l'Italia e sono andato a vivere in Israele in una Comuna Agricola Socialista: il Kibbutz.
Nel Kibbutz a quei tempi, 1984, c'era una persona incaricata di sistemare tutti a lavorare, per cui dopo due giorni di ambientamento sono andato a lavorare in cucina. In seno al kibbutz c'era un gruppo Italiano di circa 20 persone (quelli che mi hanno invitato a stare li') che faceva attivita comuni .
Ci ho messo 6 mesi ma sono uscito dalla depressione e dalla fatica di vivere.
Ho poi fatto un'altra scelta che ha cambiato la mia vita, sono passato dalla Cucina alle Stalle delle mucche da latte. Ho fatto il mungitore per 5 anni, il lavoro piu' bello della mia vita. In unpaio d'anni sono diventato il vice direttore della stalla. Si una svolta drastica puo' aiutarti a ridefinire la tua identita'. Io sono rimasto in Israele, nel kibbutz 12 anni. Non avevo voglia di rienrare in Italia e ritrovarmi con le stesse problematiche che avevo lasciato.
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Liofante
tania15
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
tania15
Membro Ambasciatore
Ultima attività il 21/11/24 alle 17:48
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@Sara_B direi che è capitato spesso nella vita, fa parte dell'essere esseri viventi nel flusso dinamico dell'esistenza stessa, certamente avere delle certezze come ancoraggio nessuno le nega ma anche accogliere il mistero e le imprevedibilità che possono variare lungo il dipanarsi delle giornate fa anche piacere e rende più partecipi del proprio cammino. Aiuta anche a superare meglio disagi della salute e contribuisce a far trovare soluzioni alternative o a spronare la ricerca e curiosità per andare oltre
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tany
Hopeman
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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@Liofante interessantissimo!
Beh, per quello che so del kibbutz, cioè della vita comunitaria e delle regole a cui bisogna attenersi, c'è un valore essenziale: il lavoro e la necessità di collaborazione. Questo sposta la convivenza verso il fare e meno al parlare.
Infatti, se tu raggruppi 30 persone a parlare, senza nulla da fare, viene fuori la conflittualità, i lamenti , le critiche.
Il kibbutz ha un altro punto: ha un capo. Che magari non comanda, ma agirà entro un Consiglio. Ma è una figura di riferimento per tutti. Quando manca un capo, non è la democrazia e nemmeno l'anarchia,, ma sorgono tanti capi, che si arrogano il diritto di prendere decisioni senza che nessuno li abbia mai eletti
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Hopeman
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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Viro l'argomento su un altro aspetto: evitare di entrare a fare parte della zona di comfort di un altro. Mi è capitato di trovarmi dentro il perimetro ideale di un'altra persona. Il che vuol dire accettare le sue regole, ed entrare a fare parte della sua routine, quindi i suoi tempi, i suoi luoghi, le sue aspettative e i suoi desideri. Stare nella zona di comfort di un altro vuol dire essere o sentirsi controllati. Si perde la libertà e non ci si accorge perché credi che l'area di un altro sia sicura anche per te.
Bisogna essere consapevoli e prendere le decisioni necessarie per uscirne o, meglio ancora, per non entrarci
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Sara_B
Animatrice della communityBuon consigliere
Sara_B
Animatrice della community
Ultima attività il 21/11/24 alle 16:30
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Ciao,
Come va?
Abbiamo pubblicato qualche settimana fa questo articolo sulla zona di comfort :
E se uscire dalla vostra zona di comfort vi rendesse più felici?
Vi è piaciuto?
Per chi non l'avesse ancora letto ( 😏 ), la zona di comfort è definita come uno stato psicologico in cui una persona si sente a proprio agio.
Alcune routine fanno sì che la vita quotidiana ci sembri familiare e quindi comoda. Questo dà una sensazione di sicurezza, che è qualcosa di piacevole in questo mondo pieno di stress in cui viviamo. L'idea di uscire da questa zona di comfort può far paura.
Ma correre dei rischi misurati comporta una serie di vantaggi, tra cui la realizzazione personale, l'aumento della fiducia in se stessi e della creatività, l'acquisizione di nuove conoscenze e competenze, ecc.
Per uscire dalla vostra zona di comfort, quindi, si deve innanzitutto definirla, definire le proprie fonti di stress, le proprie sfide quotidiane e i propri obiettivi. Poi bisogna cercare qualcosa di nuovo da fare. Infine, bisogna sfidare se stessi.
Ecco alcuni consigli per uscire dalla zona di comfort:
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Perché pensate che sia importante uscire dalla zona di comfort? Avete fatto questa esperienza? In quale contesto? È stato difficile? Lo rifareste? Quanto è stato soddisfacente? Avete qualche esempio da condividere con gli altri membri del forum?
Fateci sapere cosa ne pensate qui nei commenti!
Buona giornata
Sara del team Carenity