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Bisogno disperato d'amore, come superarlo?
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Ex membro
ciao anch' io ho un vuoto affettivo familiare. Mia mamma e' stata obbligata da mia nonna a sposarsi e non ha mai amato mio padre. E' una donna anaffettiva e ha dato sempre tutto a mio fratello facendomi sentire davvero male. Mio padre pensa solo alle donne ed e' una persona molto che danneggia gli altri. Sono stata in cura x anni da una psicologa che mi ha detto di stare lontana da mio padre e di non parlarci nemmeno, perche' dannoso x la mia incolumita' fisica e mentale. Mia mamma mi parla sempre con disprezzo e ho anche un fratello, il primogenito maschio, che e' stato sempre trattato da principino mentre a me ...niente affetto e niente cose belle. Tutto questo senso d' abbandono e la mancanza, quando mi capitava qualcosa di brutto, di comprensione, una parola di conforto, un rifugio nella tempesta, la sicurezza della famiglia come un porto sicuro, mi ha fatto diventare una ragazza sbandata e molto ribelle. Quando subivo qualcosa di brutto, la mia famiglia mi colpevolizzava ingiustamente, e solo adesso che sono grande, mi rendo conto delle ferite insanabili e della visione sbagliata delle cose della vita che mi hanno trasmesso. Mi fidanzai con un uomo molto piu grande di me, forse perche' cercavo la figura paterna, e identificai mia suocera nella mamma affettuosa che non ho mai avuto, ma mi resi conto dopo 5 anni, che ra un altra visione distorta, un altra illusione che mi faceva stare male. Alla fine non possiamo mai essere davvero trattate come "una di famiglia" , anche se si mostrano affettuosi, nessuna persona puo' sostituire la figura materna e paterna nel modo naturale che avremmo dovuto avere .La famiglia e' alla base di tutto e quindi a me sono mancate proprio le basi. E' un bel problema, un buco incolmabile e ti mentirei se ti dicessi che si va avanti comunque. Si va avanti, questo e' vero, ma con tante difficolta' che chi non ci e' passato non puo' mai capire. Mi sento sola al mondo, so che la mancanza di amore materno, paterno e fraterno mi hanno causato danni psicologici e, se ho un "bel-caratterino", lo devo proprio a questo. Ovviamente c' e' sempre un lato positivo : e' vero che soffro di depressione , ma sono anche una persona forte. Forgiata dal buio della solitudine non ho paura di stare da sola e sono abituata ad affrontare tutto (niente puo' essere piu brutto della mancanza della famiglia e, se sono sopravvissuta a questo, non mi fa paura nulla), mancandomi la base d' appoggio familiare , ho imparato ad appoggiarmi solo su me stessa e ho due spalle davvero fortissime. Quindi non scoraggiarti, la vita ti ha dato una dura croce da sopportare, ma tu la stai portando a testa alta e sei una persona davvero da ammirare !
fregi1940
fregi1940
Ultima attività il 01/03/17 alle 07:10
Iscritto nel 2016
3 commenti pubblicati | 1 nel gruppo Convivere con i disturbi psichici o mentali. Depressione e fobie
Ricompense
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Esploratore
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Amico
E',la tua, una condizione estremamente fragile,depressione e malanni vari con la situazione familiare che dici,allora?Sei riuscita a sopravvivere eroicamente a tutte le avversità,segnata ma ancora palpitante di vita,allora?Hai mai provato ad avere amici a comunicare ad altri mondi la tua solitudine?Perchè no?
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effegi
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Ex membro
Ciao a tutti. E' la prima volta che scrivo qui su Carenity quindi mi presento: sono una ragazza di 23 anni e circa all'età di 16 mi diagnosticarono una depressione che nessuno prese sul serio fino a quando verso i 18 anni, più razionale ed economicamente indipendente, ho iniziato la ricerca di un valido terapista. L'ho trovato ed è da un paio d'anni che sono stabilmente in cura, avendo usato anche per due anni antidepressivi (se ci penso, mi sento male).
Per farvi capire: sono nata per errore da due genitori che non mi volevano, tossicodipendenti, violenti e troppo occupati con i loro problemi. Mia madre andava via di casa ogni tot mesi finché non ha più fatto ritorno; mio padre, affetto di depressione da dopo la mia nascita, mi ha cresciuta fino ai 14 anni dandomi la colpa per il suo malessere.
A 14 anni sono scappata di casa, avevo una vitalità dentro che oggi invidio così tanto. Dormivo in giro, da amici, da parenti, non avevo il tempo materiale per riflettere su quanto stessi male.
Quasi 10 anni dopo, sono totalmente sopraffatta dal mio malessere. Ora vivo con dei miei zii (mi ospitano ma so che non è il mio posto), lavoro e mi pago terapia e università ma non ho la possibilità (e ne ho anche un po' paura) di vivere da sola.
Tra i tantissimi problemi che la mia vita contorta mi ha lasciato è questo buco nero al posto del cuore: ho un bisogno disperato d'amore e trovo che le persone siano puntualmente insufficienti nel colmare i miei vuoti, così le mando via.
Sono fidanzata, da circa 2 anni, con un ragazzo che mi ama davvero ed è la prima volta che permetto a qualcuno di avvicinarsi DAVVERO alla mia anima; ma nel cuore ho ancora così tanta solitudine che tendo a gettare tutto alle ortiche, incolpandolo di non sapermi "guarire" in pratica.
Non mi basta mai l'amore che posso ricevere dall'esterno perché ho covato un disperato bisogno di attenzioni per talmente tanti anni che avrei bisogno di un esercito di persone che si dedicano interamente a me, per poter recuperare.
Se faccio tanti passi in avanti sul resto, questo scoglio non riesco a superarlo. La solitudine che è stata mia compagna fedele per 10 anni ormai la detesto, sono così vulnerabile che mi spavento e ho paura di non guarire mai. A che serve vivere così? Vorrei solo felicità.
C'è qualcuno che ha avuto un'esperienza simile alla mia e che è riuscito ad accontentarsi della felicità del presente, lasciandosi definitivamente indietro i fantasmi del passato?