"Montagnes d'espoir" aiuta i dializzati ed i trapiantati a vivere le loro vite
Pubblicata il 21 feb 2018 • Da Léa Blaszczynski
Montagnes d'espoir è un'associazione creata nel 2010 con lo scopo di sostenere i dializzati ed i trapiantati nei loro progetti ma sensibilizza anche il grande pubblico alla donazione di organi.
Nella pratica, questa piccola associazione volontaria riunisce una comunità di 3000 membri attivi in sede di gruppi Facebook ma ospita anche diversi blog sul suo sito web. "All'inizio eravamo costretti ad essere molto presenti per riunire le comunità, spiegono il Presidente Emmanuel Gastaud e Annelise Cottenet, la segreteria dell'associazione. È stato un lavoro intenso mandando messaggi privati...Oggi, i gruppi sono auto-alimentati".
Esistono ormai sette gruppi tra cui due privati (uno è riservato ai genitori-figli e l'altro dedicato alle donne). Esiste anche un gruppo speciale "Donazione da vivente". "Un trapianto di un donatore deceduto offre una grande motivazione e permette di rialzarsi, concede Emmanuel Gastaud. Non si vive il trapianto nello stesso modo. Sono quindi due approcci e percorsi totalmente diversi. In qualche senso, non è la stessa "visione" del trapianto".
L'aiuto reciproco al centro dei scambi
Oggi, i medici non hanno il tempo di rispondere alle aspettative e preoccupazioni dei pazienti. L'incontro pre-trapianto, ad esempio, è spesso stressante e freddo: si parla di rischio di rigetto e di cancro. Quindi la comunità di pazienti prende il comando. "E poi, c'è questo momento di panico quando riceviamo la chiamata per il trapianto, abbiamo bisogno del sostegno degli altri", spiega Annelise Cottenet. Tuttavia lo staff medico vuole saperne di più sull'esperienza-paziente. "E abbiamo la fortuna di avere una grande comunità di pazienti, riconosce Emmanuel Gastaud. Inoltre, molti dei pazienti della nostra comunità sono presenti in diversi CHU e collaboriamo con diverse istituzioni".
Montagnes d'espoir conduce diverse azioni. Si può trattare di sostenere il progetto personale di un membro come Charlène, la quale voleva passare la festa di Capodanno in Islanda, nonostante la sua dialisi e il suo cancro. O ancora si tratta di promuovere la donazione di organi con i "Relais de l'espoir" durante il triathlon TriGames di Cagnes-sur-Mer il primo luglio prossimo.
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