Diabete di tipo 2: il pesce tetra messicano è la chiave per la cura definitiva?
Pubblicata il 24 mag 2018
Nella ricerca per la cura definitiva al diabete di tipo 2, spunta un insolito protagonista, il pesce tetra
Una ricerca recente, i cui esiti sono stati dettagliatamente pubblicati su Nature, apre nuovi scenari sulla lotta al diabete di tipo 2, lasciando uno spiraglio di speranza a chi attende una cura definitiva che possa permettere di vivere una vita dignitosa e in salute. Il diabete di tipo 2, condizione clinica che si verifica quando il corpo sviluppa una specifica resistenza all'insulina, è infatti tristemente noto per tutta una lista nera di problematiche e complicanze, fra cui nefropatie, maculopatie e neuropatie, senza contare lo stress a cui gli sbalzi glicemici sottopongono l'intero sistema cardiovascolare.
Posto che una dieta povera di carboidrati, perdita di peso e un'attività fisica regolare, uniti ad una terapia ipoglicemizzante adeguata, possono aiutare moltissimo a rendere la vita più che vivibile, chi soffre di questa patologia, aspetta con ansia una cura che dia effetti a lungo raggio e libertà dai farmaci.
Ebbene, questa speranza potrebbe essere molto vicina al diventare una certezza, in quanto uno studio fatto sui pesci tetra messicani, lascerebbe credere che proprio questi animaletti siano la chiave della svolta. L'Astyanax mexicanus è infatti un pesce che convive in maniera eccellente e perenne col diabete di tipo 2, senza manifestare sintomi avversi, ma anzi, usando la sua insulino-resistenza a vantaggio della salute.
Madre natura ha lavorato di fino in questo caso e le capacità evolutive di questo pesce sono decisamente strabilianti. Il tetra vive infatti lunghi periodi di privazioni alimentari, dovute alla scarsità di cibo del suo habitat naturale. Tuttavia, durante le inondazioni, riesce a fare scorta di nutrienti senza percepire il senso di sazietà e questo lo porta inevitabilmente a iperglicemie fisiologiche.
Il tetra messicano è infatti un pesce completamente cieco che popola le grotte e conta una mutazione nel recettore dell'insulina, che lo porta all'iperglicemia e al naturale aumento del peso corporeo. Condizione praticamente vitale per fronteggiare le carestie di cibo delle zone rupestri.
Se negli esseri umani, questa stessa mutazione porta a una forma grave di insulino-resistenza e minore aspettativa di vita, per i tetra messicani è invece garanzia di una durata simile a quella dei cugini di superficie. Ma ciò che è davvero importante, questi pesci non accumulano gli scarti di glicazione nel sangue, associati alla progressione delle patologie legate al diabete.
Se gli studi sull'Astyanax mexicanus procederanno come sembra, potrebbe diventare possibile convertire il diabete di tipo 2 da malattia a condizione fisica normale, priva quindi di effetti dannosi per l'organismo. Fantascienza? Il tempo darà ragione ai rcercatori più temerari.
Scienza e salute