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La vita sentimentale alla prova della malattia: come affrontarla?
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Ladyfox88
Ladyfox88
Ultima attività il 26/04/21 alle 18:05
Iscritto nel 2021
3 commenti pubblicati | 1 nel gruppo Buono a sapersi
Ricompense
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Esploratore
Ciao a tutti,
Io sono in cura con paroxetina e supporto psicologico.
Al mio compagno devo tutto, ha saputo ascoltarmi e starmi vicino nei momenti più bui. Non è facile, stare con chi è affetto da depressione e sbalzi di umore. La nostra relazione in certi momenti ne ha risentito. Ad oggi sto meglio, ora abbiamo un bimbo di 5 mesi fantastico e nonostante lo ami con tutta me stessa, alcuni giorni sono più pesanti di altri. Mi accorgo che ho scatti di rabbia che mi monta dentro tipo tsunami, me la prendo con le persone, impreco, lancio oggetti e poi passati i 5 minuti di follia in cui mi sembra di non essere nemmeno io, passa tutto e mi sento talmente stanca che avrei solo voglia di dormire.
È pesante vivere così, si è sempre sulle montagne russe. Non ho voglia di rientrare a lavoro e solo l’idea di farlo con in più il carico di un figlio mi fa sentire male. Cerco in tutti i modi di trovare cosa non va fuori da me, come la casa, il lavoro, vorrei cambiare tutto, ma ho la sensazione che stando così a livello mentale ovunque io sia starò così. Oggi ho la capacità di analizzare un po’ di più le mie emozioni e di prevedere quando mi arriverà una crisi. Chi lo sa meglio di me è il mio compagno. È l’unico della mia famiglia che vede già come sono i miei occhi per capire come andrà la mia giornata a livello psicologico. Gli devo tutto e non lo ringrazio mai.
Nikka4
Buon consigliere
Nikka4
Ultima attività il 29/05/21 alle 11:15
Iscritto nel 2016
15 commenti pubblicati | 6 nel gruppo Buono a sapersi
Ricompense
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Buon consigliere
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Partecipante
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Esploratore
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Amico
Chi sarebbe la nostra Anima Gemella?
Domande possibili e/o reali?
Nikka4
Nikka
Osaka90
Buon consigliere
Osaka90
Ultima attività il 27/02/22 alle 22:55
Iscritto nel 2021
5 commenti pubblicati | 2 nel gruppo Buono a sapersi
Ricompense
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Buon consigliere
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Esploratore
La malattia non ha cambiato minimamente il rapporto meraviglioso con mio marito.
Del resto, mi ha conosciuta che ero già malata ma semplicemente non avevo una diagnosi. Ora sono peggiorata, e ok, ma ha avuto oltre sei anni per conoscere i miei acciacchi ora della diagnosi, ora sono ulteriori due anni. Al massimo, gli si stringe il cuore a vedermi così sfigata nella vita (perché questa è stata la ciliegina sulla torta) e avrebbe desiderato vedermi senza l'ennesima difficoltà, ma a maggior ragione sente il bisogno di stare con me per aiutarmi.
Ha dovuto affrontare ben di peggio, ad esempio siamo stati a distanza per anni e in questa distanza ha vissuto con me indirettamente al telefono e direttamente quando stava da me il vero problema della mia vita: la mia famiglia d'origine, che dire disfunzionale ai massimi sistemi è riduttivo.
Quindi insomma, ha sopportato le loro assurdità, figuriamoci se non regge questo fardello. Nell'ottica di entrambi, è qualcosa di molto più semplice.
C'è da dire però che non ho avuto problemi ad accettare la malattia e sebbene io possa tendere alla depressione indotta da momenti più o particolarmente pesanti rispetto al solito, sono arrivata a lui dopo anni di psicoterapia per riparare ai Danni causati da una vita disgraziata. Quindi ho una consapevolezza dei rapporti umani, di me stessa, del dialogo assai sviluppati.
Il vero dramma è che ho realizzato di essere poliamorosa: già ho avuto fortuna estrema ad aver trovato uno che mi volesse, ora riuscire a tenere più rapporti sarebbe da ridere...non ho abbastanza energie.
Non ho capito il post di Nikka.
Kenny86
Kenny86
Ultima attività il 28/12/23 alle 22:47
Iscritto nel 2021
15 commenti pubblicati | 1 nel gruppo Buono a sapersi
Ricompense
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Partecipante
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Messaggero
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Esploratore
Anche se non sapevo cosa avevo ho avuto molte difficoltà a legare anche se avevo un'intesa molto forte con delle ragazze. Ogni volta dicevo che avevo dei problemi da risolvere e non sapevo come superarli. Mi è capitato anche ultimamente. Avevo costruito un rapporto con una ragazza e ho fatto una giornata insieme ad un fiera e ci siamo presi anche una collanina identica per finire. Lei continuava a mandarmi segnali e io invece di corrispondere mi limitavo a girare i discorsi. Adesso che ho eliminato la maggior parte dei sintomi credo di essere pronto a stringermi in una relazione se ricapitasse l'occasione.
Baptiste
Buon consigliere
Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
Iscritto nel 2016
5.442 commenti pubblicati | 267 nel gruppo Buono a sapersi
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Ricompense
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Partecipante
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Messaggero
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Collaboratore
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Esploratore
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Amico
Cari nuovi membri @Lorele @Gabry86ud @Stef79 @katjuscia @Ericarica @Always come state oggi? La vostra vita amorosa è messa in difficoltà con la malattia? Parlarne è già un passo verso una vita intima e sessuale. Avete curato dei sintomi in particolare? Vi ringrazio tanto in anticipo
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Baptiste
Buon consigliere
Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
Iscritto nel 2016
5.442 commenti pubblicati | 267 nel gruppo Buono a sapersi
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Ricompense
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Collaboratore
Esploratore
Amico
Oggi, è il giorno di San Valentino! Questo giorno, a volte screditato a causa della sua portata commerciale e marketing, evoca senza dubbio l’amore la coppia. Abbiamo organizzato un sondaggio* per permettere di esprimervi a proposito. Essere malato cronico influisce sulla vostra vita sentimentale? Occuparsi di un paziente ha anche delle ripercussioni? Ecco le vostre risposte.
Conservare una vita intima e sessuale: una difficoltà per 31,2% dei rispondenti
Alla domanda « in quanto paziente o parente, quale impatto ha la malattia sulla vostra vita amorosa », una maggioranza dei partecipanti hanno risposto che la loro vita intima e sessuale era difficile. Numerose ragioni possono spiegare questa constatazione: calo della libidine legato alla stanchezza, impotenza, dolori localizzati... Essere affetto da una malattia cronica può fortemente disturbare le relazioni intime con il suo partner. Per quanto riguarda i parenti dei pazienti, pure loro possono sentire un esaurimento psicologico, e anche fisico.
>> Leggere la testimonianza di Eugenio sui disturbi sessuali
Per i pazienti che non hanno incontrato l’anima gemella, la malattia può anche rallentare l’incontro di partner. La nostra grande indagine sull’isolamento ha rivelato che 57% dei pazienti avevano ridotto le loro uscite in città. Le occasioni di incontrare nuove persone sono quindi più limitate. Di più, 88% dei pazienti hanno notato un impatto dell’isolamento sulla loro vita intima e 98% sulla loro vita sociale.
Le relazioni con il partner sono più difficili per 21,5% dei rispondenti
Per 21,5% dei pazienti e parenti di pazienti che hanno risposto all’indagine, le relazioni con il loro partner si sono complicate a causa della malattia. In effetti, i pazienti possono soffrire dell’incomprensione del fidanzato o non avere abbastanza energia per dedicare loro tempo e attenzione.
>> Testimonianza: come gestire le relazioni con i suoi cari quando siamo affetti da una malattia cronica
Soltanto 9,3% dei partecipanti hanno avuto la gioia di vedere la loro coppia rafforzata con la malattia. Numerose coppie si separano dopo la diagnosi di una malattia; inoltre, uno studio recente ha mostrato che una donna è 6 volte più suscettibile di vivere una separazione dopo la diagnosi di un cancro o sclerosi multipla di un’uomo nella stessa situazione.
Stare solo, la soluzione per 18,3% dei rispondenti
« Voglio stare solo(a) in parte a causa della malattia » è la risposta fatta da 18,3% dei rispondenti al nostro sondaggio. In effetti, cicatrici, l’aumento o la perdita di peso o ancora l’apparecchiatura medica possono causare una pessima immagine di se stesso. Le difficoltà nel conservare una vita di coppia normale o la paura del rifiuto dell’altro possono così scoraggiare le persone interessate.
>> Raggiungere il nostro gruppo sul dolore cronico e trovare soluzioni
Cosa fare per ritrovare una vita amorosa appagante?
Se non avete ancora trovato l’anima gemella, non dimenticate che non siete definiti soltanto dalla vostra malattia. Avete sempre le vostre qualità. La sessualità può prendere diverse forme, nonostante il fatto che la malattia sia paralizzante o no.
Bisogna anche trattare i sintomi della malattia che hanno un impatto sulla vita intima, quando è possibile. Sintomi neurologici, cardiovascolari, fisici o psicologici possono incidere sulla vita sessuale, come gli effetti secondati di un farmaco. Parlatene con il vostro medico per limitare la stanchezza e il dolore per migliorare il vostro umore. Potete anche consultare un specialista:
- Un psicologo potrà aiutarvi a superare i vostri blocchi e accettare la vostra malattia o quella del vostro parente
- Un sessuologo vi darà consigli su tutti gli aspetti della sessualità, che siano fisici o affettivi
- Un ginecologo cura la fisiologia e le affettazioni del sistema riproduttivo della donna per aiutarla a limitare il dolore o qualsiasi disturbo
- Un urologo si occupa del sistema urogenitale maschile e potrà consigliarvi di fronte all’impotenza o altri dolori.
E voi cari membri, la vostra vita amorosa è messa in difficoltà con la malattia? Parlarne è già un passo verso una vita intima e sessuale. Avete curato dei sintomi in particolare?