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Informazioni tumori
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Non casse ma capsule: metodo verde di sepoltura
Per tutti coloro che desiderano lasciare un segno, un qualcosa di se, e rendere felici gli altri pur essendo già morti, ecco un modo strano ma bello di essere ricordati da tutti e contemporaneamente di contribuire alla vita.
Se c’è qualcosa che l’uomo non è mai stato in grado di capire è proprio la morte. Dove stiamo andando? O c’è una vita dopo quella che stiamo vivendo? Nei diversi paesi del mondo si sono sviluppate diverse credenze e culture differenti.
Comunque, nonostante le differenti credenze, quello che è certo, valido per tutti, senza distinzione di cultura, è il fatto che tutti noi vogliamo avere una bella “casa” per riposare dopo la morte. Un luogo molto piacevole che renda i propri cari felici di essere lì a ricordare il defunto, attraverso la vita. È così che sono state create queste meravigliose Capsule chiamate Mundi: un metodo molto efficace, alternativo, verde. Metodo che collabora con la natura dandole vita. Invece di bare, useremo le capsule.
Sono capsule a forma di semi, metodo molto pratico e rivoluzionario. Offre una sepoltura con una simbologia: dare vita anche dopo la morte.
I cofanetti di solito durano solo tre giorni di utilizzo, vengono sepolti e non possono essere quindi utilizzati per altri scopi. Queste capsule daranno vita ad un albero in grado di prosperare fino 30-40 anni, la durata media della vita di una pianta.
Dopo che il defunto è stato sepolto o “piantato” sotto un albero le radici assorbono i nutrienti dal corpo e la pianta si sviluppa. I creatori di questo bellissimo lavoro, Raoul Bretzel e Anna Citelli, spiegano lo studio in modo molto dettagliato. La persona deve scegliere l’albero mentre è viva e lasciare scritte le volontà a parenti e amici. Così, quando morirà, l’albero desiderato sarà già stato piantato. La sepoltura simbolica di capsule per dare vita alla natura utilizzando il corpo umano non diventa solo una semplice fonte di vita per l’albero, ma simboleggia la vita, e sarà sempre lì per i nostri cari.
Ed ecco che in alternativa a un prato di croci e lapidi possiamo godere di tanta pace e tranquillità da condividere con la nostra famiglia foresta. Cioè stanno creando un monumento simbolico alla vita umana contribuendo nel contempo alla natura e alla sua salvaguardia.
Questa idea suona un po’ strana, perché le nostre culture sono molto forti e radicate. Ma è un bel modo per dare vita alla nostra morte. Attualmente questa procedura è vietata in Italia, di cui i creatori del progetto sono originari. Ma si sta lavorando per cambiare le leggi della sepoltura per avere più scelta riguardo la morte.
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Ecco cosa succede nel vostro corpo quando
mangiate delle banane con macchie scure!
Se sei una persona a cui piace mangiare banane presta maggiore attenzione a quelle che compri. Sappiamo che è difficile resistere alla tentazione, perché hanno un odore buono ed un gusto irresistibile. Ma c’è un particolare tipo di banana da preferire al momento dell’acquisto.
É bene sapere che le banane mature hanno una sostanza chiamata Fattore di necrosi Tumorale (TNF) che ha la capacità di combattere le cellule anomale nel corpo. Sicuramente avrete notato che molte banane hanno macchie scure sulla buccia; più macchie nere ha la banana è più grande sarà l’effetto sulla vostra pelle e per la vostra salute.
La banana è un frutto conosciuto e consumato in tutto il mondo ma ha un consumo più elevato in Giappone. Ed è proprio in Giappone che è stato dimostrato da diversi studi, che le banane mature contengono TNF che aiuta a prevenire il Cancro.
L’efficacia del TNF dipende dal grado di maturità del frutto. Si dovrebbe cercare, quindi, di assumere banane mature al punto giusto e prive di processi di maturazione alternativi.
La comparsa di TNF nelle banane avviene attraverso il processo di maturazione del frutto: in questo processo aumentano i livelli di antiossidanti delle banane convertendo l’amido nei suoi zuccheri naturali, più facili da digerire per il nostro corpo. Il risultato visibile di questo processo è la comparsa delle macchie scure.
L’ assunzione di banane mature può funzionare anche per stimolare i globuli bianchi del sangue. Gli esperti consigliano di mangiare 2-3 banane al giorno. Come abbiamo accennato, questo aiuterà a migliorare il sistema immunitario ed evitare raffreddori e influenze frequenti.
Dove nasce TNF? TNF è una proteina del gruppo delle citochine. Questo tipo di molecole sono prodotte e secrete dal sistema immunitario. Sono coinvolte nel processo infiammatorio e nell’Artrite reumatoide.
Le banane con grandi quantità di macchie esterne e alto livello di TNF, sono regolarmente confrontati con il Lentinan, un immunostimolante chimico che viene somministrato per via endovenosa e agisce come un agente anti-cancerogeno. Sono, quindi, proprio tanti i motivi per cominciare a includere le banane in vostra dieta.
Suggerimento: se si desidera interrompere la maturazione delle banane, in modo che il colore della buccia non passi al marrone, senza perdere le proprietà del TNF, si consiglia di metterle nel frigorifero: si manterranno per più tempo e non perdano i nutrienti essenziali di cui abbiamo bisogno
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Tumore al Polmone
Nonostante le lobby nasconderebbero le cure per il cancro, sui media vengono annunciate le ennesime scoperte di una cura per il cancro.
Chi è affetto da tumore a piccole cellule in stadio iniziale di solito viene curato con la Radioterapia e la Chemioterapia. Se il tumore è molto piccolo si può ricorrere all’intervento chirurgico ed alla Chemioterapia, se invece il tumore è a piccole cellule ma in stadio più avanzato, si ricorre unicamente alla Chemioterapia.
Chi invece è affetto da Tumore al polmone non a piccole cellule potrà essere sottoposto all’intervento chirurgico, alla chemioterapia, alla radioterapia o a una terapia combinata. Le terapie possibili dipendono dalla stadiazione del tumore, alcuni pazienti affetti da Tumore in stadio avanzato devono ricevere una terapia mirata. La terapia del tumore può essere locale o sistemica: Terapia locale. L’intervento chirurgico e la radioterapia sono terapie locali, perché rimuovono o distruggono il tumore sviluppatosi nel torace. Se il tumore al polmone ha dato origine a metastasi in altre parti dell’organismo, la terapia locale può essere usata per tenere sotto controllo la malattia nelle specifiche zone colpite.
Ad esempio, se il tumore al polmone ha formato metastasi al cervello, può essere tenuto sotto controllo con la radioterapia alla testa. La chemioterapia e la terapia mirata per ora sono terapie sistemiche. I farmaci dovrebbero entrare in circolo e distruggere oppure tengono sotto controllo il tumore in tutto l’organismo. Il medico è in grado di descrivervi le diverse terapie e i risultati attesi, La terapia contro il tumore spesso danneggia le cellule ed i tessuti sani, quindi gli effetti collaterali sono frequenti e dipendono soprattutto dal tipo e dalla portata della terapia. Gli effetti collaterali possono essere diversi a seconda del paziente e possono cambiare anche da una sessione alla successiva.
La radioterapia usa onde ad alta energia per eliminare le cellule tumorale, colpisce unicamente le cellule nella zona da curare. Una possibilità è quella di ricevere radiazioni esterne, si tratta del tipo più frequente di radioterapia per il tumore al polmone. Le radiazioni provengono da una grande macchina all’esterno del vostro corpo. La maggior parte dei pazienti deve andare in ospedale o in clinica per ricevere questa terapia e di solito occupa cinque giorni a settimana per diverse settimane. Un altro tipo di radioterapia è quella interna (brachiterapia). La radioterapia interna, però, viene usata solo in rari casi per i pazienti affetti da tumore al polmone. La radioterapia esterna al torace può danneggiare l’esofago, causando problemi di deglutizione; inoltre ci si può sentire molto stanchi. La pelle della zona trattata può arrossarsi, seccarsi e diventare più fragile del solito. Dopo la radioterapia interna, invece, il paziente può soffrire temporaneamente di emottisi.
La chemioterapia è una terapia a base di farmaci antitumorali che in teoria eliminano le cellule tumorali presenti nell’intero organismo entrando in circolo. Di solito i farmaci somministrati sono più di uno, i farmaci antitumorali che combattono il tumore al polmone normalmente sono somministrati per endovena, ma alcuni possono essere assunti per via orale. La chemioterapia viene somministrata in diversi cicli, dopo ciascun ciclo c’è un periodo di riposo. La lunghezza del periodo di riposo e il numero di cicli dipendono dal farmaco usato.
Occhio perché Alcuni farmaci chemioterapici possono causare sordità, dolori articolari e formicolio o intorpidimento delle mani e dei piedi. Se ci si sottopone contemporaneamente alla radioterapia e alla chemioterapia gli effetti collaterali possono essere più intensi.Il tumore al polmonedi solito è collegato al fumo, La verità è che molti fumatori non soffrono di tumore al polmone e non tutti i pazienti colpiti da tumore al polmone fumano. Il tumore al polmone, infatti, può colpire chiunque. Per molti pazienti la diagnosi di tumore al polmone può essere molto stressante e, a volte, difficile da sopportare. Alcuni pazienti affetti da tumore al polmone iniziano a soffrire di ansia e, in casi meno frequenti, di depressione. le verdure non amidacee proteggano dal cancro ai polmoni. La frutta porta con sé antiossidanti come vitamina C, carotenoidi, fenoli, flavonoidi e altri potenziali composti bioattivi. La frutta protegge dal cancro al polmone.
I carotenoidi sono i precursori della vitamina A e normalmente danno un colore giallo-arancio all’alimento che li contiene. gli alimenti contenenti carotenoidi probabilmente proteggono dal cancro ai polmoni.Alimenti contenenti selenio sono soprattutto di origine animale (frattaglie, latticini, uova, alcuni tipi di pesce) perché, nelle fonti vegetali, la discriminante la fa il terreno: se le coltivazioni sono su un terreno ricco di selenio, allora anche i prodotti lo saranno. Gli studi sono pochi e non concordi, è quindi ragionevole dire che è solo possibile che gli alimenti ricchi di selenio proteggano dal cancro ai polmoni.
Le Carni rosse , il consumo di Grassi , il consumo di Burro , L’acqua contaminata con arsenico causano il cancro al polmone.
Il Retinolo è la vitamina A, deriva dal beta-carotene. Una dose massiccia di vitamina A data da supplementi causi cancro ai polmoni nei fumatori. Le supplementazioni di beta-carotene sono una causa certa di cancro ai polmoni nei fumatori. La supplementazione di selenio protegga dal cancro al polmone. L’attività fisica protegga dal cancro ai polmoni Anche la diminuzione improvvisa di grasso corporeo è una causa di cancro ai polmoni.
Di recente il 2 febbraio 2017 stata scoperta una cura Sicura per il cancro e Tumori mah…Secondo molte teorie del complotto le cure per il cancro esisterebbero già, oppure sarebbero dovute esistere già, solo che i poteri forti non vogliono che si diffonda o si scopra la cura per il cancro, altrimenti non si potrebbero più fare profitti con costose chemioterapie e radioterapie. I media sono collusi perché oscurerebbero le notizie. Poi e risaputo che i tumori si curano con la Vitamina B17 Il segreto consisterebbe nel contenuto di vitamina B17, anche conosciuta come amigdalina o nitriloside. Per alcuni si tratta di una sostanza in grado di inibire lo sviluppo dei tumori e delle loro metastasi. La vitamina B17, in presenza di cellule malate, agirebbe sprigionando piccolissime dosi di cianuro, in grado di distruggerle. Le cellule tumorali, contengono infatti un particolare enzima, assente nelle cellule sane, che permette l'attivazione dell'azione anticancro della vitamina B17. Il cancro sarebbe una malattia quasi sconosciuta alle popolazioni che seguono un'alimentazione ricca di vitamina B17. Oltre che nelle albicocche, accompagnate dall'assunzione dei loro semi, la vitamina B17 è contenuta in legumi come le fave o i piselli, nei germogli di legumi e cereali, nell'erba medica, nella lattuga, nelle rape ed in altri ortaggi e bacche.
Tornando al discorso parlavo della recente scoperta di alcuni ricercatori ad Urbino, che avrebbero trovato un modo per il cancro nella Molecola del Maltolto. come dicevo Notizia talmente censurata questa scoperta verrà censurata e così via per altre scoperte e le case farmaceutiche faranno insabbiare il brevetto. Sarebbe invece più utile pubblicare i dettagli sulla ricerca come pubblicazione scientifica, ma questo alla gente non importa e non lo vuole cercare, troppa fatica e richiederebbe conoscenze e perdita di tempo. Anche la scoperta di Roberta Benetti, ricercatrice tutta italiana , ha portato a compimento un'importantissima scoperta scientifica, mirata al blocco della proliferazione delle cellule tumorali. Lo studio portato a termine dalla Benetti è stato pubblicato sulla rivista internazionale Cancer Research dell’American.
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Vitamina B17 dei semi di albicocca:
Previene e cura il Tumore
La medicina ufficiale parla dei semi di albicocca come di un alimento altamente tossico contenente acido cianidrico e la cui assunzione, se eccessiva, potrebbe addirittura portare alla morte. “Ovvio e contro il Loro Interesse , Ma andiamo avanti nella lettura Leggiamo fino in Fondo per rendercene conto del Perché!”
Quello che la medicina ufficiale si rifiuta di rivelarci è che in realtà, molti anni fa, furono fatte delle interessanti scoperte in merito alle proprietà di questo piccolo e amaro seme. Le mandorle amare e i semi amari contenuti nel nocciolo di albicocca e in generale nel nocciolo di tutti i frutti appartenenti alla famiglia delle Rosacee (Prugne, Pesche, Ciliegie, Mele, ecc.), conterrebbero quella che è comunemente nota come vitamina B17, o Amigdalina, una vitamina capace di distruggere le cellule cancerogene, senza intaccare minimamente le cellule sane.
Fin dall’antichità i prodotti naturali contenenti amigdalina (vitamina B17) sono stati usati per curare il cancro.
Pen T’sao, un grande erborista dell’antica Cina, già nel 2.800 avanti Cristo raccomandava l’uso medico di mandorle di albicocca (armelline).
In Persia il grande maestro di medicina e farmacia Avicenna (980-1037), considerato il padre delle scienze naturali medio-orientali, raccomandava l’uso dell’olio di mandorle amare e di armelline per il trattamento di tumori all’utero, al fegato, allo stomaco e alla milza.
In occidente i primi studi scientifici secondo il metodo moderno si devono ai chimici francesi H.E. Robiquet e A.F. Boutròn Charlard, che nel 1830 isolarono per la prima volta l’amigdalina in cristalli ed intrapresero studi sistematici su di essa.
Sette anni dopo, due scienziati tedeschi, Von Liebig e Woehier, scoprirono che questa strana vitamina, normalmente contenuta in tutti i semi della frutta (ad eccezione degli agrumi) poteva essere scomposta da uno specifico enzima, e soltanto da esso, in ioni-Cianuro, Benzaldeide e Glucosio.
Quindici anni dopo le prime esperienze scientifiche francesi, la rivista medico-scientifica francese “Gazette Medicale de Paris” e, successivamente, anche quella tedesca “Journal Chirurgie und Augenheilkunde” descrissero il primo caso di terapia metabolica con vitamina B17 per la “cura del cancro”, ad opera del medico russo Inosmetzeff, professore presso l’Università Imperiale di Tutte le Russie di Mosca: la terapia era stata eseguita su un ventenne tumorale, e la terapia era consistita in 46 grammi di Amigdalina somministrata per 3 mesi; il grande medico russo aveva curato anche una donna di 48 anni, con estese metastasi da cancro ovarico, e questa donna, nel 1845, risultava essere ancora viva dopo ben 11 anni dalla terapia metabolica con Amigdalina: in entrambi i casi, il dott. Inosmetzeff affermò di non aver notato mai effetti collaterali da parte della vitamina scoperta dai francesi nel 1830 e meglio caratterizzata dai tedeschi nel 1837. Fu soltanto nel 1950 che uno scrupoloso ricercatore americano, il dr. Ernest T. Krebs, iniziò a curare di nuovo il cancro con l'ausilio della vitamina B17, che, dopo averla fatta bollire, evaporare in alcool, e quindi decantare in piccoli cristalli bianchi, ribattezzò “Laetrile”, una sostanza simile all'amigdalina, ma contenente una molecola di glucosio in meno. Il Laetrile è un glucoside con un radicale cianidrico altamente bio-accessibile. Ciò significa che penetra facilmente all’interno della membrana cellulare raggiungendo alte concentrazioni intracellulari. Tale caratteristica è particolarmente utile nella prevenzione e cura del cancro, perché sfrutta il diverso metabolismo delle cellule tumorali rispetto alle cellule sane dell’organismo.
Le cellule neoplastiche infatti proliferano in regime anaerobico, in grande carenza di ossigeno, e presentano un’elevata concentrazione di betaglucosidasi, con assenza dell’enzima rodanese. Esse pertanto, assorbendo il laetrile, lo decompongono per idrolisi in glucosio e in due potenti veleni: cianuro (acido cianidrico) e benzaldeide , che ne causano la morte selettiva. Le cellule sane invece sono normo-ossigenate, vivono in regime aerobico e sono ricche dell’enzima rodanese, tramite il quale convertono rapidamente il laetrile in acido benzoico e tiocianati, elementi non tossici ed anzi utili. Il motivo per cui il laetrile non è finora entrato a pieno diritto nei protocolli di cura di medici e ospedali è tutto qui: l’ingente danno economico che causerebbe all’industria farmaceutica mondiale.
Il costo Giornaliero di una terapia preventiva a base di laetrile non sarebbe superiore a quello di una tazzina di caffè. Se globalmente pubblicizzata e adottata su scala generale, una terapia profilattica basata sul laetrile porterebbe ad una drastica riduzione (o addirittura alla totale scomparsa) del problema del cancro.
Secondo il dr. Krebs l’assunzione preventiva di 7 semi di albicocca al giorno, ripartite in due dosi, mattino e sera, renderebbero impossibile il manifestarsi del cancro.
Numerosi studiosi in tutto il mondo hanno confermato la validità del laetrile per la cura e prevenzione del cancro.
Fra gli altri si possono citare
il dr. Kanematsu Sugiura, ricercatore-capo negli anni 70 presso lo Sloan-Kettering’s laboratory (USA),
il dr. Dean Burk, direttore nel 1946 della sezione di citochimica dell’Istituto Nazionale di Ricerca sul cancro (USA),
il dr. Hans Nieper in Germania Occidentale, direttore del dipartimento di medicina del Silbers ee Hospital di Hannover,
il dr. N.R. Bouziane, già direttore dei laboratori di ricerca presso il St. Jeanne Hospital di Montreal (Canada),
il dr. Manuel Navarro, professore durante gli anni 70 in medicina e chirurgia presso la Santo Tomas University di Manila (Filippine),
il dr Ernesto Contreras, che ha utilizzato per più di 30 anni il laetrile per curare i suoi pazienti presso la Good Samaritan Cancer Clinic (oggi “Oasis Hospital) a Tijuana, in Messico,
il professor Ettore Guidetti, della Scuola Medica dell’Università di Torino (durante gli anni 50),
il professor Joseph H. Maisin senior, direttore dell’Istituto di Ricerca sul Cancro dell’Università di Lovain, in Belgio, e Presidente Emerito della Lega Internazionale Contro il Cancro, ecc... ecc..
Al contrario la F.D.A. (Food and Drugs Administration), che vive e prospera sulla base degli ingenti finanziamenti delle case farmaceutiche, ha fatto di tutto per discreditare e impedire l’uso del laetrile, fino a giungere a proibirne la prescrizione e di fatto anche la vendita sul suolo americano.
Occorre davvero credere ai rapporti negativi della ricerca convenzionale su questa vitamina? Curiosamente il Dr.Dean Burk, ex capo del Cytochemistri Department del National Cancer Institute, famoso ente statunitense di cui egli stesso è stato uno dei co-fondatori, si era occupato personalmente della vitamina B17, e descrisse tale sostanza in termine assai diversi dalla “versione ufficiale”.
Quando aggiungiamo laetrile (vitamina B17) ad una coltura di cancro al microscopio, premesso che sia presente anche l'enzima glucosidase, possiamo osservare le cellule cancerose che muoiono come mosche. – (Il glucosidase è l'enzima, fortemente presente nelle cellule tumorali, che innesca il singolare meccanismo, rilevato nella vitamina B17, che distrugge il cancro. Si può trovare un'eccellente analisi clinica di tale meccanismo in: B17 Metabolic Therapy – In the Prevention and Control Cancer, breve storia della ricerca effettuata su questa vitamina, che comprende molte valutazioni di tipo clinico.)
Il Dr. Burk inoltre affermò che prove dell'efficacia del laetrile erano state riscontrate in almeno cinque istituti indipendenti di tre paesi distanti fra loro.
Il Dr. Ralph Moss ha rivestito l'incarico di vicedirettore degli Affari Pubblici presso il più famoso ente statunitense di ricerca sul cancro, il Memorial Sloan-Kettering a Manhattan, e conosce l'industria del cancro come le sue tasche. Leggete quello che si trovò ad affermare nell'aprile 1994nel corso di un'intervista con Laura Lee, e giudicate voi stessi la consistenza delle prove a sfavore dell'efficacia della vitamina B17:
Dr. Moss: “Poco dopo aver iniziato a lavorare presso il Memorial Sloan-Kettring Cancer Institute, feci visita all'anziano scienziato giapponese Kanematsu Sugiura il quale, quando mi disse che stava lavorando al laetrile (vitamina B17), mi lasciò alquanto sconcertato.
All'epoca si trattava della questione oncologica più controversa, in quanto reputata una cura contro il cancro. Noi degli Affari Pubblici diramavamo dichiarazioni secondo cui il laetrile era privo di qualsiasi efficacia, roba da ciarlatani, e che le persone non avrebbero dovuto abbandonare le terapie comprovate. Rimasi perplesso dal fatto che il nostro più insigne scienziato si occupasse di una cosa del genere, e dissi, perché se ne sta occupando se non funziona? Egli prese i suoi registri di laboratorio e mi mostrò che in effetti il laetrile era tremendamente efficace nell'arrestare la diffusione del cancro. ecc.ecc.
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Tumori,sono 369mila i casi nel 2017, al Nord ci si ammala di più.
Al Sud minore sopravvivenza, in aumento ma in 7 anni +24% sopravvivono.
Sono 369 Mila in crescita, i nuovi casi di tumore stimati nel 2017 in Italia:
Oltre il 40% sarebbe però evitabile attraverso corretti stili di vita e screening, mentre è boom di cancro al polmone fra le donne. Indicative anche le differenze sul territorio: al Nord ci si ammala di più ma al Sud si sopravvive di meno. Il dato positivo tuttavia, è che grazie a terapie efficaci e campagne di prevenzione sono aumentate del 24% in 7 anni le persone vive dopo la scoperta della malattia.
È questo il censimento ufficiale, giunto alla settima edizione, che fotografa l'universo cancro in tempo reale grazie al lavoro dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dell'Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e della Fondazione AIOM, raccolto nel volume 'I numeri del cancro in Italia 2017', presentato oggi al Ministero della Salute. I casi stimati nel 2017 sono 192.000 fra i maschi e 177.000 fra le femmine, nel 2016 erano 365.800.
I dati indicano un vero e proprio boom di diagnosi di cancro del polmone fra le donne: 13.600 nel 2017 (+49% in 10 anni), dovuto alla forte diffusione del fumo fra le italiane.
Crescono in entrambi i sessi anche quelli del pancreas, della tiroide e il melanoma; in calo, invece, le neoplasie allo stomaco e al colon-retto, grazie anche alla maggiore estensione dei programmi di screening. E oggi oltre 3 milioni e trecentomila cittadini (3.304.648) vivono dopo la diagnosi, addirittura il 24% in più rispetto al 2010. Poi, una conferma: il cancro colpisce più al Nord della Penisola, ma al Sud si sopravvive di meno. "L'incidenza è in netto calo negli uomini (-1.8% per anno nel periodo 2003-2017), legata principalmente alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata, ed è stabile nelle donne, ma si deve fare di più per ridurre l'impatto di questa malattia, perché oltre il 40% dei casi è evitabile - afferma Carmine Pinto, presidente Aiom -. Ormai è scientificamente provato che il cancro è la patologia cronica che risente più fortemente delle misure di prevenzione.
Migliaia di studi condotti in 50 anni hanno dimostrato con certezza il nesso di causalità fra fattori di rischio quali gli stili di vita sbagliati (fumo di sigaretta, sedentarietà e dieta scorretta), agenti infettivi, a cui può essere ricondotto l'8,5% del totale dei casi, esposizioni ambientali e il cancro. Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per combatterlo, come l'immunoterapia e le terapie target che si aggiungono alla chemioterapia, chirurgia e radioterapia.
Tutto questo, unito alle campagne di prevenzione, si traduce nel costante incremento dei cittadini vivi dopo la diagnosi". Lo scorso anno, sottolinea inoltre Pinto, "si temeva che il nostro sistema sanitario non riuscisse a reggere le conseguenze economiche dovute all'arrivo dei nuovi trattamenti. Siamo riusciti ad evitare questo rischio grazie al Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi che ci ha permesso di garantire a tutti i pazienti le migliori cure disponibili. Per questo - conclude - rilanciamo anche per il 2018 la richiesta di proroga del Fondo con risorse dedicate".(ANSA).
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