BUONA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL DISTURBO BIPOLARE !

Ciao @_escamotage_ , anche io sono piuttosto nuova qui :) devo ammettere che sto facendo fatica a trovare risorse e comunità bipolari italiani (online e in presenza).

Sono contenta che tu stia uscendo pian pianino dalla fase depressiva! Capisco completamente la mancanza di quella produttività maniacale ma andiamo un passettino alla volta, senza idealizzarla

Sei stata molto carina a chiedermi come sto: piuttosto stabile e, dopo anni di estremi, è un traguardo che pensavo impossibile.

@Sara_B

Ciao a tutti.

Qualche osservazione la farei. Riguarda il fatto di non saper attribuire un certo aspetto alla malattia o alla normale presenza di elemeni negativi nella vita. Mi spiego: mi arrabbio perchè affetto da disturbo bipolare o una certa cosa fa veramente arrabbiare? Certo, intorno a me vedo di quei comportamenti che dico tra me: "poi sono io quello bipolare..."

Poi rifletto: non sono propriamente le sollecitazioni ambientali a causare difficoltà di regolazione emotiva o di sofferenza, ma il riflesso dato dalle sollecitazioni. In altre parole se uno stimolo è percepito come intenso, è inevitabile la sensazione di drammaticità. Ma attribuire determinate conseguenze al disturbo bipolare è sbagliato, perché questo riconduce a una colpa generalizzata che finisce per coprire le reali cause che possono condurre a una fase critica. Non è che il biolare ci vede male: quelle cause esistono e vanno risolte, sia per evitare sofferenze inutili, sia soprattutto per non ritornare alle stesse condizioni oggettive che hanno creato il disagio. A volte ci sono degli equilibri sfavorevoli che vanno cambiati o dai quali è meglio uscire. Nell'ambiente ci possono essere benissimo delle cose che non vanno, anche pesanti, ma il bipolare fa fatica a organizzare una risposta per così dire politica, perché l'intensità percettiva ed emotiva propria tende a sopraffarlo. Io sono conosciuto per essere un uomo calmo. Vedo che molti "normali" arrivano alle parole veramente grosse, ma non provano sensi di colpa o li sopportano. Se sono io a dire appena due parole difficili, poi non sopporto l'eccessivo senso di colpa.

Ma non sono impotente. Il mio primo alleato è il tempo: quale che sia la condizione interiore, so che appartiene a questo momento; domani sarà diverso e le attese servono. So che i picchi acuti di sofferenza non sono un destino ma bisogna lasciarli passare, cedendo poi il posto a condizioni più gestibili. Se in qualche momento ci si può sentire sopraffatti, non vuol dire che non si riprenderà il controllo. In generale tendo a non manifestare quello che provo quando sono in difficoltà ma aspetto di essere in condizioni più favorevoli, quando posso comprendere meglio il senso dei fatti accaduti e organizzare la risposta.

@Hopeman grazie per la tua risposta!

Sara del team Carenity