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Italiani più longevi degli europei, ma con più problemi di salute
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Lo rivela l'ISTAT che ha pubblicato il Report su le Condizioni di salute in Italia e nell'Unione Europea riferite all'anno 2015. Secondo Coldiretti il merito va alla dieta mediterranea.
I notevoli progressi della sopravvivenza e la contestuale riduzione della fecondità in Italia hanno rivoluzionato la struttura demografica della popolazione, posizionando il nostro Paese tra i primi al mondo per invecchiamento della popolazione. In ambito europeo l'Italia ha il più elevato indice di dipendenza (rapporto tra la popolazione in età non attiva e la popolazione in età attiva), con una quota molto bassa di giovani e una quota di anziani tra le più elevate. E' quanto emerge dal rapporto Istat "Anziani: le condizioni di salute in Italia e nell'Unione Europea - Anno 2015"
In Italia, la speranza di vita a 65 anni nel 2015 è più elevata di un anno sia per gli uomini che per le donne rispetto alla media UE, ma dopo i 75 anni gli anziani in Italia vivono in condizioni di salute peggiori.
Per le patologie croniche, nel confronto con i dati europei, emergono in generale migliori condizioni degli italiani tra i meno anziani (65-74 anni), con prevalenze più basse per quasi tutte le patologie e, all'opposto, condizioni peggiori oltre i 75 anni. Circa un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave o è multicronico, con quote tra gli ultraottantenni rispettivamente di 59% e 64%.
In Italia la grave riduzione di autonomia personale riguarda oltre un anziano su dieci. Il fenomeno è in linea con la media dei Paesi UE per i 65-74enni, superiore tra gli over75, in particolare per le donne.
Nel Mezzogiorno si stima una prevalenza, anche a parità di età, della multicronicità (56,4% contro 42,7% del Nord) e una presenza di anziani con almeno una malattia cronica grave (49,4% contro 39,4%), oltre che con gravi limitazioni motorie (27,7% contro 17,0%) o sensoriali (16,5% contro 12,8%). Oltre un anziano su quattro (25,9%) dichiara di poter contare su una solida rete di sostegno sociale, il 18% su una debole e uno su due si colloca in una situazione intermedia. Gli anziani soli più frequentemente riferiscono uno scarso supporto, in particolare gli uomini (24,7%) e gli over65 che vivono in aree popolate (20,2%) del Nord-Ovest e del Sud.
Nonostante le precarie condizioni di salute, in Italia sono 1,7 milioni (pari al 12,8%) gli anziani in grado di offrire cure almeno una volta a settimana a familiari e non familiari con problemi di salute, dato pressoché in linea con la media UE. Quasi i due terzi hanno dai 65 ai 74 anni e sono più donne che uomini.
Secondo Coldiretti" la dieta mediterranea fa salire Francia, Spagna e Italia sul podio dei Paesi europei con maggiore speranza di vita a conferma dell’impatto della sana alimentazione sulla salute". Il ruolo della dieta mediterranea per la salute è stato riconosciuto da numerosi studi scientifici ed anche dall'iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco avvenuta il 17 novembre 2010.