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Più avena a tavola per abbassare il colesterolo?
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giupipino
Buon consigliere
giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Non sono d'accordo con l'affermazione finale della dottoressa Lettino,ovvero:<<«Il contributo dell’avena, come documenta lo studio canadese, è comunque piuttosto contenuto: il “colesterolo cattivo” si riduceva del 4,2% e quello non Hdl di poco più. In questi casi quindi è necessario il ricorso a farmaci come le statine che possono arrivare a ridurre il colesterolo fino ad un massimo del 45-50% o a quelli di ultima generazione, in cui il calo è maggiore, fino al 60%-70%», spiega in conclusione la dottoressa.>>
Posso testimoniare che in caso di ipercolesterolemia non è affatto necessario ricorrere alle statine, ma è sufficiente una dieta centrata prevalentemente (70% circa) su prodotti vegetali come frutta,ortaggi, verdura, cereali integrali e legumi, che utilizzi solo grassi vegetali (olio di oliva e noci) e che faccia un uso limitato di prodotti animali (20% circa) - unita all'assunzione giornaliera di OMEGA3 (tre grammi) per avere una RIDUZIONE CONSISTENTE del colesterolo.
Il mio colesterolo totale con tale sistema è passato dal valore 220 al valore attuale di 150 nel giro di un anno (riduzione del 32%).
Provare per credere.
Si tenga presente che sugli effetti delle statine sulla nostra salute vi sono molti sospetti, come testimoniano diverse ricerche sul settore. Inoltre una dieta come quella indicata migliora non solo il livello di colesterolo, ma anche quello dei trigliceridi, degli acidi urici, della bilirubina e i valori di glicemia a digiuno. Infine tale dieta contribuisce a risolvere nel giro di un anno problemi di obesità (fino a 10 chili di dimagrimento). Infatti è una dieta che introduce poche calorie e che non fa sentire fame. Infatti non è necessario limitare la quantità di cibo da ingerire. Si mangia finché si ha fame. Saranno le fibre presenti in abbondanza in tale dieta a darci una sensazione di sazietà senza aumentare le calorie ingerite.
Da quando ho scoperto che si vive meglio SENZA MEDICINE, ovvero che si diventa più in gamba, meno depressi e meno acciaccati nonostante l'età, la mia missione è divenuta quella di mostrare che è il CIBO la migliore medicina.
Credo ci fosse un famoso medico dell'antichità che lo aveva già detto.
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Il colesterolo presente nell’organismo viene introdotto con l’alimentazione, dalle carni ai formaggi alle uova. Ma sempre con la dieta è possibile anche tenerlo sotto controllo mangiando prodotti che possano ridurne i livelli. Tra questi l’avena.
Questo cereale è considerato un prodotto amico della salute cardiovascolare perché aiuta a tenere basso i livelli di colesterolo LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”. Ora uno studio pubblicato su British Journal of Nutrition ha concluso che l’avena sarebbe in grado di ridurre altri due marcatori del rischio cardiovascolare.
Questi due marker sono il colesterolo non-HDL, un valore che si ottiene sottraendo al colesterolo HDL, quello “buono”, da quello del colesterolo totale e la apolipoproteina B, un “mezzo” che trasporta il “colesterolo cattivo” nel sangue. L’effetto sarebbe particolarmente significativo nei soggetti che presentano la sindrome metabolica o sono affetti da diabete di tipo 2.
La ricerca è stata condotta dal St. Michael’s Hospital di Toronto (Canada). Si tratta di una revisione e meta-analisi di 58 studi condotti su 4mila persone. Gli studi avevano valutato l’effetto di diete arricchite con beta-glucano (una fibra contenuta nell’avena) rispetto a diete controllate sui tre marcatori: colesterolo LDL, non-Hdl e apolipoproteina B. Proprio questa fibra sarebbe la responsabile dell’effetto benefico di riduzione dei valori dei tre i marcatori. Pertanto – è il suggerimento dei ricercatori – sarebbe utile aumentare il consumo di crusca di avena.
Grazie alle fibre dell’avena e degli altri cereali si contrasta l’assorbimento dei grassi
«Non solo di avena ma di tutti i cereali integrali», aggiunge la dottoressa Maddalena Lettino, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia dello Scompenso dell’ospedale Humanitas. «L’orzo, il riso integrale e anche la pasta o il pane prodotti con farine meno raffinate, che abbiano mantenuto una quota di “integralità” dovrebbero essere consumati da chi è affetto da ipercolesterolemia ma anche da chi vuole prevenire alterazioni del profilo lipidico. Con i cereali integrali beneficiamo dell’apporto di fibre. Queste facilitano il transito intestinale, aiutano a mantenere stabile la glicemia e, infine, interferiscono con l’assorbimento dei grassi».
In caso di ipercolesterolemia grave, però, non si può far affidamento solo a una buona dieta: «Il contributo dell’avena, come documenta lo studio canadese, è comunque piuttosto contenuto: il “colesterolo cattivo” si riduceva del 4,2% e quello non Hdl di poco più. In questi casi quindi è necessario il ricorso a farmaci come le statine che possono arrivare a ridurre il colesterolo fino ad un massimo del 45-50% o a quelli di ultima generazione, in cui il calo è maggiore, fino al 60%-70%», spiega in conclusione la dottoressa.
HumanitaSalute.it