Ictus, c’è un nuovo dispositivo per la riabilitazione dei pazienti paralizzati
Pubblicata il 11 ago 2017
All’IRCCS ospedale San Camillo di Venezia è attivo un nuovo dispositivo per la riabilitazione dei pazienti colpiti da ictus cerebrale. La sperimentazione è avviata nei casi di persone colpite da paresi.
L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) Ospedale San Camillo del Lido di Venezia fa sapere in un comunicato che è in procinto di partire la sperimentazione del primo dispositivo indossabile per la riabilitazione dei pazienti vittime di un ictus. Il dispositivo è stato prodotto dalla nuova impresa Morecognition, nata all’interno della sede torinese di IIT - Istituto Italiano di Tecnologia, grazie al supporto della Camera di Commercio di Torino e del programma di sviluppo I3p del Politecnico. Il dispositivo è stato recentemente presentato con successo alla fiera ‘Technology Hub’ di Milano e ad ‘Affidabilità e tecnologia’ al Lingotto di Torino.
Si indossa e funziona
Il dispositivo indossabile, spiegano dall’IRCCS, può essere applicato sia sulle braccia che sulle gambe dei pazienti rimasti paralizzati in seguito a ictus cerebrale. Le speciali membrane sono in grado di «misurare lo stimolo elettrico generato dai muscoli mediante un elettromiografo di superficie che è integrato nel braccialetto di supporto dello strumento».
Questo primo prodotto della startup IIT Morecognition si avvale di un’avanzata interazione con i robot riabilitativi. In questo modo è possibile raccogliere «dati utili per migliorare e personalizzare la neuroriabilitazione dei pazienti ottimizzandone la terapia. Inoltre può essere utilizzato anche in teleriabilitazione: il personale dell’ospedale potrà seguire i miglioramenti del paziente da remoto rendendo così i trattamenti più efficaci».
Personalizzare la terapia riabilitativa
«In fisioterapia – spiega Andrea Turolla, responsabile della linea di ricerca corrente in Tecnologie innovative e riabilitazione e del laboratorio di cinematica e robotica – abbiamo sempre più bisogno di dati appositamente elaborati e informativi per una migliore personalizzazione della terapia riabilitativa, sul singolo paziente. Potremo monitorare i singoli muscoli dell’arto superiore, capendo come si coordina la loro contrazione, quando il paziente si muove nella sua vita quotidiana. Questo ci permetterà sia di misurare con precisione il recupero muscolare, che di riabilitare le funzioni perse dopo l’ictus».
Una collaborazione produttiva
«Siamo particolarmente felici di questa collaborazione con Morecognition e l’Istituto Italiano di Tecnologia – afferma il dott. Francesco Pietrobon, Direttore Generale dell’ospedale lidense – L’IRCCS San Camillo si conferma ancora una volta luogo privilegiato dove testare nuove tecnologie e strumentazioni per la riabilitazione, a vantaggio dei pazienti ricoverati che, per primi in Italia, possono quindi trarne beneficio immediato».
Diario del web - Luigi Mondo
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