Primo passo del Portogallo verso la legalizzazione della cannabis terapeutica
Pubblicata il 18 giu 2018
Il Parlamento portoghese ha votato in prima lettura venerdì una proposta di legge che autorizza l’uso terapeutico dei derivati della cannabis, dando soddisfazione ai malati che chiedono la loro legalizzazione.
Il Portogallo sta per raggiungere altri paesi europei nei quali la prescrizione della cannabis medica è già legale: l’Olanda, l’Italia, la Repubblica Ceca, la Danimarca o la Germania.
Il testo proposto dagli deputati del Blocco della sinistra (estrema sinistra) è stato approvato con tutti i voti dei gruppi parlamentari ad eccezione di quello del partito di destra CDS-PP, che si è astenuto.
La decisione era molto attesa, soprattutto da Paula Cristina Rocha, una donna di 51 anni che soffre di epilessia e, su iniziativa della sorella maggiore Maria Joao Rezende, ha cominciato ad assumere del cannabinolo o CBD un’anno fa, uno degli 60 componenti trovati nella cannabis ma che non possiede proprietà psicoattiva.
«Questo è quello che mi è successo di meglio. È stato un successo totale. Dico sempre a mia sorella, questo CBD è una meraviglia», ha testimoniato la donna all’AFP.
Grazie a questo trattamento prescritto da un neurologo consultato nel Brasile, ha soltanto una dozzina di attachi epilettici al mese, invece di 60 a 80 prima del trattamento, dichiara la sorella, che ha fatto la formazione di infermiera ed è membro dell’associazione Cannativa, la quale milita per la legalizzazione della cannabis ad uso terapeutico.
L’associazione « accoglie con favore l’adozione della proposta di legge che apre la strada alla cannabis medicinale, ma rileva alcuni problemi che possono derivarne », ha reagito venerdì in un comunicato. I partigiani della cannabis terapeutica avrebbero voluto che le famiglie dei malati possano coltivare la pianta o che il farmaco sia rimborsato dallo Stato.
«In Portogallo, i medici non vogliono prescrivere la cannabis terapeutica perché questi prodotti non sono regolamentati. E, senza prescrizione medica, non abbiamo il diritto di importarne. Lo faccio pure, ma ci costa un sacco di soldi e problemi», spiega Maria Joao Rezende, che riesce a far venire questo prodotto dagli Stati Uniti, dove è classificato tra gli integratori alimentati, tramite il Brasile.
«Mi sento come una piccola trafficante, anche se non è una droga»
Secondo i risultati di un grande trial clinico, pubblicati nel 2017 in New England Journal of Medicine, il cannabinolo riduce del 39% la frequenza degli attachi epilettici nella loro forma più severa.
Nel 2014, il Portogallo aveva emesso le prime autorizzazioni per la produzione della cannabis a fini medici destinata all’esportazione.
Lisboa, 15 giugno 2018 (AFP)
AFP