Fame emotiva, i consigli per controllarla
Pubblicata il 25 lug 2016
Ansia, rabbia e noia. Tutte emozioni che possono spingere a cercare rifugio nel cibo. È la fame emotiva, o fame emozionale: si cerca di riempire un vuoto mangiando in maniera incontrollata, indipendentemente dallo stimolo fisico della fame. Ne ha parlato sul suo sito ALT, l’Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus.
Può capitare che lo stress e le difficoltà del vivere quotidiano possano portare una persona ad aprire più volte dispensa e frigorifero per cercare di star meglio. Ma la fame nervosa è un’insidia perché può far saltare qualsiasi piano di perdita di peso o la volontà di seguire un’alimentazione corretta. Chi non riesce a controllare questa condizione preferisce cibi ricchi di zuccheri, grassi, quindi molto calorici e poco o nulla nutrienti mettendo in potenziale pericolo anche la salute cardiovascolare.
Relazioni sentimentali conflittuali, stress a lavoro, stanchezza, problemi finanziari scatenare questa reazione: “Accade che ci buttiamo sul cibo per cercare gratificazione o per sfuggire alla necessità di affrontare una situazione che ci fa stare male”. Chi si lascia sopraffare da questi sentimenti cercando rifugio o distrazione nel cibo alla fine può entrare in un circolo vizioso: nasce il senso di colpa per non esser riusciti a risolvere situazioni difficili, si diventa frustrati per aver perso il controllo su di sé e si cerca ulteriore consolazione continuando a mangiare male o peggio.
Lo stress può scatenare la fame emotiva
Spiega la professoressa Daniela Lucini, responsabile della Sezione di Medicina dell’Esercizio e Patologie funzionali dell’Ospedale Humanitas: «Una persona stressata tende a cambiare comportamento alimentare, in parte in maniera involontaria, in parte pensando che sia utile. E si vanno a privilegiare quei cibi sapidi, con molti grassi e zuccheri, la cui assunzione è stata associata al circuito della gratificazione e della ricompensa a livello cerebrale. Si beneficia di un’illusoria sensazione di calma e piacevolezza ma che è assolutamente transitoria».
Come poter uscire da questa condizione?
Chi è colpito da fame emotiva può ad esempio annotare su un diario ogni cosa che mangia, ma anche quando e quanto si è arrabbiati e come ci si sente mentre si mangia. Così si può capire meglio il legame tra umore e il cibo. «La prima cosa da fare è rendersi conto che il piacere che si prova soddisfacendo il bisogno di mangiare è passeggero. In secondo luogo bisogna imparare a controllare questo bisogno: appena lo si avverte, cercare di soddisfarlo con un alimento più salutare. Se ad esempio la fame nervosa porta a scegliere il cioccolato, perché non sostituirlo con dei lamponi, che si possono mangiare anche in quantità più abbondanti senza conseguenze negative? E se si sente necessità di mangiare qualcosa di gratificante, perché non posporre questa gratificazione? Ora ho voglia di una fetta di torta, perché non pensarci domattina a colazione, magari con una torta che avrò preparato io stesso?».
Si può cercare di riparare l’errore
«Se una persona è stressata e non è riuscita a controllare quel desiderio di “comfort food” dovrebbe cercare di controbilanciare lo “sgarro”. Ecco dunque che le merendine o il gelato di troppo al pomeriggio possono diventare un pretesto per assaporare una cena più salutare. Anche bere acqua o tisane o spremute può aiutare a controllare questi attacchi di fame emotiva».
Infine si deve cercare di agire su cosa stimola la sensazione di fame nervosa, per esempio lo stress: «Bisogna imparare a controllarlo magari con tecniche rilassanti come la meditazione, ma anche semplicemente distraendoci, distogliendo la mente dai pensieri che ci affaticano mentalmente», conclude la specialista. E per chi non ce la fa da solo è indispensabile cercare l’aiuto di un medico.
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