Per dimagrire, depurarsi, concentrarsi: tutti i segreti dell'acqua
Pubblicata il 16 ott 2016
Idratarsi adeguatamente aiuta le ossa e il fegato. E i bimbi devono bere liquidi con calcio. Ricca di magnesio, ferro, fosforo. O povera di sodio. I segreti per scegliere quella giusta.
Tra gli otto e i dieci bicchieri al giorno distribuiti in tutta la giornata. Perché bere fa bene: alla concentrazione, all’attività fisica, all’osteoporosi. E, in più, farebbe anche dimagrire. Secondo uno studio dell’università dell’Illinois, su Journal of Human Nutrition and Dietetics, bere da uno a tre bicchieri di acqua al giorno diminuisce l’apporto calorico da 68 a 205 calorie. Anche solo un aumento dell’1 per cento del consumo di acqua era associato - nei 18.000 soggetti studiati - a una diminuzione dell’8,6 per cento dell’apporto energetico complessivo. «La riduzione delle calorie è l’effetto della termogenesi - spiega Nicola Sorrentino, docente di Igiene Nutrizionale all’università di Pavia - ossia il fenomeno per cui l’acqua viene poi portata nel nostro organismo alla temperatura corporea, 37°C. E per farlo si attiva il metabolismo». Anche se l’effetto dura al massimo un’ora. Motivo per cui è importante bere spesso, senza mai arrivare ad avere sete.
Non tutte le acque sono uguali e si classificano sulla base del residuo fisso, cioè dei sali minerali che restano dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°C (vedi infografica). Le oligominerali sono perfette per il consumo quotidiano. Quelle ricche di sali minerali sono utilizzate per uso terapeutico sotto controllo medico.
Ma di quali sali minerali parliamo? Ci sono i macroelementi, presenti nel nostro organismo e il cui fabbisogno giornaliero è superiore ai 100 mg: tra questi calcio, magnesio, potassio, fosforo, sodio, cloro, zolfo (sotto forma di solfati) e bicarbonati. E ci sono gli oligoelementi, come ferro, rame, zinco, fluoro, selenio, iodio e manganese. Scegliere l’acqua più adatta non è impossibile: basta leggere le etichette. In generale per i bambini è consigliata un’acqua oligominerale o medio minerale ricca di calcio (più di 150 mg/l) e magnesio (più di 50 mg/l) ma povera di sodio (meno di 20 mg/l); per gli adolescenti va bene una medio minerale bicarbonato- calcica e magnesiaca; per gli adulti oligominerale o medio minerale; per le donne in gravidanza, allattamento o menopausa, è ideale un’acqua calcica; per gli anziani un’acqua ricca di calcio e solfato-magnesiaca da bere spesso nell’arco della giornata.
I vantaggi specifici delle acque minerali sono tanti: le bicarbonate aiutano la digestione e hanno un effetto diuretico; quelle ricche di ioni solfato sono indicate in caso di stipsi; le clorurate stimolano l’attività di fegato e colecisti. La presenza di oltre 150 milligrammi di calcio per litro, poi, rende l’acqua ideale per prevenire l’osteoporosi senza aumentare il rischio di calcolosi renale. Mentre un contenuto sostenuto di magnesio – oltre 50mg/l – rende l’acqua un valido aiuto per gli sportivi perché ha effetto antispastico e antinfiammatorio, oltre a essere indicata in caso di stipsi cronica. Le acque ferruginose possono essere indicate nei casi di anemie, mentre le sodiche sono utili soprattutto d’estate e dopo un’attività fisica. Possono essere controindicate negli ipertesi. Va tenuto presente poi l’effetto sul cervello. «Un’idratazione inadeguata incide negativamente sulle performance cognitive - sottolinea Umberto Solimene, presidente del Centro di Ricerche Bioclimatologia Medica dell’università di Milano - una perdita di acqua dell’1-2 per cento del peso corporeo può pregiudicare la capacità di concentrazione, una perdita superiore può influenzare negativamente le capacità di elaborazione del cervello». Bere, insomma, fa bene anche al cervello. Purché sia acqua.