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Allerta tossine nelle barrette Lubs: i lotti ritirati
Allerta Ocratossina A nelle barrette Lubs Probios distribuite presso alcuni punti vendita Coop, i lotti ritirati.
La catena di supermercati Coop ha diffuso alcuni avvisi relativi al richiamo, effettuato da parte di Probios, di un prodotto. Si tratta della barrette Lubs, vari gusti, al cui interno sono stati rinvenuti livelli elevati di Ocratossina A. Di seguito i dati utili a individuare le confezioni interessate dall’allerta tossine e le istruzioni rivolte dalla compagnia ai propri consumatori.
Le barrette Lubs ritirate dagli scaffali Coop sono distribuite in due varianti: “Banana e mandorle” e “Vaniglia e mandorla“. I prodotti sono distribuiti da Probios SpA, sede in via degli Olmi, 13/15 – 50041 Calenzano (FI). Responsabile della contaminazione sarebbe un ingrediente minoritario, i fichi.
Per quanto riguarda le barrette “Banana e mandorle” i lotti ritirati sono il numero 19391 e il 19433. Per il primo lotto il Termine Minimo di Conservazione è fissato al 23-09-2020, per il secondo il TMC è al 20-10-2020.
Allerta Listeria per formaggio Puzzone di Moena DOP
Relativamente alle barrette Lubs “Vaniglia e mandorla” il lotto interessato dal ritiro è soltanto uno, il numero 19461. Il Termine Minimo di Conservazione in questo caso è all’11-11-2020. Come riportato nel richiamo diffuso da Coop, al fine di tutelare la sicurezza alimentare dei propri consumatori:
Per il principio di massima cautela è stato deciso di richiamare dalla vendita l’intero lotto.
Si raccomanda di non consumare il prodotto con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione segnalato e di riportarlo al punto vendita d’acquisto.
Stessa fonte :
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Tonno in scatola: allerta comunitaria per plastica
Diffusa dal RASFF un'allerta su possibile presenza di frammenti di plastica in lotti di tonno in scatola italiano venduto a Malta.
Il sistema di allerta europeo RASFF ha diffuso un avviso relativo alla possibile presenza di frammenti di plastica nel tonno in scatola italiano venduto a Malta. Non sono stati ancora comunicati dal Ministero della Salute italiano in merito a dati che ne consentano l’identificazione come marca, numero di lotto e data di scadenza/termine minimo di conservazione, o ne confermino la vendita anche in Italia.
Sulla possibile allerta plastica nel tonno in scatola è intervenuto il presidente dello “Sportello dei Diritti” Giovanni D’Agata, che ha dichiarato:
C’è la possibilità concreta che diversi lotti di tonno in scatola in olio d’oliva siano già nelle dispense di casa nostra e vengano consumati nei prossimi giorni, senza poter reagire. Nello specifico si tratta della notifica (2020.0317 del 22/01/220) per tonno in scatola in olio d’oliva dall’Italia contaminato da frammenti di plastica, di cui non si conoscono al momento il tipo e il nome del produttore, anche se già immesso sul mercato estero e venduto anche nei supermercati di Malta.
Come segnala il RASFF, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare,anche se si tratta di un problema grave, questo caso riportato non vuole creare allarmismo o screditare il sistema alimentare italiano ed europeo, ma fare capire che ogni giorno la macchina dei controlli trova delle irregolarità.
Fonte: RASFF - 24 Gennaio 2020
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Cosa occorre mangiare per recuperare da un infortunio muscolare?
Serve aumentare il consumo di proteine, di vitamine (C e D soprattutto) e ingerire un maggior numero di calorie, ma è bene farlo seguendo i consigli di un nutrizionista e di un fisioterapista. Chi subisce un infortunio tende ad assumere meno cibo per non ingrassare, ma muovendosi con le stampelle o camminando con un muscolo lesionato, il fabbisogno energetico può crescere tra il 15% e il 50% rispetto al normale. I ricercatori dell’Università di Westminster (Uk) hanno fissato in circa 2 grammi per kg di peso corporeo il consumo giornaliero di proteine necessario per mantenere la massa muscolare. Occorrerà assumere inoltre più calorie, prendendole da uova, legumi, tonno in scatola. Per integrare le vitamine: arance, fragole, broccoli e patate.
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Carne rossa aumenta i rischi per il cuore
La carne rossa e quella processata aumentano i rischi per il cuore, a sostenerlo uno studio statunitense.
Mangiare carne rossa anche solo un paio di volte a settimana aumenta i rischi per il cuore. Secondo i ricercatori della Northwestern University di Chicago a nuocere all’apparato cardiovascolare anche quella processata. In più entrambi gli alimenti incrementerebbero anche il pericolo di mortalità generale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Internal Medicine.
I ricercatori statunitensi hanno esaminato la dieta seguita (indicata dai partecipanti stessi) da 29.682 uomini e donne di età media pari a 53 anni. Le porzioni di carne rossa o pollame consumate dai partecipanti sono state valutate facendo corrispondere una porzione a circa 115 grammi. Per quanto riguarda la carne processata ogni porzione corrisponde ad esempio a due fette di bacon, due salsicce piccole o un hot dog.
Secondo i ricercatori due porzioni di carne rossa o processata basterebbe per incrementare del 3% il rischio di mortalità per qualsiasi causa legata all’alimentazione, mentre alcune differenze vi sarebbero nello specifico per problemi al cuore: la rossa provocherebbe un +4%, mentre la processata un +7%.
Anche la carne di pollo incrementerebbe il rischio cardiaco del 4% secondo i ricercatori, che tuttavia sottolineano come in questo caso molto faccia la cottura e la decisione di mangiare o meno la pelle. Ha dichiarato l’autore principale dello studio, ora passato alla Cornell University di New York, il Dott. Victor Zhong:
Il pollo fritto, specialmente ricco di acidi grassi trans, e il pesce fritto sono stati collegati ai disturbi cronici. Il nostro studio mostra come il collegamento tra malattie cardiovascolari e mortalità sia solido.
Modificare l’assunzione di questi cibi contenenti proteine animali potrebbe rivelarsi una strategia importante per aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di morte prematura.
Fonte : FreenStyle
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Tonno in scatola: fa bene o fa male?
Tonno in scatola: salutare o dannoso?
Gli esperti di Humanitas sciolgono alcuni dubbi al riguardo.
Il tonno in scatola è spesso oggetto di più o meno accesi dibattiti in merito al suo essere positivo o negativo per la salute. Tra le questioni più sollevate gli eventuali rischi legati alla presenza di mercurio nelle sue carni, oltre al fatto che la conservazione in barattoli possa andare a intaccare la concentrazione di nutrienti presenti nel tonno fresco.
Secondo gli esperti di Humanitas il responso sarebbe favorevole al tonno in scatola, le cui proprietà non avrebbero nulla da invidiare allo stesso alimento “fresco”. A sostenerlo è la Dott.ssa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista presso Humanitas Medical Care e Humanitas Mater Domini. Addirittura la versione in lattina conterrebbe un maggiore quantitativo di proteine nobili (25 grammi per 100 di prodotto edibile) rispetto al fresco.
Non preoccupano gli esperti nemmeno le concentrazioni di omega 3, per le quali vale lo stesso discorso fatto per le proteine nobili. Proprio gli acidi grassi appena citati aiutano a contrastare il colesterolo e a mantenere in salute l’apparato cardiocircolatorio. È inoltre consigliato agli sportivi, sia per il suo contenuto proteico che per la presenza di sali minerali.
Gli esperti di Humanitas hanno affermato infine che il tonno in scatola può risultare più sicuro per il consumo da parte delle donne in gravidanza. Questo perché i diversi controlli lungo la filiera e le normative sulla sicurezza alimentare che intervengono dal trattamento delle carni al confezionamento permettono di acquistare prodotti con un contenuto di mercurio nettamente inferiore ai limiti di legge.
Fonte: Humanitasalute
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altro Passatempo : Tanti Colmi in Ordine Alfabetico
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Coronavirus - COVID- 19
Mascherine vendute fino a 1000 euro l’una con annunci ingannevoli In molte zone, soprattutto del Nord Italia, farmacie e supermercati hanno terminato le scorte dei dispositivi protettivi indicati per il Coronavirus e in molti su internet si approfittano della situazione per vendere a 200, 300 euro l’una delle semplici mascherine che normalmente costerebbero pochi euro.
Mentre sale il numero dei contagiati da Coronavirus in Italia, in molti si approfittano della paura che si sta diffondendo per fare business con i dispositivi per proteggersi dal virus ma anche con i più comuni detergenti come l'Amuchina che su internet è arrivata a costare 200 euro. Le mascherine che stanno andando a ruba sono quelle consigliate dall'Organizzazione mondiale della sanità, che hanno classe di protezione FFP2 o FFP3, il che significa che hanno un'efficacia filtrante delle microparticelle del 92% e del 98%.
Normalmente il prezzo di queste mascherine è di pochi euro, ma su internet è cresciuto in maniera esponenziale. Molte farmacie e supermercati, infatti, hanno finito le scorte e per questo il mercato si è spostato online, dove i prezzi vengono gonfiati. Facendo una semplice ricerca sui siti di e-commerce, è facile vedere che in mezzo a tanti venditori onesti, che hanno tenuto il prezzo stabile, molti sono arrivati a quotare una mascherina anche 220 euro, 300 euro, qualcuno addirittura ha messo una mascherina all'asta a più di 1000 euro. Guardando nella cronologia degli acquisti è facile riscontrare che fino a pochi giorni fa, quindi prima della diffusione del virus in Italia, le stesse identiche mascherine erano vendute dai medesimi venditori al massimo a 5 o 7 euro. Un vero business a giudicare dai quantitativi acquistati nell'ultimo giorno (anche 550 o 700 operazioni in sole 24 ore per ogni venditore) sta fruttando centinaia di migliaia di euro.
C'è di più. Gli annunci con i quali vengono sponsorizzate queste mascherine utilizzano il claim "Anti Coronavirus" facendo leva quindi proprio sulla paura di essere contagiati. Chiamando questi venditori, le persone preposte alle vendite si lanciano addirittura nel dispensare consigli e informazioni sul Coronavirus privi di qualsiasi validità scientifica, spesso traendo in inganno l'acquirente. Dalle nostre verifiche, molte delle aziende che abbiamo interpellato, si sono lanciate in questo business da pochi giorni, mentre prima si occupavano di altro:
dal ferramenta alle cover per cellulari. Secondo dati Ansa, la vendita di mascherine dopo la diffusione del Coronavirus in Italia è aumentata del +427%. L'Organizzazione mondiale della sanità nel frattempo ha chiesto di evitare l'accaparramento selvaggio. Le scorte globali sono praticamente esaurite e chiede uno stop agli acquisti inappropriati da parte di persone che non ne hanno un reale bisogno poiché servono soprattutto a medici e paramedici, oltre a chi si trova nelle zone focolaio.
Fonte : www.fanpage.it
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LIGHTBRINGER PER SALVARE LA VITA (Italian version – automatic traslation)
Un prodotto tecnologico “innovativo e rivoluzionario” chiamato a salvare la vita di milioni di persone.
La multinazionale MPSS & Geni-Axe, fornitore di servizi militari e tecnologici e di servizi di supporto tecnico-tattico-logistico-strategico alle organizzazioni governative, ha aperto un centro di ricerca e sviluppo (AIAT Research Center) che lavorerà in sinergia con il dalla Silicon Valley (California), dove è stato progettato e creato il Lightbringer. Questo piccolo dispositivo offre ottimi servizi, ad esempio, in situazioni di infarto e ictus. In caso di emergenza, “gli operatori individueranno con maggiore precisione la posizione geografica del paziente e mobiliteranno la squadra di intervento appropriata (polizia, vigili del fuoco, ambulanza o assicurazione).
È “un sistema innovativo in grado di ricevere dati biometrici” dalla persona che lo porta per salvare la vita.
“L’intelligenza artificiale che la gestisce reagisce immediatamente alle emergenze attivando la chiamata di soccorso quando necessario. Quando un sensore del dispositivo portatile rileva un allarme, l’intelligenza artificiale decide in sessanta secondi se è un allarme falso o reale e, in questo caso, contatta il centro operativo “.
“L’intelligenza artificiale agisce in modo indipendente, rileva alterazioni delle caratteristiche biometriche derivanti da gravi sintomi di malattie, cadute, aggressioni, incidenti o altre condizioni potenzialmente pericolose per il monitoraggio. Non ci sono altre applicazioni come questa. È unico al mondo.”
Manrico Erriu e Saverio Ciampi sono i direttori esecutivi di MPSS & Geni-Axe. Esperti professionisti in Intelligence, Close Protection, lotta al terrorismo, Relazioni internazionali
e gestione di progetti complessi.
Il capo della divisione Ingegneria e Tecnologia di MPSS e GENI-AX è Massimiliano Garruzzo, il creatore del sistema tecnologico e presidente della stessa LightBringer.
Segui il video a fine articolo
https://www.youtube.com/watch?v=NYN0gNXNKIY
https://www.youtube.com/watch?v=mm793r9psWE&t=3s
Riportato e Pubblicato da Eureka !
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il super vulcano più temuto al mondo è in Italia:
NAPOLI - Eccolo il supervulcano più pericoloso d'Europa e fra i più temuti del mondo: è quello dei Campi Flegrei a Napoli, esplorato per la prima volta grazie a una perforazione di 500 metri. I primi risultati dell'esplorazione sono stati presentati a Napoli.
È stato scoperto per esempio che l'area delle bocche del vulcano, la cosiddetta caldera, si estende da Monte di Procida a Posillipo e non comprende tutta Napoli come pensato finora. Inoltre i ricercatori hanno compreso meglio il 'motore' del bradisismo, che nell'area fa sollevare o abbassare il suolo: ''il fenomeno è causato per il 50% dal magma e al 50% dall'acqua nelle rocce' ha spiegato Giuseppe De Natale, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). In pratica, ha proseguito ''il magma sale fino a 5-6 chilometri e riscalda l'acqua che fa gonfiare le rocce provocando il sollevamento del suolo''.
Il supervulcano dei Campi Flegrei è capace di eruzioni molto violente ma per fortuna molto rare, nel mondo esistono circa dieci vulcani di questo tipo, come per esempio Yellowstone e Long Valley Caldera negli Stati Uniti. Per studiarlo dall'interno, nel 2012 è stata avviata una perforazione nell'ambito del progetto ''Campi Flegrei Deep Drilling Project'', guidato dall'Ingv e finanziato dal Consorzio internazionale per le perforazioni profonde continentali. Il progetto prevede un primo pozzo pilota di 500 metri già realizzato a Bagnoli e un secondo di 3,5 chilometri ancora da realizzare. Nel pozzo pilota è stato installato un osservatorio in profondità con sensori che controllano ogni 'respiro' del vulcano: dalla temperatura alla sismicità. ''In questo modo – ha sottolineato De Natale – teniamo costantemente sotto controllo il vulcano con l'obiettivo di studiarlo e di mitigare il rischio''. I segnali di allarme che possono aiutare a prevedere una eventuale eruzione, ha rilevato il vulcanologo Mauro Antonio Di Vito, sono temperatura, pressione del sottosuolo e sismicità.
Il pozzo è anche una sorta di 'macchina del tempo' che ha permesso ricostruire la storia di questo vulcano fino a 45.000 anni fa, rivelando molte sorprese, fra le quali, ha detto De Natale ''una eruzione avvenuta 45.000 anni e finora sconosciuta''.
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