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Pazienti Disturbo bipolare
Disturbo bipolare e vita lavorativa
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tttt
Ex membro
Ho fatto dei lavori stagionali ed anche se sono stati un'esperienza breve ho risentito dello stress ma sono riuscita a completare il lavoro, quello che a me spaventa è il dover reggere per 9 mesi filati ..... ho continue fasi di di up e down e ho paura che finita l'università non riesca a portare avanti il lavoro. L'universita la sto riuscendo a gestire perché alla fine il periodo di stress, la sessione di esami, è un periodo limitato. Mi rivolgo a chi ha il mio stesso disturbo e conduce una vita professionale. Sarei davvero sollevata nel sapere che delle persone reali riescono a superare i disagi del disturbo bipolare
Ex membro
Invito tutti a rispondere a @fenice93 su questo tema interessante che sono sicuro riguarda diverse persone della comunity. Grazie, a presto
Ex membro
Cara fenice tu parli di vita lavorativa, di frequentare i corsi all'universita' niente da dire, complimenti ma se finora sei riuscita a conciliare i tuoi studi con
una realta' difficile da gestire fatta di alti e bassi e con l'aiuto immagino di
un sostegno farmacollgico e uno specialista significa che il grado del dis-
turbo te ll permette e non sei certo l'unica a lavorare pur essendo bipolare
io stesso conosco altri casi del genere ma c'e' chi a un certo punto mette
da parte tutto e abbandona pur con la laurea, altri che invece lottano ogni
giorno con se stessi e con chi gli sta vicino e deve sopportare ma poi co-
munque ce la fanno.
Ex membro
Io vorrei dei consigli pratici sul come gestire le fasi down non avendo ripercussioni sul lavoro.... non so se devo mascherare la cosa o dire apertamente sin dall'inizio " gente sono bipolare"
Ex membro
Scusa, se le tue fasi "down" non hanno ripercussioni ma comunque ricono-
sci di averle forse ti sbagli, sono solo normali cambiamenti di umore che
abbiamo tutti , se poi davvero provi difficolta' a gestirle qual'e' il ptoblema?
Forse ti senti afflitta c'e'un calo profondo nelle capacita di agire , in
questo caso bisogna intervenire e se il lavoro e gli impegni ti fanno stare
male per vari motivi, lascia perdere tutto la salute viene prima di tutto, e
una volta stabilizzata ritorni. Anche a me sono capitate cose simili; la
prima volta quando lavoravo come assistente dentista e andava tutto alla
perfezione , ero attivo e il lavoro mi piaceva ma poi improvvisamente ho
avuto un crollo e ho dovuto lasciare a malincuore. Un'altra volta e'suc-
cesso quando stavo frequentando in una scuola privata per prendere il
diploma, anche in questo caso tutto bene all'inizio, l'insegnante era con-
tenta di me per i risultati ottenuti ma arrivato il Natale il carico di lavoro
dato per le vacanze mi ha messo in crisi e sono ricaduto nelle depressione
di nuovo . Ho dovuto abbandonare tutto, mi sono ritirato con grande dispia-
cere e tra l'altro i soldi non mi sono stati restituiti e se li sono tenuti loro.
Ho provato un gran sendo di colpa.
Ex membro
Io con tutta la terapia ho alti e bassi , il medico dice che la terapia arriva fino ad un certo punto che il grosso lo devo fare io ma non è facile soprattutto perché oltre la psicologa non ho nessuna persona veramente amica con cui mi senta libera di parlare dei miei sbalzi d'umore
Ex membro
I medici dicononsempre cosi'anche a me ,insomma cercano di responsabiliz-
zarti comunque. Ma quando ti trovi solo e con pochi aiuti se non la famiglia
non conviene fare salti mortali perche'rischi di romperti le ossa c'e' pur
se,pre la psicoterapia che attraverso l'analisi puo' capire e intervenire.
Ex membro
Ciao, io non riesco a darti consigli..dipende il disturbo se è più o meno grave (nonostante i farmaci)nel mio caso non riesco a prendere a breve,ne tantomeno a lungo termine impegni di lavoro..mi gestisco a giornata..
Ex membro
Capisco poi c'e' anche il fatto che chi assume pretende e sceglie in base
alle capacita' e per questo si preferisce vivere alla giornata .Ma per fortuna
ci sono aiuti per chi e' portatore d'invalidita' prima di tutto nelle visite spe-
cialistiche non a pagamento e altre facilitazioni fino alla ricerca di un lavoro.
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Indagine
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I membri partecipano anche...
Convivere con il disturbo bipolare
Ciao a tutti - Perché mi sono iscritto? Cerco un po’ di compagnia
antonio10
Salve, anche io sono bipolare, ho 51 anni e non so mai con chi parlare della mia malattia, spero di trovare delle persone con le quali potersi confrontare a vicenda.Prendo depakin e litio, ma specialmente le fasi depressive sono sempre presenti
Vedere il miglior commento
Hopeman
@Maxter il risveglio può essere un momento molto difficile, perché ti si para davanti una giornata che devi affrontare, ma non sai proprio da dove cominciare e ti assale l' ansia insieme alla mancanza di senso.
Ma si può partire lo stesso con convinzione. La sera prima, quando sono più lucido, stabilisco in anticipo la prima cosa che farò l'indomani. Magari è una modesta attività, ma basta a farmi svegliare , sapendo subito cosa devo fare. Se decidi di fare così, sta' tranquillo che quella cosa che hai deciso di fare sarà la prima che ti verrà n mente al risveglio (al posto del vuoto) e ti indurrà anche ad alzarti subito dal letto ; ti darà un motivo per alzarti ;-)
Fa' il primo passo, poi il resto viene
Se fai un passo, trovi per strada la fiducia per fare quello dopo
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Hopeman
La tua scrittura consapevole e sicura mi sembra almeno 3/4 della terapia. Non penso che si possano confrontare le terapie farmacologiche tra persone diverse. Ma la consapevolezza va bene per tutti. I farmaci ci curano, ma non decidono: decidiamo noi.
Per me sono passati 33 anni dal primo episodio. I farmaci sono un po' cambiati, ma io sono cambiato di più. Riesco a riconoscere uno stato ipomaniacale quasi subito, perché oggi con l'esperienza, so cosa devo prendere sul serio; in ordine d'importanza: la riduzione del sonno, i risvegli precoci, l'iperattività, se mi ripropongo o mi assumo troppi impegni, la valutazione dei fattori di stress del periodo.
Il vantaggio primario è nell'accorgersi della virata in alto e così ci si ferma quando è ancora facile e non si sono create complicazioni che produrrebbero ulteriori stimolazioni. Negli stati molto alti dell'umore non ci si accorge di aver preso quota, anzi si vorrebbe volare ancora più in alto.
Ormai sono molti anni che non mi accadono episodi importanti, tali da dover consultare d'urgenza il medico. Chissà quanti episodi , privi di conseguenze, che ho avuto e che ho spento in un paio di giorni , scegliendo di riposare e facendo le opportune rinunce e tagli. In questi casi dico sempre a me stesso: "quando hai capito che c'è un episodio insorgente, ne se già fuori". Poi i farmaci certamente ci aiutano a mantenere il timone.
Spero d'esserti stato d'aiuto
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Convivere con il disturbo bipolare
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antonio10
Salve, anche io sono bipolare, ho 51 anni e non so mai con chi parlare della mia malattia, spero di trovare delle persone con le quali potersi confrontare a vicenda.Prendo depakin e litio, ma specialmente le fasi depressive sono sempre presenti
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Hopeman
@Maxter il risveglio può essere un momento molto difficile, perché ti si para davanti una giornata che devi affrontare, ma non sai proprio da dove cominciare e ti assale l' ansia insieme alla mancanza di senso.
Ma si può partire lo stesso con convinzione. La sera prima, quando sono più lucido, stabilisco in anticipo la prima cosa che farò l'indomani. Magari è una modesta attività, ma basta a farmi svegliare , sapendo subito cosa devo fare. Se decidi di fare così, sta' tranquillo che quella cosa che hai deciso di fare sarà la prima che ti verrà n mente al risveglio (al posto del vuoto) e ti indurrà anche ad alzarti subito dal letto ; ti darà un motivo per alzarti ;-)
Fa' il primo passo, poi il resto viene
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Hopeman
La tua scrittura consapevole e sicura mi sembra almeno 3/4 della terapia. Non penso che si possano confrontare le terapie farmacologiche tra persone diverse. Ma la consapevolezza va bene per tutti. I farmaci ci curano, ma non decidono: decidiamo noi.
Per me sono passati 33 anni dal primo episodio. I farmaci sono un po' cambiati, ma io sono cambiato di più. Riesco a riconoscere uno stato ipomaniacale quasi subito, perché oggi con l'esperienza, so cosa devo prendere sul serio; in ordine d'importanza: la riduzione del sonno, i risvegli precoci, l'iperattività, se mi ripropongo o mi assumo troppi impegni, la valutazione dei fattori di stress del periodo.
Il vantaggio primario è nell'accorgersi della virata in alto e così ci si ferma quando è ancora facile e non si sono create complicazioni che produrrebbero ulteriori stimolazioni. Negli stati molto alti dell'umore non ci si accorge di aver preso quota, anzi si vorrebbe volare ancora più in alto.
Ormai sono molti anni che non mi accadono episodi importanti, tali da dover consultare d'urgenza il medico. Chissà quanti episodi , privi di conseguenze, che ho avuto e che ho spento in un paio di giorni , scegliendo di riposare e facendo le opportune rinunce e tagli. In questi casi dico sempre a me stesso: "quando hai capito che c'è un episodio insorgente, ne se già fuori". Poi i farmaci certamente ci aiutano a mantenere il timone.
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