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Un internauta su tre acquista il farmaco trovato online senza andare dal dottore.
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Tutti i commenti
Andare all'ultimo commentoEx membro
a volte devo ammettere che sono tentato a provare
qualche antidepressivo ma quando vedo i prezzi dico
ma chi me lo fa fare poi e'probabile che mi fa stare peg-
gio. Con la psichiatra il brutto e' che i tempi sono lunghi,
di solito si fa una visita al mese ma e'troppo poco, ti
puo'capitare di stare male e allora che fare? Per telefo-
no o non ti rispondono o devi aspettare per niente.
LornaScott
Buon consigliere
LornaScott
Ultima attività il 10/05/21 alle 16:44
Iscritto nel 2016
40 commenti pubblicati | 4 nel gruppo Rassegna stampa
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Ricompense
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Amico
Ciao a tutti...mi metto in coda in questa discussione nella quale per prima cosa vorrei rispondere a Anna Maria Gravante dicendole che il metodo più sano per dimagrire è fare palestra e dieta Purtroppo io è una vita che ci lotto...anche ora sono in dieta e in 21 giorni ho perso 4 kg...devo arrivare almeno a meno 10....Non è la prima volta che mi ci metto con pazienza e agonia...il fattore più importante è che raggiunto il peso desiderato poi non ci si lasci andare perchè i kg persi si recupererebbero in un attimo. Per quanto riguarda i farmaci comprati su internet,io non l'ho mai fatto...ma se in commercio mettono nuovi farmaci per l'insonnia,sarei anche curiosa di provarli per capire quanto il mio corpo possa rispondere ad essi. Vado tranquilla...perchè spesso per dormire sono costretta a prendere anche il ROIPNOL ...per cui questi farmaci in questione potrebbero essere anche blandi,per me; non credo proprio che raggiungano una consistenza tale come il roipnol Per concludere vorrei fare presente che tutti i farmaci che riguardano questa sfera,anche con ricetta medica devono essere pagati...Per esempio un DOLMADORM sgiora quasi i 14 euro con 30 capsule...se andiamo poi su farmaci più blandi tipo il LENDORMIN arriviamo a superare i 20 euro per una confezione...il laroxyl compresse è circa sui 5 euro e anche più. Insomma,non vengono considerate,da sempre,le possibilità economiche di chi deve assumere questi farmaci...e ritengo la cosa scandalosa,dal momento che depressione e insonnia sono anch'esse delle malattie....Malattie sempre messe in secondo piano!! Perchè,ancora adesso nel 2016..viene più considerata una persona che soffre di cuore...che un depresso!! Senza aggiungere che ci sono persone che non avendo di questi disturbi,ci giudicano soltanto "capricciosi" !!
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Lorna Scott
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Indagine
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Ex membro
Buongiorno, girovagando per il web ho trovato questa notizia e mi ha incuriosito parecchio. Voi che ne pensate, vi affidate a ciò che trovate in rete o chiedete consiglio al vostro medico?
Un internauta su tre acquista il farmaco trovato online senza andare dal dottore.
Per medici e farmacisti le notizie online incoraggiano troppo il fai da te. Ma le informazioni trovate in rete possono anche migliorare abitudini e stili di vita
Reperire informazioni di salute online è ormai un’abitudine sempre più diffusa tra gli italiani. Ma cosa si aspettano i pazienti dal proprio dottore in seguito a queste ricerche? Ad analizzare l’impatto che la ricerca di informazioni in internet ha sulle azioni di pazienti, medici e farmacisti è una recente indagine indipendente «Web in Salute», ideata e coordinata da Letizia Affinito, docente di management alla St John’s University di Roma, patrocinata dall’Istituto di Sanità pubblica dell’Università Cattolica e dalla Società italiana medici manager.
Questionari distinti
Lo studio, che ha coinvolto un campione di 745 internauti, 219 farmacisti e 653 medici (circa il 90% specialisti), è stato realizzato grazie alla collaborazione di società scientifiche e associazioni di pazienti e consumatori, che hanno divulgato a titolo gratuito i questionari tra i propri associati: Società italiana di reumatologia, Fadoi-Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, Società italiana medici manager, Segretariato italiano giovani medici, Associazione italiana donne medico, Federazione italiana associazioni e medici omeopatici, Società italiana di omeopatia e medicina integrata, Unione tecnica italiana farmacisti, Apmar- Associazione nazionale di persone con malattie reumatiche, Cittadinanzattiva-Tribunale dei diritti del malato, Movimento consumatori e direzione del master «L’estetica del sorriso e funzione occlusale» all’Ospedale Eastman di Roma.
Le scelte degli internauti
Dall’indagine emerge che due internauti su tre hanno trovato informazioni su un trattamento terapeutico durante le ricerche online negli ultimi 12 mesi, il 49% ne ha parlato col medico per la prescrizione, mentre il 40% ha parlato di un problema di salute di cui non aveva mai discusso prima. Le informazioni di salute trovate in Internet hanno influenzato positivamente le azioni degli internauti soprattutto rispetto a un maggiore controllo sul proprio stato di salute (nel 26% dei casi), al miglioramento della dieta (24%) e delle abitudini di fumo e alcol (24%). Una persona su tre ha acquistato in farmacia il trattamento trovato online senza andare dal medico, mentre il 54% dei partecipanti all’indagine afferma che, al termine della visita in cui si è discusso di un’informazione di salute trovata in internet, il medico ha prescritto soprattutto analisi diagnostiche e di laboratorio, farmaci con obbligo di prescrizione o ha suggerito di modificare lo stile di vita o consigliato una struttura sanitaria.
Cosa pensano i medici
Il 44% dei medici e il 40% dei farmacisti che hanno partecipato all’indagine ritengono «per nulla accurate» le informazioni che i pazienti hanno letto in internet sulle proprie patologie e sui trattamenti terapeutici. Solo un dottore su dieci afferma di aver prescritto lo stesso trattamento menzionato online perché era più efficace per quel paziente. Secondo il 52% dei medici l’informazione di salute online non aiuta a «educare e informare i pazienti sui trattamenti disponibili per loro» e due dottori su tre non credono che faccia aumentare «la compliance dei pazienti con le raccomandazioni del medico o le prescrizioni». …e i farmacisti Quasi un farmacista su due ritiene che la discussione sull’informazione trovata sul web sia stata «piuttosto rilevante», tanto da inviare il paziente dal medico di famiglia o dallo specialista, o da suggerire un prodotto terapeutico. Ma solo il 15% dei farmacisti afferma di aver suggerito il trattamento menzionato online (per esempio, il marchio del farmaco). La maggioranza di medici e farmacisti, infine, afferma che l’informazione online incoraggia i pazienti a cercare trattamenti di cui non necessitano o al fai-da-te.
Prezioso alleato
«I risultati dell’indagine confermano che il web può essere un eccellente canale per informare, educare e responsabilizzare il paziente – commenta la coordinatrice Letizia Affinito –. Tuttavia, sarà necessario individuare gli strumenti più idonei a trasformarlo in un alleato per migliorare la qualità di vita delle persone, supportando sia i dottori, che dovrebbero avere un ruolo preponderante nell’indirizzare i propri pazienti, sia i farmacisti che stanno acquisendo una funzione sempre più centrale nell’implementazione delle terapie - in accordo con il medico - e nell’erogazione dei servizi alla persona». Informazioni attendibili Fornire una guida pratica ai professionisti del settore sanitario per mettere in atto programmi di comunicazione digitale in grado di coinvolgere i pazienti è l’obiettivo del recente libro «E-patient e social media-Come sviluppare una strategia di comunicazione per migliorare salute e sanità» edito dal Pensiero Scientifico e scritto da Affinito insieme a Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Pazienti correttamente informati e responsabilizzati contribuiscono a migliorare la pratica medica, quindi la loro salute.
Corriere.it