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Pazienti Disturbo bipolare
Il Sadismo nel Disturbo Bipolare
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Romijuan
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Romijuan
Ultima attività il 20/08/24 alle 22:41
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Ciao, è successo a me, e da come descrivi le sensazioni che hai provato, sembrano le stesse che ho provato io. Con la differenza fondamentale, però, che per me l'impulso a vendicarmi è stato talmente forte che l'ho seguito. E non me ne pento affatto, anche se è uscito fuori che forse il tizio in questione non se lo meritava, Ma certo, io non posso saperlo basandomi su quello che mi dice lui: mi devo basare su anni, anni e anni di pugnalate alle spalle e tradimenti dalle persone che avrebbero invece dovuto amarmi e proteggermi, è un riflesso condizionato dell'istinto di sopravvivenza. Un po' mi odio per questo, per aver permesso loro di vincere la mia parte più spontanea, felice e fiduciosa, e di avermi fatto sprofondare in un incubo in cui io mi sento una preda e gli altri, TUTTI gli altri, sono per me dei predatori da cui mi devo guardare, che non hanno e non avranno mai sentimenti positivi per me, che vorranno sempre e solo fottermi, prendersi dei vantaggi da me facendomi quanto più male possibile. E questo perché mi sento un marchio addosso, come se fossi qualcosa di diverso dalle altre persone, come se gli altri lo sapessero, come se ci fosse una targhetta su di me che mi indica come quell* di cui ci si può tranquillamente approfittare. E non ce l'ho fatta, ho sentito quella sensazione di vomito da panico, il panico del ''oddio qualcuno ha creduto di potermi fottere'', mi si è offuscata la ragione, e per una volta ho detto che no, non ci stavo, che se qualcuno si prende gioco di me, poi deve pagare. E quindi, sai che ti dico? Che ne sono felice, sono felice di aver scoperto il mio potere di fare del male, volendo, a chi vorrebbe danneggiarmi: alla fine, fare del male a qualcuno vuol dire avere un potere sulla realtà e, ovviamente su quella persona. Non ti consiglio, però, di seguire gli impulsi che scaturiscono da queste sensazioni, ma piuttosto di non disprezzare questi pensieri: sono l'urlo della te stessa forte, della te stessa che sa di poter aver un impatto sulla realtà, della stessa che reagisce e, soprattutto, della te stessa che vuole proteggerti, perché di questo si tratta, di auto-protezione. E non credo che sia casuale che ti stiano venendo adesso: forse sei in questa situazione per colpa di qualcuno che ti ci ha messa, le persone di cui ti vuoi vendicare appunto, e non vedo perché reprimere il sano, sacrosanto, opportuno istinto di reagire. Trova però un modo costruttivo di farlo, che non faccia del male a nessuno, anche perché, credimi, se la situazione diventa troppo estrema finisci nei guai anche tu.
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M&J
Ex membro
Carissima MaryJuana, hai ben compreso gli istinti sadici di cui parlo, le sensazioni descritte da te appartengono anche a me, con la differenza che, più che pensare che vogliano fottermi, penso che mi augurino sempre del male, che stiano sempre a sparlare di me e provino profonda invidia. Sicuramente c'entra un po' la paranoia in questo...
Ed hai ragione quando dici che sono istinti di protezione, di autoconservazione. Però è dura trovare un modo costruttivo, accontentarsi. L'ho fatto ma...lo sai? E'servito a ben poco. E questo mi spaventa veramente. Perché temo che, un giorno, la rabbia valichi il confine della razionalità e mi faccia fare una grande cazzata. E se la meriterebbero, eccome... Però poi penso: devo sporcarmi così per loro? rovinare la vita ai miei figli per loro?
L'altro aspetto sadico di cui ti dicevo...beh...eh...è emerso nel 'privato' diciamo. E non mi era mai successo. E li non c'era rabbia o voglia di vendicarsi, ma solo una grande sete di dominio, di potere.
Mi sono sentita 'potente', ma anche molto in colpa per questo...
Romijuan
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Romijuan
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Perché dovresti sentirti in colpa per essere stata potente? E comunque mi sembra normale, ti senti impotente nella vita, nel privato i tuoi desideri repressi emergono. Poi non è una colpa essere potenti in sé, è una colpa essere prepotenti, ma se non fai nulla di male prenditi pure tutto il potere che vuoi. Per quanto riguarda i tuoi desideri di vendetta, non so cosa consigliarti, ho paura che le mie parole, da dietro uno schermo vengano fraintese, e poi dipende anche molto dalla situazione. L'unica cosa che posso dirti, è che se sono davvero invidiosi tu hai un vantaggio.
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M&J
Ex membro
Ciao Mary Juana carissima l'invidia che percepisco forse di fondo c'è, ma non credo valga per tutte le persone che incrocio insomma...Ma qui, come ho già detto, son sicura sia la mia paranoia a farla da padroni. Il desiderio di vendetta lo provo nei confronti di persone che dovrebbero proteggermi, ed invece mi fanno gratuitamente del male... me ne hanno fatto e continuano, anche da lontano, a farmene. E tramutare la rabbia in atti concreti e tragicamente lesivi...è un attimo, lo sappiamo...
Ma evito di pensarci, anche se ci soffro tantissimo...
E vabbè...
Un bacio
Romijuan
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Romijuan
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Sai, a me succede di aver bisogno di pensare che gli altri mi invidino perché non mi stimo abbastanza, o meglio, legittimo la mia autostima solo attraverso gli altri, può essere anche il tuo caso? Sai, magari dando più importanza a te stessa, a cominciare dal darti il permesso di decidere della tua identità, delegittemeresti gli altri altri ad avere da dire su chi sei e su quello che fai, e quindi non solo saresti più forte quando qualcuno che dovrebbe proteggerti ti ferisce, invece, ma non avresti nemmeno bisogno della vendetta perché non permetteresti a nessuno di avere nemmeno il più piccolo potere sulla tua vita, e respingeresti ''gli attacchi'' nel momento in cui li ricevi. Ti parlo sempre basandoti sul mio punto di vista e sul mio percorso, e questa strategia per me ha funzionato, anche se a me personalmente risulta un po' difficile applicarla a tutti gli ambiti, e, soprattutto nelle fasi iniziali, devi stare attenta a non isolarti.
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M&J
Ex membro
Si, in quanto ad autostima...tocchi un tasto veramente dolente... io non mi amo, non mi sono mai amata, e per questo devo ringraziare anche la mia 'genitrice'.
Cerco amore per me stessa negli occhi degli altri, nelle attenzioni degli altri, nei loro sguardi, nei loro sorrisi, in una carezza, una parola sussurrata... lo faccio da una vita, è l'unico modo che ho per 'amarmi' (?), attingere dagli altri, ma soprattutto darne, darne a vagonate di questo amore, qualsiasi forma esso assuma.
Hai perfettamente ragione, dare più importanza a me stessa per non permettere più ad alcuno di avere 'potere' sulla mia vita. Questa me la tatuo ;)
Romijuan
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Romijuan
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Felice di averti dato un consiglio utile :)
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M&J
Romijuan
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Romijuan
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Comunque sì alla fine secondo me si riconduce tutto all'immagine che hai di te, e di conseguenza all'importanza che ti dai. Alla fine i disturbi mentali esistono solo nel momento in cui la nostra immagine, e di conseguenza il nostro comportamento non ci permette di essere adatti a sopravvivere in società.
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M&J
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Indagine
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I membri partecipano anche...
Hopeman
La tua scrittura consapevole e sicura mi sembra almeno 3/4 della terapia. Non penso che si possano confrontare le terapie farmacologiche tra persone diverse. Ma la consapevolezza va bene per tutti. I farmaci ci curano, ma non decidono: decidiamo noi.
Per me sono passati 33 anni dal primo episodio. I farmaci sono un po' cambiati, ma io sono cambiato di più. Riesco a riconoscere uno stato ipomaniacale quasi subito, perché oggi con l'esperienza, so cosa devo prendere sul serio; in ordine d'importanza: la riduzione del sonno, i risvegli precoci, l'iperattività, se mi ripropongo o mi assumo troppi impegni, la valutazione dei fattori di stress del periodo.
Il vantaggio primario è nell'accorgersi della virata in alto e così ci si ferma quando è ancora facile e non si sono create complicazioni che produrrebbero ulteriori stimolazioni. Negli stati molto alti dell'umore non ci si accorge di aver preso quota, anzi si vorrebbe volare ancora più in alto.
Ormai sono molti anni che non mi accadono episodi importanti, tali da dover consultare d'urgenza il medico. Chissà quanti episodi , privi di conseguenze, che ho avuto e che ho spento in un paio di giorni , scegliendo di riposare e facendo le opportune rinunce e tagli. In questi casi dico sempre a me stesso: "quando hai capito che c'è un episodio insorgente, ne se già fuori". Poi i farmaci certamente ci aiutano a mantenere il timone.
Spero d'esserti stato d'aiuto
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Malattiacronica
Io muoio dalla stanchezza oggi...
Non esiste una pillola da poter prendere per morire solo un giorno e svegliarsi in ospedale, curato, circondato...?
Ciao.
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Convivere con il disturbo bipolare
Ciao a tutti - Perché mi sono iscritto? Cerco un po’ di compagnia
antonio10
Salve, anche io sono bipolare, ho 51 anni e non so mai con chi parlare della mia malattia, spero di trovare delle persone con le quali potersi confrontare a vicenda.Prendo depakin e litio, ma specialmente le fasi depressive sono sempre presenti
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Hopeman
@Maxter il risveglio può essere un momento molto difficile, perché ti si para davanti una giornata che devi affrontare, ma non sai proprio da dove cominciare e ti assale l' ansia insieme alla mancanza di senso.
Ma si può partire lo stesso con convinzione. La sera prima, quando sono più lucido, stabilisco in anticipo la prima cosa che farò l'indomani. Magari è una modesta attività, ma basta a farmi svegliare , sapendo subito cosa devo fare. Se decidi di fare così, sta' tranquillo che quella cosa che hai deciso di fare sarà la prima che ti verrà n mente al risveglio (al posto del vuoto) e ti indurrà anche ad alzarti subito dal letto ; ti darà un motivo per alzarti ;-)
Fa' il primo passo, poi il resto viene
Se fai un passo, trovi per strada la fiducia per fare quello dopo
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Hopeman
La tua scrittura consapevole e sicura mi sembra almeno 3/4 della terapia. Non penso che si possano confrontare le terapie farmacologiche tra persone diverse. Ma la consapevolezza va bene per tutti. I farmaci ci curano, ma non decidono: decidiamo noi.
Per me sono passati 33 anni dal primo episodio. I farmaci sono un po' cambiati, ma io sono cambiato di più. Riesco a riconoscere uno stato ipomaniacale quasi subito, perché oggi con l'esperienza, so cosa devo prendere sul serio; in ordine d'importanza: la riduzione del sonno, i risvegli precoci, l'iperattività, se mi ripropongo o mi assumo troppi impegni, la valutazione dei fattori di stress del periodo.
Il vantaggio primario è nell'accorgersi della virata in alto e così ci si ferma quando è ancora facile e non si sono create complicazioni che produrrebbero ulteriori stimolazioni. Negli stati molto alti dell'umore non ci si accorge di aver preso quota, anzi si vorrebbe volare ancora più in alto.
Ormai sono molti anni che non mi accadono episodi importanti, tali da dover consultare d'urgenza il medico. Chissà quanti episodi , privi di conseguenze, che ho avuto e che ho spento in un paio di giorni , scegliendo di riposare e facendo le opportune rinunce e tagli. In questi casi dico sempre a me stesso: "quando hai capito che c'è un episodio insorgente, ne se già fuori". Poi i farmaci certamente ci aiutano a mantenere il timone.
Spero d'esserti stato d'aiuto
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Malattiacronica
Io muoio dalla stanchezza oggi...
Non esiste una pillola da poter prendere per morire solo un giorno e svegliarsi in ospedale, curato, circondato...?
Ciao.
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Convivere con il disturbo bipolare
Ciao a tutti - Perché mi sono iscritto? Cerco un po’ di compagnia
antonio10
Salve, anche io sono bipolare, ho 51 anni e non so mai con chi parlare della mia malattia, spero di trovare delle persone con le quali potersi confrontare a vicenda.Prendo depakin e litio, ma specialmente le fasi depressive sono sempre presenti
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Hopeman
@Maxter il risveglio può essere un momento molto difficile, perché ti si para davanti una giornata che devi affrontare, ma non sai proprio da dove cominciare e ti assale l' ansia insieme alla mancanza di senso.
Ma si può partire lo stesso con convinzione. La sera prima, quando sono più lucido, stabilisco in anticipo la prima cosa che farò l'indomani. Magari è una modesta attività, ma basta a farmi svegliare , sapendo subito cosa devo fare. Se decidi di fare così, sta' tranquillo che quella cosa che hai deciso di fare sarà la prima che ti verrà n mente al risveglio (al posto del vuoto) e ti indurrà anche ad alzarti subito dal letto ; ti darà un motivo per alzarti ;-)
Fa' il primo passo, poi il resto viene
Se fai un passo, trovi per strada la fiducia per fare quello dopo
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Ex membro
Vorrei introdurre questo aspetto che, ahimè, mi tocca da vicino...
Mi sono sempre reputata una persona dolce, sensibile, attenta ai bisogni altrui.
Ma quest'anno è emersa, con mia grande sorpresa, questa sfaccettatura. Una me sadica che, presa dall'euforia di una fase maniacale/ipomaniacale, non ha esitato a provocare dolore in chi avevo accanto. Dolore sia fisico che emotivo.
E' come se un'altra me, del tutto opposta, si fosse contrapposta a quella che normalmente sono io.
E questo nuovo 'lato' di me si è presentato anche in fase depressiva, generando pensieri distruttivi e di vendetta nei confronti di chi mi ha arrecato dolore.
Avevano una nota compulsiva molto forte ma, nonostante questo, sono riuscita lucidamente a controllarli, cosa che non sono in grado di fare con le altre emozioni.
La verità è che ne sono spaventata, ma allo stesso modo stranamente affascinata...
Beh, ecco... mi chiedevo se fosse capitato anche a voi, se non sono l'unica a cui il Bipolarismo ha fatto emergere questo aspetto...