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Libro sul tumore
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Baptiste
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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elia12
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Cronistoria di un tumore
(4 settembre 2008)
Nell’agosto 2008 andai nel (Lazio) per sperimentare le mie tecniche di Terapie istantanee su una signora ottantacinquenne sofferente di tumore al colon retto. La malattia causava alla donna semiocclusioni intestinali, emorragie e spasmi dolorosi soprattutto dopo i pasti. Data la sua età, erano stati sconsigliati interventi chirurgici e trattamenti chemio- terapici.
Dopo la mia visita, l’emorragia che l’affliggeva si arrestò per qualche tempo, poi riprese più forte di prima fino al punto che il figlio dovette accompagnarla all’ospedale. Stando alla sua ricostruzione, la madre fu trattata, a livello umano, in modo pessimo tanto da firmare l’uscita e portarla a casa. Fortunatamente, grazie ad antiemorragici, il flusso di sangue si fermò. Venuto a conoscenza degli sviluppi del caso, il primo pensiero fu che le mie tecniche non erano molto utili, anzi peggiorative. In ogni modo, decidemmo di fare un altro tentativo, ma per telefono: dovevo insegnare alla sofferente dei metodi per il controllo del dolore.
Alle ore 14.00, del 4 settembre 2008, ricevetti la prima telefonata, vale a dire nell’intervallo della giornata in cui la signora avvertiva le fitte più acute. Dissi al figlio che doveva far sedere la madre in un posto comodo. Questi la fece adagiare sul letto con i piedi poggiati sul pavimento. A quel punto l’ invitai a rievocare un’esperienza del passato collegata alla patologia: le venne in mente un ricordo penoso.
Le suggerii di allontanare e rimpicciolire l’immagine del ricordo fino a farla diventare un punto nello spazio e da quel punto far scaturire una rappresentazione piacevole del suo aspetto che sostituiva la prima immagine. Appena dopo scomparve il dolore. La ringraziai per la collaborazione e la salutai.
La mattina successiva, il figlio mi fece sapere che il benessere era durato dieci minuti, poi il dolore si era manifestato più forte di prima. C'era qualcosa che non andava, come se la paziente rispondesse alle istruzioni in modo polare. Nonostante ciò, egli chiese cosa poteva fare quando sarebbe giunta l’ora in cui il dolore assumeva il massimo e se era il caso di far parlare lei nuovamente con me.
Replicai: “Quando il dolore raggiunge l’acme, la devi far sedere sul letto nella stessa posizione di ieri, se il dolore permane devi ricordarle il suono della mia voce mentre parlavo a telefono; se il male persiste, fammi chiamare".
Erano passati più di cinque minuti dalle ore 14.00, ma non ricevetti alcuno squillo; attesi ancora, niente. Passò qualche ora, nulla.
Cosa pensare: “Un altro fallimento o un modesto miglioramento?”.
Il giorno dopo arrivò la telefonata, avevo già preparato il discorso per discolparmi quando, con sorpresa, il figlio della paziente comunicò che aveva eseguito quanto da me consigliato e il dolore che la madre accusava si era indebolito. Inoltre, aveva provato a farla sedere sul letto anche di sera, quando lo spasmo aveva raggiunto una certa insistenza, e questo si era affievolito.
Chiesi se avesse compreso il motivo per cui avevo consigliato di far sedere la mamma in quella posizione. Rispose di sì, cioè per associazione.
Replicai che la sua interpretazione era giusta.
Oggi 4 settembre, ore 15 e 12 minuti, ha telefonato il figlio della paziente. Subito mi ha passato la madre perché accusava un dolore tale da impedirle di stare seduta. Immediatamente, le ho fatto rivedere al contrario, dalla fine all’inizio, un’esperienza traumatica del passato, come quando un film è proiettato all’indietro. Ad esperimento eseguito, sensazioni e dolore crollati. Poi ho suggerito di creare l’immaginare di se stessa mentre conversava con me a telefono e di allontanarla il più possibile. Istantaneamente la dolenza è scomparsa. Non contento ho chiesto di immaginarsi anche dall’alto e vedersi ancora dialogare con me, quindi, le ho fatto allontanare e rimpicciolire la raffigurazione in modo graduale e proporzionale alle sue capacità. Il male non si è fatto sentire; l’ho invitata a sedersi sul letto e aspettare che affiorasse il male: risultato negativo. Mi ha passato il figlio che ho invitato a telefonare nel caso fosse riapparso il problema, ma prima di chiudere la comunicazione ho chiesto di controllare lo stato di salute della mamma: dolore assente.
Alle ore 15 e 50 ho telefonato al figlio della sofferente perché avevo dimenticato di riferire una cosa importante, ma il suo cellulare era spento.
Ora 16.10, mi ha chiamato l’interessato comunicando che la metodica era riuscita e che la madre dormiva senza problemi. Ha aggiunto, poi, che la terapia era stata veramente efficace. Una frase che non sentivo da tempo. Comunque, non dobbiamo farci illusioni, improvvisamente la situazione potrebbe precipitare e pensare a qualche antidolorifici, in certi casi, nemmeno la morfina riesce a lenire certe sofferenze. All'occorrenza, quindi, bisogna essere preparati.
A proposito, che cosa avevo dimenticato di dire al figlio della signora? Avevo scordato di metterlo a corrente che stavo documentando il caso della signora in rete, ovviamente rispettando le leggi sulla privacy.
Perché renderlo pubblico? Il documento può essere utile a qualcuno da qualche parte.
Oggi 5 settembre 2008, speravo di non ricevere la telefonata delle ore 14.00. Eravamo rimasti che la paziente avrebbe chiamato solo in caso di fastidi.
Alle ore 15 e 40, non è pervenuto alcuno squillo. Allora, sono andato all’ufficio postale per ritirare una raccomandata.
Non ero sereno, comunque speravo che quella telefonata non arrivasse. Tuttavia, prima di uscire, ho detto alla coniuge che se fosse giunta una chiamata doveva dire che sarei tornato nel giro di 30 minuti.
Sono rientrato alle ore 16 e 15. Ho chiesto a mia figlia se era squillato il telefono, ha risposto negativamente (ho provato un certo sollievo), non contento ho fatto la stessa domanda a mia moglie. Ahimé, ha risposto che aveva chiamato un signore. Ero certo che si trattava del figlio dell’ammalata.
Allora, l’ho contattato e chiesto aggiornamenti circa il caso clinico. Questi ha riferito che, ieri, sua madre non si era mai sentita così bene chissà da quanto tempo; il benessere era durato tutta la giornata, poi alle ore 23.00 aveva avvisato qualche malessere, per fortuna scomparso nel giro di pochi minuti. Mi aveva interpellato perché dopo pranzo la mamma avvertiva delle fitte, ma lei non voleva disturbare ed era in attesa che passassero, come avvenuto.
Ho evidenziato: “ Sembra incredibile, anche io stento a credere che si possano ricevere simili benefici in modo così rapido, nonostante abbia già avuto esperienze in merito; la mia tecnologia non arriva a tanto; forse qualcuno lassù ci sta dando un aiuto”.
Ho aggiunto: “Teoricamente siamo vicini all’identificazione dell’esperienza che ha causato la patologia, credo che riusciamo ad ottenere dei miglioramenti; la parola disturbare non esiste nel mio vocabolario, non siamo altro che un’equipe di tre persone: una donna volontaria, un osservatore e un ricercatore; sto raccontando la storia in rete, potrebbe servire a qualcuno da qualche parte; non possiamo arrenderci, la battaglia sarà dura, ma se dovessimo ottenere adeguati benefici, potremmo offrire una sorta di speranza a quanti, oggi, non ce l’hanno”.
06.09.08. Alle ore 11 e 36 minuti mi sono sentito con l'osservatore (il figlio della signora). Ha riferito che ieri sera la mamma (paziente volontaria) non ha accusato alcun sintomo, tanto da pensare ad una remissione. Ho ribadito che il lavoro non era stato eseguito alla perfezione e che bisognava correggere altre esperienze collegate alla patologia, tuttavia doveva chiamare nel caso le tornassero i disturbi.
Alle ore 15 e 20 ho ricevuto lo squillo. Alla signora era ricomparso il dolore. Ho preteso dall’osservatore di farle tenere il telefono con la mano sinistra verso l’orecchio destro (tecnica della confusione) e i piedi sul pavimento in modo differente dal solito, ad esempio, quello destro avanti e il sinistro dietro. Eseguite le istruzioni ho parlato con la volontaria (l’ammalata) consigliandole di rimediare l’esperienza più traumatica che ricordasse, di allontanarla e rimpicciolirla il più possibile.
Ad operazione eseguita, nuovamente dolore crollato. Ciò nonostante, l'ho invitata ad eseguire la dissociazione visivo/cenestesica (immaginare se stessa conversare con me a telefono). Il dolore si è estinto.
La signora mi ha chiesto come facevo ad ottenere certe cose, ho risposto che era lei ad eseguire il lavoro, io ero solo un consulente. Mi ha passato il figlio, il quale, un po’ incredulo, ha strepitato: “Ma fai miracoli?”. Ho risposto: ”E’ il suo cervello che funziona bene!”.
Ore 17 e 24. Ricevo la notizia che i benefici circa il trattamento sono perdurati; non solo, ma l’anziana paziente si è addormentata serenamente ed insolitamente.
Per ritornare al caso clinico, parliamo di un tumore conclamato, di una neoplasia che da un momento all’altro potrebbe divenire terminale. Stando così le cose, faccio il possibile per non commettere errori, essenzialmente nella comunicazione.
Aggiornamento del 6 settembre 2008, ore 21 e 12 minuti. Ho ricevuto poco fa la notizia che la metodica è riuscita ancora una volta. La paziente non ha accusato alcun problema, nemmeno dopo il pasto serale. Ho detto all’osservatore che ero fiducioso e ben disponibile.
Tecnicamente avevo scoperto che le submodalità visive critiche della donna erano la distanza e le dimensioni delle immagini elaborate internamente. Tuttavia, la distanza e la dimensione sono strettamente collegate, nel senso che se aumenta una, automaticamente, diminuisce l’altra. In sostanza è come se avessi una sola variabile da sfruttare. Detto ciò, ogni volta consiglio alla volontaria di allontanare o rimpicciolire un’immagine mentale, la sintomatologia si affievolisce.
In ogni modo, occorre conoscere una terza variabile, giusto per non trovarmi impreparato nel caso queste non dovessero funzionare.
Chiederò, quindi, all’osservatore di scovarne un’altra.
Potrebbero essere: la luminosità, il colore, la messa a fuoco, ecc. delle rappresentazioni create internamente.
Le submodalità critiche sono quelle variabili analogiche che provocano sconvolgimenti istantanei nell’esperienza soggettiva di una persona.
Come identificarle?
Basta ascoltare l’interlocutore.
Se, ad esempio, questo dovesse dire: “Il tuo punto di vista sembra buio”, la submodalità critica è la luminosità.
Se dovesse pronunciare: ” Il mio futuro appare roseo”, la variabile è il colore.
Operare con più submodalità è sempre meglio che lavorare con una. Purtroppo non posso permettermi di far parlare la paziente dei problemi solo al fine di identificare un’altra variabile. Le metodiche devono essere istantanee, potrei perdere il rapporto di fiducia con la signora, legato comunque ad un filo abbastanza sottile.
08.09.08. I miglioramenti sono continuati tutta la giornata di ieri, infatti, alle ore 21 e 44 è arrivato un messaggio dall'osservatore il quale confermava che tutto era Ok.
La signora, da alcuni mesi, accusava dolori acuti e continui che le impedivano perfino di dormire. Da tre giorni si sente bene, le dolenze raramente sono avvertibili, inoltre riposa con una certa tranquillità.
Il caso che espongo dimostra una cosa che ho sempre ripetuto: " Ogni volta che si usano simili tecniche, si ottengono sempre dei miglioramenti, tuttavia, a volte, possono essere tenui forse perché gli esercizi non sono eseguiti con serietà".
Oggi pomeriggio, ore 15 e 14 minuti, del giorno 08.09.08, ho ricevuto la chiamata dall'osservatore. Ha comunicato che i malori della madre sono deboli.
Ho esposto la mia riflessione: " Forse i dolori non dipendono dal tumore, potrebbe essere solo il postumo di una contrazione muscolare che si attiva in determinate ore della giornata".
L'interlocutore ha ribadito di essere certo che questi dipendevano dalla patologia.
Ho così esposto: "Adesso provo ad eseguire, su tua madre, una tecnica di rilassamento muscolare partendo dai piedi per poi salire verso le gambe, quindi all’addome ed infine ai muscoli del collo; se lo spasimo non dovesse svanire, utilizzerò la dissociazione visivo/cenestesica".
A tecnica di rilassamento eseguita: dolore svanito. Ho chiesto al figlio di far assumere alla mamma le posizioni più faticose per verificare l’esito della metodica; ha confermato che il male non è arrivato, comunque, ho aggiunto di farsi sentire in caso di necessità.
Sono le ore 16 e 30 e non mi è pervenuto alcuno squillo.
Alle ore 22 e 39, ho ricevuto il seguente messaggio: "Anche stasera tutto Ok. Lieve dolore dopo pasto passato dopo poco tempo. Grazie".
09.09.08, ore 16 e 50. Poco fa, ha telefonato l’osservatore affermando di essere sorpreso e stupito nello stesso tempo perché i miglioramenti aumentavano di giorno in giorno sia dal punto di vista clinico che psicologico; oltre ai dolori erano scomparse anche le piccole emorragie che i farmaci non avevano eliminato e la mamma dormiva senza problemi.
Oggi 10.09.08, ore 14.00, la signora è depressa. L'ultima tecnica, che avevo usato, era stata più potente del solito. La metodica aveva funzionato eccessivamente tanto che la signora aveva lamentato un rilassamento muscolare quasi completo. Aveva dormito, appena dopo, per tre ore consecutive e una volta destata, si era spaventata in modo smisurato tanto da litigare col figlio.
Ho confessato di aver esagerato con il rilassamento, assicuravo, però, che la prossima volta sarei stato più accorto nel dosarlo.
Premetto che utilizzo una comunicazione ecologica, gli effetti a volte possono essere un po' esagerati e disorientare il paziente, tuttavia non esiste una DML, dose minima letale, tanto è vero che ieri sera ho ricevuto il solito messaggio: "Anche stasera tutto Ok. Lieve dolore dopo pasto passato dopo poco tempo".
Ore 22 e 10 del 10.09.08. Mi è arrivato, da parte dell'osservatore, il seguente sms: "Tutto OK!".
Oggi, 11.09.08, ore 13 e 55 minuti. L'osservatore per telefono riferisce che la mamma è nuovamente speranzosa. Tuttavia, voleva che comunicassi con lei per certi bruciori, sempre nella zona ove prima avvertiva dolori. Ha evidenziato, inoltre, che erano scomparse anche le tracce di sangue residue.
Ho chiesto alla signora se avesse mangiato qualcosa di piccante, tipo il peperoncino, ha sorriso e risposto di No.
Ho pensato che il bruciore fosse un meccanismo per mascherare il dolore. Allora, ho fatto visualizzare lei stessa, mentre conversava con me a telefono, questa volta, però, doveva avvicinare e ingrandire l'immagine. Il bruciore è scomparso ed è emerso l’indolenzimento; ho proceduto, quindi, con la dissociazione visivo/cenestesica: far allontanare, rimpicciolire e rendere più buia l'immagine di se stessa. Dolore dissolto. Mi ha passato il figlio, il quale ha assicurato che entro 10-15 giorni la mamma ripeterà gli esami della TAC.
Ho inviato i migliori auguri.
12.09.08, ore 14 e 20, ho ricevuto la telefonata dall'osservatore. La mamma non voleva disturbare perché la sofferenza era lieve, ma ha preferito chiamare. Ho specificato che non ero al corrente di come fossero i dolori prima dei miei interventi, sapevo solo che erano fastidiosi. Ha precisato che questi erano abbastanza forti, duravano oltre due ore e cominciavano ad attenuarsi dopo la digestione.
Mi ha passato l'anziana che ho guidata nella dissociazione visivo/cenestesica: il male è scomparso.
Stamattina, 13.09.08, ore 9.15, mia figlia ha raccontato che ieri sera, a causa di un forte mal di testa, non riusciva a prendere sonno, allora ha immaginato che il dolore si allontanava, poi l’ha avvicinato ed infine l’ha reso più piccolo: il problema si è risolto.
Ha svelato che ieri pomeriggio mi aveva sentito a telefono con quella signora, allora aveva appreso il metodo e, quindi, utilizzato.
Effettivamente quando comunico con l’anziana paziente alzo la voce, infatti, ha problemi all’udito.
E’ probabile che questa metodica non funzioni su tutte le persone; occorrerebbe, quindi, approfondire un pochino la ricerca.
Sintetizzando, se dicessimo: "Cervello, eliminami il mal di testa!", le possibilità di ottenere un sollievo sono vicino allo zero. Il cervello, tranne nei casi in cui cambia modalità di programmazione1, non comprende il messaggio verbale ma quello "gestuale" (termine non proprio adeguato a descrivere quanto esposto).
Il nostro cervello è una macchina essenzialmente intuitiva in grado di comprendere minime variazioni d’immagini, suoni e sensazioni.
Oggi, 13.09.08, ore 15 e 17, ho ricevuto la chiamata dall'osservatore, ha riferito che questa volta il dolore non è comparso, ma ha riscontrato tracce di sangue nell’essudato.
Mi ha passato la signora la quale dopo i commiati, ha detto: "Sto guarendo!".
Ho affermato che quello che stavamo assistendo non era frutto della nostra immaginazione ma realtà oggettiva, cioè cose che vedevamo, sentivamo e provavamo.
Ho chiesto, poi, di rappresentare mentalmente il problema delle tracce di sangue.
Ha immaginato una crosticina aperta nella zona interessata.
Ho consigliato di pensare che la crosticina si cicatrizzasse e sparisse, ovviamente in modo graduale e proporzionale alle sue capacità di pensiero. Poi l'ho salutata e ringraziata per la collaborazione.
CHE COSA DICONO GLI ESPERTI?
Il carcinoma del colon retto rappresenta una delle più frequenti cause di morte per neoplasia nei paesi occidentali. La sua incidenza è in aumento in tutto il mondo ed in Europa vengono diagnosticati ogni anno 200.000 casi.
Tale neoplasia è rara prima dei 40 anni, presentandosi più frequentemente intorno ai 60 anni. L’incidenza nei due sessi non mostra differenze per quanto riguarda la localizzazione colica, mentre a livello rettale sembra essere leggermente più frequente nel sesso maschile. Le sedi più colpite sono il retto (50% dei casi) ed il sigma (20% dei casi), il colon ascendente ed il trasverso con la flessura splenica sono interessati rispettivamente nel 16% e nell’8% dei casi.
Il 70% dei pazienti si presenta alla diagnosi con malattia chirurgicamente aggredibile, il 30% con malattia metastatica; il 25% dei pazienti operati radicalmente presenterà una ripresa di malattia dopo un tempo variabile.
La sua eziologia, la causa, è sconosciuta, anche se studi epidemiologici hanno identificato alcuni possibili fattori di rischio.
CHIRURGIA
Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e chirurgiche negli ultimi 40 anni ha determinato un miglioramento della prognosi.
Generalmente il 70% dei pazienti viene sottoposto ad interventi chirurgici apparentemente radicali a scopo curativo; invece nel restante 30% dei casi, già in fase avanzata di malattia al momento della diagnosi, viene eseguita una chirurgia a scopo palliativo. Nei pazienti operati in maniera apparentemente radicale, il rischio di recidiva varia con lo stadio patologico del tumore primitivo: ad esempio in uno stadio iniziale di malattia T3 N0 M0 vi sono recidive nel 30% dei casi, con uno stadio T3N1M0 invece, nel 50%.
La chirurgia può essere inoltre utile, e talora indispensabile, nella malattia avanzata, per prevenire complicanze, come occlusioni, sanguinamenti o perforazioni, oppure per asportare recidive locoregionali o metastasi a distanza (al fegato, polmone, ecc.), talora con intento curativo.
http://www.benessere.com/salute/disturbi/tumore_colon_retto.htm
Alle ore 21 e 18 del 13.09.08 ho ricevuto il seguente sms: "Poco dolore ma sangue e questo fatto influisce negativamente sull’umore".
Oggi, 14.09.08, alle ore 13 e 50 ha chiamato l’osservatore riferendo che le perdite di sangue si sono fermate, ma la volontaria accusa dolori. Mi ha passato l’inferma alla quale ho chiesto di ricordare un’esperienza del passato ove il suo sistema immunitario funzionava alla perfezione: non è stato difficile trovarla, ha goduto sempre di buona salute. Poi le ho fatto identificare l’esperienza opposta, cioè una ove il suo sistema immunitario commetteva errori: ha scelto la patologia di cui è affetta (le consigliato di pensarla allo stadio iniziale).
Per finire le ho suggerito di fondere le due immagini in una sola rappresentazione.
Eseguito l’esperimento, ha riferito di sentirsi a proprio agio e che il dolore è diminuito. In ogni modo l'ho aiutata ad eseguire la dissociazione visivo/cenestesica per rimuoverlo totalmente, quindi ci siamo salutati.
Sms delle ore 23 e 23, "Dolore meno lungo del solito, niente sangue".
16.09.08, ore 15 e 12 minuti, ha chiamato l’osservatore. Ho chiesto degli aggiornamenti. Ha confermato che le cose proseguono bene, le macchie di sangue non si sono presentate e il dolore è assente.
Ciò nonostante, mi aveva interpellato per far eseguire alla mamma un esercizio mirato verso la funzionalità del sistema immunitario.
Dopo avermi passato la volontaria, l’ho aiutata a ricordare un evento particolare ove il suo sistema di difesa aveva funzionato alla massima potenza, qualcosa di veramente poderoso. Dopo averlo focalizzato, l’ho guidata nel recupero di suoni, sensazioni, odori e gusti dell’esperienza, è bastato farle avvicinare l’immagine.
Al passo successivo le ho fatto identificare l’esperienza opposta e recuperare immagini, sensazioni, suoni, odori e gusti ad essa associata. Per concludere le ho fatto comprimere le due rappresentazioni in un’unica esperienza. Prima di terminare l’esercizio, ho verificato l‘ecologia del risultato (il prodotto della fusione l’è apparso soddisfacente), allora, le ho suggerito di far entrare la nuova immagine nel corpo, attraverso il torace, cioè prendere simbolicamente la rappresentazione e avvicinarla al petto. Eseguite le istruzioni, ha avvertito una sensazione di vigore che si è diffuso in tutto l’organismo. Ho assicurato che la metodica era riuscita. Abbiamo chiuso la conversazione con i soliti ringraziamenti.
A proposito, l’osservatore ha confermato che fra due giorni la madre si sottoporrà ad esami clinici, ma occorrerà aspettare qualche tempo per i risultati.
Sms delle ore 22 e 32: Poco dolore, niente sangue. Grazie!
17.09.08. I miglioramenti continuano. Infatti, è arrivato il seguente SMS (sono le ore 22 e 51): "Poco dolore dopo pasto per breve tempo; assenza di sangue in tutta la giornata. Grazie!" .
Una buona nuova. 18.09.08. Ore 15 e 19. Ho ricevuto la notizia che la signora non ha avvertito alcun sintomo dopo pranzo, assenti anche le emorragie. In più, stamattina si è sottoposta a prelievo di sangue e i risultati saranno disponibili il 25 settembre.
Alle ere 23.00 è arrivato il seguente sms: "Niente sangue nell'intera giornata ma dolore più intenso dopo cena. Grazie!".
Sms del 21 settembre 08, ore 15 e 49, "Non ti ho chiamato perché oggi il dolore è stato lieve; ci aggiorniamo stasera"
Sms del 21 settembre 08, ore 23.01, ”Dolore che non le consente di sedere sul divano; niente sangue ma umore depresso".
Ore 14 e13 minuti del 22 settembre 2008. Ha telefonato l’osservatore. La sua mamma accusava nuovamente fastidi. Ho spiegato che, nell’attesa dei risultati del 25 settembre, circa le analisi del sangue, continuavo a farle eseguire semplici metodiche, tuttavia, stavo studiando nuovi modelli per intervenire sulla patologia. Ha risposto: “Dillo a lei, te la passo!”.
Ho ripetuto, alla signora che, nell’attesa degli esiti delle analisi chimico cliniche, le tecniche che sperimentavamo erano importanti per decidere circa il da farsi nel caso gli esami diagnostici risultassero differenti alle attese.
Intanto doveva chiedere alla parte responsabile della patologia se volesse comunicare con noi. Se il dolore aumentava, corrispondeva a un SI; se diminuiva, ad un NO. Dopo la domanda, che consigliato di porsi internamente, il dolore è aumentato e lei ha riferito che la parte responsabile del problema voleva comunicare.
Ho fatto chiedere ancora se la questa avesse intenzione di eliminare il suo disturbo: la dolenza si è indebolita e lei ha replicato che la parte responsabile dell’affezione aveva risposto di NO.
Per finire, ho fatto domandare se le analisi del sangue sarebbero risultate positive alle nostre aspettative. Il dolore si è intensificato e lei ha detto di aver ricevuto una risposta affermativa. Dopo aver spiegato che le risposte non verbali sono attendibili all’80%, ho aggiunto: ” E’ arrivato il momento che comincia ad eseguire le tecniche in modo autonomo, giusto per valutare le capacità finora apprese, in sostanza deve eseguire la dissociazione visivo/cenestesica, senza aiuto iniziando a vedersi dall’alto”. Dopo l’esperimento, il dolore è diminuito. Doveva provare da un altro punto d’osservazione: ha preferito dal basso. Il dolore si è indebolito ulteriormente. Siamo giunti, quindi, alla tecnica di rilassamento.
Le ho consigliato di iniziare dai piedi. Ha fatto rilassare progressivamente le punta delle dita, poi i piedi, le gambe e quindi le cosce. Ho consigliato di proseguire in modo meno celere. Ha rallentato e continuato verso il bacino. Arrivata al torace, sono intervenuto: “ Bisogna rallentare un po' il procedimento”, approvato il suggerimento, ha proseguito verso le restanti parti del corpo. Il malessere si è spento.
Sms delle 22 e 20 (22 settembre 2008): "Dopo le tue terapie e dopo essere andata al bagno, il dolore è tornato per pochi istanti; poi nulla, neanche dopo cena".
24.09.08. Ore 13.30, ho ricevuto la chiamata dall'osservatore. Ha ritirato le analisi della madre con un giorno d’anticipo: i markes tumorali sono aumentati (da 120 sono passati a 180).
Ha manifestato una certa perplessità perché i dolori si erano indeboliti e le tracce di sangue ridotte considerevolmente. Ha rivelato, inoltre, che secondo alcuni clinici l'esame non è tanto significativo; secondo altri, poteva indicare un aumento della massa tumorale. Ho consigliato di riferire alla genitrice che gli esami risultavano invariati.
Quindi, tocca all’osservatore saper mentire.
Sms delle 23 e 03 (25 settembre 2008), "Finora sembra che sia tutto Ok. Non so come ringraziarti per la disponibilità. Grazie di cuore!".
Sms delle ore 22 e 55 del 26 settembre 2008: "Niente sangue né dolore. Grazie!".
27.09.2008. Ore 16 e 05 minuti, ho chiamato l’osservatore spiegando che avendo avuto, per un certo tempo, il telefono occupato non sapevo se avesse provato a mettersi in contatto. Ha risposto che la sua mamma non accusava fitte, ciò nonostante era depressa.
Le aveva detto la verità, in altre parole, che i markes tumorali erano aumentati. La signora aveva accusato il colpo, ma lui prontamente aveva fornito anche la notizia positiva: le analisi del sangue erano risultate buone a partire dai valori dell’emoglobina.
Gli ho spiegato che la depressione poteva influire pesantemente sulla tecnica di dissociazione visiva/cenestesica. Facilmente non avrebbe funzionato, quindi, dovevo trovare altri sistemi per lenire le sofferenze alla madre.
Ha ammesso di aver sbagliato per non aver falsificato i dati.
Commento
Comunico con una paziente d’ottantacinque anni, affetta da tumore ad uno stadio avanzatissimo la cui prognosi è la morte certa. Il figlio non è in grado di mentire alla mamma pur sapendo che le parole hanno, su lei, un potente impatto emotivo, psicologico e fisico.
Nel pieno rispetto dei valori umani, si sarebbe potuto spiegare alla degente che c’era una notizia bella e una cattiva. La prima era che le analisi del sangue sono risultate buone; la brutta, che i markes tumorali sono passati da 1,2 a 1,8. Oppure da 0,12 a 0,18. Ancora meglio da 0,0012 a 0,0018. Insomma, sono solo numeri, conta solo il modo di esprimerli in decimali.
Sms delle ore 9.40 del 28 settembre 2008, " Ieri sera nessun dolore; assenza di sangue da tre giorni. Grazie a te e grazie a Dio!".
Oggi 28 settembre 2008, alle ore 14 e 16 minuti, ha chiamato l’osservatore: la volontaria accusava nuovamente dolori.
Le ho fatto usare la dissociazione visivo/cenestesica, ma non ha funzionato. Prontamente l’ho invitata a rilassare i muscoli della fascia pelvica suggerendo che via via questi si rilassavano, allo stesso tempo si addormentava la zona interessata all’indolenzimento. Abbiamo proseguito l’esercizio fino alle cosce per arrivare poi alle ginocchia: il dolore è calato.
Abbiamo continuato verso le gambe con una certa attenzione ai muscoli gemelli.
Abbiamo esteso il rilassamento ai talloni e al tendine d’Achille (mi sono soffermato un po’ sull’Iliade d’Omero, con un cenno a Paride e al dardo che scagliò nel tallone del mitico eroe): il male si è ridotto del 70%.
A questo punto, ho fatto eseguire alla signora il “cumulo delle informazioni”. Non tutti sanno che la nostra coscienza non può prestare attenzione a più di “sette più o meno due” pezzi d’informazione contemporaneamente. Allora ho chiesto di concentrarsi sui seguenti elementi: il suono della mia voce, i rumori provenienti dall’ambiente circostante, il colore della parete, le sensazioni della parte del corpo poggiato sul letto e dei piedi sul pavimento. Nel contempo, mentre ascoltava il suono della mia voce, i rumori provenienti dall’esterno, osservava il colore della parete e avvertiva le sensazioni della parte del corpo poggiata sul letto e dei piedi sul pavimento, doveva scorgere altri oggetti lungo la sua linea d’osservazione. Per finire, mentre teneva simultaneamente a bada tutte queste informazioni, doveva strofinare la mano sulla coperta e distinguere le sensazioni di morbidezza.
Improvvisamente, le ho chiesto che cosa è scomparso; ha risposto: ” Il dolore!”.
Ringraziamenti e saluti.
Sms del 29 settembre 2008, ore 8 e 23, "Ieri sera e stamane tutto Ok! Grazie".
Oggi 29.09.2008, il dolore si è presentato con un certo ritardo, infatti, ho ricevuto la telefonata dopo le ore 16.00. Ho fatto eseguire alla signora la stessa metodica di ieri con l'aggiunta che mentre i muscoli e, soprattutto, tendini ad essi legati si rilassavano, la parte responsabile del dolore meritava il dovuto riposo.
Sms delle 23 e 19 minuti. 29 settembre 2008,
" Tutto Ok, niente dolore dopo pasto serale. Grazie".
Oggi 30 settembre 2008, ore 15 e 05. Ho fatto compiere all’anziana la stessa metodica di ieri e il dolore, non molto forte, è scomparso nel giro di pochi minuti. Il 2 ottobre, alle ore 16.00, la signora si sottoporrà alla TAC e i risultati saranno disponibili dopo alcuni giorni. Speriamo che qualcuno lassù ci dia una mano.
Sms delle 22 e 48 minuti. 30 settembre 2008.
" Niente dolore ma perdita di sangue (erano 4 giorni che non le aveva)".
1 ottobre 2008. Ore 14 e 27. Le perdite di sangue si sono fermate, ma alla volontaria si è ripresentato il dolore, comunque, scomparso grazie alle stesse metodiche sperimentate nei giorni precedenti. Prima però, abbiamo usato la dissociazione visivo/cenestesica, ma non ha funzionato. Credo che questa ultima tecnica non funzioni più.
Sms del 01.10.2008. Ore 22 e 46 minuti. "Tutto Ok! Niente sangue e poco dolore dopo pasto. Grazie".
02.10.2008 ore 21 mia figlia lamenta un dolore all’incisivo laterale mascellare destro. Le ho spiegato che sul nostro corpo esistono tutta una serie di punti anestetici, quindi anche uno per rimuovere il mal di denti. Non dovevamo fare altro che identificarlo e premerci delicatamente sopra.
Le ho sfiorato, con il dito indice, un punto esterno dell’arcata mascellare destra e il dolore è continuato. Ho detto a mia figlia che il punto non era quello, quindi ne ho cercato un altro nell’immediata vicinanza, ma la dolenza è rimasta. Al terzo tentativo, ho trovato il punto anestetico, l’ho premuto lievemente e il dolore si è dissolto, appena allentato la pressione è riemerso. Dopo alcuni tocchi il male è svanito definitivamente.
Oggi, 03.10.2008, ad ora di pranzo, ho riferito a mia moglie circa il sistema che avevo usato per eliminare il mal di denti a nostra figlia, tuttavia le dovevamo prenotare una visita odontoiatrica. La nostra ragazza, che era presente, ha manifestato una certa resistenza, dichiarando di non volerci andare perché non accusava problemi, ma l’abbiamo convinta ad andare dal dentista.
Alle ore 14 e 30, ha chiamato l’osservatore, mi ha passato la madre perché presentava un male abbastanza sostenuto. La signora ha rivelato che ieri era andato tutto bene e non aveva avvertito alcuna sofferenza. Si era sottoposta alla TAC e i risultati sarebbero giunti giovedì prossimo.
Ho provato a farle eseguire il “cumulo delle informazioni”, ma la metodica non è riuscita. Ho usato allora la tecnica di rilassamento e il problema si è risolto.
4 ottobre 2008. Oggi non ho ricevuto alcuna chiamata. Ho pensato che alla signora non fosse arrivato il disturbo.
Alle ore 22 e 48, ho ricevuto il seguente sms: "Dopo pranzo dolore passato dopo un po'; dopo cena poco dolore ma pancia gonfia e morale basso".
Oggi, 5 ottobre, alle quattordici e venti, ho ricevuto la telefonata dall’osservatore perché la sua mamma accusava nuovamente il dolore. Dopo avermela passata ho chiesto che cosa era successo ieri. Ha spiegato che non ha avuto alcun fastidio, sia dopo pranzo sia dopo cena. Ho ribattuto che il figlio mi aveva inviato un sms ove dichiarava il contrario e che era giù d’umore. La volontaria ha spiegato che era il figlio ad essere preoccupato, lei aveva cercato solo di fargli capire che si trattava di una semplice indisposizione, ma questi l’aveva interpretato come un aggravante della patologia.
Siamo passati alla tecnica di rilassamento, ma per eliminare il disturbo abbiamo impiegato otto minuti.
Sms delle ore 22 e 59 del 5 ottobre 2008. "Stasera tutto Ok! Grazie”.
Sms delle 22 e 46 minuti. 06.10.2008. "Tutto Ok. Grazie".
Per tornare al caso sperimentale. Oggi 7 ottobre 2008, non ho ricevuto alcuna chiamata, credo che le cose procedano discretamente.
Sms delle ore 23 e 25 minuti, 8 ottobre 2008,
" Stasera tutto Ok". Grazie!".
Oggi 9 ottobre 2008, ore 12 e 42 minuti. L’osservatore ha da poco ricevuto i risultati della TAC.
“Due notizie belle e una brutta!”.
Cominciamo da quelle belle:
a) non ci sono metastasi;
b) una certa zona tumorale è in
necrosi;
La notizia brutta è che il tumore dal mese di aprile 2008, quando la signora ha effettuato l’ultima TAC, al 2 ottobre 2008 è aumentato di 9 mm, tuttavia è cresciuto in misura minore rispetto al periodo novembre 2007 - aprile 2008.
L’incognita rimane l’area in necrosi.
Ho chiesto al figlio dell’ammalata di farmi avere chiarimenti in merito. In ogni modo, conosco un oncologo, mi farò spiegare cosa accade a livello clinico.
Comunque siano andate le cose, sono contento che la paziente non corra pericoli di vita e spero che qualcuno ci assista dall’alto.
Preciso che le metastasi erano assenti anche prima dell’esame, ma la zona in necrosi è una novità.
Alle ore 16 e 30, sempre del 9 ottobre 2008, ho telefonato lo specialista in oncologia e dopo aver riportato, in sintesi, i risultati della TAC, egli ha affermato che l’aumento della massa tumorale era un niente e che la zona necrotizzata si trovava sicuramente al centro della massa (in sostanza il tumore stava morendo).
Ho chiamato l’osservatore per comunicare la notizia, ma lui ha risposto che nella TAC non era specificato la localizzazione della zona. Comunque, mi avrebbe inviato un resoconto della tomografia.
Spero essermi espresso bene con l’amico oncologo dott. S. "9 millimetri", potrebbe sembrare poca cosa, ma parliamo di circa un centimetro di massa tumorale in più. Comunque, ricordo di aver precisato "Circa un centimetro", ma lui ha ripetuto: " Una nullità!". Non posso giurarlo, in questo momento ho le idee un po' confuse.
Mail inviata a un conoscente il 12.08.2008
Ieri pomeriggio mi sono recato nella provincia di Latina (Lazio) per trattare una donna anziana affetta da tumore al retto in fase avanzata, con perdite di sangue e dolore cronico. Purtroppo non può sottoporsi ad interventi chirurgici, a chemio o radio terapia e assumere antidolorifici.
Ho percorso 140 chilometri per raggiungerla e, dopo aver fatto del mio meglio circa la terapia, non ho accettato alcun rimborso spese o forma di ricompensa.
La cosa amara è che, a volte, bisogna fare un certo numero di km per sperimentare una metodica. Allora, ti auguri che la tecnica funzioni, giusto per non avere lo scrupolo di aver fatto un viaggio inutile. Ti trovi lì, al cospetto dell'ammalato, con la consapevolezza che puoi eseguire un solo tentativo. Se questo dovesse fallire, non avrai più la possibilità di effettuare un'altra prova, essenzialmente perché il soggetto si scoraggia e ritiene che il procedimento non sia idoneo al suo caso.
Il tutto si concentra in quei momenti di comunicazione interpersonale ove cerchi di sfruttare qualsiasi cosa possa essere d’aiuto.
Incontrare più pazienti, invece, ti da la possibilità di eseguire più azioni e l'opportunità di stabilire se sia il caso di proseguire la ricerca in un settore così complesso e contrastato.
Tempo fa, andai nel nord Italia, presso una clinica privata, sia per delle sperimentazioni sia per studiare gli effetti dell’ipertermia su i soggetti tumorali.
In quell’occasione, le mie tecniche si dimostrarono efficaci e diversi pazienti migliorarono, per di più, il medico referente, rimase così affascinato dalle metodologie, che cominciò a praticarle anche lui.
Attualmente, ci scambiamo interventi terapeutici riusciti.
Alle 17 e 43, mi è arrivata questa mail:
A: elia.tropeano@email.it
Oggetto: informazioni tac Data: 09/10/08 17:43.
Carissimo Elia,
T’invio l'esito della tac di mia madre
(solo la parte relativa alla patologia) sperando che sia utile a quanto mi hai accennato telefonicamente.
......Al controllo odierno, si conferma la presenza di tessuto neoformato, che mostra fenomeni necrotici nel suo interno, localizzato a livello della parete antero-laterale destra ( da ore 7 ad ore 2 ) del retto che appare modicamente aumentato rispetto al precedente esame misurando attualmente 50 mm di Dm ed estendendosi in senso cranio-caudale per circa 52 mm: tale formazione anteriormente infiltra a tutto spessore la parete del retto, il tessuto adiposo mesorettale e la fascia corrispondente in sede antero-laterale. Non sono evidenti linfoadenopatie loco regionali di dimensioni apprezzabili. Assenza di versamento addomini-pelvico.
Un abbraccio e un ringraziamento infinito per tutto quello che stai facendo per noi.
G.
Ho inviato il contenuto della mail del signor G. al dott. S., ma la posta è tornata indietro
"MAILER-DAEMON@yahoo.com"
AggiungiGiovedì 9 ottobre 2008, 20:19:05A:eliatropeano@yahoo.itCc
Immediatamente ho telefonato allo specialista comunicando che il mio tentativo d’inviare gli esiti della TAC era fallito, quindi dovevo dettare il referto a voce.
Man mano che leggevo la relazione, il clinico ne anticipava il contenuto, come se conoscesse già i risvolti.
Alla fine, non solo ha confermato la sua tesi, ma ha anche svelato che il signor G. lo aveva contattato nel luglio 2008 e, secondo quanto da questi esposto, temeva che la sua mamma non ce l'avrebbe fatta.
A questo punto, è doveroso spiegare meglio gli eventi. Il signor G. si era rivolto al dott. S. per chiedere informazioni circa le applicazioni d’ipertermia sulla madre, ma la terapia ipertermica, oltre ad avere un certo costo, richiedeva che lei si recasse più volte nel nord Italia: l'ipotesi appariva poco praticabile. Allora, il clinico consigliò di rivolgersi a me sia perché risiedevo ad Isernia (150 km di distanza circa) sia perché avevo le qualità per assistere un caso così grave.
Sms. 10 ottobre 2008. Ore 22 e 48, " Stasera tutto Ok. Grazie!".
3 novembre 2008. Ore 14 e 07 minuti. Ho ricevuto la telefonata dalla signora in quanto avverte un certo malessere. Negli ultimi tempi non ha chiamato perché i dolori si erano sensibilmente attenuati.
Le ho fatto usare la tecnica del rilassamento muscolare e il dolore è terminato dopo 11 minuti.
La paziente eseguirà una nuova TAC nell’aprile 2009, mentre ripeterà gli esami del sangue ogni mese. L’ultimo emocromo è risultato buono e superiore a quello del mese precedente.
Aggiornamento conclusivo
Data: 18/11/08 17:23 Data: 18/11/08 17:23
Carissimo Elia,
è un po’ che non ci sentiamo, ma sei sempre nei nostri pensieri e nel nostro cuore. La situazione attualmente è abbastanza stabile. Il dolore che ultimamente già si era molto attenuato ora è quasi scomparso. Spero che la stesura del tuo libro vada bene; mi raccomando considera prenotata una copia con dedica e se possibile fammi sapere dove reperire copia del primo libro. Non dimenticherò mai tutto quello che hai fatto per noi e con quale gentilezza e umanità l'hai fatto. Spero di poter contare sempre su di te e tu per quanto possa esserti utile fa altrettanto. Non lasciarti mai scoraggiare dagli insuccessi, ma pensa ai buoni risultati e vai avanti applicando il tuo dono per il bene di tutti !!
Tienimi informato su tutto!!!
Grazie e un abbraccio Giulio
Ringrazio la volontaria e l'osservatore per la gentile collaborazione. Un ringraziamento, soprattutto, al Supremo che da lassù ci ha saputo guidare.
Comunque siano andato le cose, riporto nel capitolo successivo un mio articolo dell’anno 2005, noto come "Antivirus informatico per intervenire sulle malattie psicosomatiche, tumori e patologie degenerative".
Aggiornamento, 25.05.2009
Esame TC: Al controllo odierno il tessuto neoformato, localizzato a livello della parete antero-laterale destra del retto, appare sostanzialmente invariato di dimensioni e presenta una maggiore componente necrotica al suo interno. Invariate altre infiltrazioni. Presenza di due linfoadenopatie rorondeggianti di natura secondaria di 7 mm di DM localizzata nel tessuto adiposo mesorettale.
Grazie di tutto da G.
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Brunina
@Plastada anche a me è comparsa una recidiva dopo 12 mesi di mantenimento con Parp inibitore, si tratta di un linfonodo sulla doccia colico-peritoniale. Sono in cura al Policlinico Gemelli ed il Prof Scambia ha deciso di intervenire chirurgicamente a breve. Spero vada tutto bene, a me ed a tutte voi ! ☘️🤞☘️🤞☘️
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nicoletta.menzella-1963
@angelo59 purtroppo il mio caso è in peggioramento, sebbene la cura con Gemcitabina ha fatto scendere il marcatore, alcuni linfonodi sono risultati resistenti alla cura e la loro dimensione non è ridotta. Poi oltre alla PET ho fatto una TAC e all'encefalo sono risultati delle lesioni che adesso cerchiamo di combattere con radioterapia. Subito dopo ci co consulteremo con il Gemelli per stabilire la terapia x i linfonodi resistenti e che Dio me la mandi buona
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Brunina
@Plastada anche a me è comparsa una recidiva dopo 12 mesi di mantenimento con Parp inibitore, si tratta di un linfonodo sulla doccia colico-peritoniale. Sono in cura al Policlinico Gemelli ed il Prof Scambia ha deciso di intervenire chirurgicamente a breve. Spero vada tutto bene, a me ed a tutte voi ! ☘️🤞☘️🤞☘️
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nicoletta.menzella-1963
@angelo59 purtroppo il mio caso è in peggioramento, sebbene la cura con Gemcitabina ha fatto scendere il marcatore, alcuni linfonodi sono risultati resistenti alla cura e la loro dimensione non è ridotta. Poi oltre alla PET ho fatto una TAC e all'encefalo sono risultati delle lesioni che adesso cerchiamo di combattere con radioterapia. Subito dopo ci co consulteremo con il Gemelli per stabilire la terapia x i linfonodi resistenti e che Dio me la mandi buona
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elia12
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Ho scritto un libro sull'argomento se interessa a qualcuno ne possiamo discutere.