Malattie infiammatorie croniche intestinali: esperti a confronto a Palermo
Pubblicata il 20 giu 2018
Un approccio multidisciplinare per affrontare le malattie infiammatorie croniche intestinali, ossia, un gruppo di patologie molto complesse, come la malattia di Crohne la rettocolite ulcerosa, che colpiscono in genere i soggetti più giovani, fra i 15 e i 45 anni.
Il metodo di lavoro integrato, per offrire risposte efficaci alle complessità e alle multifattorialità di queste malattie, sono i temi che verranno affrontati a Palermo nella sala convegni del Grand Hotel delle Palme nel corso dell’incontro-convegno, promosso dall’unità operativa semplice dipartimentale per le malattie infiammatorie croniche di Villa Sofia-Cervello,diretta dal dottore Ambrogio Orlando.
I lavori si sono aperti il venerdì 15 giugno, con gli interventi del commissario dell’azienda Villa Sofia-Cervello, Maurizio Aricò, del direttore sanitario, Pietro Greco, del dottore Ambrogio Orlando e del professore Mario Cottone, direttore dell’unità operativa complessa medicina II dell’azienda Villa Sofia – Cervello.
L’appuntamento che proseguirà e si concluderà il 16 giugno, vedrà la partecipazione dei principali esperti delle varie branche di specializzazione dell’azienda Villa Sofia-Cervello e prevede la discussione di casi clinici emblematici con una lettura multidisciplinare seguita dalle relazioni di esperti con lo scopo di far emergere quanto la corretta integrazione tra le diverse professionalità migliori in maniera significativa la gestione clinica del paziente affetto da queste malattie.
“Il percorso che viene adottato presso il nostro centro, che è centro di riferimento regionale– sottolinea il dottore Orlando – prevede che il paziente venga preso in carico da un’equipe di lavoro dove sono presenti diverse professionalità dedicate a queste patologie quali il radiologo, l’endoscopista, il chirurgo, il reumatologo, il dermatologo, l’oculista e naturalmente il gastroenterologo che ha il compito di coordinare gli interventi di queste professionalità e assicurare continuità e specificità diagnostica e terapeutica”.
Il Sicilia
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