Resilienza e sorrisi, così Alessia racconta la sua sclerosi multipla
Pubblicata il 8 dic 2017
24 anni, di Pomigliano, ha scoperto da 3 anni la sua malattia degenerativa.
Ha una pagina Facebook su cui condivide le sue giornate.
“Lächeln” vuol dire sorriso, in tedesco. E questa è soprattutto una storia di sorrisi, nonostante tutto. “Sono la migliore medicina per vivere al meglio”, racconta Alessia Di Filippo, che di questa storia è la protagonista. Ventiquattro anni, campana doc di Pomigliano d’arco. Tre anni fa ha scoperto di avere la sclerosi multipla: una caduta, mentre andava a sostenere l’esame di matematica all’Università di Salerno. “Sono inciampata, il mio piede si è girato. Letteralmente. Controlli ortopedici d’ogni tipo: stavo bene. Poi un sospetto, purtroppo fondato. La diagnosi, la vita che cambia”. Eppure, sorride.
“Perché la vita - spiega, riannodando il doloroso filo dei ricordi - mi ha reso coraggiosa: una patologia cronica e genetica ereditata da mio padre, il cancro che ha portato via mia madre. Ora, la sclerosi. Che mi porta via la sensibilità muscolare, ma non il sorriso”.
E “Lächeln. Sorridi, puoi” è anche il nome del suo piccolo progetto: una pagina Facebook attraverso cui dà voce a chi non ne ha. “Interviene chi condivide un vissuto simile al mio, chi vuole sfogarsi e chi chiede un consiglio, chi sdrammatizza e, soprattutto, chi pensa che la vita è bella. Nonostante tutto”.
Malattia e resilienza, forza di volontà e sorriso. Come quello di Alessia, che campeggia sin dalla foto del profilo, occhi incorniciata da occhiali dalla montatura nera, una laurea triennale in economia e, presto, la magistrale.
“Aprirsi può essere fondamentale – confessa Alessia - e io spero di poter essere la portavoce di una categoria debole, che non vuole rinunciare a vivere, che intende aprirsi infrangendo il tabù della propria malattia”. Lei lo fa con pensieri in libertà. Parole leggere come la mongolfiera, icona di copertina della pagina (che ha già 650 like, ma è destinata a crescere), ma anche riflessioni profonde, intense e condivise.
Per esempio: “È strano, ma io la SM (l’acronimo di sclerosi multipla, in fondo, serve anche un po’ a esorcizzare, n.d.r.) la devo ringraziare. Non sarei Alessia di oggi senza di lei, non sarei forte e coraggiosa, non sarei realista e determinata. Devo ringraziare la SM perché mi ha fatto crescere, rialzarmi, mi ha fatto conoscere persone meravigliose, mi ha regalato emozioni mai sentite, mi fa ridere e sognare”. Sognare, già. Condividendo i sogni su Facebook. E contagiando amici, reali e virtuali, con un sorriso. Lächeln, appunto.
Napoli Repubblica - Pasquale Raicaldo
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