Intolleranza al lattosio, le origini di un disturbo molto diffuso
Pubblicata il 2 mag 2016
La maldigestione del lattosio, lo zucchero del latte, è in realtà un non-disturbo: è la sua tolleranza un elemento di stranezza in confronto ad altri mammiferi.
Il lattosio è lo zucchero predominante nel latte; tutti i piccoli dei mammiferi producono fino allo svezzamento un enzima intestinale, la lattasi, che scinde il lattosio in zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio. Gli esseri umani sono gli unici mammiferi che continuano a usare il latte di altri animali come fonte di nutrimento anche dopo l’infanzia, ma la capacità di digerirlo si stima che riguardi solo il 30% degli adulti.
In popolazioni che per migliaia di anni hanno allevato bestiame una forma mutante del gene della lattasi continua ad essere attiva anche in età adulta. Questa innovazione genetica è stata collegata a mutazioni di piccolissime porzioni di DNA che regolano il gene; popolazioni diverse che tollerano il lattosio hanno mutazioni diverse.
La comparsa di una di queste mutazioni genetiche è piuttosto recente, è avvenuta in un periodo compreso fra 5000 e 9000 anni fa e ha dato a popolazioni di pastori un vantaggio selettivo consentendo l’utilizzo di questa importante fonte di nutrienti.
La distribuzione nella popolazione umana di queste mutazioni non è omogenea ma varia considerevolmente per individuo ed etnia: si ritrovano nella maggior parte dei popoli dell’Europa del nord e in alcuni popoli del Mediterraneo, in Italia la loro diffusione è mediamente del 50%. Sono assenti in molti asiatici, africani e nativi americani.
Le persone che non sono in grado di produrre questo enzima soffrono, in misura maggiore o minore, di quella conosciuta come intolleranza al lattosio, o più correttamente, maldigestione del lattosio, caratterizzata da disturbi gastroenterici provocati dall’ingestione di alimenti contenenti questo zucchero che giunge indigerito nell’intestino crasso dove fermenta con produzione di gas e acidi organici, provocando flatulenza, meteorismo, crampi addominali, diarrea.
Devono quindi evitare tutti i cibi che lo contengano: oltre al latte e ai latticini freschi, i gelati, molti dolci e biscotti, alcuni insaccati e cibi precotti. La normativa attuale obbliga i produttori a indicare in etichetta la presenza di lattosio, come di tante altre sostanze allergeniche, scrivendola in caratteri diversi in modo da renderla immediatamente visibile.
Per chi non volesse privarsi di un buon cappuccino o di una mozzarella ci sono in commercio latte e molti derivati del latte trattati con enzima β-galattosidasi che trasforma quasi completamente il lattosio in glucosio e galattosio.
Inoltre in farmacia si possono trovare delle pastiglie contenenti enzimi, che assunte contemporaneamente all’alimento ne consente la digestione.