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- Come sostenere un parente affetto da una malattia mentale ?
Come sostenere un parente affetto da una malattia mentale ?
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Malattiacronica
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Malattiacronica
Ultima attività il 27/09/24 alle 21:47
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La famiglia...purtroppo non mi sembra essere il primo "nucleo" verso il quale andare quando si hanno dei problemi psichici. Io mi sono sempre confidato con degli amici, piuttosto che con la famiglia. Siccome il mio disturbo sembra "leggero"...passa inosservato, e mio padre si rifiuta di parlarne. Mai e poi mai l'ho sentito parlarne...In quanto a mia madre, è subito ansiosa per tutto, mi sta sempre dietro per tutto...e a volte dice qualche parola proprio destabilizzante, errata...riguardo al mio caso. Sono obbligato a battermi da solo con una malattia la cui diagnosi non è ancora chiara. Meno male che io ho fatto i passi per ottenere una diagnosi più precisa, altrimenti sarei completamente smarrito e disperato. Nessuno mi aiuta più di me stesso! Alla fine mi è rimasta una sola amica con cui confidarmi, e oggi quest'amica è sempre più assente. Quindi...mi ritrovo solo. Gestisco le mie crisi da solo. Preferisco dire il meno possibile a mio padre, poiché è sempre nel diniego, riporta sempre tutto sul piano "religioso", mentre non ho bisogno di consigli circa la religione, ma di un aiuto concreto, umano...e medico. Se la mia famiglia avesse seguito i consigli dati nell'articolo, sarebbe stato meraviglioso...
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" vivere, nonostante tutto, ma vivere."
Liofante
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Liofante
Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Anche nella mia famiglia i genitori sono stati la causa del mio problema e non certo la soluzione. Mio padre mi ha trasmesso insicurezza, mi criticava sempre, non mi ha mai incoraggiato. Mia madre era fredda e assente, secondo me era depressa anche se non lo avrebbe ammesso mai. Mia sorella era troppo piccola per capire.
Per anni gli psichiatri non mi hanno spiegato chiaramente quello che avevo. Cio' ha creato problemi, non riuscivo a definire una identita'. Per anni ho pensato che se mi sforzavo sarei "guarito" mentre avrei dovuto imparare a vivere col mio disturbo. Cosi' quando ho avuto le mie crisi maniacali non ho saputo come affrontarle. Sono sempre stato preso all'improvviso, di sorpresa. La mania mi saliva molto velocemente ed io poi non ero piu' in grado di fermarla.
Ho definito la mia diagnosi da solo, solo dopo gli psichiatri mi hanno confermato che ero un bipolare e che la mia malattia era cronica.
In questo momento sono equilibrato coi farmaci, ma una crisi puo' sempre venire all'improvviso. Questo mi crea problemi e insicurezza su come affrontare il mio futuro.
Sono una persona psicologicamente fragile e in una situazione di stress potrei cedere. Ma nella vita ci sono sempre avvenimenti imprevisti e imprevedibili ed io ne ho paura. Paura della paura.
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Liofante
Baptiste
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Vi ringrazio tanto per i vostri contributi @Liofante @Malattiacronica È molto interessante leggervi. Come è andata la diagnosi con il vostro medico? Era difficile parlarne? Ha saputo aiutarvi? Grazie in anticipo.
Un caro saluto a voi due
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Io ho un buon rapporto col mio psichiatra . Concordiamo insieme i farmaci, in realta' lui controlla che io sia equilibrato, cioe' parliamo per dieci minuti del piu' e del meno e poi lui mi convoca dopo 4 mesi. Ma quando stavo male sono potuto andare per un'emergenza senza appuntamento. Volevo ricoverarmi perche' avevo fantasie suicide, ma c'era da aspettare dieci giorni che si liberasse un posto in Ospedale. Dopo dieci giorni stavo gia' meglio e alla fine non mi sono ricoverato, lo psichiatra mi ha aumentato un po' le dosi dei farmaci che gia' prendevo.
I problemi con lo psichiatra ci sono quando stai male e non vuoi senti ragioni. Allora il medico viene sentito come il nemico, uno che non ti capisce e non puo' aiutarti.
Io ho raggiunto un buon equilibrio coi farmaci, ma c'e' voluto tanto tempo, quasi un'anno.
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Liofante
Malattiacronica
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Il mio medico è rimasto vago circa la mia diagnosi, ma appena posso vado a consultare un'unità speciale dell'ospedale psichiatrico, che mi saprà dare una diagnosi valida. Non so perché il mio psichiatra non voglia precisare le cose...Lo trovo smidollato, non abbastanza reattivo. L'ho incitato io a mandarmi a incontrare l'unità speciale dell'ospedale...Se non facevo nulla, lui non mi mandava da nessuna parte e rimanevo con una diagnosi che è : "disturbo dell'umore"...cosa che per me è troppo generale, e non significa niente.
Quindi fra qualche mese...saprò di che cosa sono affetto. Speriamo...Non voglio cambiare psichiatra perché lo vedo da otto anni, mi conosce bene, ma voglio ottenere una diagnosi precisa, costi quel che costi.
Ciao!
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" vivere, nonostante tutto, ma vivere."
Ex membro
Anche la mia famiglia 'originaria' non mi è stata affatto d'aiuto, anzi, credo che, come Dan, anche per me sia tutto partito da lì.
Una madre nevrotica, egoista, accecata dalla sua rabbia che sfogava su di me, senza alcun motivo, fisicamente e psicologicamente, che ha ripercorso gli stessi passi di un padre Carnefice (il suo) rendendomi vittima di questo orribile meccanismo.
E adesso quello stesso 'padre' , se si può definir tale, lo assiste, perché è malato, accarezza il carnefice, ed ignora e se ne frega altamente dello stato di sua Figlia.
Può esistere una 'madre' così, degenere?Una madre che, dinnanzi alla bulimia della figlia, chiude a chiave la porta della cucina??? E dinnanzi al pianto disperato, al desiderio forte, fremente di morire di sua figlia le urla ' Che bello spettacolo per i tuoi figli, complimenti' ???
Io darei LA MIA VITA per i miei figli!!!
Un padre che amavo così tanto, perchè molto simile a me, ma sempre lontano, fuggente, senza polso...forse perché il dolore gli faceva paura, e ne fuggiva.
Ma, anche lui, allo stesso modo della sua consorte, adesso se ne frega altamente del mio stato.
Le sole persone che contano per me, che mi hanno salvato e continuano a farlo sono i miei figli e mio marito. La MIA famiglia. La mia VERA famiglia.
Tutto il resto non conta, con il loro non-vedere, non-sentire, sei forte, sei sana, fai sempre mille cose, non sei malata, piantala!
Piantala?!?!?!?!?
Facciamo così, per un giorno, UN SOLO maledetto giorno, vi dono il mio bipolarismo.
Poi, la notte, prima di dormire, verrò da voi, e vi guarderò dritta negli occhi.
Chissà...chissà cos'avrete da dirmi...E se sarete anche solo in grado di parlare.
Chiedo umilmente perdono per il mio sfogo...Oggi va così.
Domani andrà meglio...spero.
Come sempre, vi abbraccio
Malattiacronica
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Io capisco.
Nella mia famiglia c'è una regola...: "Finché ignori una cosa, significa che non esiste." Meno si parla di un problema, meno è importante. Questa è la politica di mio padre. Fugge, dinnanzi ai problemi. Di fronte a lui non posso dire "sono stanco". Solo lui ha il diritto di dirlo.
Con mia madre posso discutere, ma...so che si preoccupa facilmente, e desidero proteggerla. La comunicazione è un problema, nella mia famiglia. Ho fatto l'abitudine a scrivere, su internet, o altrove, perché non mi sento libero di parlare, esprimere quello che provo...e scrivo molto, ma parlo poco.
Gli amici...possono essere d'aiuto, però non ne conosco nessuno che sia in grado di rassicurare una persona come me a lungo termine. Un giorno il confidente si logora, e fugge... perché non può più gestire le confidenze del "paziente". È quello che vivo, con l'unica mia confidente. Sta scappando, perché ha una vita, e io richiedo troppa assistenza, troppa attenzione, di continuo ho bisogno di essere rassicurato. Di continuo ho bisogno di sentire: " sei bipolare "... perché così mi definisco. Dato che attorno a me nessuno è certo della mia diagnosi, eccetto quell'amica che ho...mi sento smarrito, non so più chi sono. La mia identità è scombussolata, disorientata. E quell'amica sta scappando, il che è logico...
Per la mia famiglia, il mio disturbo è vago, incerto. Anche per me, e falsa l'immagine che ho di me stesso. Perciò...mi rassicuro come posso, facendo ricerche sui vari disturbi dell'umore, scrivendo, e soprattutto : considerandomi da "mezzo-bipolare" - "mezzo-ciclotimico ". Solo dandomi quest'etichetta posso sopravvivere, perché so che nel mio umore c'è qualcosa che non va. E spesso dubito...: "Non sei malato, non hai niente"...mi strappo i capelli, con la mia diagnosi e con l'immagine che ho di me, e che gli altri hanno di me.
Ciao!
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Malattiacronica
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Sostenere un parente malato...ho l'impressione che sia impossibile. Per me ci vorrebbe un confidente-infermiere-psicologo che mi accompagnasse ad ogni minuto, ogni secondo, quotidianamente. Nessuno può farlo. Per togliere ogni mia angoscia, ci vorrebbero tanti camion...o un treno. Ogni giorno sono assalito dall'ansia, dalle fobie, dall'incomprensione di tutti...e per essere sostenuti, occorre essere affetti da una malattia "che si vede", una malattia fisica...Il sostegno può solo essere temporaneo, momentaneo, ma per quanto mi riguarda sono SOLO, per affrontare il disturbo. Il mio psichiatra gestisce solo le medicine...ed è uno smidollato. Non vedo nessuno psicologo. Non ho più amici, e credo che ciò che caratterizza il disturbo psichico sia la SOLITUDINE. Si...la solitudine.
Ciao.
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Baptiste
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Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Grazie mille @Malattiacronica per i tuoi contributi. Sempre molto interessanti. Per lottare contro la solitudine, hai provato i gruppi di sostegno? Per incontrare altre persone e condividere le vostre esperienze? Voglio dire gruppi dove incontri delle persone fisicamente.
Un caro saluto.
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Amico
La Giornata mondiale della salute mentale 2018 si svolgerà il 10 ottobre e si concentrerà sui giovani. In questa occasione, cerchiamo di capire i nostri familiari e di condividere sui modi per aiutarli, e proteggendosi allo stesso tempo di eventuali delusioni.
Disturbi da prevenire sin dalla più tenera età
Sapete che la metà dei disturbi mentali appaiono prima dei 14 anni? Però, nella maggior parte dei casi, sembrano inosservati. È quindi essenziale, per i familiari, prestare ascolto ai bambini e adolescenti. Si tratta di dare loro l’arma giusta o, secondo le parole dell’Organizzazione mondiale della Salute (OMS), aiutarli a creare le capacità di una resilienza mentale.
Preservare la salute mentale degli adolescenti e dei giovani adulti è essenziale quando si sa che il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i 15 e i 29 anni. In effetti, gli adolescenti devono affrontare numerose sfide, dai cambiamenti fisici ai cambiamenti di vita (fine del liceo e un possibile trasferimento da casa sua). Il consumo nocivo di alcol e di sostanze illecite ed i disordini alimentari colpiscono anche i giovani.
Infine, l’OMS ha identificato due altre sfide per il 2018: le tecnologie online che creano dipendenza e il confronto dei giovani a situazioni umanitarie d’urgenza (conflitti, catastrofi naturali, epidemie...).
Parlare dei disturbi mentali è essenziale
Lottare contro un disturbo mentale e guarire...ma bisogna sapere se siamo affetti! Alcuni pazienti possono negare l’evidenza. I primi segnali di allerta e sintomi di disturbi mentali devono essere notati e soprattutto, verbalizzati. Non si deve lasciare il paziente chiudersi nella sua patologia. Nella maggior parte dei casi che non richiedono un trattamento medicale, parlarne è già andare avanti. Parlate in modo positivo notando tutti i progressi ed i momenti piacevoli e siete pazienti. Non esitate ad accompagnare il familiare durante gli appuntamenti medici per fargli capire che non è solo.
Al contrario, se uno dei vostri familiari decide di confidarsi con voi e di esprimere la sua angoscia psicologica, bisogna cercare di ascoltarlo senza giudizio. La consapevolezza di un familiare è un grande passo, anche se talvolta è difficile. Lasciate da parte colpevolezza, tristezza, delusione, rabbia...La cosa importante è di rompere l’isolamento delle persone che soffrono di disturbi mentali.
Aiutare un paziente: sono all’altezza? Come reagire?
Anche voi, potete provare emozioni difficili da gestire, soprattutto quando il vostro familiare vi da la colpa, vi respinge, vi ignora. Sempre cercando di capirlo ed aiutarlo, non dimenticate la vostra propria salute mentale. Se bisogna, chiedete aiuto per non essere invasi dall’angoscia psicologica.
Parlatene intorno a voi con persone benevoli che possono assistervi ed aiutarvi. Accettate l’idea che forse non potrete aiutare il vostro parente come avevate pianificato e che commettiamo tutti degli errori.
Infine, siete un parente del malato, non il suo medico. È l’operatore sanitario che deve prendere le disposizioni necessarie per migliorare la guarigione del vostro parente.
I contatti per chiedere aiuto ed essere ascoltato(a)
Progetto Itaca 800.274.274
Depressione-ansia 011.6699584
Telefono amico 199.284.284