Depressione e amore
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Sara_B
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Sara_B
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Ultima attività il 21/11/24 alle 16:30
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Ciao @Lorenzo28
Ti ringrazio molto per aver raccontato la tua esperienza ed esserti rivolto a questo forum!
Cari membri del forum,
Avete letto questa storia? Avete qualche consiglio?
Grazie e buona giornata!
Sara del team Carenity
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Sara
Hopeman
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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Ciao Lorenzo,
la tua mail è delicata, sensibile, intelligente e molto garbata. La soluzione sta proprio qui.
Stare vicini a una persona che può avere fasi depressive o sbalzi di umore è impegnativo per chiunque e accade a tante persone: può succedere a un figlio, a un fratello, ecc...
Per la mia esperienza, la pratica più semplice e molto efficace è , paradossalmente, ignorare la depressione. Cioè andare avanti a fare la vita di tutti i giorni, dedicarsi alle varie attività, facendo finta che non ci sia nessun problema. Se invece mostriamo di accorgercene, di discutere, l'altro crederà che ci sia un vero problema. Cito in proposito il Petrarca: "altro schermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger delle genti / perché negli atti d'alegrezza spenti /di fuor si legge com'io dentro avampi". Se una persona in crisi vede intorno a sè una rilassata normalità, si convince della normalità, non del suo "problema".
Le domande come: "cosa c'è? che ti succede?", sono da evitare, perché comportano un esame pesante che l'altro non può fare. Preparare invece un piatto, lustrare l'auto, pulire l'acquario, sfacccendare,come se nulla fosse sono molto meglio, come pure domande semplici: "ti va un gelato? facciamo due passi? Preferisci la pasta al pomodoro o al pesto? A queste si risponde con un semplice "si", senza esami interiori.
Se lei poi vuole aprirsi, ok. Ma il contesto sarà normalizzato.
E se capita un bisticcio? Beh tutte le coppie hanno dei bisticci. L'importante, secondo me, è che non resti traccia, e nemmeno che ci si torni sopra. Cioè dopo 10 minuti non vi ricordate neanche perché avete avuto una discussione e in definitiva vi dimenticate proprio di averla avuta.
Io e mia moglie litighiamo, ma dimentichiamo tutto e presto.
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Lorenzo28
Lorenzo28
Ultima attività il 08/07/24 alle 15:10
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@Hopeman
caro Hopeman,
ti ringrazio molto per la risposta che trovo di grande acume e sensibilità. Apprezzo molto anche la citazione di Petrarca, a volte nella poesia troviamo davvero la più efficace evocazione di un intero panorama interiore.
Vorrei tanto avere la possibilità di fare ciò che dici, spesso ho provato a proporle attività semplici e piacevoli, sperando di trascorrere insieme qualche ora serena, magari offrendomi di portarle un pezzetto di torta che avevo preparato, o cose del genere. Ci ho provato con tanta, tanta delicatezza, amore, comprensione, ma lei non mi concede nulla, glissa sempre, respinge ogni mio gesto. Ormai è quasi un mese che non riesco a vederla, pur stando nella stessa città, la comunicazione è difficilissima e agonizzante. Pochi messaggi, brevi chiamate.
Ieri purtroppo c’è stata una svolta negativa. Ci siamo sentiti al telefono, parlando di varie cose, lei molto stressata sul lavoro eccetera. Ho tentato di manifestare un po’ , con tatto chiaramente, la situazione di disagio che sto vivendo, perché la mancanza di una comunicazione aperta mi fa soffrire. Non le ho detto che soffro, ma insomma ho cercato di farle capire un pochino come mi sento, anche perché da troppo tempo sto mettendo da parte me stesso e i miei bisogni all’interno della coppia, e un breve riscontro per me sarebbe tantissimo. Lei si è subito inalberata, dicendo che lei è fatta così , che il momento è difficile , che lei il telefono lo guarda se può e se ha voglia, ha iniziato ad agitarsi e arrabbiarsi. Le ho detto che non c’era motivo di arrabbiarsi e che volevo solo cercare un po’ di scambio e comunicazione.
A queste mie parole lei è scoppiata a piangere, ha cominciato a parlare in greco (lei è di Atene) e mi ha chiuso in faccia la chiamata.
Successivamente mi ha scritto di lasciarla in pace.
Va da sé che ci soffro davvero molto, ho dormito malissimo, non riesco a fare nulla oggi. È così ingiusto essere trattato in questo modo, nel momento in cui sono sempre stato estremamente delicato, comprensivo, pronto all’ascolto, dolce, rispettando ogni spazio, avendo riguardo di ogni necessità. Ho cercato di prendermi cura del nostro rapporto con tutta la tenerezza del mondo, come fosse La Rosa del Piccolo Principe, ma è tutto assolutamente inutile.
Sono pervaso da un grandissimo senso di sconforto, di impotenza, ricevere un telefono chiuso in faccia è dolorosissimo, non essere ascoltati è dolorosissimo, non trovare un minimo spazio per esprimersi è dolorosissimo.
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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@Lorenzo28 ciao Lorenzo,
Posso solo dire: se fossi al tuo posto, per come sono fatto io, come la vivrei?
Direi con un senso di tribolazione, ma anche di autentica passione. Nell'atto finale mi sentirei rifiutato. Proverei un doloroso senso di abbandono. Cosa che mi obbligherebbe a pensare; " cosa ho sbagliato?" . Poi inevitabilmente; "cosa avrà trovato di sbagliato in me? O sono proprio sbagliato io da qualche parte?"
Questi pensieri sono auto svalutanti e molto dolorosi. Quando mi trovo in questo tipo di condizione non tento più di ricomporre la storia, ma cerco di ricostruire il mio valore, che persiste, se io lo riconosco, anche quando alcune cose vanno male. In questo modo è possibile anche riconoscere il valore dell'altro, anche quando alcune sue azioni ci risultano incomprensibili.
Un cantante scrive una canzone, ma viene stroncato dal pubblico e dalla critica. Non gli farà piacere, ma non può fare altro che scrivere un'altra canzone, pensando dentro di sé: " io sento di essere un musicista che ha qualcosa da dire e che vale, a modo mio: my way..."
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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Poi cercherei di capire la relazione nel suo andamento, nel tempo. È quello che può spiegare la situazione attuale, che altrimenti mi risulta incomprensibile.
Non possiamo cambiare le teste, ma possiamo modificare una relazione
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Lorenzo28
Lorenzo28
Ultima attività il 08/07/24 alle 15:10
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Caro Hopemann…
capisco ciò che dici, ma certo non è facile. Sto tentando di lavorare in tal senso. Ho preso qualche giorno di pausa da tutto perché sono stato parecchio male. La situazione di indefinitezza mi porta a un turbinio di pensieri e emozioni. A volte non so più cosa dire o cosa fare.
sto un po’ perdendo le speranze. Mi stanco a pensarci anche perché ho passato troppo del mio tempo a rimuginare sulle ragioni o sui perché. In questo momento mi sembra tutto vuoto e tutto privo di senso. È un gran fallimento. Mi sento un gran fallimento .
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Ultima attività il 18/11/24 alle 14:08
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@Lorenzo28 Caro Lorenzo,
oramai non dò più consigli perché questo presuppone una maggiore competenza e questo è un modo che fa sentire l'altro un gradino sotto: è paternalistico. Quindi è peggio. Posso solo dirti di riflettere su quello che puoi fare tu. Una volta che hai fatto tutto quello che dipende da te, il resto dipende dagli altri .
Ti posso raccontare invece una mia storia, in un'amicizia vecchia di 20 anni. All'inizio molto attiva (sport, musica), poi dopo il covid divenuta più stanca e in cui la comunicazione è diventata intensa, ma tutta on line, con rarissimi incontri. Ero a disagio. Sono intervenute delle complicazioni esterne. Non ti riassumo tutto il nostro sentire intenso, fino alla rottura. Potevo solo amaramente e ansiosamente rimuginare. Ma alla fine ho risolto. Ho preso un foglio e ho scritto per punti i fatti/episodi accaduti, nudi e crudi. Mezza pagina, cioé niente. Ho detto: "tutto qui?". Il giorno stesso l'ho chiamato e ci siamo ritrovati con semplicità.
Cosa ha funzionato? Che la scrittura era priva di carichi emotivi e di valore degli eventi (veri o attribuiti). Mentalmente non riuscivo a sistemare le cose in condizioni di carico emotivo e rimuginativo, senza vedere colpe di entrambi: ero coinvolto e direi sopraffatto. Non ci si può strizzare i panni stando in acqua!
L'elenco su carta non ha niente di tutto ciò. Mi ha permesso di vedere che gli episodi invece erano di scarsa importanza oggettiva. Alcuni erano talmente cerebrali che non si potevano neanche scrivere. Ci siamo caricati entrambi probabilmente perché la vita di ciascuno si era caricata di pesi della vita estranei alla relazione. Non abbiamo mai potuto vederli insieme perché non li abbiamo mai riportati nella nostra storia, nella quale si parlava solo di sport e musica e un po' di chiacchiere.
Un altro metodo efficace che adotto è questo. Viene dalla mia esperienza nell'ascoltare persone in difficoltà che sono poco in grado di organizzare razionalmente un episodio. Faccio così: ascolto tutta la storia senza esprimere opinioni, giudizi, consigli. Non faccio nemmeno capire cosa penso (come cenni di assenso/dissenso). Non tiro le somme, Niente: solo ascolto benevolo e neutro di tutto quello che mi vuole dire, emozioni comprese.
Ecco, allora che se mi confido io con una persona cara, chiedo preventivamente che faccia altrettanto con me. Chiedo solo l'ascolto, non le opinioni. Raccontarci fa bene, ma senza coinvolgere l'interlocutore, chiamandolo a far parte della dinamica della storia.
Ultimamente, quando mi confido con mia moglie, faccio prima un patto che prevede che non mi farà capire come la pensa.
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Lorenzo28
Lorenzo28
Ultima attività il 08/07/24 alle 15:10
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Ricompense
Esploratore
Buongiorno,
ho deciso di scrivere qui perché mi piacerebbe confrontarmi su una questione che ultimamente mi crea un po’ di difficoltà. Magari qualcuno è in grado di darmi qualche consiglio, anche solo condividendo la sua esperienza.
Da qualche tempo frequento una ragazza con cui si è creato un legame speciale. Lei soffre di una forma di depressione certificata e diagnosticata. Me ne ha parlato solo di recente in maniera aperta, anche se avevo sospettato che ci fosse qualche condizione complessa. Ad esempio, fin dagli inizi, è successo che nella notte si svegliasse in preda a incubi molto vividi, in uno stato di agitazione, impaurita, come se qualcosa la stesse minacciando. Altre volte ha avuto reazioni esagerate, a tratti rabbiose e aggressive, che poi sono però sempre rientrate a uno stato di normalità e razionalizzazione. Un altro aspetto che notavo riguardava il fatto che lei fosse sempre in ritardo, in maniera quasi cronica.
Da quando mi ha raccontato meglio cosa la affligge riesco a inquadrare certi atteggiamenti, ma soprattutto nei suoi momenti di down mi trovo molto impotente. Vorrei trovare il modo di farle anche solo sentire la mia vicinanza, con delicatezza, ma è come se lei alzasse dei muri per cui anche la comunicazione diventa veramente lenta e faticosa. Ultimamente la condizione si è aggravata per alcune sue questioni familiari che le danno forti preoccupazioni, e in questo momento mi trovo davvero in una situazione in cui mi risulta difficile fare o dire qualcosa, o anche solo esserci in maniera positiva. Mi trovo io stesso spesso triste o preoccupato per lei, sto cercando di avere molta pazienza e comprensione, di rapportarmi con delicatezza, ma non è sempre facile. Da parte sua c’è una sorta di scissione che alterna grande dolcezza e tenerezza, soprattutto quando stiamo insieme, mentre altre volte è come se fosse completamente assente, come se chiudesse il mondo completamente al di fuori.
Non so bene come agire, forse non c’è proprio nulla da fare in certi momenti. Cerco di mantenere il mio equilibrio, frequentare i miei amici, concentrarmi sul lavoro. Mi lega a lei un sentimento profondo e quando c’è qualcosa che la tira in basso finisco inevitabilmente per soffrirne anche io, in uno stato di blocco che cerco di gestire con razionalità , senza prendere nulla sul personale. Cerco di godere degli sprazzi di luce che ci sono concessi quando la depressione le dà un po’ di tregua. Lei è una ragazza speciale, con tante qualità e con afflati di dolcezza che difficilmente ho trovato in altre persone . Vorrei che potesse vedere tutta la bellezza che ha dentro.
Vi ringrazio se siete arrivati a leggere fino a qui e mi piacerebbe, se qualcuno avesse voglia di raccontarle, leggere anche le vostre esperienze in merito. Avere una relazione romantica con qualcuno che soffre di depressione può essere sfibrante a tratti, ma forse non impossibile. Forse la chiave è riuscire amare soprattutto nei momenti più difficili, mantenendo saldo il proprio centro.