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odio gli altri
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Ex membro
In genere l’odio e il fastidio che si rivolge verso gli altri, almeno per chi soffre di disturbi quali la depressione o disturbi di personalità, sono proiezioni dell’odio o del fastidio verso aspetto di noi che non tolleriamo.
Ex membro
E' un argomento complesso su cui mi sono confrontato all'inizio con la mia terapeuta .
I concetti assoluti sono sempre estremizzazione, tutti cattivi , tutti odiosi .
Siamo tutti umani , non siamo mai completamente buoni o cattivi, in ogni buona azione fatta con le migliori intenzioni può esserci una punta di autocompiacimento , come in ogni azione cattiva c'è magari una minima giustificazione , vale per noi come per gli altri .
Ho vissuto una vita cercando di fare sempre le cose giuste, di essere buono, lo facevo perché pensavo fosse l'unico modo di farmi accettare dagli altri , quindi le mie azioni erano sbagliate ?
Dobbiamo fare pace con la parte peggiore di noi , quella più perfida e meschina , dobbiamo accettarla perché c'è e non possiamo pensare che si possa vivere escludendola , allora potremmo accettare gli altri .
La vita è fatta di persone comuni, un po' buone e un po' cattive, niente eroi infallibile e incorruttibili ne mostri senza anima , esseri umani solo questo .
Colgo l'occasione per ringraziare Angel72, ho ripreso la terapia dopo un intenso confronto e riflessione personale, grazie per i tuoi consigli .
Romijuan
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Romijuan
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@Folkner Il mio di stamattina era uno sfogo, ovvio che non penso per qualificazioni assolute. Penso, però, che ogni nostra azione, in quanto viventi, sia tesa alla nostra propria sopravvivenza, e contenga quindi un elemento di egoismo assolutamente necessario, anche le azioni che apparentemente sono più lontane dalla nostra autoconservazione.
@Angel72 Hai proprio ragione, in effetti noi percepiamo gli altri solo in quanto proiezioni di noi stessi. Questo, comunque, non scagiona la maggior parte delle persone, che sono nientemeno che dei bulletti istituzionalizzati (vedi per esempio i comportamenti sessisti, così diffusi da far parte dell'identità di alcuni, anzi fondarla), e, francamente, se ho un lato di questo tipo non voglio diventare tollerante nemmeno verso me stess*. Inoltre, quello che hai detto non significa che loro siano buoni e che il problema sia io, e non può significarlo, altrimenti significa che situazioni di sostanziale oppressione non lo siano, e quindi non si riconosce l'esistenza (invece oggettiva) di oppressione e soprusi.
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@Folkner sono davvero contento se ti sono stato d’aiuto. Spero che nuova terapia sia efficace.
@MaryJuana sono d’accordo con te, non devono essere tollerati comportamenti discriminatori o oppressivi se questi dipendono dagli altri. Io mi riferivo ad esperienze personali per le quali mi è capitato di contestare, ad esempio in mia madre, comportamenti che a posteriori ho riconosciuto essere anche miei. In quel momento litigavo con mia madre ma stavo combattendo me’ stesso. Jung era un fermo sostenitore di questa teoria, spesso le terapie di gruppo servono ad interiorizzare figure materne e paterne idealizzate che consentono di ritrovare la pace con se’ stessi tramite la riconciliazione delle figure genitoriali. Questo non vuol dire ovviamente che riallineerai i rappprti con i tuoi genitori.
Romijuan
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Perfetto, quindi quello che dici non esclude il fatto che io li odi. Posso anche lavorare su di me, posso fare in modo che questo sentimento mi faccia meno male, ma l'odio resterà lo stesso, e, francamente, dato che il suo unico effetto è che io combatta la gente di merda, è sacrosanto che resti.
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Non mi interessa nemmeno confrontarmi su questo argomento, ho bisogno solo di un punchingball-ball per sfogare tutta la mia ansia. Io odio le altre persone: non riesco a capirle, non riesco ad interpretarle, e loro vogliono interagire, ti dedicano la loro attenzione, e questo mette per forza in luce la mia inadeguatezza, Li odio, vorrei essere invisibile, fare le cose che mi interessano senza che nessuno mi usi come metro di paragone di se stesso, chiedendomi cosa faccio o sparando cattiverie sugli altri/vantandosi per sentirsi meglio, Vorrei che capissero il mio fastidio quando mi parlano, il mio non comprenderli, l'ansia che mi provocano, e mi lasciassero semplicemente in pace. Odio gli altri, li odio, mi fanno schifo, e qualsiasi cosa facciano mi sembra che abbiano delle cattive intenzioni. Io non sono molto meglio, alla fine siamo tutti uguali, perseguiamo gli stessi fini di sopravvivenza e autoconservazione, e anch'io uso gli altri per quello che mi serve, ma almeno poi non spaccio costrutti come l'amore o l'amicizia come se fossero cose buone, quando sono la sublimazione di un atto di predazione, quando sono la più alta forma di egoismo che esista.