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Pazienti Tumore del seno
Il mio articolo sulla mia esperienza di cancro al seno
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Coriandolo
Coriandolo
Ultima attività il 23/12/21 alle 16:31
Iscritto nel 2015
1 commento pubblicato | 1 nel forum Tumore del seno
Cara Simona, so esattamente cosa devi aver provato, ci sono passata anch'io, nel lontano 2004 mi hanno fatto una mastectomia bilaterale con svuotamento ascellare da entrambe le braccia. Come te ho vissuto per un certo periodo come ovattata, ed è vero che si diventa di ferro se si vuole sconfiggere quel maledetto bastardo. Ho avuto solo una fortuna rispetto a te, il tutto è successo solo una volta. Non ho mai pensato di morire, forse non volevo morire. Ti abbraccio forte forte, e ti dico: sorella mia.
Antonella
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Antonella Malfatti
Ex membro
Care amiche io sono nuova e la malattia non ha colpito me, bensì mia madre, ma è come se avessi avuto un pugno in faccia anche io, visto che siamo in simbiosi. Lei sta affrontando abbastanza bene le chemio, così come la precedente quadrantectomia con una micrometastasi ad un linfonodo, forse perchè è molto credente, ma io sono spaventata. Soprattutto perchè il suo è un triplo negativo, ed io ne ho lette di tutti i colori. Credo nella medicina, e nella sua forza, ma da figlia temo il peggio, forse percè ho già perso papà, e quindi tendo a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto...
Cerco di distrarmi, ma il mio pensiero va sempre a questa forma di tumore aggressivo, non passa un giorno che non ci pensi...
Scusate per lo sfogo.
Morena
Ex membro
Sono Daniela, alla prima mammografia eseguita a fine dicembre scopro di avere delle microcalcificazioni, innumerevoli, al seno sinistro. Mastectomia, esiti ed esami post operatori positivi. mi dicono sei fortunata.. carcinoma duttale in situ!! Per me diventa quasi normale il fatto di non avere più il mio seno.. ma non è così sono periodicamente terrorizzata e vado alla ricerca di statistiche probabilità di attacco all'altro. Leggendo voi tutte capisco che già il fatto di non aver subito la chemio è pazzesco. Spero di trovare serenità e riuscire a passare anche solo un giorno senza il pensiero di quello che poteva essere o di quello che potrebbe essere in futuro.
Un bacio a tutte..
Daniela
Francy62
Francy62
Ultima attività il 30/04/20 alle 23:05
Iscritto nel 2017
2 commenti pubblicati | 1 nel forum Tumore del seno
Ricompense
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Esploratore
Sono stata operata a settembre 2016 , mastectomia del seno sinistro ma nessuno svuotamento ascellare perché il linfonodo sentinella era negativo e soprattutto nè chemio nè radio e il 20 maggio mi hanno fatto la ricostruzione !!! so di essere stata fortunata , fortunatissima direi , ma rimane dentro la paura del futuro , che tutto possa ripetersi che tutto possa essere più grave e soprattutto che ci sia altro dentro di me ...
Un bacio a tutte
Ex membro
Sono stata operata a Maggio 2016, mi hanno tolto un nodulino (carcinoma lobulare infiltrante) il linfonodo sntinella negativo, ho fatto 16 gg di radio, poi cura x 5 anni con anastrozolo, 1 pasticca al giorno. E' come avere una spada di Damocle in testa, non sai mai se torna, e' un evento che mi ha cambiato la vita, invece di fortificarmi mi ha indebolito, sono diventata piu' fifona, ho perfino pensiero ad andare dal dentista, purtroppo pero' stringiamo i denti e andiamo avanti con la speranza che tutto proceda per il meglio.
Ciao a tutte e un abbraccio
luna48
luna48
Ultima attività il 17/08/23 alle 09:50
Iscritto nel 2015
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Ricompense
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Esploratore
una storia che si ripete,, proprio a me. non è possibile. io sto bene. forse si sbagliano.. vado da un'altro specialista, rifaccio gli esami .. e poi la dura realtà. si pensa sempre che succeda agli altri.. ma gli altri siamo noi.. un'unico universo.. comunque alla fine bisogna essere ottimisti. sempre , e combattere fino all'ultimo respiro.. si può guarire. bisogna esser sempre ottimisti.. anche nei momenti di chemioterapia e radioterapia.. ne sono guariti molti.. e si può anche convivere. conosco una persona che convive da ben venticinque anni con il nemico e ogni sei mesi un piccolo intervento e via.. pertanto amici siamo ottimisti. mangiamo sano , viviamo senza incubi e l'universo ci farà vincere. Vogliamoci bene
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luna48
Baptiste
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Ricompense
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Amico
Grazie mille per i vostri contributi, molto interessanti Ringrazio chiunque vorrà condividere la sua esperienza anche con noi. Un caro saluto a tutta la comunità.
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Baptiste
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Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Cari membri @GabriellaBuonanno @Ellybonny @Sara.titty @Luigicremone avete visto questa discussione? Aspettiamo la vostra esperienza a riguardo. Ci sarà molto utile
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Baptiste
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Cari membri mi permetto di rilanciare questa discussione che mi sembra interessante. @Rosotta @Nunziavetuschi @Lory67 @LauraFalco @Dadavoice @DibiagiMaria come state oggi? Cosa ne pensate di questa discussione? Qual è la vostra esperienza a riguardo? Grazie mille in anticipo
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Baptiste
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Cari membri come state oggi? @Sabaro2 @Paolago @elyana68 @Marfran @FabbriCristina @GisellaGrazia Non so se avete visto ma abbiamo scritto un articolo che riguarda Nastro Rosa e Ottobre Rosa che potete leggere qui:
Non esitate a condividere le vostre esperienze con noi per aiutare la comunità. Grazie tanto in anticipo
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Ex membro
Ecco un articolo che ho scritto sulla mia esperienza con il cancro al seno. Leggetelo. La mia testimonianza, il mio percorso, la sofferenza di tutte...
Il mio maledetto compagno (di Simona Liubicich)
Non credo in molte cose.
Sono religiosa, ma cattiva praticante. Mi immergo in ciò che i miei occhi permettono ogni giorno di “vedere”: il cielo blu, i gabbiani che strillano alti nel cielo, un albero che, nonostante il cemento continua a crescere rigoglioso e potente più dello scempio umano.
Il sorriso di un bambino che tende le braccia alla madre e lo sguardo di un anziano pescatore, il volto arso dal sole e deformato dalle rughe, ma rassicurante e forte. Questa è, o perlomeno era, la mia vita. Tranquilla, nessuno scossone sino a tre anni e mezzo fa, quando il mondo e tutto ciò in cui credevo ha rischiato di crollarmi addosso come scosso da un terremoto, una rovina di pietre pesanti. Troppo pesanti.
Sono felicemente sposata, ho una figlia adolescente, un lavoro che amo, una vita agiata. Forse è per questo che è accaduto; ero troppo felice. Io avevo troppo. Mi si doveva togliere qualcosa, forse per donarla a qualcun altro.
Par condicio, è così che oggi amo pensare.
Finché nella tua vita non accadono certi fatti, non pensi potranno mai toccarti, ti credi invincibile. Ti dispiace per gli altri, ma passi oltre, vai avanti per la tua strada col sole in fronte, con quell’aura di finto potere che ti accompagna ogni giorno, con spavalderia. Così ero io, pronta ad aprirmi al mondo e alle sue occasioni, una valigia sempre in mano e un biglietto aereo. Felice. Andavo veloce, correvo attraverso mille impegni. Un leopardo perennemente in caccia. Un’amazzone.
Aprile 2012.
La svolta, il muro di cemento armato che ferma di colpo la mia strada. Sono colpita, cado a terra ferita, svuotata, incredula, gli occhi fissi sul patologo.
No, non sono io, mi ripeto mentalmete, hanno sbagliato, non è possibile, io sto bene. Nessun sintomo, solo un leggero fastidio all’ascella sinistra. È sicuramente uno sforzo compiuto in palestra col bilancere troppo pesante, penso intanto che l’ecografia sonda il mio seno sinistro. Lo sguardo del medico è preoccupato e alla parola biopsia qualcosa dentro di me si spezza come un sottile calice di cristallo. L’esito non lascia dubbi: ho un cancro, grave, avanzato.
Il primo pensiero va a mia figlia, ha solo dieci anni, non posso lasciarla sola. Non si piange, Simona, mi ripeto. Sono incazzata, ho una rabbia addosso che sarei pronta a uccidere, se ci fosse una guerra in corso, col sorriso sulle labbra e senza pentimento. Coltello, coltello, lama, ripete la mia testa…
Vivo la notizia immersa in un’atmosfera che non mi appartiene; ovattata, le voci mi giungono indistinte poiché non ho nessuna intenzione di ascoltarle. No, sono sorda in quel momento, non voglio essere disturbata mentre la mia mente elabora l’accaduto e lo rifuta, decisa. È proprio Francesco, il mio meraviglioso compagno che prende in mano la situazione. Noi due non abbiamo bisogno di parole, ci capiamo al volo, talvolta penso di avere uno speciale collegamento telepatico tanto siamo sintonizzati. Ferma il medico, gli dice qualcosa, li vedo annuire. Prendo lo smartphone dalla borsa, devo avvisare i miei e voglio dirlo prima a mio padre, lui saprà cosa fare con la mamma, la deve preparare al colpo. Poche parole, scandite con fermezza, la mia voce mi appare come registrata, meccanica, ma non sbaglio una virgola. Quando riattacco, mi siedo. Il medico si avvicina e si siede vicino a me. Ma che cazzo vuole? Farmi coraggio, forse? Reagisci, Simona!, mi impongo. Non riesco e non sento niente di quello che mi dice, ancora oggi non ricordo una parola. È mio marito che mi scuote dal torpore. È serio, quei bellissimi occhi color ghiaccio sono decisi, come sempre. «Morirò» gli dico sentendo la voce incolore, metallica. Ho il fiele in bocca. «NO!» Mi risponde, secco. «Non ti lascio morire, io. Ti porto via da qui…»
A casa della mia famiglia.
È papà che mi apre la porta. Non diciamo una parola.
Ci abbracciamo forte, la sua stretta mi riporta indietro nel tempo, una bambina che piangeva e lui che la confortava con immenso amore. La sua bambina. È così anche adesso: le lacrime scendono silenziose intanto che mi stringe di nuovo come fosse quel giorno.
Ci guardiamo, i nostri occhi sono talmente identici da sembrare riflessi in uno specchio. Vedo l’uomo che mi ha cresciuta, forse lo vedo davvero per la prima volta perché in quel momento mi rendo conto di essere lui, esattamente come lui e ne sono fiera.
Il nostro silenzio è sacro, inviolabile, le parole sarebbero inutili e superflue. Mia mamma è dietro, muta in un silenzio surreale: lei è una chiacchierona, gioviale, non è lei in quello stato. So che dovrò sorreggerla io. Mia nonna morì di cancro al seno a quarantadue anni, lato sinistro. Indovinate la beffa del destino che la sta colpendo, di nuovo? Sua figlia, quarantadue anni, ha un cancro al seno sinistro. La guardo, mi impongo di smettere di piangere e divento di pietra. «Io non morirò» le dico, incerta nella mente, ma sicura di una perfetta recitazione. Lei deve crederci, ora più di me, più di tutti… La strada è lunga…
Che cosa si prova quando l’oncologo dice “non abbiamo alternative, mastectomia con dissezione ascellare totale…” Può succedere, giusto? Ok… Che cosa si prova quando, dopo tre anni, un seno perso e una recidiva, il cancro ti colpisce di nuovo all’altro seno e l’oncologo ti ripete “non abbiamo alternative, mastectomia con dissezione ascellare totale…” ? Che cosa si prova a essere mutilate, private dell’essenza della femminilità quale è un seno, un seno del quale io andavo orgogliosa, alto e sodo anche dopo i quarant’anni? Rabbia! Il mio sentimento è rabbia primordiale, lava rovente che scorre nelle mie vene al posto del sangue, del sudore e delle lacrime. Tutti i miei liquidi sono fuoco, ira: talvolta credo di essere pazza. Tre anni in cui ho perso per tre volte i miei capelli, le mie ciglia lunghe, il corpo disfatto dalle chemio, dal cortisone e dalla radioterapia.
Tre anni e mezzo a oggi. E adesso? Lui tornerà? Non posso dirlo, forse potrebbe essere di nuovo dentro di me, forse mi sta già aggredendo da dentro e non lo so ancora. Quello che è certo, dovrà ammazzarmi per vincere.
Ho perso parte della mia vita, ho perso quella luce di ingenuità nel guardare le cose, sono diventata cattiva e intollerante alle cazzate. Sì, cazzate e lo dico senza vergognarmi della volgarità di una parola: in fin dei conti, cos’è una parola? Solo una parola. Mille parole, milioni, miliardi di parole e io sono sempre qui a combattere.
Il cancro mi ha devastata fisicamente, ma mi ha stranamente fatta diventare di ferro.
Lui ha creato il suo mostro. Me. Nulla è più di una malattia che suona come una campana a morto, nulla è più della paura di pensare se vedrai l’anno seguente, tua figlia crescere, magari innamorarsi, sposarsi e avere dei figli. Invecchiare normalmente mano nella mano con l’uomo che amo più della mia vita. Nulla. Il cancro colpisce duro, ma ti fa diventare come un muro, un muro antico che sopravvive alle intemperie e agli anni. Il cancro… Io… Il mio maledetto compagno…
Simona Liubicich
Logokrisia.com