Crisi epilettica: riconoscere i sintomi e sapere come intervenire
Pubblicata il 6 gen 2020 • Da Louise Bollecker
Conoscete tutte le forme che può adottare l'epilessia? Conoscete le azioni corrette da fare nel caso di una crisi? Leggete i nostri consigli e condividere questo articolo con gli altri!
I numerosi sintomi dell'epilessia
Crisi tonico-cloniche
La gente molto spesso assimila l'epilessa ad una convulsione tonico-clonica generalizzata, ciò che corrisponde ad una perdita di coscienza. Spesso viene preceduta da un grido, una contrazione muscolare generalizzata, tremori in tutto il corpo, morsi sulla lingua, occhi al cielo... Questa crisi è seguita da un ritorno progessivo alla coscienza normale dopo un periodo di confusione e di scoraggiamento.
Altri tipi di epilessia
Questa visione troppo limitata della crisi epilettica è la più impressionante per la sua spettacolarità. In realtà, i sintomi clinici si manifestano con crisi epilettiche la cui forma varia a seconda della localizzazione della scarica elettrica, ma anche per la natura molto localizzata o diffusa di questa scarica: è meglio parlare di "epilessie".
>> Capire l'epilessia: quali sono i diversi tipi di crisi?
Si possono osservare sintomi diversi come:
- - Crisi parziali che colpiscono solo alcune parti del corpo e portano a disturbi motori, sensoriali e sensitivi, a problemi di memoria o di coscienza; a volte possono diventare crisi generalizzate.
- - Assenze durante le quali il paziente sembra essere isolato dal mondo, fissa e non reagisce più agli stimoli esterni per qualche secondo.
- - Contrazioni muscolari involontarie: mioclonie
- - Movimenti anormali (o automatismi): masticazione, movimenti più o meno coordinati delle estremità, rotazione della testa e degli occhi.
- - Allucinazioni sensoriali: visive, uditive, olfattive, gustative
- - Impressione di "déjà vu", di sogni
- - Crisi a contenuto puramente psichico o emotivo: breve paura, risate, pensieri forzati, etc.
Cosa fare di fronte ad una crisi epilettica?
Le cose da fare
State assistendo ad una crisi tonico-clonica con convulsioni? Ecco alcuni consigli per reagire in modo efficace:
- - State calmi, non fatevi prendere dal panico, perché la crisi è di durata limitata.
- - Prevenire le cadute: stendere la persona con delicatezza e, appena possibile, girarla di lato.
- - Se il soggetto è già a terra, qualcosa di morbido deve essere posto sotto la testa, in modo che se la convulsione persiste, la testa non colpisca una superficie dura.
- - Una volta superata la crisi, il soggetto deve essere posizionato con la testa da un lato per favorire il flusso di saliva e permettere una respirazione normale; assicuratevi che la persona respiri senza difficoltà, soprattutto se il viso diventa pallido.
- - Evitare di raggruppare le persone intorno al soggetto: la confusione non aiuta a ritrovare la calma.
- - Rimanere con il paziente dopo la crisi perché alcune persone rimangono confuse e disorientate diversi minuti dopo la fine apparente della crisi.
Le cose da non fare
Ci sono alcune idee sbagliate comuni su come aiutare un paziente epilettico durante una crisi epilettica. Tuttavia, in nessun caso si deve:
- - Aprigli la bocca.
- - Inserire un oggetto nella bocca
- - Bloccare le braccia o le gambe - non cercare di limitare i movimenti del soggetto nella stanza, in quanto ciò può causare reazioni inaspettate.
- - Non cercare di porre troppe domande al paziente: può capire senza poter esprimersi correttamente.
Questo tipo di pratica, oltre ad essere inutile, è anche pericoloso: può causare fratture dentali, forti dolori muscolari, ecc. Inoltre, il caregiver può essere ferito anche dal paziente epilettico.
Nel caso di una crisi di epilessia, durante la quale le convulsioni sono molto prolungate senza che il soggetto riprenda conoscenza, o quando una convulsione segue l'altra, e un'altra ancora, è necessario chiamare un'ambulanza per portare il paziente al pronto soccorso.
Avete già aiutato o assistito un paziente durante una crisi epilettica?
Avete qualcosa da aggiungere? Non esitate a condividere domande o consigli
Articolo scritto sotto la supervisione del Dr. Henri RUBINSTEIN, specialista in esplorazione neurologica a Parigi.