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Scoperto nuovo meccanismo del diabete di tipo 2
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Andare all'ultimo commentoEx membro
Perdonate se insisto, che si faccia una sana e corretta attività fisica, che si mangi altrettanto correttamente lo do per scontato, altrimenti sarebbe darsi la zappa sui piedi, che dietro ogni cura ci sia un business anche, visto che le case farmaceutiche non siano propriamente delle società benefiche e senza scopi di lucro, pure, però questo non può e non deve distogliere l'attenzione dai progressi della scienza specie nel campo medico, malattie prima incurabili ora lo sono. Io ho 48 anni e circa 10 anni fa dopo un operazione e radio mi sono salvato da un tumore per un soffio, quando qualcuno, anche medici, mi dicevano che con cure alternative ce l'avrei fatta, "l'alternatività" mi avrebbe portato sotto terra. Ora da un paio di anni ho scoperto il diabete di tipo 2, ma dopo la precedente brutta esperienza, poco mi spaventa più. Detto questo, occorrerebbe un sano equilibrio, di vita prima di tutto, e di attenzione alle novità ed alle scoperte anche. Perché non aver fiducia che si possano trovare farmaci migliori o cure meno invasive? Ho letto ultimamente di trapianti di isole pancreatiche che danno ottimi aspettative a chi affetto da diabete di tipo 1. Insomma perché essere così negativi e non dei sani realisti? Un caro saluto a tutti.
giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Ciao Marco,
Tu dai troppe cose per scontate. Ad esempio dici:" che si faccia una sana e corretta attività fisica, che si mangi altrettanto correttamente lo do per scontato".
Ma io punto è che NON E' AFFATTO SCONTATO.
Ad esempio fare una corretta attività fisica che significa? Mettersi a correre due ore, due volte a settimana? Fare una biciclettata di quattro ore una volta a settimana? Chiudersi in una palestra quattro ore a settimana facendo pesi, ciclette eccetera? Oppure l'attività fisica da fare deve essere COMMISURATA alla nostra età e alle nostre patologie?
Io ritengo che la risposta giusta sia quest'ultima.
Da giovane, fino ai 50 anni, correvo tre volte a settimana, un'ora per volta. Eppure questa attività non mi è servita ad evitare il diabete.
Adesso ho capito che la attività corretta per prevenire e curare il diabete TIPO 2 è una attività AEROBICA, ovvero che aumenti il contenuto di ossigeno nel sangue. Ovvero una semplice CAMMINATA all'area aperta, - possibilmente nei campi o nei boschi dove l'aria è più pura - e, possibilmente VELOCE, di un'ORA al giorno TUTTI i giorni.
Quanti sono quelli che conoscono questo fatto?
E quanti sono viceversa convinti che basta andare in palestra due volte a settimana?
Anche sulla alimentazione corretta c'è moltissimo da dire.
Anche in questo caso, se si approfondisce, si fanno delle scoperte insospettabili. Ovvero che vi sono degli ALIMENTI che ABBASSANO la glicemia. Fra questi il cavolo, il broccolo, la mela, la carota, il pompelmo e il pesce marino.
Altri alimenti che l'innalzano moltissimo. Fra questi la birra e i prodotti - pane, pasta, pizza - di grano duro (proveniente quasi tutto dal Canada e perciò ricco di residuo di glifosato).
Le cose non sono per niente semplici come possono sembrare oppure come dovrebbero essere.
Chiediamoci: come mai nelle innumerevoli trasmissioni televisive dedicate alle diete, non si parla MAI delle diete adatte ai diabetici (che in Italia sono quattro milioni)?
Come mai vengono invece riproposte fino all'ossessione diete ricche di grassi animali, di cremine, di salse, di dolci, di margarine, di bevande salate o zuccherate, che viceversa INDUCONO il diabete?
Il fatto importante è che la nostra società ha un unico Dio: il PROFITTO. E per il Dio profitto viene sacrificato tutto, a cominciare dalla salute della gente.
Occorre tenere IN OGNI ISTANTE bene a mente che il CONFLITTO DI INTERESSI determina TUTTE le scelte che fanno i nostri governanti.
Nel 1991 il ministro De Lorenzo intascò una tangente da 600 milioni di lire dalla GLAXO per rendere obbligatorio un vaccino che non rispettava le specifiche.
Quanti sono i vari ministri De Lorenzo che si sono succeduti negli anni e che compiono delle scelte che condizioneranno le nostre vite, la nostra salute e il loro portafoglio?
Quindi la ricerca scientifica è giustissimo che venga potenziata. Ma il controllo dei risultati della ricerca scientifica deve essere affidato a enti o istituti INDIPENDENTI, non alle stesse aziende che hanno finanziato la ricerca.
E soprattutto gli investimenti devono essere indirizzati maggiormente verso la PREVENZIONE delle patologie piuttosto che verso la cura delle complicazioni patologiche.
Giovannimario
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Giovannimario
Ultima attività il 08/12/22 alle 19:01
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Leggere quello che scrive Giupipino è come leggere il vangelo,purtroppo amici c'è nè dobbiamo fare una ragione,ma comunque non è che dobbiamo fare una vita da miserabili,privarci di ogni bene, sacrificarci di ogni cosa.Ad esempio io mi trovo spesso in comitive dove si consumano lauti pranzi,ebbene dopo aver mangiato è prassi controllare la glicemia,vi dico che non la trovo così alta perchè io partecipo alla cerimonia ma non nel consumare cibo ma solo nella convivialità del momento.E lo stesso sistema lo adotto anche in famiglia,non faccio pesare la mia malattia ai familiari anzi sono loro che si adeguono al mio fare.Anche l'attività fisica non deve pesare,la si deve fare con piacere e trovare sempre delle motivazioni,lo dico sempre è tutta questione di testa,a volte se per causa di forza maggiore stò due tre giorni che non vado a correre mi sento male.Sottoscrivo quello che ha scritto primulajonica,il diabete è la consequenza di una vita errata,almeno per quando mi riguarda,alla prossima.
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Giovanni Perrella
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Buonasera a tutti;
Vorrei tornare sulle parole del primo commento di Baptiste. La causa genetica è una delle possibili spiegazioni dell'incidenza della malattia o, in altri termini, essa è la predisposizione a contrarre la patologia, che varia da soggetto a soggetto. Non capisco tutta questa acredine nei confronti di studi e ricerche, che non si basano su esperienze personali o opinioni, bensì su migliaia di casi clinici, documentati e statisticamente rivelati. Ancora meno capisco la dietologia di molti commenti, sempre più convinti che le case farmaceutiche stiano fomentando informazioni false solo per scopo di lucro. Lo scetticismo con cui vengono accolte nuove scoperte è irrispettoso verso coloro che dedicano la propria vita e passione alla ricerca. Molti di voi preferiscono ascoltare le opinioni di ciarlatani che le parole di professionisti, senza neppure porsi la domanda se ci si stia dimostrando troppo arroganti e vanesi nel controbattere al lavoro di migliaia di medici con esperienze personali, tutte da documentare, o notizie lette in siti inattendibili.
Mi permetto di aggiungere un altro piccolo aspetto: gran parte dei programmi di ricerca, e la loro quasi totalità svolti negli Atenei, sono finanziati dallo Stato, non da privati. Non sussiste un conflitto di interesse tale da poter compromettere la libertà della ricerca scientifica. Forse sarebbe più produttivo provare ad utilizzare il prezioso spazio concessoci da Carenity per condividere informazioni, articoli e libri divulgativi. Molti malati cercano una lettura chiarificatrice, capace di potergli orientare nel dramma della loro malattia. Non offriamo alle persone in difficoltà labili opinioni come dogmi inviolabili. Abbiamo tutti noi la responsabilità di aiutare gli altri, non di forviarli.
giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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@Giovannimario
Sono d'accordo con te che badare all'alimentazione e allo stile di vita, per proteggere la nostra salute non deve essere un sacrificio insopportabile.
L'oncologo Franco Berrino, in questo video ci insegna come cucinare piatti prelibati che soddisfino anche il palato, oltre che proteggerci dal cancro, dal diabete eccetera:
https://www.facebook.com/M5Scarlaruocco/videos/1317174941726941/
Personalmente aver cambiato alimentazione e stile di vita non rappresenta più un problema.
Mi è successo come dopo aver smesso di fumare.
I primi tempi sono stati duri, ma poi, una volta disintossicato, ho cominciato ad avvertire fastidio perfino del fumo degli altri.
Adesso ad esempio, i cibi troppo zuccherati come i dolci, mi fanno schifo. E le sostanze salate mi appaiono insopportabili. Ho imparato a salare con pochissimo sale iposodico, oppure a non salare affatto e utilizzare solo le spezie per insaporire i cibi.
Ho comprato uno spremiagrumi elettrico e ho scoperto che una spremuta di pompelmo rosa, allungata con acqua fresca di frigo leggermente frizzante, bevuta al pasto al posto del vino o della birra, oltre a non alzare la glicemia, può essere molto piacevole.
Altre scoperte sono che la pasta fatta con farina d'orzo, di avena o di farro non alzano troppo la glicemia, per cui nulla osta due o tre volte a settimana mangiarsi una bella pastasciutta con tale tipo di pasta.
Ho scoperto che alcuni ristoranti cucinano la pizza con farina di farro. Questa è una possibile soluzione al problema di passare una serata con amici al ristorante senza mandare la glicemia alle stelle.
In ogni caso anche se si sgarra leggermente una volta a settimana non succede nulla. Ad esempio nella cena al ristorante con amici o con la famiglia si può ordinare una bistecca di angus, oppure una grigliata di pesce e un bicchiere di rosso. L'importante è non ordinare una pastasciutta associata a un quarto di vino, oppure una pizza e una birra da un terzo, perchè in questo caso ci si troverà, molto probabilmente con una glicemia a 160 (o più) che si manterrà su tale valore tutta la notte, producendo danni all'organismo.
Insomma io credo che sia meglio stare attenti in modo da PREVENIRE le complicazioni gravissime del diabete, che non curarle DOPO che queste si sono già manifestate.
Giovannimario
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Giovannimario
Ultima attività il 08/12/22 alle 19:01
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Come si fà a contraddirti,parole sante!!
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Giovanni Perrella
EUREKA
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EUREKA
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Ultima attività il 29/06/24 alle 01:22
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@giupipino, Pienamente D'accordo , io faccio lo stesso da mesi tranne x la pasta una volta alla settimana, alla domenica solo perchè sono invitato perennemente da mia sorella altrimenti si offende. si anche ho smesso di fumare come dicevo in altro post ma in compenso Svapo con zero nicotina fin quando non lo tolgo del tutto e mi trovo meglio delle sigarette,posso cambiare vari gusti in qualsiasi momento, non pago più la tassa allo stato , perlomeno prima fumavo 40-50 sigarette al giorno "spesa x 2 Pacchetti 265 euro al mese (x 12 mesi) 3.200 euro all'anno da pazzi! e lo fatto per 46 Anni ....Micidiale!!!!!
Ora spendo 5-6 euro al mese (70 euro anno) una Bella differenza che li spendo volentieri x la mia salute in cose Genuine.
"Questo voleva solo essere un esempio" per chi Fuma ancora e continua a pagare volentieri una Tassa allo Stato. Si anche io ho comprato un Estrattore " meglio della solita Centrifuga" per farmi i miei Grandi Pasticci "Troppo Buoni" ed un FrullaTutto verticale che immergo direttamente nel tegame per tritare tutto o quasi per aiutare lo stomaco, pancreas, fegato, milza ecc,ecc, a digerire e assimilare meglio tutto in modo da non farli Lavorare troppo e non stressarli più di tanto.
By Eureka!
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EUREKA
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EUREKA
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Ultima attività il 29/06/24 alle 01:22
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In Futuro potrebbe esistere un «Vaccino» contro il Diabete?
Primi risultati promettenti sull’uomo: iniettare specifiche proteine nei linfonodi
o per via intradermica salva le cellule del pancreas, riducendo la necessità
di insulina e mantenendo stabile la produzione residua di ormone.
Nei pazienti con diabete di tipo 1 il sistema immunitario “impazzisce” e attacca le cellule beta del pancreas che producono insulina, così pian piano l’ormone scarseggia fino a scomparire, impedendo un buon controllo del glucosio nel sangue. Non è molto diverso da quel che accade nelle allergie: anche in questi casi il sistema immunitario deraglia, reagendo contro proteine in realtà innocue. Il parallelismo ha aperto un filone di ricerca: da qualche anno diversi gruppi di ricercatori in tutto il mondo stanno studiando una possibile “immunoterapia” del diabete di tipo 1 e di recente su Science Translational Medicine è stato pubblicato uno studio dai risultati assai promettenti.
Il primo studio pilota pochi mesi fa
La ricerca arriva dopo uno studio pilota simile, pubblicato sul New England Journal of Medicine qualche tempo fa, che aveva coinvolto soltanto sei pazienti aprendo però la strada all’uso dell’immunoterapia per il diabete nell’uomo. L’approccio infatti è il risultato di anni di indagini in vitro e in vivo, sugli animali da esperimento, per testare un concetto analogo a quello dell’immunoterapia per le allergie: si somministra all’organismo la proteina contro cui c’è una risposta esagerata (estranea nel caso delle allergie, dell’organismo nel caso di una patologia autoimmune come il diabete di tipo 1), cercando di “insegnare” al sistema immunitario a tollerarla.
Nel caso del diabete, i ricercatori svedesi dell’Università di Linköping del primo studio pilota hanno scelto la proteina GAD65, la decarbossilasi dell’acido glutammico presente sulle cellule beta pancreatiche, contro cui si formano auto-anticorpi in caso di diabete di tipo 1. Johnny Ludvigsson e i suoi collaboratori hanno iniettato nei linfonodi inguinali di sei volontari con diabete di tipo 1 dai 20 ai 22 anni, che avevano ricevuto la diagnosi da non oltre sei mesi, una proteina analoga a GAD65 chiamata GAD-alum, a piccole dosi e in tre volte successive.
Ai partecipanti è stata data anche vitamina D per tutta la durata dello studio, per ridurre la risposta infiammatoria del sistema immunitario. A sei mesi di distanza la terapia ha ridotto i livelli di emoglobina glicata (indicativa dell’andamento della glicemia nell’arco degli ultimi due-tre mesi) e la necessità di iniezioni di insulina, suggerendo perciò il mantenimento di una certa quota di produzione di insulina naturale; quattro casi sono stati seguiti fino a quindici mesi e anche in questi soggetti i buoni risultati si sono mantenuti a distanza di tempo.
Il trial, chiamato DIAGNODE, non ha previsto però un gruppo di controllo non trattato con cui confrontare i risultati: un neo superato dalla ricerca appena uscita, condotta su 27 volontari con diabete messi a confronto con pazienti-controllo non sottoposti a immunoterapia.
La nuova sperimentazione
In questo caso Mark Peakman, coordinatore della ricerca, ha utilizzato una proteina diversa, il MonoPepT1De: il concetto resta lo stesso, cambia solo il mezzo con cui si cerca di insegnare al sistema immunitario a “tollerare” le cellule beta del pancreas senza distruggerle. «Quando a un paziente viene diagnosticato il diabete di tipo 1 in genere nel pancreas è ancora presente il 15-20 per cento di beta cellule. Il nostro scopo è cercare di proteggerle, insegnando al sistema immunitario a non attaccarle», dice Peakman.
I risultati della sperimentazione, condotta iniettando la piccola proteina sotto cute ogni due o quattro settimane per sei mesi, gli danno ragione: i pazienti non trattati nel tempo hanno dovuto aumentare le dosi di insulina, i soggetti sottoposti a immunoterapia sono rimasti su dosaggi stabili e hanno avuto bisogno di meno insulina per controllare la glicemia, indice di una maggior capacità di lavoro residua del pancreas. Risultati che fanno sperare, come osserva Peakman: «C’è ancora molta strada da fare, ma questi dati suggeriscono che stiamo andando nella giusta direzione. La tecnologia di realizzazione delle piccole proteine utilizzate non soltanto è sicura per i pazienti, ma soprattutto comporta un effetto consistente sul sistema immunitario: la speranza è che un giorno le cellule che producono insulina possano essere preservate, riducendo la necessità di iniezioni dell’ormone nei pazienti con diabete di tipo 1 e magari evitandole del tutto, se riusciremo a intervenire sui soggetti a rischio».
A oggi è presto per dirlo, servono ulteriori test su numeri più ampi di pazienti da seguire più a lungo nel tempo; i dati raccolti in Svezia e Regno Unito sono tuttavia incoraggianti e, come osserva Ludvigsson, «la modalità di progressione della malattia è diversa nei vari pazienti, perciò non è detto che questo approccio possa essere eccellente per tutti; tuttavia, se anche riuscissimo a bloccare la patologia in metà dei casi si tratterebbe di un enorme successo».
By Eureka! Fonte >>> il Corriere <<<
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ACCIDENTI QUANTE VERITA' TUTTE IN UNA VOLTA
MI HAI SPAVENTATO non per me (ORAMAI) ma per i nostri figli.
gualti
gualti
Ultima attività il 25/01/24 alle 18:48
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Ho letto " the diabetes solution" Dr Bernstein e recentissimamente " FAT FOR FUEL" Dr J. Mercola, mi sono iscritto al sito Cron-o-meter; ho inziato una alimentazione ketogenica: grassi 70/75 %, carboidrati 10/15% proteine 0.8 per kg di massa magra, tutto il resto rimasto come prima. Fatte analisi dopo un mese e mezzo: tutti i valori in ordine, quelli più meritevoli di attenzione quali (colesterolo trigliceridi omocisteina) ai minimi; glicemia da 130/140 abituale a 90/95 a digiuno, 90/95 prima di coricarmi; durante la giornata non ci sono problemi dato che mangio soltanto 30 gr di carboidrati al giorno. il sito Cron-o-meter mi dice esattamente quali sono i miei valori di grassi proteine carboidrati, minerali, -con rapporti- vitamine etc a fine giornata integro se manca qualche vitamina o minerale ( ho scoperto che ero carente di potassio e vitamine E, K, A magnesio, OMEGA3), mi corico verso mezzanotte e mi sveglio alle 8/8.30 perchè mi chiama mia moglie. Persi 3 kg in 40 giorni, giro vita diminuito, età 77 anni altezza cm 172 peso da kg 68 a kg 65. Fra qualche settimana mi farò la emoglobina glicata per vedere. Stato di salute e sensazioni attuali ottimi .
P.S. mia moglie che NON soffre di diabete o altre patologie ( grazie a Dio) e non è grassa ha cominciato a seguirmi in questo tipo di alimentazione: in un mese ha perso giro vita e pancia e un paio di kili, è contentissima.
Provare per credere.
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Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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La ridotta produzione di insulina in persone con diabete di tipo 2 può esser dovuta a un 'super' gene che influisce sullo sviluppo delle cellule del pancreas. In un articolo pubblicato su Nature Communications, i ricercatori della Sahlgrenska Academy dell'Università di Goteborg hanno individuato un nuovo meccanismo genetico a causa del quale le cellule che producono insulina regrediscono e non svolgono più a pieno la loro funzione.
Il diabete 2 è causato da una ridotta produzione di insulina da parte delle cellule del pancreas e, di conseguenza, il corpo non ottiene abbastanza ormone e aumenta la glicemia. Analizzando 124 campioni di tessuto cellulare, i ricercatori svedesi hanno individuato quali cambiamenti genetici avvengono: le cellule produttrici di insulina regrediscono nel loro sviluppo, riducendo così il numero di quelle funzionali. E a guidare il processo è il fattore di trascrizione SOX5, un 'super gene' che regola la trascrizione di un gruppo di 168 geni collegati al diabete, i più importanti dei circa 3.000 ritenuti collegati alla malattia. Se soppresso, o disattivato, le cellule diminuiscono in maturità. Se ripristinato l'insulina si normalizzata. "E' uno studio importante per le future prospettive di cura. Agendo direttamente con farmaci che potranno ripristinare la maturità delle cellule che producono insulina, infatti, si potrà regolare meglio la glicemia rispetto a quanto è possibile fare oggi con le iniezioni di insulina.
Poiché si potrà aumentare direttamente quella prodotta in modo fisiologico dall'organismo invece che iniettarla dall'esterno", sottolinea Francesco Purello, ordinario di medicina interna all'Ospedale Garibaldi di Catania e presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia (Sid). "Non bisogna però dimenticare", sottolinea, "l'importanza svolta da abitudini sane. L'epigenetica ci ha dimostrato che gli stili di vita possono influenzare in modo determinante la funzione dei nostri geni".
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