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Pazienti Depressione
La mia esperienza con il disturbo borderline di personalità
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stefanopolo
Buon consigliere
stefanopolo
Ultima attività il 06/01/24 alle 15:56
Iscritto nel 2019
69 commenti pubblicati | 63 nel forum Depressione
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Ricompense
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Buon consigliere
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Partecipante
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Messaggero
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Esploratore
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Amico
@Elisa21 io ho avuto diverse crisi depressive e problemi fin da piccolo ora ho 51 anni , no non e colpa di nessuno se uno sta male ne nostra ne di altri purtroppo succede.
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stefano
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Laura95
Laura95
Ultima attività il 24/12/23 alle 19:10
Iscritto nel 2019
7 commenti pubblicati | 2 nel forum Depressione
Ricompense
Partecipante
Esploratore
Ciao a tutti, vorrei condividere con voi la mia esperienza, sperando di trovare qualcuno che ha vissuto cose simil, per poter fare due chiacchiere con qualcuno che mi capisca davvero.
“Disturbo borderline di personalità”: queste le parole scritte nel mio foglio di dimissioni dopo 43 giorni di ricovero. Quattro parole, ma mille domande senza risposta. La spiegazione dello psichiatra è stata molto chiara, ma in quel momento ero troppo frastornata per riuscire a capire cosa stava dicendo e ad esprimere i miei dubbi. Gli interrogativi sono nati dopo, quando ho iniziato a cercare di cosa si tratta e ho cercato di capire. Leggendo mi sono riconosciuta in ogni sintomo, ma sono nate tante domande sul futuro.
I sintomi sarebbero questi, ho provato a descrivere i miei sentimenti partendo da ognuno di essi, forse così è meno difficile.
Comportamento instabile, impulsivo e rischioso, come rapporti sessuali non protetti, gioco d’azzardo o binge eating, esplosioni di rabbia e litigi violenti. Instabile e impulsiva la sono da sempre, ma per ora sono riuscita a controllare relativamente questa instabilità: non ho mai corso rischi come rapporti sessuali non protetti o dipendenze serie. La rabbia sono sempre riuscita ad esprimerla senza danneggiare altri, limitandomi a lanciare roba contro il muro. Ma se un domani non fosse così? Se perdessi il controllo e dovessi iniziare a mettermi in pericolo o a sfogare la mia rabbia su altre persone? Se diventassi violenta?
Immagine di sé e degli altri instabile che oscilla fra i poli idealizzazione e svalutazione (come buono/cattivo; perfetto/falso). Wow, questa sono io. Riesco ad innamorarmi/affezionarmi ad una persona anche al primo sguardo e idealizzarla, ma odiarla al primo torto, anche minimo, per tornare ad idealizzarla dopo poco. E tutto questo in un ciclo infinito. A volte invece il mio odio rimane e decido di troncare completamente i ponti con una persona perché la considero il male assoluto; di solito me ne pento, ma non riesco a tornare indietro. Quando faccio qualcosa di stupido ho spesso bisogno di trovare un colpevole che non sia io, per riuscire a convivere con ciò che ho fatto. Subito dopo però spesso mi sento in colpa per aver accusato una persona che non aveva colpe.
Non cambia invece mai l’immagine che ho di me. Io sono sempre e comunque la colpevole di tutto ciò che mi accade. A volte ci sono dei brevissimi sprazzi in cui mi sento soddisfatta di me stessa e in grado di fare quasi tutto. Ma sono appunto sprazzi, durano al massimo qualche ora e poi torno alla solita idea di me.
Relazioni instabili e intense. Beh, direi che la mia ultima relazione basta a spiegare questo punto. Mi sono innamorata follemente di un ragazzo problematico come me in chat, senza averlo visto di persona. Per un mese è stato la mia ragione di vita, la mia ancora di salvezza. Ci capivamo, provavamo le stesse cose e pensavo che potessimo sostenerci a vicenda. Le cose si sono fatte subito serie, è stata una relazione intensa, lui era il mio unico pensiero e io il suo. Per me era perfetto, indispensabile. Ma i nodi vengono subito al pettine e ci siamo trascinati nel baratro a vicenda. Io comunque continuavo ad idealizzarlo anche dopo questo episodio, mi interessava solo la sua felicità, anche se io stavo malissimo e avevo bisogno di lui. Ovviamente l’epilogo era prevedibile: l’instabilità della relazione ha preso il sopravvento ed è finita di colpo. Inutile dire come l’ho presa…disperazione, lacrime e tagli. Ma come al solito è cambiata subito l’immagine che avevo di lui ed è diventato il colpevole di ogni mia sofferenza.
Marcati cambiamenti dell’umore (per esempio da felicità a tristezza, da rabbia a senso di colpa). Basta leggere tutto quello che ho scritto sopra per spiegare quanto io mi rispecchi in questo. Nella stessa giornata posso provare tutto lo spettro delle emozioni. L’unica cosa che non cambia mai è il senso di colpa, quello è il mio compagno in ogni momento della giornata.
Emozioni contrastanti e difficili da gestire. La gestione delle emozioni è sempre stato il mio tallone d’Achille. Non sono in grado di trovare un modo sano di esprimermi, senza arrivare ad aumentare la mia sofferenza. I miei due ricoveri direi che dimostrano alla perfezione ciò. Non so come chiedere aiuto, finisco per tenermi tutto dentro fino a scoppiare.
Minacce o comportamento suicidario e autolesionistico. Braccia piene di cicatrici. Due tentati suicidi. Devo dire altro?
Intensa paura di essere soli o abbandonati. Io mi sento spessissimo sola. Ho delle persone che tengono a me, ma non riesco ad aprirmi del tutto con loro perché temo che se vedessero tutti i lati di me se ne andrebbero e rimarrei veramente sola. Cerco in ogni modo di farli felici, di farli sentire speciali. Non importa come sto, è importante solo la loro felicità, in maniera che rimangano con me.
Sentimenti di vuoto e mancanza di scopi. Ho un vuoto dentro enorme, che non so come colmare. Ho degli scopi nella vita ma spesso mi sembrano vani perché ho paura di non essere all’altezza, di non farcela e di rovinare tutto. La mia paura di solito mi blocca e mi impedisce di raggiungere i miei obiettivi. Questo mi porta a non sapere a volte chi sono e a farmi travolgere dal vuoto, facendomi cullare dalla tristezza e dal dolore. Questo mi porta ai comportamenti autodistruttivi di cui parlavo prima: tagli e pensieri di morte.
Difficoltà a riflettere sui propri stati emotivi, sui vissuti e sulle relazioni in modo coerente e lineare. Questo non mi descrive del tutto. Nel momento in cui sono travolta dall’emozione non ragiono, ma appena ritorno lucida riesco a ripensare a tutto in maniera fin troppo oggettiva. Ripercorro ogni singolo avvenimento in maniera fin troppo coerente e razionale, fino a farmi ancora del male per ciò che è successo in precedenza.
Sintomi dissociativi (per esempio sentirsi distaccati dalle proprie emozioni e dal proprio corpo). Questo fortunatamente non mi succede spesso, solo quando sono estremamente in crisi e sono sul punto di fare qualcosa di estremamente stupido, come tentare il suicidio.
Per adesso tra la psicoterapia e i farmaci sono abbastanza fragile, ma non durerà. Prima o poi crollerò di nuovo e non so se riuscirò ad uscire dalla spirale in cui so che entrerò. Spero di essere riuscita ad imparare a chiedere aiuto, ma non mi fido di me stessa. Ho paura…