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Pazienti Depressione
Lo stupro è un omicidio inconcluso
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Andare all'ultimo commentoEx membro
28/05/16 alle 10:23
il mondo è bello perchè ogni persona la pensa diversamente dalle altre .
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Ex membro
Non so come funzioni per gli altri, ma non credo a quella storia della "ripresa col passare del tempo".
Ho subito violenze sessuali reiterate per mesi con aggravanti di pedofilia, sevizie, minaccia a mano armata e circonvenzione di minore. Per più di tre mesi ho subito stupri continui e per più di tre anni ho subito un forte stalking che è riuscito a rovinarmi l'adolescenza, gli studi, la vita sociale. Ora sono passati sette anni e vivo ancora in un incubo soffocante.
Mi hanno diagnosticato un disturbo post traumatico con correlate depressione, ansia e attacchi di panico, fobia sociale ed evitamento sociale. Per me queste sono solo parole, sono sei anni che passo da un medico all'altro con il solo risultato dello sprecare le poche risorse finanziarie che ho e ritrovarmi costantemente punto e a capo, con sempre meno fiducia nel mondo che mi circonda.
Ho tentato il suicidio più volte e mi hanno sempre fermato, in un modo o nell'altro, oppure ho perso i sensi/vomitato prima di riuscire a togliermi la vita. Ricordo ancora il suo compleanno, il giorno del nostro primo incontro, il suo numero di cellulare, gli abiti che indossavo la prima volta che l'ho incontrato e quelli che indossava lui, ogni più piccolo particolare di quell'intensa sofferenza che mi ha distrutto la vita. Ho ancora forti crisi dissociative, non riesco a immaginare il suo volto senza flash bianchi ed emicranie immediate, ho il magone ogni volta che esco di casa, non riesco a camminare per strada senza qualcuno al mio fianco e vivo nel terrore di poterlo incontrare per strada.
La mia vita è pesantemente condizionata da quell'esperienza, e dopo sette anni posso dire che il dolore non ha fatto altro che affievolirsi in modo decisamente misero. Sinceramente non posso dire che questa cosa mi piaccia: quando c'era il dolore intenso almeno provavo qualcosa al riguardo di quello che era successo... Ora ci sono solo il panico e le lacrime ogni volta che squilla il telefono, l'angoscia che mi divora mentre cammino per strada, gli attacchi d'ansia in cui non riesco a respirare e mi rannicchio in un angolo, magari sul marciapiede, nella speranza di riprendermi alla svelta.
Non riesco a lavorare, non riesco a studiare, non riesco ad avere amici. Non sarebbe stato meglio morire? Se mi avesse ucciso sarebbe stato un gesto più caritatevole del lasciarmi andare così. Non vale la pena vivere una vita così...