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Fibromialgia, come affrontare il cambio di stagione

Pubblicata il 19 apr 2018

Fibromialgia, come affrontare il cambio di stagione

Con i cambiamenti climatici il dolore cronico cambia, anche quello della fibromialgia. Ecco cosa dicono gli ultimi studi sul legame tra meteo e sintomi.

Con il cambio di stagione, chi soffre di dolore cronico soffre ancora di più. In particolare le persone con la fibromialgia: secondo gli ultimi dati, in Italia sarebbero colpite da questa sindrome ben più dei due milioni di persone noti fino a poco tempo fa, e comunque in nove casi su dieci donne tra i 25 e i 55 anni.

Cos'è la fibromialgia

«Nella fibromialgia si ha un’alterazione del meccanismo di percezione, trasmissione ed elaborazione del dolore. In pratica il sistema nervoso amplifica le sensazioni dolorose, influenzando il modo in cui il cervello elabora i segnali di dolore» spiega Paolo Valli, fisioterapista e coach del dolore, che ha raccolto la propria esperienza ventennale nel libro “La tua svolta al dolore” (Tecniche Nuove), una vera e propria guida per liberarsi dalla fibromialgia e dal dolore cronico.

Esiste davvero una correlazione tra clima e dolore?

«Diversi articoli scientifici, negli anni, hanno cercato di individuare se e quale sia il reale nesso tra le variabili climatiche e il dolore. In particolare, due studi recenti hanno sottolineato che, anche se è possibile individuare un legame tra cambiamento del clima e dolore, non esiste una regola seconda la quale più caldo o più freddo coincidano con l’aggravarsi o l’alleviarsi dei sintomi» commenta Paolo Valli.

I risultati degli studi

Il primo studio è durato sette anni e cerca di valutare il legame tra dolore e meteo attraverso l’analisi dei messaggi inviati su Twitter da pazienti con fibromialgia. Un’analisi computerizzata ha incrociato i dati riguardanti il testo di questi messaggi con le condizioni meteorologiche e climatiche: temperatura, livelli di umidità e localizzazione geografica. «Questo studio conferma risultati già noti di altre indagini e stabilisce che non esiste una singola condizione meteorologica che sia causa di aggravamento dei sintomi. Ogni paziente ha una percezione di peggioramento o miglioramento che è del tutto soggettiva. C’è chi ritrova maggior benessere con il clima caldo e chi, al contrario, con il caldo sta peggio. C’è chi ha più dolore nella stagione autunnale e chi invece in estate» commenta Valli. Solo una parziale correlazione si è riscontrata riguardo ai livelli di umidità: nei giorni particolarmente umidi, i testi dei messaggi registravano una maggior uniformità (anche se non statisticamente così significativa) circa una condizione psico-fisica peggiore.

Il secondo studio individua una certa correlazione tra sintomi e clima, ma non riesce, in ogni caso, a trovare un andamento univoco in questa variabilità: peggioramento o miglioramento possono avvenire per condizioni climatiche diverse tra un paziente e l’altro.

Le conclusioni: ogni persona avverte il cambiamento a modo suo

In conclusione si può affermare che, sì, le condizioni atmosferiche e le stagioni possono influire sui sintomi, ma lo fanno in maniera davvero molto differente o addirittura opposta tra i diversi pazienti. «Dalla mia esperienza personale sul paziente con dolore cronico e fibromialgico, posso affermare che, spesso, sono i momenti di ‘variazione’ delle condizioni meteorologiche o del clima che determinano il modificarsi del sintomo. Molte volte mi sento dire frasi del tipo: ‘sta per cambiare il tempo perché mi sta aumentando il dolore’, ‘arriva l’umidità perché comincio a sentirmi più stanco’, ‘domani ci sarà il sole perché mi sento in forze’ ecc. Altro elemento che riscontro spesso nei pazienti è il peggioramento legato alle condizioni meteorologiche “eccessive”, ossia il troppo caldo o il troppo freddo, così come i periodi di forte umidità».

Cosa fare se si ha dolore?

«Quello che si può suggerire - ricorda il terapista - è di riconoscere le proprie sensazioni e assecondarle. Questo fa sì che in condizioni avverse (siano il caldo o il freddo, l’umidità o altro) ogni persona metta in atto una strategia tutta sua per comportarsi di conseguenza».

L’importanza dell’attività fisica

È di fondamentale importanza non abbondonare l’attività fisica sulla base del clima: «Per esempio, bisogna essere pronti a cambiare gli orari (ore calde nei mesi freddi e ore di fresco nei mesi caldi), come a scegliere ambienti più protetti nei periodi di clima avverso (locali riscaldati se c’è troppo freddo o ben climatizzati o arieggiati se fa troppo caldo). La primavera è per molti una ‘buona’ stagione perché difficilmente mostra picchi di temperatura troppo alti o troppo bassi e anche il livello di umidità è tendenzialmente buono” specifica ancora Valli.

Come dormire meglio

Un ultimo consiglio riguarda sonno e temperatura: “Sono molte le abitudini che possiamo correggere per riposare meglio. Fra queste, il fatto di mantenere una temperatura confortevole nella stanza. Una stanza troppo calda o troppo fredda influiisce negativamente sulla qualità del sonno che, nel paziente fibromialgico, è già fortemente compromessa”.

Donna Moderna

3 commenti


Beuzza
il 24/04/18

@Baptiste buongiorno, mi chiamo Franca e mi è stata diagnosticata la fibro nel 2011, fino ad oggi ho assistito solo ad un peggioramento del mio stato di salute, niente che mi porti alla morte immediata, ma che incide in modo pesantemente nella qualità della vita quotidiana.

Mi sono stati prescritti dal reumatologo vari integratori, massaggi dal fisioterapista, ma ripeto tutto ciò con un effetto palliativo, io continuo ad essere altalenante sia con i dolori (che vanno dall'intestino ai muscoli di braccia e gambe ed alla testa, collo e spalle) sia con l'umore avendo dei picchi ansiosi  da rasentare la depressione.

In questo quadro non riesco ad avere una serenità che invece vorrei fortemente raggiungere e purtroppo mi sento sempre più isolata.

Grazie di tutto

Franca


Baptiste
il 24/04/18

@Beuzza‍ Buongiorno Franca e benvenuta sulla nostra piattaforma. Sono sicuro che qui potrai trovare conforto e sollievo. Grazie mille del tuo contributo. Se qualcuno vuole aiutare Franca o condividere la sua esperienza con noi, può farlo nei commenti di questo articolo. 

U‍n caro saluto.  


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Ex membro
il 27/04/18

@Beuzza‍ Ciao mi chiamo Silvia e ho la fibromialgia da un anno.

So perfettamente di cosa parli.

La fisioterapia può fare bene e male, dipende dalla condizione di rigidità dei muscoli (causata dalla fibromialgia, appunto) quando la fai. Forse dovresti sentire il parere di un secondo reumatologo, mi sento di consigliarti vivamente una clinica universitaria perchè sono in continuo aggiornamento con le terapie.

Io prendo Flexiban, un miorilassante che ha migliorato di un buon 40% la qualità delle mie giornate. Purtroppo ci sono sempre quelle "no", nelle quali sono rigida come il muro, ma in linea di massima mi sento molto più propensa al movimento e avverto in effetti meno dolore. L'umore di conseguenza è migliorato. Parlane con il medico.

NON sentirti sola. Questo tipo di tristezza è normale, considerando che la maggior parte della gente sottovaluta al massimo la nostra malattia (almeno finchè non la prova.......) Vai avanti con coraggio, troverai "colleghi" come me che ti sosterranno.

La frustrazione è normalissima, visto che è una malattia che fino a poco tempo fa era considerata "ipocondria". NON LA È. Stanno studiando nuove terapie. Tieni duro. E senti un altro parere medico.

Un abbraccio, ma non troppo forte sennò ci facciamo male ;)

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