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Zoloft e farmaci per la depressione
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Liofante
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Liofante
Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Ho scritto in forma laconica perche' ho risposto col telefono cosa che non mi riesce bene. Vivo in Israele per cui vado alla mutua cioe' mi servo del servizio pubblico che credo funzioni discretamente. Non ho un bilancio che mi permetta medici privati. Il mio psichiatra precedente era decisamente bravo e con lui ho avuto un lungo periodo di collaborazione. Certo che quando si e' equilibrati il rapporto con lo psichiatra e' piu' facile. Quando invece si sta male si proiettano paure e angosce e lo psichiatra spesso si tramuta in una figura minacciosa e antagonista. Io ho il disturbo Bipolare che e' una forma cronica di disagio. Non si guarisce. In realta' bisogna discute il concetto di guarigione. Una persona disturbata secondo me non puo' pensare di "guarire" e diventare una persona "normale". Deve invece accettare se stesso con la proprie peculiarita', come dice il filosofo il principio centrale e' "conosci te stesso". La "malattia" va gestita cioe' bisogna imparare a convivere con le varie fasi che spesso si ripetono. Non c'e' nulla come l'esperienza che aiuta a conoscere il disturbo e "domarlo" IO consignio il monitoraggio del disagio, per esempio scrivendo le proprie esperienze e misurando la dimensione dei vari eventi. In seguito si puo' rileggere quello che e' successo. Si scopre spesso che la memoria distorce gli eventi passati e cio' conduce anche a convinzioni sbagliate. Se posso dire mi sembra che tu abbia alcune idee che ti conducono a cercare di "guarire" cosa che io ritengo discutibile. Il famoso stigma nei confronti dei "matti" e' spesso accompagnato e dall'Auto-stigma. Cioe' non voler far parte della "categoria" e fuggire la realta'. Anche per me per lungo tempo il diventare "come tutti gli altri" e' stata la mia speranza. E non mi nsono voluto Mischiare con "quelli come me". Anche nella ricerca di un patner amoroso ho sempre cercato persone forti che mi rafforzavano l'immagine di un me "normale".
Io mi sono sposato due volte e mi sono diviso due volte, ho due figli, (la ragazza non mi parla da due anni) . Posso dire che il disturbo ha spezzato varie volte la mia vita e che ho dovuto ricominciare spesso da capo. Oggi lavoro e studio e vivo in una comunita' terapeutica sovvenzionata dal Mistero della Sanita'. Ho una pensione di invalidita del 100%.
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Liofante
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Ultima attività il 22/02/24 alle 03:40
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Grazie Liofante, questo testo spiega molto più del precedente.
Sono d'accordo su alcune cose, ma non su altre, per esempio io non cerco di "guarire" perché non considero questi problemi come una malattia.
Sicuramente malattia o no, una persona può migliorare sempre un po' la propria situazione e per me questo è quello che conta.
Ma se inizialmente pensavo che tu non facessi questo, ora, da quello che leggo, vedo che mi sbagliavo. Intravedo concetti di psicoterapia cognitiva (o cognitivo-comportamentale) nel tuo discorso e mi fa piacere. E' sicuramente il migliore degli approcci per chi cerca di aiutare se stesso, secondo ma occorre prendere spunti anche da altre correnti ma ad ogni modo l'importante è darsi da fare.
Come ci sei finito in Israele? Non capisco bene se sei di origini israeliane e hai vissuto un periodo in Italia o se sei un Italiano che si è trasferito là.
E' interessante parlare con chi vive in altri stati per capire come funziona li il sistema sanitario.
Suppongo che tu abbia cittadinanza li, altrimenti i tuoi diritti sarebbero limitati, oppure ci sono accordi internazionali, non so, ti va di spiegare come funziona?
Comunque tu ti sei spostato due volte, hai avuto figli, hai sempre lavorato...ora hai un invalidità del 100% ma hai detto anche che lavori... se fossi in Italia non credo che lo faresti, non trovano lavoro nemmeno i laureati che sono in piena salute!
Però se hai potuto fare tutte quelle cose e anche viaggiare il mondo, evidentemente il tuo disturbo non era cosi invalidante. Mi par di capire che il tuo problema vada a periodi, quando hai una ricaduta non riesci a fare nulla ma quando ti riprendi puoi fare una vita quasi normale, o almeno potevi anni fa, forse a renderti invalido è stato il diabete.
Comunque hai potuto fare la tua vita e non tutti qui possono dire la stessa cosa. Non pensi che potresti almeno ridurre l'antidepressivo? Non pensi che sarebbe una cosa positiva? È solo una domanda.
Liofante
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Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Sono nato in Israele, da genitori italiani che sono tornati in Italia dopo 5 anni di vita in Israele. Io avevo 3 anni e ho vissuto a Milano per 25 anni, mi ritengo italiano e l'italiano e' la mia unica lingua madre. Sono nato in un kibbutz e sono tornato in Israele per curarmi la depressione dopo due tentativi di suicidio.Sono tornato in un Kibbutz dove ho vissuto 12 anni di felicita' ed equilibrio. Il sistema Sanitario qui e' simile a quello Italiano con la differenza che qui ci sono ancora gli Ospedali psichiatrici. IO sono stato in "Manicomio" 300 giorni in due anni in cui entravo e uscivo dall'ospedale Psichiatrico a causa di un tragico andamento dei miei alti e bassi. Ho anche subito 8 volte l'elettrosciock. Posso dire che la mia malattia e' piuttosto seria e cronica. Se pensi che i nostri disturbi non siano una "malattia" credo di poter capire che tu hai forme leggere di disagio e non vivi la Condizione difficile di "malato psichiatrico" . Quello che distingue tra i due casi ( malato psichiatrico e "sofferente di leggeri disturbi" ) e' la condizione di vita. Cioe' se sei o meno emarginato dalla societa'. Io ho vissuto periodi di "normalita'" grazie al litio che e' una medicina molto efficace ma che a lungo andare crea gravi problemi ai reni. IO dopo 30 anni di litio ho dovuto interromperne l'uso per i problemi ai reni. Ho avuto una grave reazione con una fase maniacale seguita da una depressione che e' durata 10 anni dalla quale sto uscendo adesso. Pero' ora riesco a gestire la malattia e non tornare in Ospedale cosa che mi terrorizza. Posso dire che una delle motivazioni che mi aiutano a rimanere equilibrato e non tentare il suicidio e' il terrore di entrare di nuovo in Ospedale. Ho dunque vissuto le fasi piu' drammatiche ed estreme del disagio mentale. Ma si puo' vivere "bene" anche dopo gravi periodi di malattia con dosi di psicofarmaci e molto autocontrollo ed esperienza di vita. Io ho creduto che il disturbo Bipolare col tempo si "quietasse" e speravo di avere una vecchiaia tranquilla. Ma non e' cosi' con la tarda eta' la malattia non ti lascia. Non si stempera . In Ospedale ho incontrato persone con forme estreme di disagio. Ho conosciuto malati di "lungo corso" e storie tragiche di crisi . L'unico modo per affrontare il proprio disagio e' accettare la prorpria condizione e costruire la propria vita in modo controllato. Controllato in primo luogo da se stessi ma anche da una rete di servizi di difesa che comprendono Psichiatra , psicologo, assistenti sociali, associazioni collaterali che sostengono "quelli come noi". Dopo cosi' tanto tempo in compagnia di persone gravemente disturbate io ho difficolta' ad accettare la loro vicinanza e meno pazienza nel rapporto con esse. IO ancora cerco un'amore, ma non riesco ad essere attratto da danne disturbate e cerco donne diverse senza trovarle. E' questa una grave contraddizione e fa parte di forme di auto-stigma. Stigma e auto-stigma sono il mio problema e il motivo che nonostante tutto (lavoro e studio) mi sento molto solo. La solitudine e' in fondo la condizione comune a molti e credo sia il male del secolo. Ho 64 anni e sto per entrare nella terza eta' (qui a 65 anni sei considerato anziano e hai una serie di facilitazioni). Ho una grande paura di avere altre malattie gravi e finire di nuovo in Ospedale o in un Istituto per anziani. Ultimamente non riesco a controllare il mio diabete (il livello di glicemia) e sono stanco. Mi sento in una fase precaria. Vivo in una insicurezza continua. Per fortuna ho chi mi aiuta!
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Liofante
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Mi dici di diminuire l'antidepressivo.... l'importante non e' quanti farmaci usi e quale sia il dosaggio cio' che e' essenziale e' raggiungere un'equilibrio e saper manovrare i farmaci a secondo dell'andamento della malattia.Ora ho per esempio il problema se aumentare il dosaggio dell'antidepressivo per raggiungere una miglior forma di energia. Sono apatico, stanco, poco creativo. Ma c'e' il rischio per me di entrare in fase maniacale. La "mania" ha il suo fascino, ha in parte un' effetto analogo alla droga, tutto e' piu' facile diventi attivo, creativo energetico. Per assurdo chi vive una leggera fase maniacale e' apprezzato e ha successo con le donne. Poi pero' di rischia di entrare in fasi di onnipotenza aggressivita' e anche qui si puo' finire in Ospedale. Dopo una fase maniacale si cade in forme di depressione grave. il "piacere" si paga amaramente.
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Liofante
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Ultima attività il 22/02/24 alle 03:40
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Se per caso ti sei chiesto perché non ti ho risposto prima, il motivo è solo che io non ho la possibilità di collegarmi ad internet quando voglio. Posso farlo spesso ma non sempre, quindi in genere se non rispondo subito è questo il motivo.
Ho letto la tua storia e penso che la tua sia stata una vita molto difficile e sicuramente dolorosa. Quello che non capisco è come abbia fatto una persona con cosi tanti problemi a lavorare, sposarsi, avere figli... non è che non ti credo ma non riesco a conciliare la descrizione del tuo problema e delle tue disavventure con tutto il resto.
Poi mi colpisce anche che dici questo: "Quello che distingue tra i due casi ( malato psichiatrico e "sofferente di leggeri disturbi" ) e' la condizione di vita. Cioè se sei o meno emarginato dalla società. "
Se quello è il requisito che fa la differenza, allora potremmo tranquillamente dire che io sono ancora peggio di te. Io sono totalmente emarginato dalla società. Ma a differenza di te per me non è un problema cosi grave, io ho più problemi quando sto con le persone che quando sto da solo.
La mia è una condizione abbastanza diversa da quella degli altri qui, perché da un lato io non soffro come voi a condizione però che eviti certe situazioni e purtroppo questo si traduce nell'impossibilità di lavorare.
Non è affatto un pretesto, ho provato per molti anni ad inserirmi nel mondo del lavoro e solo per questo alla fine sono finito all'ospedale. E comunque ci ho riprovato anche dopo, ma proprio non posso.
Sono inserito in liste per le quali dovrei essere aiutato a trovare un modo di lavorare, ma in realtà non ho mai ricevuto nessun tipo di aiuto da questo punto di vista.
Poi tu dici: "Controllato in primo luogo da se stessi ma anche da una rete di servizi di difesa che comprendono Psichiatra , psicologo, assistenti sociali, associazioni collaterali che sostengono "quelli come noi"."
Ma veramente? Li in Israele? Oppure anche a Milano? Beh, forse a Milano ci sono servizi migliori, io vivo in una piccola provincia e di aiuto ne ho ricevuto veramente poco.
Però vista la tua situazione comincio a pensare che forse alla fine sia stata quella la mia fortuna. Io so che se avessi dato retta alle persone che dicevano di aiutarmi adesso starei molto peggio di come sto adesso.
Quello che io penso tu non potresti accettarlo, perché se io ho ragione tu non hai preso farmaci per 47 anni per stare meglio ma per stare peggio. Tu dirai che io non ti conosco, ma io so cosa ho scampato e so che molti invece si fidano. Ma se io avessi preso farmaci per 47 anni, farmaci che mi hanno rovinato i reni, forse reso diabetico ecc... non vorrei mai scoprire che potevo farne a meno.
Scusa se te lo dico, so che non ti farà piacere questo discorso, ma è quello che penso e non posso fare finta di niente.
Non credo che ci sia motivo di dialogare fra me e te, non possiamo avere gli stessi obiettivi.
Spero che il mio discorso non ti crei malessere, non voglio questo e penso che la cosa migliore per te sia semplicemente pensare che mi sto sbagliando e lasciar perdere quello che ho detto.
Voglio solo precisare che io non ho cercato di farti cambiare le dosi della terapia. Le mie domande potevano sembrare avere quello scopo, in realtà io volevo capire quali fossero le motivazioni che ti spingevano a prendere quei farmaci.
Ti auguro buona fortuna, possibile che ci incontreremo ancora in una discussione o l'altra, io però sto cercando persone che abbiano idee simili alle mie ma anche la situazione e la storia personale hanno un peso in questo.
Spero starai bene.
Liofante
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Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Non ci sono molti utenti in qiesto forum, mi dispiace tu non voglia continuare la conversazione. Mi hanno riempito di farmaci a 17 anni, non potevo rifiutare perche' ero in stato psicotico. Verso i 25 anni ho tentato di smettere e sono stayo molto male. Ormai sono "incastrato" e non mi posso liberare dei farmaci ma cònsiglio a chi puo' di non usarli.Mi dispiace che tu non parli del tuo disturbo. Ho avuto una vita piena di esperienze perche' ho avuto lunghi periodi di remissia. In fondo ho avuto solo 4 crisi maniacali di circa due mesi il resto depressione piu' o meno intensa. Il fatto che tu non possa lavorare e' invalidante.....ciao
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Liofante
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Baptiste
Ultima attività il 01/10/24 alle 09:36
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Cari nuovi membri @Monica1968 @Salvio77 @Sabrinas @Valerio @Ale1963 @erre00 avete visto questa discussione e i contributi dei nostri membri? Ci interessa avere la vostra esperienza a riguardo per condividere con gli altri membri e aiutare la comunità. Grazie tanto in anticipo
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Ultima attività il 22/02/24 alle 03:40
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Scusa Liofante, non devi pensare che io abbia qualcosa contro di te, semplicemente credo che i tuoi scopi siano troppo diversi dai miei e finiremmo per parlare assieme ma facendo due discorsi separati.
Non è che non ci sono utenti qui, solo che molti aprono una conversazione e poi subito dopo la lasciano perdere. Credo dipenda dal fatto che sperino in certi tipi di risposte ma non ottenendole perdono interesse a continuare.
Capisco che nella tua situazione smettere i farmaci sarebbe stato complicato. Ma rifacendomi a frasi dette da te, il litio ti ha provocato danni ai reni e di conseguenza ti hanno fatto smettere di prenderlo e questo ti ha portato quasi al suicidio, dico bene? Penso che un medico degno di questo titolo avrebbe dovuto prevedere o comunque accorgersi che il litio ti stava creando problemi e interromperlo prima e in modo graduale, quindi sostituirlo con i farmaci che comunque poi ti hanno dato. L'alternativa al litio c'era evidentemente, perché non pensarci prima?
Naturalmente io so solo quello che ho letto in queste pagine, quindi i miei commenti si limitano a questo, non ho un quadro completo. Ad ogni modo io so che gli psichiatri non incoraggiano la gente a tentare di ridurre o sospendere un farmaco praticamente mai. Molti pazienti poi sembrano concordare sul fatto di averne bisogno e tu sei uno di questi.
Io sto cercando persone convinte come me di non aver bisogno di psicofarmaci ma costrette in qualche modo a prenderli.
Io non li prendo da due anni ma la mia patente di guida per questo è a rischio e questo è inaccettabile perché da quel punto di vista non ho assolutamente alcun problema, inoltre per il tipo di problema che ho io e per la zona dove abito, perdere la patente sarebbe una vera tragedia.
Mi fa piacere comunque che consigli a chi può evitare gli psicofarmaci di non usarli, detto da te ha un peso maggiore che detto da uno come me che è apertamente contro.
Si non parlo del mio disturbo, non esiste proprio, non sono venuto qui per quello e poi ne ho parlato abbastanza con gli psichiatri e gli psicologi adesso non ne parlerei più nemmeno con loro.
Tu dici che hai avuto solo pochi episodi maniacali e il resto depressione più o meno intensa. Ok, ma hai parlato anche di problemi ai reni e di diabete, messo tutto assieme mi pare complicato. Poi scusa la domanda, io non sono mai stato depresso e non capisco bene questa cosa, ma per l'idea che ho io una persona che è sempre depressa non dovrebbe avere voglia di lavorare, di sposarsi, di fare nulla... Tu ti sei sposato due volte mi pare, eri depresso anche quando ti sei sposato? Non sto dicendo che i depressi non si sposano, mio padre non è mai stato da uno psichiatra ma se ci fosse andato sicuramente gli avrebbero diagnosticato una depressione, ne sono convinto. Forse più che altro mi sorprende che ci sia qualcuno che abbia voglia di sposare un depresso.
Poi in un tuo precedente testo hai fatto delle affermazioni che verrebbe quasi da immaginati come un playboy, almeno del passato. Insomma, per me tutte queste cose stanno poco assieme.
E per finire, se cerchi un anima gemella, perché non provi su un sito di incontri? Sarà sempre meglio che qui immagino.
Liofante
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Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Boh non ho molto da dire, se non sei interessato ad un confronto non insisto. Secondo me si puo' scambiarsi esperienze anche se non si ha lo stesso disturbo. Tu non conosci il disturbo Bipolare con i suoi andamenti instabili dell'umore. Come ho scritto io ho avuto lunghi periodi in cui non ero ne in depressione ne in mania, ho avuto molti amori senza per questo essere un playboy. A quanto capisco non ti piace parlare del tuo disturbo.....Sono in questo sito da vari anni e purtroppo la sezione dui disturbi psicologici non e' molto frequentata, frequento altri siti in cui il dibattito e' piu' vivace, solo che e' frequentato da giovani e giovanissimi. Cerco un sito in cui confrontarmi con persone che vivono da lungo tempo con disturbi. Buona fortuna
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Liofante
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Ultima attività il 22/02/24 alle 03:40
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Buona fortuna a te.
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Ultima attività il 08/01/20 alle 02:48
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