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Pazienti Diabete tipo 2
Udito, anche il diabete tra le cause di sordità
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erminiop
Buon consigliere
erminiop
Ultima attività il 13/10/24 alle 18:08
Iscritto nel 2015
14 commenti pubblicati | 10 nel forum Diabete tipo 2
Ricompense
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Buon consigliere
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Partecipante
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Collaboratore
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Esploratore
Io probabilmente ho questo problema!!
come mai i vari otorini e diabetologi con i quali sono in cura da diverso tempo non me lo hanno mai detto ?
Ho perso completamente l’udito (sordità improvvisa)dalla parte destra, e non è recuperabile, circa 3 anni fà !
Adesdo sto avendo gravi problemi, ma molto gravi, anche sul altro orecchio...e i vari otorino continuano a prescrivermi inutili medicinali che non stanno risolvendo nulla, e sto entrando in depressione. Comunque ripeto nessuno ripeto nessuno dei vari medici, diabetologhi ottorini ecc ecc... mi ha mai detto di questa cosa !!
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Diabete, camminare 10 minuti dopo i pasti aiuta a controllare la glicemia?
giupipino
E chi ha mai detto di non condividere col proprio medico le azioni da fare?
Quello che io cerco di far capire alle persone che non ne hanno consapevolezza è che nei casi di diabete di tipo 2, dovuti a obesità (che sono la stragrande maggioranza) ESISTE UNA ALTERNATIVA ALLA CURA FARMACOLOGICA.
Tale alternativa è nota ai medici, tuttavia per motivi di praticità e di tempo, i medici preferiscono darti il farmaco. Il medico infatti NON HA IL TEMPO di fornirti tutte le informazioni relative alla alimentazione e allo stile di vita necessarie per uscire dal diabete di tipo 2.
Queste informazioni richiedono ad esempio di chiarire al paziente la nozione IMPORTANTISSIMA di INDICE GLICEMICO. Il medico dovrebbe insegnare al paziente QUALI SONO gli alimenti con indice glicemico elevatissimo, e quindi da evitare. Quali sono quelli con indice glicemico alto, e quindi da assumere con moderazione, e infine quali sono quelli con indice basso da potersi consumare a volontà. Dovrebbe poi chiarire l'effetto fondamentale degli INTEGRATORI alimentari sul diabete di tipo 2. Chiarire l'effetto di omega 3, curcuma e cannella.
Infine dovrebbe insegnare il tipo CORRETTO di movimento quotidiano da fare.
Tutte queste cose richiederebbero DECINE di ore per educare il paziente a uno stile di vita sano.
Essendo tutto ciò molto faticoso, dispendioso e difficile si preferisce dare la pillola, consapevoli che con gli anni la dose dovrà essere sempre maggiore e che si dovrà passare a farmaci sempre più forti e dagli effetti collaterali sempre più gravi.
Questa è la situazione VERA.
Chi vuole accontentarsi delle pillole fatti suoi.
Sappia comunque che la sua malattia diverrà negli anni cronica e sempre più grave.
Vedere il miglior commento
giupipino
Niente paura,
Il corpo è una macchina perfetta, purché non lo si intossichi con troppe medicine, con troppo zucchero raffinato, con troppi ormoni e antibiotici (latte e formaggi). Apprezzo la tua scelta di vivere in campagna. Io non vivo in campagna ma mi sposto ogni giorno di qualche decina di chilometri per raggiungerla. Posso così fare le mie lunghe passeggiate di un'ora fra le vigne, lungo viottoli fiancheggiati da piante di fico, da ulivi, da piante di nespole, di ciliegie o susine. Di tali frutti mi nutro senza paura, nonostante il mio passato diabete. Infatti ho imparato ad avere una fiducia assoluta nella Natura e nelle qualità salutari dei suoi prodotti. Mangio ogni frutto con la buccia e perfino con i relativi semi. Raccolgo le medicine che mi servono direttamente dalle piante del bosco o della campagna (tarassaco per il mio fegato, foglie di ulivo o di noce per la mia glicemia e per la pressione, eccetera). Ho imparato a riconoscere ogni piantina, perfino la più umile. E ad apprezzarne le qualità medicinali. La Natura, più la conosci e più la ami. E capisci che c'è qualcosa di molto Grande dietro. Qualcosa che nessuno ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare per quello che la Sua bontà ci dona ogni giorno, senza pretendere nulla in cambio.
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giupipino
Ciao,
Io, da sei mesi, misuro ogni mattina pressione, glicemia, peso corporeo e circonferenza addominale. Tengo inoltre nota della ALIMENTAZIONE e delle MEDICINE assunte (compresi gli integratori).
Il motivo per cui misuro ogni mattina, a digiuno, glicemia e pressione è quello di scoprire la relazione fra la mia alimentazione e questi due parametri. Ad esempio ho potuto scoprire che esistono alimenti che aumentano moltissimo la glicemia. Questi sono le patate, le banane, i cachi, e i ceci. Altri alimenti la fanno diminuire. In particolare i finocchi, le mele, le carote e le lenticchie. Alcuni alimenti fanno ingrassare. In particolare fa ingrassare un eccesso di biscotti o di yogurt (anche quelli cosiddetti magri). Alcuni alimenti fanno aumentare la pressione (formaggi stagionati e carni rosse). Altri la fanno diminuire (decotto di foglie di ulivo e omega 3). Alcuni alimenti aiutano la funzionalità del fegato, abbassando trigliceridi e colesterolo (omega 3 e estratto di carciofo).
Insomma la cura della mia salute è divenuta per me una scienza SPERIMENTALE. Ad esempio ho scoperto, senza che nessuno me ne avesse mai parlato, che 3 grammi di OMEGA3 al giorno possono risolvere i miei problemi di ipertensione, di trigliceridi alti e di colesterolo alto. Ho scoperto che un cucchiaio di OLIO DI COCCO è in grado di risolvere il mio problema di colesterolo HDL basso (questo è un tipo di colesterolo utilissimo, perché pulisce le arterie, ed è necessario che abbia valori maggiori di 40).
La nostra salute è una cosa troppo preziosa da lasciarla esclusivamente in mano ad altri. Il mio motto è divenuto: "Meglio sani e felici che malati e infelici".
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Diabete, camminare 10 minuti dopo i pasti aiuta a controllare la glicemia?
giupipino
E chi ha mai detto di non condividere col proprio medico le azioni da fare?
Quello che io cerco di far capire alle persone che non ne hanno consapevolezza è che nei casi di diabete di tipo 2, dovuti a obesità (che sono la stragrande maggioranza) ESISTE UNA ALTERNATIVA ALLA CURA FARMACOLOGICA.
Tale alternativa è nota ai medici, tuttavia per motivi di praticità e di tempo, i medici preferiscono darti il farmaco. Il medico infatti NON HA IL TEMPO di fornirti tutte le informazioni relative alla alimentazione e allo stile di vita necessarie per uscire dal diabete di tipo 2.
Queste informazioni richiedono ad esempio di chiarire al paziente la nozione IMPORTANTISSIMA di INDICE GLICEMICO. Il medico dovrebbe insegnare al paziente QUALI SONO gli alimenti con indice glicemico elevatissimo, e quindi da evitare. Quali sono quelli con indice glicemico alto, e quindi da assumere con moderazione, e infine quali sono quelli con indice basso da potersi consumare a volontà. Dovrebbe poi chiarire l'effetto fondamentale degli INTEGRATORI alimentari sul diabete di tipo 2. Chiarire l'effetto di omega 3, curcuma e cannella.
Infine dovrebbe insegnare il tipo CORRETTO di movimento quotidiano da fare.
Tutte queste cose richiederebbero DECINE di ore per educare il paziente a uno stile di vita sano.
Essendo tutto ciò molto faticoso, dispendioso e difficile si preferisce dare la pillola, consapevoli che con gli anni la dose dovrà essere sempre maggiore e che si dovrà passare a farmaci sempre più forti e dagli effetti collaterali sempre più gravi.
Questa è la situazione VERA.
Chi vuole accontentarsi delle pillole fatti suoi.
Sappia comunque che la sua malattia diverrà negli anni cronica e sempre più grave.
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giupipino
Niente paura,
Il corpo è una macchina perfetta, purché non lo si intossichi con troppe medicine, con troppo zucchero raffinato, con troppi ormoni e antibiotici (latte e formaggi). Apprezzo la tua scelta di vivere in campagna. Io non vivo in campagna ma mi sposto ogni giorno di qualche decina di chilometri per raggiungerla. Posso così fare le mie lunghe passeggiate di un'ora fra le vigne, lungo viottoli fiancheggiati da piante di fico, da ulivi, da piante di nespole, di ciliegie o susine. Di tali frutti mi nutro senza paura, nonostante il mio passato diabete. Infatti ho imparato ad avere una fiducia assoluta nella Natura e nelle qualità salutari dei suoi prodotti. Mangio ogni frutto con la buccia e perfino con i relativi semi. Raccolgo le medicine che mi servono direttamente dalle piante del bosco o della campagna (tarassaco per il mio fegato, foglie di ulivo o di noce per la mia glicemia e per la pressione, eccetera). Ho imparato a riconoscere ogni piantina, perfino la più umile. E ad apprezzarne le qualità medicinali. La Natura, più la conosci e più la ami. E capisci che c'è qualcosa di molto Grande dietro. Qualcosa che nessuno ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare per quello che la Sua bontà ci dona ogni giorno, senza pretendere nulla in cambio.
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giupipino
Ciao,
Io, da sei mesi, misuro ogni mattina pressione, glicemia, peso corporeo e circonferenza addominale. Tengo inoltre nota della ALIMENTAZIONE e delle MEDICINE assunte (compresi gli integratori).
Il motivo per cui misuro ogni mattina, a digiuno, glicemia e pressione è quello di scoprire la relazione fra la mia alimentazione e questi due parametri. Ad esempio ho potuto scoprire che esistono alimenti che aumentano moltissimo la glicemia. Questi sono le patate, le banane, i cachi, e i ceci. Altri alimenti la fanno diminuire. In particolare i finocchi, le mele, le carote e le lenticchie. Alcuni alimenti fanno ingrassare. In particolare fa ingrassare un eccesso di biscotti o di yogurt (anche quelli cosiddetti magri). Alcuni alimenti fanno aumentare la pressione (formaggi stagionati e carni rosse). Altri la fanno diminuire (decotto di foglie di ulivo e omega 3). Alcuni alimenti aiutano la funzionalità del fegato, abbassando trigliceridi e colesterolo (omega 3 e estratto di carciofo).
Insomma la cura della mia salute è divenuta per me una scienza SPERIMENTALE. Ad esempio ho scoperto, senza che nessuno me ne avesse mai parlato, che 3 grammi di OMEGA3 al giorno possono risolvere i miei problemi di ipertensione, di trigliceridi alti e di colesterolo alto. Ho scoperto che un cucchiaio di OLIO DI COCCO è in grado di risolvere il mio problema di colesterolo HDL basso (questo è un tipo di colesterolo utilissimo, perché pulisce le arterie, ed è necessario che abbia valori maggiori di 40).
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Prevenire il diabete, o gestirlo nel miglior modo possibile, significa anche proteggere l’udito. Una relazione di cui bisogna tener conto alla luce dell’aumento dell’età media. Diabete e sordità sono, infatti, due condizioni frequenti nelle persone anziane, e, la seconda, può essere conseguenza della prima.
Nel diabete l’alto livello di glucosio nel sangue è correlato a diversi fattori di rischio come ipertensione, retinopatia, nefropatia e neuropatia. Anche la maggiore sofferenza dell’orecchio interno con conseguente perdita uditiva sarebbe quindi una delle numerose complicanze del diabete.
Uno studio di qualche anno fa, pubblicato su Annals of Internal Medicine e realizzato dal National Institutes of Health americano, ravvisò una prevalenza doppia della perdita di udito nelle persone adulte con diabete rispetto a individui sani. L’associazione tra diabete e perdita di udito era maggiore con riferimento alla capacità di percepire le alte frequenze. Una disabilità uditiva almeno moderata per questo tipo di frequenze interessava più della metà dei pazienti diabetici, e solo il 30% circa di quelli non colpiti dalla malattia. Il campione era costituito da individui dai 20 ai 69 anni di età.
A rischio ipoacusia anche gli individui con pre-diabete
L’orecchio, come la retina, ha un circolo sanguigno peculiare, differente da tutti gli altri distretti. Si parla di circolo terminale, intendendo che ogni microscopico vaso ematico nutre un gruppo di cellule non essendo dotato di vasi collaterali, ovvero di vie accessorie che possono vicariare il vaso principale in caso di suo danno. Su questa condizione anatomica il diabete agisce in modo peggiorativo in relazione al maggiore accumulo nei vasi di zuccheri e lipidi con conseguente maggior rischio di trombi e coaguli.
Secondo l’American Diabetes Association il tasso di disabilità uditiva è maggiore rispetto alla popolazione sana anche tra gli adulti con pre-diabete, ovvero una condizione caratterizzata da alti valori di glicemia a digiuno.
«Ogni individuo, a prescindere dal fatto che sia diabetico, dovrebbe preoccuparsi di proteggere un organo di senso come il nostro orecchio, così importante per la vita di relazione. In attinenza al diabete la prima regola dovrebbe essere rigoroso controllo dei valori di glicemia, quindi compensare il diabete, seconda regola vita sana, ovvero corretta alimentazione ed esercizio fisico», aggiunge il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra e specialista in chirurgia cervico facciale dell’ospedale Humanitas.
«Ovviamente, in caso di fattori di rischio già presenti, sarebbe imprudente aggiungerne altri. Fumo e alcool sono dannosi anche per il nostro udito; esposizione a rumori forti e per tempo prolungato esprime un rischio di logorio precoce del nostro apparato uditivo».
Il diabete è dunque uno dei fattori di rischio da controllare per proteggere l’orecchio?
«Sì, il diabete deve essere compensato farmacologicamente. L’esercizio fisico è poi di grande aiuto perché fondamentale per la circolazione e ossigenazione del sangue. Favorisce la metabolizzazione di zuccheri e lipidi e ne riduce l’accumulo nel sangue. Si controlla così il rischio di trombosi che, per il particolare circolo ematico dell’orecchio – circolo terminale – sarebbe oltremodo drammatico. Infatti se un vaso si chiude, il gruppo di cellule a cui porta ossigeno muoiono e non vengono più sostituite, si determina così un danno permanente».
«La prevenzione spesso parte da una vita sana – aggiunge il dottor Malvezzi. L’esercizio fisico è uno di questi presupposti, l’altro la buona alimentazione. L’American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation sottolinea come una dieta ricca di folati e sali di acido folico sia protettiva per il nostro udito. Non stiamo parlando di cibi stravaganti, ma di uova, cereali integrali, legumi, spinaci, broccoli e insalata a foglia larga. Alimenti che, presenti sulle nostre tavole, contribuirebbero a mantenere bassi i livelli ematici di omocisteina, un metabolita della coagulazione correlato all’aumentato rischio tromboembolico. Quindi più folati, ovvero più cibo verde, meno omocisteina, sangue più fluido e più ossigenazione per le cellule dell’orecchio interno. Tutti sappiamo che più ossigeno per i nostri tessuti significa più vita», conclude lo specialista.
HumanitaSalute.it