I parlamentari britannici chiedono al governo una svolta nella lotta all’obesità infantile. Rapporto del Comitato ristretto per la Salute
Pubblicata il 20 giu 2018
“Il governo deve cambiare la narrazione sull’obesità infantile, chiarendo che il problema riguarda tutti e adottando un approccio unitario. Dovrebbe essere istituito un comitato a livello di Gabinetto per rivedere l’attuazione del Piano, con report obbligatori da parte dei Dipartimenti coinvolti. Chiamiamo il governo a fissare obiettivi chiari e ambiziosi per ridurre i livelli complessivi di obesità infantile e le disuguaglianze che ne derivano in termini di salute”.
È quanto si legge in un rapporto del Comitato ristretto per la salute della Camera dei Comuni britannica, intitolato Obesità infantile: il momento di agire. Il documento parte dalla considerazione che nel Regno Unito quasi un terzo di bambini e adolescenti tra i 2 e i 15 anni è obeso o in sovrappeso, e che le nuove generazioni diventano obese prima e lo rimangono più a lungo. I tassi di obesità sono più alti tra i bambini delle aree più svantaggiate e questa situazione sta peggiorando. I bimbi di cinque anni che rientrano nei gruppi di famiglie con redditi più bassi hanno il doppio di probabilità di diventare obesi, rispetto ai loro coetanei più abbienti. Tra i bambini di undici anni, le probabilità sono il triplo.
Di fronte a questa “situazione di salute inaccettabile e in ampliamento”, il Comitato ristretto della Camera dei Comuni ritiene necessaria “un’azione più incisiva” e indica le aree chiave che richiedono un’attenzione urgente da parte del governo, che a breve dovrà aggiornare il suo Piano contro l’obesità, pubblicato per la prima volta nell’estate del 2016. Tra le azioni indicate dai parlamentari si prevede di:
- Vietare l’utilizzo dei personaggi dei cartoon e delle trasmissioni televisive per promuovere il cibo spazzatura, cioè ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale.
- Vietare la pubblicità tv del junk foodfino alle ore 21.00.
- Adottare misure restrittive anche per quanto riguarda il web, per fare in modo che siti come Facebook e YouTube riducano l’esposizione di bambini e adolescenti a pubblicità e operazioni di marketing inappropriate, compresi i videogiochi realizzati per comunicare messaggi pubblicitari.
- Regolamentare e limitare le possibilità di sconti e promozioni su dolciumi e altri alimenti poco sani, che andrebbero anche rimossi in prossimità delle casse di negozi e supermercati.
- Mettere in atto ulteriori misure per favorire l’allattamento al seno e un’alimentazione sana nei primi mille giorni di vita dei bambini, oltre che nei primi anni di scuola.
- Rendere più facile per le autorità locali la possibilità di limitare la proliferazione di negozi di prodotti malsani e di cartelloni stradali che li pubblicizzano in prossimità delle scuole.
- Estendere la tassa sulle bevande zuccherate anche a quelle a base di latte. Inoltre, il prossimo aggiornamento del Piano contro l’obesità infantile dovrebbe segnalare che si stanno preparando ulteriori misure fiscali per incoraggiare la riformulazione dei prodotti alimentari, laddove non siano stati raggiunti gli obiettivi.
- Vietare la sponsorizzazione di club sportivi, campionati e tornei giovanili, da parte di marchi associati a prodotti nocivi.
- Nella comunicazione, concentrarsi su stili di vita sani, piuttosto che usare un linguaggio stigmatizzante dell’obesità.
Il fatto alimentare
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