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Disturbo Ossessivo Compulsivo
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Andare all'ultimo commentoEx membro
Ciao @AlessandroSEAM ,grazie dei preziosi consigli. Ci penso da un po' ad un buon psicoterapeuta, anche se le sedute non sono proprio accessibili a tutti, in termini di costi.
Il confronto con gli altri credo sia già un'ottima "terapia" piuttosto che stare con la testa nella sabbia e non affrontare il problema.
Grazie ancora per l'attenzione e a presto.
Buona serata
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Buongiorno a tutti;
spero di trovarvi bene mentre scrivo queste righe. Il mio umore è alto! La cura farmacologica a cui mi sottopongo sta andando avanti da diversi mesi e i risultati sono incoraggianti. Credo di essermi completamente abituato alla sertralina: i pensieri ossessivi si sono notevolmente ridotti, l'ansia è stata drasticamente ridimensionata, la concentrazione è buona. Come già detto i risultati sono estremamente positivi ma sono anche consapevole che la DOC non è scomparsa, è solo latente, quasi addormentata: alcune volte sento ancora l'affiorare dei suoi sintomi ma con un po' di buona volontà riesco a frenarli. Per quanto il mio giudizio non sia troppo attendibile sono convinto che dal disordine ossessivo compulsivo non si possa guarire, ma con una cura farmacologica ben dosata e un poco di psicoterapia si riesce a convivere serenamente con il disturbo. Spero che le mie parole possano essere di incoraggiamento per tutti coloro che vivono la malattia e non trovano pace. Se penso a come stavo un anno fa, ridotto a vivere in uno stato di perenne confusione mentale, dove tutto mi appariva sfocato e incomprensibile, oramai svuotata da ogni impulso vitale, mi sembra incredibile di essere oggi così raggiante. Non demordete.
Ex membro
Buonasera.
Mi scrivo a questo sito perchè disperato, come ultima chanche per uscire da un tunnel in cui sono entrato e da cui non riesco più ad uscire. I miei pensieri "pensieri ossessivi" si focalizzano puntualmente e quotidianamente su quanto ho subito, non mi danno tregua e mi fanno pensare che l'unica soluzione sia la morte.
Sono stato fidanzato tre anni con una donna bellissima e di cui sono stato e sono profondamente innamorato. La relazione è finita da pochissimo: è stata una relazione drammatica, poichè io nonostante fossi uomo e forse sarò preda di scherno, ho subito molta violenza che ora mi causa tremendi attacchi di panico durante il giorno e la notte e difficoltà ad avere contatto con le persone.
Subito dopo poco che stavamo insieme, la mia ex ragazzo usava forte violenza verbale e scattava dal nulla senza motivo, quindi si è passato al lancio di piatti e bicchieri che schivavo, per poi passare che se avevo poca fame e rifiutavo un piatto da lei cucinato me lo lanciava addosso.
Successe una volta con un primo cucinato malissimo, che mi lanciò addosso dopo che neanche lei lo voleva.
Poi la violenza è diventata più rude e frequente.
Si è passato dal lanciare oggetti dalla finestra, all'andare nuda in balcone minacciando il suicidio se la lasciavo, ad una sera che mi ha fracassato di botte facendomi saltare anche gli orecchini che indossavo. Dopo quell'episodio ha continuato, con scatti d'ira dove mi lanciava le cose, fino a quando per una macchia sul pavimento mi ha tirato un coltello da cucina portandomelo vicino allo stomaco, per poi tagliarsi le vene lei stessa. Nel mentre, volevo andarmene di casa, e mi spaccato la porta aprendola sulla fronte, causandomi una ferita che necessitava di punti.
Nel mentre, volevo lasciarla, ma alle sue minacce di suicidio ho desistito.
Adesso la ragazza mi ha lasciato, io vivo nell'incubo di sentirmi pazzo perchè sono arrivato a pensare meritavo le botte (io non l'ho mai toccata con un dito).
La sua motivazione era che era geloso dell'ex con cui lei si sentiva e vedeva regolarmente e per cui io ne soffrivo.
Ora ho attacchi violenti di ansia e panico e di pianto.
Come poter superarli?
Sono pazzo io? Voglio solo morire e ci sto pensando seriamente.
Grazie per l'attenzione.
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Ciao @Fiamma90. Cadrò nei soliti convenevoli, frasi e parole che forse hai già sentito o ti sarai detto da solo, però non posso evitare nel dirti che provo dispiacere per la tua relazione tumultuosa. Ancora rimango nell'ovvio aggiungendo che alcuno merita esperienze di coppia così drammatiche e violente. Non voglio andare oltre in giudizi facili o consigli da libro cuore, ti auguro che tu possa trovare una nuova stabilità: hai un futuro davanti, mille nuovi progetti da intraprendere e nuove passioni per cui vivere. Non cadere troppo nel drammatico e nella autocommiserazione, oppure nel continuo colpevolizzarti: considera quanto hai vissuto buono per migliorare la tua persona e farti trovare più preparato per una donna che realmente possa meritarti. Per quanto riguarda gli attacchi d'ansia e i pensieri ossessivi non posso non ribadire quanto scritto molte volte in altri commenti: l'aiuto di un medico o di un professionista può rivelarsi utile, quanto meno per giungere ad una diagnosi abbastanza accurata. Nessun malato può guarirsi da solo. Ti auguro maggiore serenità.
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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La mia più grande paura è perdere tempo. Sono così consapevole della fugacità della vita, della sua irrepetibilità, che mi aggiro nevrotico tra mille passioni e desideri. Così è nata la sintomatologia della mia DOC. Nelle ripetizioni quotidiane di fronte a me stesso, elencavo tutto quello che avevo fatto nella mia vita: i libri letti, i film visti, le serate con gli amici; tutto ripetuto strenuamente perché tutto potesse essere ben fissato nella mia memoria. Eppure più mi dedicavo a questa attività, più mi sembrava di non aver fatto alcunché di realmente significativo, rimanendo deluso ogni volta che mi voltavo indietro soppesando il mio passato. La fretta di dover vivere mi ha imprigionato nell'ansia. Ho combattuto la soffocante ansia con il monologo interiore per dimostrare a me stesso il valore di tutto ciò che ho fatto fino ad ora, e quando non bastava, mi perdevo nella fantasia, inventando storie. Voglio un'esistenza intensa, dove niente mi deve essere risparmiato, sia nelle gioie sia nei dolori. La mia voracità è tale da sminuire quanto fino ad ora ho fatto, chiedendomi un ulteriore sforzo nel raggiungere mete ancora più ambite. Tutto ciò mi ha sfibrato sminuendo l'opinione su me stesso. Quanto ho superato di questo problema? A che punto è la mia guarigione? Rileggendo questi appunti mi rendo conto che ho usato il passato in alcune frasi, il presente in altre. Vorrei che le coniugazioni fossero giuste, tutto al tempo passato. Queste righe sgangherate mi danno forza: credo di essere giunto al noumeno del mio malessere, per quanto ancora non sia sicuro quanto la mia fobia sia causa della malattia. Ancora una volta mi ritrovo a dover scegliere tra la causa puramente biologica del disordine ossessivo compulsivo o la causa psicologica. In ogni caso voglio guarire e ci riuscirò.
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
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Buonasera a tutti;
mi faccio sentire dopo diversi mesi, anche se ho continuato a leggere e seguire Carenity. Mi sembra doveroso fare il punto della mia situazione medica. Sono arrivato ad un dosaggio di grammi 175 di Sertralina, assunti giornalmente la mattina. L'ansia risulta di molto attutita e i molti disturbi che ho avuto modo di descrivere in questa conversazione sono sempre più deboli. Malgrado sia soddisfacente la cura farmacologica, sto continuando ad essere seguito dallo psichiatra: i nostri incontri sono bisettimanali, sempre piacevoli e di grande stimolo intellettuale. Purtroppo qualche effetto collaterale lo avverto: il mio sonno è molto agitato, popolato ogni notte da incubi, solo nel fine settimana riesco a trovare un po' di sollievo con un riposo tranquillo ed appagante. Credo che l'ansia derivante dal mio lavoro sia la principale causa di tali disturbi, anche perché gran parte dei miei incubi riguardano la mia professione. Altre volte rivivo relazioni del passato, provando un forte senso di disagio nel rivedermi di fianco ad una persona che non amo più. Spesso sono sogni erotici, ma non hanno nulla di divertente e piacevole; mi fanno sentire in colpa verso l'attuale ragazza che frequento e sollevano in me mille domande sull'opportunità di aver interrotto la relazione con la madre di mio figlio. Non fraintendetemi, ad ogni nuovo cruccio rispondo a me stesso che la fine del rapporto era inevitabile: non c'era più amore da tenerci insieme, la vita in comune era diventata soffocante e piena di amarezze; ma non posso negare che la mancanza di mio figlio nella mia quotidianità, il non vederlo la sera corrermi incontro quando rincaso, mi fanno soffrire. Si trovano sempre dolori e dispiaceri nella propria vita; sarebbe ridicolo credere nell'esistenza di una vita perfetta, e anch'io non sono eccezione; ma malgrado il dolore di un figlio lontano, di una malattia che rallenta ma non è completamente risolta e una situazione lavorativa tesa, mi sento bene. Sono felice di quanto mi sta accadendo, della stabilità che sto raggiungendo e sento grande gratificazione nel sapere che l'equilibrio di questi mesi me lo sono meritato! Ora voglio trasformare i miei punti deboli in punti di forza, vedere nella mia malattia una occasione di continuo miglioramento e stimolo a fare qualcosa in più, un modo per tenermi sempre sotto controllo e rendere la mia vita piena e gioiosa. Mi auguro che le mie parole possano essere di conforto a qualcuno. Mai lasciarsi spaventare dalla inesorabilità di un verdetto: sono malato di DOC, continuerò ad esserlo per il resto della mia vita ma non mi impedirà di vivere felicemente.
AlessandroSEAM
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Amico
Buonasera a tutti;
mi faccio sentire dopo diversi mesi, anche se ho continuato a leggere e seguire Carenity. Mi sembra doveroso fare il punto della mia situazione medica. Sono arrivato ad un dosaggio di grammi 175 di Sertralina, assunti giornalmente la mattina. L'ansia risulta di molto attutita e i molti disturbi che ho avuto modo di descrivere in questa conversazione sono sempre più deboli. Malgrado sia soddisfacente la cura farmacologica, sto continuando ad essere seguito dallo psichiatra: i nostri incontri sono bisettimanali, sempre piacevoli e di grande stimolo intellettuale. Purtroppo qualche effetto collaterale lo avverto: il mio sonno è molto agitato, popolato ogni notte da incubi, solo nel fine settimana riesco a trovare un po' di sollievo con un riposo tranquillo ed appagante. Credo che l'ansia derivante dal mio lavoro sia la principale causa di tali disturbi, anche perché gran parte dei miei incubi riguardano la mia professione. Altre volte rivivo relazioni del passato, provando un forte senso di disagio nel rivedermi di fianco ad una persona che non amo più. Spesso sono sogni erotici, ma non hanno nulla di divertente e piacevole; mi fanno sentire in colpa verso l'attuale ragazza che frequento e sollevano in me mille domande sull'opportunità di aver interrotto la relazione con la madre di mio figlio. Non fraintendetemi, ad ogni nuovo cruccio rispondo a me stesso che la fine del rapporto era inevitabile: non c'era più amore da tenerci insieme, la vita in comune era diventata soffocante e piena di amarezze; ma non posso negare che la mancanza di mio figlio nella mia quotidianità, il non vederlo la sera corrermi incontro quando rincaso, mi fanno soffrire. Si trovano sempre dolori e dispiaceri nella propria vita; sarebbe ridicolo credere nell'esistenza di una vita perfetta, e anch'io non sono eccezione; ma malgrado il dolore di un figlio lontano, di una malattia che rallenta ma non è completamente risolta e una situazione lavorativa tesa, mi sento bene. Sono felice di quanto mi sta accadendo, della stabilità che sto raggiungendo e sento grande gratificazione nel sapere che l'equilibrio di questi mesi me lo sono meritato! Ora voglio trasformare i miei punti deboli in punti di forza, vedere nella mia malattia una occasione di continuo miglioramento e stimolo a fare qualcosa in più, un modo per tenermi sempre sotto controllo e rendere la mia vita piena e gioiosa. Mi auguro che le mie parole possano essere di conforto a qualcuno. Mai lasciarsi spaventare dalla inesorabilità di un verdetto: sono malato di DOC, continuerò ad esserlo per il resto della mia vita ma non mi impedirà di vivere felicemente.
Marina
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Marina
Ultima attività il 27/08/20 alle 20:51
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Amico
Ciao, come stai ora?
ho letto tutta la tua crono storia, io non ho mai avuto questo disturbo, ma ne ho un altro che è in qualche modo speculare, e infatti viene curato con gli stessi farmaci.
Io mi sono trovata bene alternando cicli di farmaci e poi sospensione graduale degli stessi per poi riprendere per altri mesi. La sospensione deve essere assolutamente graduale anche se dovesse durare sei sette mesi. Questo è per evitare gli effetti collaterali, gli incubi notturni e l'assuefazione al farmaco. Per il resto a te basterebbe attutire un po' la pressione mentale e poter vivere un po' meglio.
Purtroppo questa è una piccola alterazione della ricapitolazione della serotonina e altri neurotrasmettitori.
Ma è da quando sei piccolo che hai la persecuzione dei pensieri?
Ciao
AlessandroSEAM
Buon consigliere
AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Ciao @marinapastrello;
sono molto felice in questi giorni, anche grazie ad una persona che mi sta tenendo compagnia con molto affetto. Spero che tu stia altrettanto bene.
Il mio disturbo è molto antico: fin da bambino ricordo di aver avuto un sovraffollamento di pensieri in testa; ma il peggioramento si è registrato dall'adolescenza. Ho resistito a lungo a questa malattia, non provando mai a chiedere assistenza da parte di un professionista; ma a ventisei anni, dopo due episodi depressivi, mi sono rivolto ad uno psicologo. Ora sono assistito da uno psichiatra e da oramai un anno sono sotto farmaci. L'idea di passare ad una fase di riduzione del dosaggio e progressiva astensione al farmaco mi spaventa un po': ho inseguito per molti anni un equilibrio che finalmente ho trovato con la sertralina, non vorrei rinunciare a questo aiuto. Sono consapevole che sarà inevitabile nel prossimo futuro, anche il medico mi ha suggerito questa soluzione, ma il timore rimane. Tu come hai affrontato la riduzione del dosaggio? Che effetti hai provato? E soprattutto, come si è evoluta la tua malattia?
Ti voglio ringraziare per il tempo concessomi. Mi sento lusingato che tu abbia letto i miei commenti. Spero di poterti risentire presto per condividere la nostra esperienza. Ti auguro serenità.
Marina
Buon consigliere
Marina
Ultima attività il 27/08/20 alle 20:51
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@AlessandroSEAM
E' un bene che tu abbia iniziato a prendere qualcosa, specie se è da tanto che sopporti questi pensieri fastidiosi.
I farmaci ci aiutano a vivere, diventano come i nostri amici quando collaborano a farci stare meglio, ma proprio come gli amici, bisogna trovare un equilibrio, un autonomia, una giusta distanza, per poi ricominciare quando è il momento opportuno.
Io purtroppo mi ero trovata nella fase di sospensione graduale da sola senza essere avvisata dei tempi e dei modi opportuni così dopo due settimane ero a pezzi e con tutti i sintomi di ritorno però in forma aggravata. Credevo che fosse giunto il mio momento finale.
Ero arrivata a prendere 200 mg. Magari però il mio fisico è diverso, io peso poco forse. Comunque se le dosi sono un po' alte consiglio di andare lentamente anche sei o sette mesi se necessario.
Dopo aver smesso con fatica l'uso dell'antidepressivo, alla fine ho iniziato a sentirmi meglio e a farcela anche da sola. Però dopo circa sei mesi ho ripreso il farmaco ma con una dose molto più bassa da 25 ad un max di 50.
Adesso non prendo più niente, anzi ho cominciato da poco un integratore a base di triptofano, serotonina e magnesio estratti di erbe naturali.
Ovviamente non sono guarita, ho sempre il mio dolore fastidioso che viene percepito dal mio cervello anche in assenza dello stimolo, perché la fibromialgia è questo, e non si guarisce facilmente.
Il dolore fisico attraversa le stesse vie nervose del dolore mentale, è come una persecuzione, però di natura diversa da quella del pensiero. E' come avere una percezione distorta della realtà dei fatti. Ma non è colpa nostra.
Comunque l'importante è trovare un equilibrio. Continua così, non preoccuparti per il tuo bimbo, ci sono tante situazioni così, alla fine i bambini sono più forti di noi.
Ciao
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AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Amico
Da diversi mesi sono in cura dallo psicologo ma solo nelle ultime settimane siamo riusciti a delineare il mio problema: presento alcuni tratti tipici del disturbo ossessivo compulsivo. Questa malattia si manifesta in me con pensieri repentini e ripetitivi, spesso molto violenti, che continuano a interrompermi da ciò che sto facendo. Non ho un attimo di tregua e la fatica di reggere tutto questo si sta facendo così estenuante da desiderare di dormire tutto il giorno. E' terribile vedersi come un terribile aguzzino, spietato ed efferato, che prova gioia a ferire ed umiliare fisicamente una persona. Ogni volta che queste immagini finiscono di pervadermi penso che io non sono così: sono una persona pacata e molto tranquilla; ma una paura latente verso me stesso rimane fissa nel mio inconscio. Come un malato di DOC ho elaborato inconsapevolmente delle tecniche di difesa da questi attacchi: parlo da solo per molte ore al giorno. Per quanto questo comportamento sia ridicolo, anche se non ha nulla di patologico, è per me balsamo sui nervi scossi: parlo per ore e i pensieri che affollano la mia testa scompaiono.
I pensieri ossessivi non sono solo violenti, altri sono "accumulativi". Immagino di realizzare grandi imprese, di ottenere impensabili risultati e traggo gioia ed euforia da quante cose riesco a fare, una dopo l'altra, con grande celerità. Qualsiasi sia il pensiero che si figura nella mia immaginazione, ognuno di questi provoca in me sentimenti intensi: alcune volte è odio e rabbia, altre volte una gioia incontrollabile.
E' difficile scrivere di questi problemi: sono molto imbarazzanti. Immagino che un utente, nel leggere queste parole, possa avere paura di me; ma quello che sto vivendo, e che sto vivendo da quando sono bambino, è una malattia che affligge la mia persona senza però essere mai riuscita a violare la mia identità. Io non sono la mia malattia, essa non mi rappresenta: ho dei disturbi ma il mio essere è integro e puro.