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Guarigione del diabete possibile
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giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Alessandro SEAM scrive:
"L'incidenza del diabete è correlata con:
1. Area Geografica;
2.Etnia;
3. Storicità della malattia in un nucleo familiare;
4. Ereditarietà;
5. Sesso;
6. Età;
7. Fattori ambientali, quali dieta e stile di vita."
Tutta la discussione nasce da una mia CITAZIONE del sito DIABETEITALIA, in cui viene detto:
"perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico consentono nel diabete di tipo 2 nella maggior parte dei casi di migliorare in modo anche sorprendente l’equilibrio glicemico. Non è raro che una persona così facendo veda ridursi l’emoglobina glicata e possa fare a meno di molti o di tutti i farmaci"
Inoltre la discussione è inserita nel gruppo: "Convivere col diabete di tipo 2". Inoltre io ho RIBADITO più volte che si sta parlando di DIABETE DI TIPO 2.
Allora, se ormai anche una formica dovrebbe aver capito che stiamo parlando di DIABETE TIPO 2 (diabete tipo 2, diabete tipo 2, diabete tipo 2,...) perchè mi citi fra i fattori di influenza del diabete l'ETA'?
E' EVIDENTE che l'età DEBBA incidere sul diabete di tipo 2, perché è proprio l'età il discrimine principale fra diabete di tipo 1 e quello di tipo 2. Infatti uno che vuol parlare di un argomento di cui non sa nulla, come appare essere il tuo caso, per prima cosa si INFORMA su Wikipedia dell'argomento di cui pretende di parlare e legge:
Il diabete mellito di tipo 2 (chiamato anche diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM) o diabete dell'adulto.
Allora la prima domanda che io ti faccio è
1) Perché inserisci l'ETA' fra le cause del diabete di tipo 2? Una malattia che PER DEFINIZIONE dipende dall'età NON PUO' NON DIPENDERE dall'età. E' una questione di logica elementare.
Poi, sempre su Wikipedia, si legge:
I tassi di diabete sono aumentati notevolmente negli ultimi decenni, in parallelo con la crescita dell'obesità. Nel 2016 erano circa 422 milioni le persone affette dalla condizione, rispetto ai circa 285 milioni nel 2010 e ai 100 milioni registrati nel 1980.
2) Se tale patologia dipendesse da ereditarietà, come si spiega l'aumento esponenziale della malattia negli ultimi decenni?
Si dovrebbe ipotizzare che una persona ammalata da diabete di tipo 2 sia più PROLIFICA rispetto a una persona sana. E' questo quello che pensi?
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Scusa Giuseppe ma non ho capito l'affermazione qui sotto.
Una malattia che PER DEFINIZIONE dipende dall'età NON PUO' NON DIPENDERE dall'età.
Puoi spiegarti un pochino meglio?
Per quanto riguarda la seconda domanda: l'ereditarietà è uno dei fattori scaturenti della malattia, non l'unico. Una vita più sedentaria e una alimentazione scorretta sono ulteriori fattori causanti. Inoltre l'aumento delle aspettative di vita e il progressivo invecchiamento della popolazione comportano l'aumento dei casi di diabete come hai giustamente notato. Considerando che la fascia più a rischio di diabete è dai 50 anni in su, appare evidente come un paese con un'aspettativa di vita inferiore ai quarantanni, come nella maggioranza degli Stati africani, avrà una presenza di diabetici molto ridotta. La malattia non ha avuto il tempo di svilupparsi. L'aumento del tenore di vita in aree ad alta densità popolativa, come la Cina, l'India, il Brasile, sta determinando la crescita numerica globale di malati di diabete.
Ci sono una serie di aspetti ancora taciuti e vorrei sapere una tua opinione:
Perché i casi di diabete sono maggiori nella popolazione maschile rispetto alla femminile?
Perché alcune aree o regioni hanno tassi di malati maggiori rispetto ad altri luoghi, malgrado lo stile di vita e l'alimentazione sia del tutto simile?
Perché alcune etnie sono più soggette al diabete, come gli afroamericani? È perché alcune etnie hanno sottotipi di diabete unici è che non sono stati riscontrati in altri popoli?
Sono domande che trovano fondamento dai dati che fino ad ora ho offerto nella discussione, quindi sono quesiti più che legittimi. Appare quanto mai evidente la presenza di queste eterogeneità dalle ricerche statistiche fino ad ora effettuate. È riconducibile tutto questo ad una scorretta alimentazione e stile di vita non consoni? Oppure ritieni che ci siano altre cause?
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Ricordo inoltre che la pagina della Wikipedia sul diabete parla, anche, di cause genetiche.
giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Alessandro scrive:
non ho capito l'affermazione qui sotto: Una malattia che PER DEFINIZIONE dipende dall'età NON PUO' NON DIPENDERE dall'età.
La mia affermazione è elementare. Il diabete mellito di tipo 2 è detto anche diabete dell'ADULTO (vedi Wikipedia) perchè nella stragrande maggioranza dei casi si presenta in ETA' ADULTA (attorno ai cinquant'anni). Wikipedia precisa che ultimamente si è notato l'aumento l'insorgenza della malattia anche nei bambini, ma nella medesima percentuale con cui è aumentata l'OBESITA' infantile. Quindi è EVIDENTE che il diabete di tipo 2 va collegato alla OBESITA', perchè ciò viene osservato direttamente con quello che accade nei bambini. Ma soprattutto perché viene osservato con quello che accade agli adulti e che è precisato dalla citazione, tratta dal sito che tu stesso hai indicato, ovvero DIABETE.COM che ti riscrivo per comodità, affinchè tu la MEMORIZZI:
perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico consentono nel diabete di tipo 2 nella maggior parte dei casi di migliorare in modo anche sorprendente l’equilibrio glicemico. Non è raro che una persona così facendo veda ridursi l’emoglobina glicata e possa fare a meno di molti o di tutti i farmaci
Quindi occorre TENERE A MENTE che nella maggior parte dei casi, (stiamo parlando appunto di STATISTICA) perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico, consente di FARE A MENO DI MOLTI O DI TUTTI i farmaci.
Quindi teniamo presente che, statisticamente parlando, nella maggior parte dei casi, il diabete di tipo 2 NON E' di natura EREDITARIA, ma è dovuto a sovrappeso e a un errato stile di vita, correggendo il quale si ELIMINANO LE CAUSE, e quindi si REGREDISCE dalla malattia. Avviene la stessa cosa che avviene in un fumatore da vent'anni. Eliminando le sigarette, si eliminano, LENTAMENTE, le CAUSE dei molteplici malanni associati al fumo (asma, fiato corto, ipertensione,...). Il che non implica che una volta guariti dalle patologie legate al fumo si possa riprendere a fumare. Perché facendolo si RICADE nella condizione patologica.
Se la causa (nella stragrande maggioranza dei casi) è l'OBESITA', l'ERRATA ALIMENTAZIONE e la SEDENTARIETA', eliminando tali cause si eliminano, LENTAMENTE, tutte le patologie legate al diabete T2, ovvero cattiva circolazione sanguigna, problemi agli occhi, al cervello, ai piedi, eccetera. Quando tale processo è a buon punto (il che è misurabile dalla emoglobina glicata, che indica il valore medio del glucosio nel sangue negli ultimi due mesi) è sceso a valori NORMALI, a quel punto si POSSONO eliminare i farmaci che venivano dati al paziente per il suo diabete T2. Questo è quello che ha fatto la mia dottoressa, la quale mi ha prima dimezzato la dose del farmaco che prendevo e poi, dopo tre mesi, vedendo che i miei valori ematici erano addirittura MIGLIORATI, mi ha consentito di eliminare del tutto i farmaci. Io sono ormai DUE ANNI che non prendo farmaci per il diabete T2 e i miei valori ematici sono andati MIGLIORANDO, non peggiorando.
Il che implica, a mio modo di vedere, un PROCESSO DI GUARIGIONE IN ATTO.
Come me sono migliaia i PAZIENTI di diabete T2 che hanno eliminato i farmaci instaurando un circuito POSITIVO, perchè eliminare i farmaci significa ridurre il lavoro che devono fare il fegato e i reni per SMALTIRE tali farmaci. E migliorare la funzionalità del fegato giova al metabolismo degli zuccheri.
Si possono affrontare tutti i punti che hai proposto nel tuo precedente post. Ma io credo che sia utile che si raggiunga un accordo su un punto alla volta.
Sei d'accordo che, nella stragrande maggioranza dei casi, la causa del diabete di tipo 2, non è l'ereditaria, ma è l'obesità, l'errata alimentazione e la sedentarietà?
Se sei d'accordo su questo punto si può passare alla analisi degli altri punti.
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Ti chiedo la cortesia di andare avanti con l'analisi degli altri punti. Vorrei darti una risposta alla fine se me lo permetti.
giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Alessandro,
Non è possibile discutere gli altri punti se non prima ci si accorda su questo primo punto che è fondamentale per il discorso che stiamo facendo.
Su Wikipedia (ma anche su altre innumerevoli fonti che se vuoi ti cito) c'è scritto:
I tassi di diabete sono aumentati notevolmente negli ultimi decenni, in parallelo con la crescita dell'obesità. Nel 2016 erano circa 422 milioni le persone affette dalla condizione, rispetto ai circa 285 milioni nel 2010 e ai 100 milioni registrati nel 1980.
Adesso non è possibile spiegare un QUADRUPLICAZIONE dei tassi di diabete (da 100 milioni a 422 milioni) nell'arco di 36 anni CON NESSUN'ALTRA SPIEGAZIONE che non sia quella dell'aumento della OBESITA'.
Infatti nè la CRESCITA della popolazione, nè l'invecchiamento della popolazione, hanno tassi minimamente paragonabili a quelli predetti.
Quindi o ci si accorda su questo punto o, a mio parere, la discussione diventa del tutto inutile.
Un cordiale saluto
Giuseppe
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Dalle fonti che ho condiviso, appare evidente quanto l'atteggiamento della medicina sia di considerare il diabete come malattia causata dalla coesistenza di fattori diversi. L'alimentazione, lo stile di vita, la massa corporea sono fattori determinanti per l'insorgere della malattia, in diversi casi fenomeni scaturenti della patologia, ma non gli unici.
Leggiamo i dati Istat presenti nel link allegato. Si considera il periodo temporale decennale che va dal 2000 al 2010. Nell'arco temporale il numero complessivo di malati è aumentato di 800 mila unità, comportando la presenza di quasi 3 milioni di persone diabetiche alla fine del periodo di riferimento (pagina 3 abstract). Possiamo stimare che la crescita si sia attestata ad un 30%, ovvero ad un tasso annuo del 2.65%. L'aumento non altera le numerose asimmetrie distributive: alcune regioni sono maggiormente colpite rispetto ad altre; alcune fasce di età presentato tassi di malati maggiori e le differenze percentuali tra il quartili rimangono invariate. Concentrando l'attenzione sui minori di età, la percentuale di obesi e soggetti sovrappeso nel 2000 era di circa venticinque punti percentuali, nel 2010 il dato non presentava significative variazioni. L'obesità non è crescita seppur si è mantenuta una percentuale oltre ogni tolleranza. Considerando inoltre che le abitudini alimentari e la qualità dell'alimentazione non sono particolarmente cambiate, si possono evincere diverse conclusioni:
1. L'obesità in questo arco temporale non ha comportato un significativo aumento dei diabetici in età infantile, in quanto questa variabile non ha registrato variazioni;
2. A pagina 2 si leggono molte cose interessanti. Il numero maggiore di diabetici si concentra nella fascia di età tra i 65-74, con una riduzione percentuale significativa dal 2000 al 2010. La seconda fascia più colpita, oltre i 75, ha registrato l'aumento maggiore di incidenza della malattia. Le differenze sono molto più attutire per gli altri due quartili: 55-64 e 0-54. La distribuzione nel decennio vede una maggiore concentrazione di malati tra anziani, addirittura in valori assoluti nelle fascia più giovane vi sono un numero di malati leggermente inferiore. La stessa Istat dichiara che gran parte della crescita è dovuta all'invecchiamento della popolazione.
Attenzione: non significa che l'obesità, con tutto quello che ne consegue come cattiva alimentazione e vita sedentaria, non sia importante nello sviluppo del diabete, ma in Italia nel periodo considerato non è stato un fattore trainante della malattia nella fascia dei più piccoli.
3. Sussistono evidenti differenze tra uomini e donne, come differenze tra regioni e luoghi. Lo stile di vita nel nord est è del tutto simile a quello del nord ovest, eppure i dati non presentano una situazione uniforme, ma dei forti squilibri distributivi.
Concludo dicendo che il diabete è una patologia complessa, determinata dall'insorgenza di diverso fattori, non concorrenziali, ma complementari. Una buona alimentazione, una vita maggiormente dinamica sono auspicabili: possono ridurre le probabilità di insorgenza della malattia, quindi prevenzione, come possono dare al malato maggiori probabilità di poter avere valori sotto controllo. A tavola si combatte il diabete, ma non è purtroppo sufficiente a causare una completa remissione della malattia. Così come le cure farmacologiche fino ad ora sperimentate. Ad oggi farmaci e stili di vita consoni sono utili a mantenere una situazione di equilibrio con la malattia, a trovare una convivenza positiva con il diabete, ovvero non rischiando complicazioni di genere. La remissione definitiva è ancora lontana, ovvero non è possibile risolvere il deficit di secrezione di insulina del pancreas.
http://www.istat.it/it/files/2012/09/Il-diabete-in-Italia.pdf&ved=0ahUKEwjdk5iYotTTAhUFPxQKHYp0CY8QFghyMAk&usg=AFQjCNGrtBMow2_ZGjs4o-j5JDwFvoLo5w&sig2=CFPLBbthipwQghC-fTsjGg
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giupipino
E chi ha mai detto di non condividere col proprio medico le azioni da fare?
Quello che io cerco di far capire alle persone che non ne hanno consapevolezza è che nei casi di diabete di tipo 2, dovuti a obesità (che sono la stragrande maggioranza) ESISTE UNA ALTERNATIVA ALLA CURA FARMACOLOGICA.
Tale alternativa è nota ai medici, tuttavia per motivi di praticità e di tempo, i medici preferiscono darti il farmaco. Il medico infatti NON HA IL TEMPO di fornirti tutte le informazioni relative alla alimentazione e allo stile di vita necessarie per uscire dal diabete di tipo 2.
Queste informazioni richiedono ad esempio di chiarire al paziente la nozione IMPORTANTISSIMA di INDICE GLICEMICO. Il medico dovrebbe insegnare al paziente QUALI SONO gli alimenti con indice glicemico elevatissimo, e quindi da evitare. Quali sono quelli con indice glicemico alto, e quindi da assumere con moderazione, e infine quali sono quelli con indice basso da potersi consumare a volontà. Dovrebbe poi chiarire l'effetto fondamentale degli INTEGRATORI alimentari sul diabete di tipo 2. Chiarire l'effetto di omega 3, curcuma e cannella.
Infine dovrebbe insegnare il tipo CORRETTO di movimento quotidiano da fare.
Tutte queste cose richiederebbero DECINE di ore per educare il paziente a uno stile di vita sano.
Essendo tutto ciò molto faticoso, dispendioso e difficile si preferisce dare la pillola, consapevoli che con gli anni la dose dovrà essere sempre maggiore e che si dovrà passare a farmaci sempre più forti e dagli effetti collaterali sempre più gravi.
Questa è la situazione VERA.
Chi vuole accontentarsi delle pillole fatti suoi.
Sappia comunque che la sua malattia diverrà negli anni cronica e sempre più grave.
Vedere il miglior commento
giupipino
Ciao,
Io, da sei mesi, misuro ogni mattina pressione, glicemia, peso corporeo e circonferenza addominale. Tengo inoltre nota della ALIMENTAZIONE e delle MEDICINE assunte (compresi gli integratori).
Il motivo per cui misuro ogni mattina, a digiuno, glicemia e pressione è quello di scoprire la relazione fra la mia alimentazione e questi due parametri. Ad esempio ho potuto scoprire che esistono alimenti che aumentano moltissimo la glicemia. Questi sono le patate, le banane, i cachi, e i ceci. Altri alimenti la fanno diminuire. In particolare i finocchi, le mele, le carote e le lenticchie. Alcuni alimenti fanno ingrassare. In particolare fa ingrassare un eccesso di biscotti o di yogurt (anche quelli cosiddetti magri). Alcuni alimenti fanno aumentare la pressione (formaggi stagionati e carni rosse). Altri la fanno diminuire (decotto di foglie di ulivo e omega 3). Alcuni alimenti aiutano la funzionalità del fegato, abbassando trigliceridi e colesterolo (omega 3 e estratto di carciofo).
Insomma la cura della mia salute è divenuta per me una scienza SPERIMENTALE. Ad esempio ho scoperto, senza che nessuno me ne avesse mai parlato, che 3 grammi di OMEGA3 al giorno possono risolvere i miei problemi di ipertensione, di trigliceridi alti e di colesterolo alto. Ho scoperto che un cucchiaio di OLIO DI COCCO è in grado di risolvere il mio problema di colesterolo HDL basso (questo è un tipo di colesterolo utilissimo, perché pulisce le arterie, ed è necessario che abbia valori maggiori di 40).
La nostra salute è una cosa troppo preziosa da lasciarla esclusivamente in mano ad altri. Il mio motto è divenuto: "Meglio sani e felici che malati e infelici".
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giupipino
Niente paura,
Il corpo è una macchina perfetta, purché non lo si intossichi con troppe medicine, con troppo zucchero raffinato, con troppi ormoni e antibiotici (latte e formaggi). Apprezzo la tua scelta di vivere in campagna. Io non vivo in campagna ma mi sposto ogni giorno di qualche decina di chilometri per raggiungerla. Posso così fare le mie lunghe passeggiate di un'ora fra le vigne, lungo viottoli fiancheggiati da piante di fico, da ulivi, da piante di nespole, di ciliegie o susine. Di tali frutti mi nutro senza paura, nonostante il mio passato diabete. Infatti ho imparato ad avere una fiducia assoluta nella Natura e nelle qualità salutari dei suoi prodotti. Mangio ogni frutto con la buccia e perfino con i relativi semi. Raccolgo le medicine che mi servono direttamente dalle piante del bosco o della campagna (tarassaco per il mio fegato, foglie di ulivo o di noce per la mia glicemia e per la pressione, eccetera). Ho imparato a riconoscere ogni piantina, perfino la più umile. E ad apprezzarne le qualità medicinali. La Natura, più la conosci e più la ami. E capisci che c'è qualcosa di molto Grande dietro. Qualcosa che nessuno ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare per quello che la Sua bontà ci dona ogni giorno, senza pretendere nulla in cambio.
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giupipino
E chi ha mai detto di non condividere col proprio medico le azioni da fare?
Quello che io cerco di far capire alle persone che non ne hanno consapevolezza è che nei casi di diabete di tipo 2, dovuti a obesità (che sono la stragrande maggioranza) ESISTE UNA ALTERNATIVA ALLA CURA FARMACOLOGICA.
Tale alternativa è nota ai medici, tuttavia per motivi di praticità e di tempo, i medici preferiscono darti il farmaco. Il medico infatti NON HA IL TEMPO di fornirti tutte le informazioni relative alla alimentazione e allo stile di vita necessarie per uscire dal diabete di tipo 2.
Queste informazioni richiedono ad esempio di chiarire al paziente la nozione IMPORTANTISSIMA di INDICE GLICEMICO. Il medico dovrebbe insegnare al paziente QUALI SONO gli alimenti con indice glicemico elevatissimo, e quindi da evitare. Quali sono quelli con indice glicemico alto, e quindi da assumere con moderazione, e infine quali sono quelli con indice basso da potersi consumare a volontà. Dovrebbe poi chiarire l'effetto fondamentale degli INTEGRATORI alimentari sul diabete di tipo 2. Chiarire l'effetto di omega 3, curcuma e cannella.
Infine dovrebbe insegnare il tipo CORRETTO di movimento quotidiano da fare.
Tutte queste cose richiederebbero DECINE di ore per educare il paziente a uno stile di vita sano.
Essendo tutto ciò molto faticoso, dispendioso e difficile si preferisce dare la pillola, consapevoli che con gli anni la dose dovrà essere sempre maggiore e che si dovrà passare a farmaci sempre più forti e dagli effetti collaterali sempre più gravi.
Questa è la situazione VERA.
Chi vuole accontentarsi delle pillole fatti suoi.
Sappia comunque che la sua malattia diverrà negli anni cronica e sempre più grave.
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Io, da sei mesi, misuro ogni mattina pressione, glicemia, peso corporeo e circonferenza addominale. Tengo inoltre nota della ALIMENTAZIONE e delle MEDICINE assunte (compresi gli integratori).
Il motivo per cui misuro ogni mattina, a digiuno, glicemia e pressione è quello di scoprire la relazione fra la mia alimentazione e questi due parametri. Ad esempio ho potuto scoprire che esistono alimenti che aumentano moltissimo la glicemia. Questi sono le patate, le banane, i cachi, e i ceci. Altri alimenti la fanno diminuire. In particolare i finocchi, le mele, le carote e le lenticchie. Alcuni alimenti fanno ingrassare. In particolare fa ingrassare un eccesso di biscotti o di yogurt (anche quelli cosiddetti magri). Alcuni alimenti fanno aumentare la pressione (formaggi stagionati e carni rosse). Altri la fanno diminuire (decotto di foglie di ulivo e omega 3). Alcuni alimenti aiutano la funzionalità del fegato, abbassando trigliceridi e colesterolo (omega 3 e estratto di carciofo).
Insomma la cura della mia salute è divenuta per me una scienza SPERIMENTALE. Ad esempio ho scoperto, senza che nessuno me ne avesse mai parlato, che 3 grammi di OMEGA3 al giorno possono risolvere i miei problemi di ipertensione, di trigliceridi alti e di colesterolo alto. Ho scoperto che un cucchiaio di OLIO DI COCCO è in grado di risolvere il mio problema di colesterolo HDL basso (questo è un tipo di colesterolo utilissimo, perché pulisce le arterie, ed è necessario che abbia valori maggiori di 40).
La nostra salute è una cosa troppo preziosa da lasciarla esclusivamente in mano ad altri. Il mio motto è divenuto: "Meglio sani e felici che malati e infelici".
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Il corpo è una macchina perfetta, purché non lo si intossichi con troppe medicine, con troppo zucchero raffinato, con troppi ormoni e antibiotici (latte e formaggi). Apprezzo la tua scelta di vivere in campagna. Io non vivo in campagna ma mi sposto ogni giorno di qualche decina di chilometri per raggiungerla. Posso così fare le mie lunghe passeggiate di un'ora fra le vigne, lungo viottoli fiancheggiati da piante di fico, da ulivi, da piante di nespole, di ciliegie o susine. Di tali frutti mi nutro senza paura, nonostante il mio passato diabete. Infatti ho imparato ad avere una fiducia assoluta nella Natura e nelle qualità salutari dei suoi prodotti. Mangio ogni frutto con la buccia e perfino con i relativi semi. Raccolgo le medicine che mi servono direttamente dalle piante del bosco o della campagna (tarassaco per il mio fegato, foglie di ulivo o di noce per la mia glicemia e per la pressione, eccetera). Ho imparato a riconoscere ogni piantina, perfino la più umile. E ad apprezzarne le qualità medicinali. La Natura, più la conosci e più la ami. E capisci che c'è qualcosa di molto Grande dietro. Qualcosa che nessuno ci ha insegnato a conoscere ed apprezzare per quello che la Sua bontà ci dona ogni giorno, senza pretendere nulla in cambio.
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Preferisco trasferire la discussione avuta con un utente circa la possibilità di guarire dal diabete.
Ringrazio tale utente di avermi fornito il link al sito che credo chiarisca il problema:
http://www.diabeteitalia.it/cose-diabete-italia/attivita-istituzionali/guarire-dal-diabete.aspx
In tale sito si legge testualmente:
"perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico consentono nel diabete di tipo 2 nella maggior parte dei casi di migliorare in modo anche sorprendente l’equilibrio glicemico. Non è raro che una persona così facendo veda ridursi l’emoglobina glicata e possa fare a meno di molti o di tutti i farmaci. Nel diabete di tipo 1 l’effetto è una netta riduzione delle dosi di insulina necessarie.
Per molti questo progresso sembra una guarigione. Attenzione però: se per guarigione si intende lasciarsi alle spalle il diabete, non recarsi più alle visite, non seguire più le prescrizioni, non fare più i controlli periodici allora no."
Il sito perciò afferma in modo esplicito che NON E' RARO il caso che con il corretto stile di vita si possa fare a meno dei farmaci. E questo a mio modo di vedere significa GUARIRE. Ovvero se io non ho più bisogno di farmaci per una patologia significa che NON HO tale patologia.
Il che non significa che non si debbano controllare i propri livelli glicemici. Tali controlli sono necessari in ogni caso. Sia che si abbia avuto il diabete, sia che non lo si abbia mai avuto. Né che si possa tornare allo stile di vita che si aveva quando si è contratta la malattia perché è evidente che, in tal caso, la malattia così come si era generata, ritornerà.
Questo è il mio ragionamento. Chi ritiene che sia sbagliato deve MOTIVARE il perché e il percome sarebbe sbagliato.
Riguardo poi il numero di persone che si ritengono guarite dal diabete non sono affatto poche. Tanto è vero che si è costituita una associazione con migliaia di membri che organizza conferenze in cui i membri riportano la loro ESPERIENZA DI GUARIGIONE.
http://www.oltreildiabete.it/appuntamenti.html
Beninteso tutte queste persone, fra cui il sottoscritto, si recano alle visite, seguono le prescrizioni dietetiche e salutistiche, e fanno tutti i controlli periodici.