Osteoporosi, promossa sequenza anabolici-monoterapia denosumab in pazienti a rischio elevato frattura
Pubblicata il 20 giu 2018
In pazienti con osteoporosi e a rischio elevato frattura, precedentemente non trattati, il ricorso ad una strategia di trattamento basata sull'impiego di agenti anabolici, seguiti da monoterapia con denosumab, può minimizzare l'esposizione farmacologica, massimizzando i benefici in termini di forza e densità minerale ossea.
Questi i risultati di uno studio presentato nel corso dell'edizione 2018 del congresso di Reumatologia Clinica a Destin, in Florida (USA).
“Tale risultato non implica che le altre opzioni terapeutiche disponibili non funzionino – hanno dichiarato i ricercatori – ma che i farmaci anabolici sarebbero più efficaci meglio nel setting sopra indicato, fra l'altro con benefici anche in termini di costi”. Secondo l'autrice principale dello studio, la prof.ssa Felicia Cosman, gli agenti anabolici – come teriparatide e abaloparatide – sono più efficaci come trattamento in prima battuta rispetto ai farmaci anti-riassorbitivi in ragione del fatto che i farmaci anabolici producono risultati più rapidi contro tutte le fratture cliniche e non vertebrali – con una riduzione compresa tra il 43% e l'86% delle fratture riportate tra 18 e 19 mesi.
Per contro, i farmaci anti-riassorbitivi riducono il rischio di frattura tra il 20% e il 25%, al meglio, e possono richiedere fino a 3 anni di utilizzo prima che i pazienti possano osservare una riduzione significativa del rischio fratturativo. Non solo: l'effetto dei farmaci anabolici contro le fratture non vertebrali è maggiore di quello osservato con i migliori farmaci anti-riassorbitivi, con una riduzione sostenuta del rischio di frattura anche dopo transizione alla terapia anti-riassorbitiva.
I ricercatori hanno anche notato che i migliori incrementi di densità minerale ossea sono stati documentati in pazienti che sono ricorsi alla terapia anabolica come trattamento di prima linea, seguito da un potente farmaco anti-riassorbitivo. A tal riguardo, la prof.ssa Cosman ha aggiunto che l'utilizzo di denosumab come trattamento di seconda linea è in grado di determinare un intervallo libero da fratture compreso tra 3 e 5 anni, e può aiutare i pazienti a raggiungere i goal di densità minerale ossea desiderati.
“Penso – ha affermato la prof.ssa Cosman – che si debba essere certi di seguire la sequenza ottimale di trattamento, se siamo nelle condizioni di farlo o che, perlomeno, si debba essere d'accordo che questo è l'obiettivo primario da raggiungere: cominciare con l'anabolico, seguito da denosumab e, da ultimo, dal trattamento intermittente con un bisfosfonato”.
Pharmastar
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