Un giardino terapeutico per il benessere delle donne malate di tumore
Pubblicata il 19 giu 2018
Le pazienti potranno sperimentare un contatto diretto con la natura, massimizzandone gli effetti benefici oltre che sul fronte psicologico anche a livello fisico.
Portare la chemioterapia “fuori dalle mura dell’ospedale”, immergendosi in un ambiente verde, salutare e protetto, circondati dalla natura più incontaminata. Era questa l’idea degli ideatori del progetto “Exploring the therapeutic benefits of biophilic design in hospital settings” – promosso dal Policlinico Gemelli di Romacon il Centro studi ReLab – Studies for Urban Re-Evolution – oggi divenuta realtà con la nascita di un giardino terapeutico. Un’area verde cui potranno beneficiare le pazienti del Dipartimento Salute Donna e Bambino, realizzata grazie al generoso contributo dell’Associazione Oppo e le sue Stanze.
Un nuovo modo di curare il tumore
Le pazienti potranno sperimentare un contatto diretto con la natura, massimizzandone gli effetti benefici oltre che sul fronte psicologico anche a livello fisico. Si tratta del primo Giardino Terapeutico progettato in Italia a partire da una sistematizzazione dei risultati di oltre 20 anni di ricerche scientifiche condotte a livello internazionale sul rapporto tra natura e benessere psico-fisico di pazienti e personale. Un percorso multisensoriale che può accelerare il recupero psico-fisico e veicolare stimoli sensoriali e cognitivi volti a riconnettere positivamente i pazienti con lo spazio circostante.
L’efficacia del progetto
Numerose ricerche, condotte a livello internazionale, hanno infatti confermato l’efficacia degli scenari naturali nel ridurre l’ansia e, in particolare, l’efficacia dei giardini terapeutici progettati negli ospedali nel promuovere la salute, la relazione sociale e la generazione di ricordi piacevoli nei pazienti.
“In questi luoghi, ispirati alle regole del design biofilico e del design evidence based, si punta a recuperare la consapevolezza del valore terapeutico della natura, del sole, della ventilazione naturale, valore che è scomparso dalla progettazione degli ospedali nella seconda metà del XX secolo”, afferma la Simona Totaforti, Direttore Centro studi RELAB Studies for Urban Re-Evolution.
Il giardino terapeutico nel dettaglio
Le pazienti avranno a disposizione comode sedute al riparo dal sole, saranno circondate dalle piante e saranno immerse in una sequenza naturale di stimoli sensoriali (il rumore dell’acqua, i suoni della natura, le variazioni di temperatura dell’aria, l’intensità variabile della luce, la presenza di piccoli animali come le farfalle). Subito fuori dall’area di Chemioterapia sono presenti, lungo tutto il percorso del giardino, gli agrumi e le piante aromatiche officinali appositamente scelte per mitigare gli effetti collaterali delle terapie e per consentire un’esperienza tattile e olfattiva. Le pazienti potranno così creare il loro percorso sensoriale, secondo le loro preferenze.
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