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Credere in dio ti aiuta ad accettare la tua malattia?
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luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Scusate se vi tiro di nuovo per la giacca,ma il NOSTRO tema è la domanda se "credere in Dio" ti aiuta ad accettare (in certi casi a superare,aggiungo io) la tua malattia.
Riassumo brevemente la mia posizione: credere in Dio induce a non ripiegarsi sul proprio male, ad alzare gli occhi e ad accorgersi che nel mondo,visibile e invisibile, c'è molto,molto di più, e che la nostra malattia non deve essere tanto forte da escluderci da quegli spazi. Anzi,potrebbe essa stessa(la malattia),essere il mezzo attraverso il quale troviamo la necessità,la voglia,l'interesse, ad aprirci alla ricerca di quel mondo. Nel quale poi potremmo (a tanti riesce !) trovare la forza per accettare e superare (qualche volta anche a guarire dalla) nostra malattia, recuperando il senso dell'esistenza e l'iniziativa e l'energia per esserne parte attiva,NONOSTANTE la malattia.
Non sono elucubrazioni mentali,ma cenni di esperienza. Succede,quello che dico.L'ho visto succedere. E' successo a che a me (sia pure in modo ondivago e non molto coerente:ma questo è un difetto mio...).
Ovviamente,il presupposto è un sincero desiderio ( che non deve rimanere solo tale,ma deve acquisire una sua consistenza...operativa , deve divenire ricerca seria, applicazione e impegno perseverante , reale, più o meno quotidiano),senza stancarci alle prime "fatiche" o ai primi insuccessi. La domanda è quella che conosciamo: "se vuoi..". Da riportare alla mente non una,o sette volte,come il numero di volte che secondo Pietro noi dovremmo saper perdonare, ma "settanta volte sette",cioè sempre; direi: fin che basta (tanto,sappiamo che non basterà mai. Ma non è quella la cosa importante. Importante è non fermarsi,non staccare la corrente, non perdere la sintonizzazione con quel particolarissimo "canale" di comunicazione).
Per chiudere, un rinvio a uno che attesta la presenza di quegli spazi cui accennavo all'inizio. Si tratta di mons.Henryk Hoser,arcivescovo di Varsavia/Praga(una delle due diocesi della capitale della Polonia), Inviato Speciale di Papa Francesco a Medjugorje, con il compito di valutare i problemi della "pastorale" dei pellegrini. L'Arcivescovo,che NON prende alcuna posizione nei confronti delle apparizioni mariane (non era quello il suo mandato) ha dovuto però riconoscere che ""coloro che vengono qui(a Medjugorje) scoprono qualcosa di eccezionale""(testuale, dal resoconto della conferenza stampa da lui tenuta il 5.4.2017 a 27 testate giornalistiche di ogni parte del mondo. Vedere su MEDJUGORJE.HR).Scoprono " un ambiente di pace interiore,di pacificazione del cuore"". Ma non basta.""Scoprono pure un grande spazio di spiritualità profonda...Qui la gente arriva alla sorgente, qui sente la presenza del divino,anche a mezzo della Vergine Maria.."". Chi conosce bene i preti,sa che un "outing" di questo genere- ad un personaggio di questo calibro - deve essere costato non poco.
Questo,ovviamente, non è un mio invito ad andare a Medjugorje, ma semplicemente la conferma di quanto ho cercato di dirvi prima. Sperando di aver stuzzicato qualcuno a contraddirmi.
Luporosso
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Ritafreddy
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Ritafreddy
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Ultima attività il 09/02/24 alle 23:24
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@luporosso hai ragione. Io oltretutto sono atea.
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Ritafreddy
luporosso
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Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Ritafreddy, scusa , ma non capisco in cosa ho ragione. Me lo puoi chiarire,per favore?
Per il fatto che sei atea...Se sei intervenuta,se perdi tempo a leggere anche quello che scrivo io, potrei avere l'impressione che Tu sia interessata alla nostra discussione. Che certamente (almeno come la vedo io), non esclude assolutamente chi si dichiari ateo ma che ha piacere (un piacere "costruttivo",intendo) a confrontarsi.
Quindi,se Ti interessa e Ti fa piacere,chiedimi pure tutto quello che ritieni. Oppure fammi le Tue considerazioni più o meno critiche, e io cercherò di darTi la mia interpretazione delle cose che chiedi. Mi farebbe molto pòiacere farlo, sperando che anche altri vogliano intervenire.
Grazie,comunque.
Luporosso
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Ritafreddy
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
Ritafreddy
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Ultima attività il 09/02/24 alle 23:24
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@luporosso Dico che hai ragione quando tirandoci perla giacca ,come dici tu,ci riporti al tema della discussione.Visto che si sono trattati temi che esulano.Comunque ok,se avrò da fare osservazioni non mi tirerò indietro.
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Ritafreddy
AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Il diabete mellito è una malattia cronica. Prima frase del link da me postato. Si alternano fasi latenti con livelli di glucosio nella norma, con fasi critiche, dai valori oltre i limiti consentiti. La cronicità di una malattia è in antitesi con completa guarigione, ovvero completo superamento della patologia. Ogni medico può confermare quanto detto. Prego di non strumentalizzare quanto ho postato, estrapolando parti di testo che non hanno nulla a riguardo con il discorso.
Per fugare ogni dubbio posto il link dell'Andi, nel quale si ribadisce quanto da me scritto. Alla domanda guarire dal diabete, la risposta è no! Prego tutti di porre attenzione sul fatto che quanto da me detto è documentato: nessuna esperienza personale forviante è priva di prove.
http://www.diabeteitalia.it/cose-diabete-italia/attivita-istituzionali/manifesto-dei-diritti.aspx
Signor Giuseppe se lei ha la certezza di essere completamente guarito mi fa solo che piacere, ma non si permetta di illudere i malati del forum o i loro parenti, tra cui io, che sanno perfettamente cosa sia il diabete e quanto sia debilitante.
Scusate se sono puntiglioso e ossessivo ma non si può assolutamente tollerare un comportamento demistificatorio.
giupipino
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Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Quello che non è tollerabile è un atteggiamento MISTIFICATORIO. Se io ora NON SONO DICHIARATO DIABETICO, mentre due anni fa ero dichiarato diabetico. significa che sono guarito. E come me lo possono testimoniare migliaia di malati. Si informi e non mistifichi la realtà.
Cordiali saluti.
luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Spero che la sosta pasquale aiuti ad assorbire qualche attrito di troppo, e ci convinca tutti che, almeno in una sede come questa , siamo tutti in buona fede e tutti accettiamo il dialogo, senza forzare le nostre tesi fino ad arrivare allo scontro. Altrimenti,che dialogo è ?
Quindi,auguri e Buona Pasqua a tutti.
Per non perdere l'abitudine, ricordo a me stesso che l'argomento in discussione è "credo in Dio,e questo mi aiuta con la mia malattia".
Bene. Io credo. Credo come scelta personale, credo come sforzo di volontà,credo come risultato di esperienze che mi danno la sensazione che sia vero quanto credo, credo come sfida a me stesso, credo come gusto di una ricerca che mi conduce in territori inesplorati e inesplorabili,credo per fede nella mia ragione (che sarebbe un ossimoro,se non avessi veramente fede nella mia ragione).
Credo che a Pasqua facciamo davvero memoria di Qualcuno che è venuto dicendo di essere il Figlio di Dio, e che con la sua passione, morte e resurrezione ha cambiato il mondo, ed anche la mia singola persona. Credo perchè sento,almeno di quando in quando, di essere davvero amato, con tenerezza e totalità, e perchè voglio raggiungere la Totalità di questa tenerezza, oggi "parziale" e riflessa. E cerco (cerco,ripeto. Il che non vuol dire affatto che io ci riesca. Anzi...) di adeguare la mia esistenza a questa scelta, a questa ricerca, a questo abbandono ad una ...irrazionalità fondata sulla ragione. E affermo e confermo che questo mi aiuta a sopportare una fase della mia vita non facile, e oltretutto naturalmente (e rapidamente) declinante, ed i malanni fisici che vi sono collegati, e che sono tanti,e pesanti,e senza soluzione. Mi aiuta a sorridere e a ridere, a godere delle cose belle (e ce ne sono tante, anche nella terza e quarta età), a superare i giorni di grigio,o anche di buio fitto (che pure ci sono), e momenti (spesso non brevi) in cui ogni cosa appare priva di senso,inutile, faticosa,talvolta anche odiosa.
Non ho la pretesa nè di convertire nessuno,nè di contagiare nessuno. Mi piacerebbe, però, stuzzicare qualcuno di voi, provocarvi, costringervi ad un "outing" magari simile,o migliore, dei mio: anche in senso contrario,se volete, ma motivato dal desiderio di capire: ed io sarei più che felice di spiegare (correggo:di cercare di spiegare) il perchè del mio attuale, "gioioso" BUONA PASQUA A TUTTI
Luporosso
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giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Caro Luporosso,
Concordo perfettamente col tuo invito. In effetti anch'io non trovo tollerabile che, in questa sede, in cui ci si dovrebbe sentire fra amici, o almeno fra persone che hanno problemi simili ai tuoi, ci si trovi viceversa di fronte a persone arroganti, che affermano di "sapere perfettamente cosa sia il diabete". Ci diciamo spesso, perché è la verità, che la medicina NON è una scienza esatta. E lo constatiamo continuamente, dal fatto che spesso i medici fanno diagnosi sbagliate. Fanno prescrizioni sbagliate, eccetera. Allora, se è vero, come è vero, che la MEDICINA non sa bene cos'è il diabete (perchè, se lo sapesse, il diabete sarebbe CURATO E DEBELLATO, cosa che non accade), come si fanno a fare affermazioni così apodittiche?
Sul diabete la medicina ha, per tanto tempo, diffuso convinzioni errate, che solo ora cominciano a rivelarsi tali.
Ha diffuso la convinzione che fosse una MALATTIA EREDITARIA. Questo è completamente FALSO. Il diabete nasce da uno STILE DI VITA ERRATO. Anche se un individuo non ha alcuna predisposizione ereditaria (ovvero non ha parenti ammalati di diabete, come accade in alcune popolazioni sudamericane o asiatiche) e l'individuo viene a vivere in occidente, assumendo il nostro stile di vita (sedentario e con una alimentazione a base di cibo INDUSTRIALE) l'individuo si ammala di diabete. Inoltre la medicina ha cercato, e cerca, di diffondere la tesi che sia una malattia inguaribile. Anche questo contrasta col fatto di MIGLIAIA di pazienti che, come me, si ritrovano, a distanza di anni che hanno SMESSO tutte le terapie contro il diabete, ed assunto uno stile di vita corretta, ad avere valori di glicemia (e di emoglobina glicata) perfettamente nella norma. Allora perché dovremmo farci condizionare da tali false convinzioni diffuse AD ARTE per mantenerci nella schiavitù della malattia?
Riguardo la tua sensibilità religiosa io la rispetto e, per alcuni versi, la invidio. Perché la fede è sempre di aiuto per riuscire a trovare un equilibrio interiore che con altri metodi o sistemi è molto difficile ottenere.
Ma ciò detto io ritengo che il discorso religioso sia talmente personale e intimo che non si debba parlarne neanche in una sede come questa. A me piace pensare che la fede sia molto simile alla poesia.
Se uno, trovandosi di fronte a un piccolo altare dedicato alla Vergine, in un bosco, sente dentro di sé il desiderio di porgerle una preghiera intima, a favore delle persone care, o dell'umanità, questa è religiosità. Ma perché parlarne? Meglio tenerselo dentro, come una piccola, delicata poesia che ci ispira un fiore o la luce di un tramonto.
Buona Pasqua anche a te.
luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Giupipino ! Ti ringrazio per il tuo testo, che mi fa incontrare cose e sensazioni importanti.
Tanto per essere in sintonia con questa sede di dialogo, vorrei dirti qualcosa sulla religiosità come discorso personale, tanto che tu consideri sia meglio "tenerselo dentro". Il tuo pensiero è largamente condiviso da molti credenti. Del resto, era lo stesso Cristo che insegnava : quando preghi, prega nel segreto. E il Padre tuo,che vede nel segreto,ti ricompenserà. Ma Cristo per primo,spesso pregava "insieme" ai suoi discepoli. Basta ricordare la preghiera del giovedì santo, quando al termine dell'Ultima Cena si reca nell'orto degli Ulivi,portandosi dietro Pietro,Giacomo e Giovanni e chiedendo loro di vegliare e pregare con Lui. Del resto,il Padre Nostro (unica preghiera letteralmente insegnata da Cristo, non è un dialogo tra me e Dio,ma tra "noi" e Dio, cioè è una preghiera comunitaria.
Voglio dire, con linguaggio biblico: c'è un tempo per pregare nel segreto e un tempo per pregare insieme,per condividere la preghiera.
Bellissima l'immagine che tu proponi (il bosco,il piccolo altare dedicato a Maria Vergine, il desiderio di offrire una preghiera intima, che spesso diventa un momento di comunione con la natura,con il creato, e quindi con il Creatore). Quando uno si imbatte in istanti come questo, è giusto e bello che se li goda, e li custodisca con gioia e pudore dentro di se'. Anche perchè sono tanto delicati che mal sopportano ...la pubblicità. E' vero. Brutalmente (ma sempre biblicamente), non si devono "buttare le perle ai porci".
Però è anche vero che, talvolta,si creano situazioni in cui potrebbe non essere improprio condividere quelle senzazioni che ti hanno dato quella gioia delicata e segreta. Potresti trovarti con altri che possono avere avuto esperienze analoghe alla tua, e che ti danno la certezza di accogliere la tua esperienza non solo con rispetto, ma anche con la tua stessa gioia, con la complicità di chi parla la tua stessa lingua. E questo, non solo non svilisce la "perla" esperienziale che tu hai trovato e vissuto, ma ne sa "moltiplicare la gioia". Perchè quella perla,quell'istante di comunione con il Tutto, potrebbe essere stato donato a te, non solo perchè tu ne goda in te stesso, ma perchè tu ne faccia partecipi anche altri, nei tempi e nei modi giusti.
Auguri e di nuovo Buona Pasqua, a Te e a tutti coloro che hanno letto quello che ci siamo scritti, con lo stesso spirito con cui,tu ed io, abbiamo inteso scriverlo.
Luporosso
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AlessandroSEAM
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AlessandroSEAM
Ultima attività il 03/04/22 alle 21:13
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Come diceva il buon Cartesio, la scienza è la continua rielaborazione di domande. Il percorso di ricerca scientifica raffina quanto non sappiamo, delineando con sempre maggiore nitidezza i limiti del sapere umano. Non esiste scienza esatta perché non esiste una cultura esatta: l'uomo non coglie tutta la complessità della realtà, il suo sguardo è e sarà sempre limitato da quanto non può sapere. Nella fede religiosa vedo il desiderio utopico di poter superare questa impasse, la stessa ottusità di chi sostiene la scienza a spada tratta, senza remore. Dovremmo curate di più il dubbio.
Quanto detto da me potrebbe stridere con quanto scritto prima ma, attenzione, un conto è alimentare il dubbio, un altro perorare certezze prive di fondamento. La scienza medica non sa dare molte risposte, ma qualche indizio forse si. Così dovremmo concepire la malattia come un grande romanzo giallo, pieno di indizi, sospetti e speculazioni, ma con poche prove. Statisticamente si osservano aumenti delle probabilità di contrarre delle patologie dalla predisposizione familiare, dall'età, da condizioni ambientali ben delimitate. Sono correlazioni, ovvero non sottendono necessariamente un rapporto causale tra variabili, ma maggiore è la correlazione, maggiore è la probabilità di verificare un rapporto di causa e conseguenza. Così vi è una correlazione tra diabete e familiarità, spetterà poi alla ricerca medica scoprire quanto questa osservazione sia prova di un evidente nesso. Il big data permette di cogliere ogni patologia su vasta scala. Una prospettiva nuova. Sono informazioni molto importanti su cui tanti ricercatori si stanno muovendo per elaborare nuove teorie. E le prime scoperte sul genoma umano incoraggiano sempre più questa visione della malattia come eredità (ahi noi!).
Cosa rimane in mano al malato? La consapevolezza che due sono le scelte a cui affidarsi: l'incertezza di un percorso di ricerca affrontato da migliaia di ricercatori, che utilizza fonti provenienti da campi del sapere anche molto differenti tra loro (genetica, statistica demografica, microbiologia, ecc..), oppure accontentarsi di risposte comode, spesso frutto di estremismi o di teorie complottarde, portate avanti da figure discutibili, in ricerca di popolarità.
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