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Credere in dio ti aiuta ad accettare la tua malattia?
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luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Ricompense
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Mi sembra che,come sempre, qualcuno stia p....fuori dal vaso(scusate la volgarità,ma quando ci vuole,ci vuole). Eureka ci vuole propinare i suoi...studi sull'Inquisizione e dintorni. Bene. A parte il suo ripetuto e ripetuto e ripetuto invito a leggere e a studiare,quasi che l'unico che lo ha fatto e che lo fa sia lui, e amenità collaterali, occorre riprendere le misure.
Intanto, il quesito non era se la chiesa è una confraternita di parassiti e simili : quando ci sarà chiesto questo,allora sarà il momento di rispondere per le rime - sempre amabilmente e con atteggiamento costruttivo e non inutilmente polemico - alle considerazioni (scusate) pseudostoriche di Eureka ed a quelle,che mi sembrano più ponderate, di Giupipino.
In secondo luogo,devo ricordare, a me stesso ma anche a voi, che la fede in Dio (non in uno o più dii,come dice Eureka) non ha nulla a che vedere con la prassi di governo dell'organismo umano chiamato Chiesa cattolica. Credere in Dio vuol dire "decidere", "scegliere", di credere "nell'Unità e Trinità di Dio" e nella "Incarnazione,passione,morte e resurrezione del Suo unico Figlio Gesù Cristo". E da questi due presupposti,far discendere una vita coerente (compatibilmente con la nostra incoerenza di fondo,in quanto esseri ben limitati), secondo quanto insegnato da Cristo.
Chi vuole decidere,chi se la sente di scegliere (senza guardarsi indietro), percorre una via di fede,che può permettergli anche di fare "incontri " sorprendenti, che possono cambiargli la vita. Chi non se la sente,pazienza. Ma se non se la sente, per coerenza dovrebbe lasciar perdere il discorso e dedicarsi ad altro. O meglio:dovrebbe cercare di motivare la sua scelta, accettando (e questo sarebbe il massimo) di discutere le proprie convinzioni, magari riconoscendo che chi non la pensa come lui non è necessariamente uno sprovveduto,uno che cammina col paraocchi, un povero illuso e via dicendo (basta leggere alcuni interventi del buon Eureka).
Anche perchè , nei miei interventi,"io" ho cercato,modestamente, e cerco di rispondere al quesito posto dal moderatore, anche se mi sembra che non tutti capiscano (o vogliano capire) la mia risposta. Che NON è,ripeto e ribadisco, un cercare in una più o meno frettolosa e tardiva preghierina a Qualcuno,perchè "non si sa mai..",la consolazione,l'aiuto,il più o meno presunto "miracolo" di guarigione, o un banale conforto spirituale o psicologico momentaneo.
Credere in Dio significa tra l'altro cercare di capire che la malattia non è una maledizione,una condanna,una disgrazia,un errore ecc. Che abbiamo tutto e intero il dovere di combatterla con le armi che la scienza e coscienza dei medici ci mette a disposizione. Ma che la malattia - anche quella irrisolvibile o senza speranza - NON è tutta la vita, NON è la cancellazione della nostra persona, NON è l'annullamento di ogni nostro futuro e di ogni speranza. E' solo una modalità, dolorosa, spesso poco accettabile,e magari insopportabile, di vivere. La vita NON è solo la malattia,come ho già detto. C'è altro,tanto altro: anche per il malato cronico,anche per il malato terminale. Sono questi gli occhi che si devono aprire,per poterci sentire vivi anche se stiamo morendo. Per poter vedere luce anche quando gli occhi si stanno spegnendo: perchè non si sta spegnendo la persona, ma solo l'abito di carne che ci è stato messo addosso da nostra madre.
Per questo, "credere in Dio" aiuta ad accettare la propria malattia. Ma,ribadisco una volta ancora,occorre "credere" sul serio,cioè fare quella scelta radicale di cui parlavo prima. Quella è la condizione. Il resto,sono chiacchiere,scuse,alibi...
Luporosso
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?????
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sono perfettamente in accordo con lupo rosso. .
Non è sufficiente studiare è necessario fare esperienza di Dio nella propria vita quotidiana.
virgui
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Ultima attività il 16/03/21 alle 14:03
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@EUREKA
daccordissimo con te , con o senza fede la malattia c'e' l'hai te la tieni
e resta tale e la devi per forza viverla, finche' te lo permette . punto .
a questo ci siamo e condividiamo lo stesso pensiero
il resto sono tutte paroleparoleparole per discutere sulla fede
se serve nella malattia di chi crede o non crede , io credo punto .
agli occhi di chi ne fa' a meno , posso sembrare stupida credulona parassita
fa' niente l'importante e' che questa cosa a me faccia stare bene
il resto come sopra e solo per arzigolare su una domanda molto
piu' semplice di quanto si e' ampiamente estesa la discussione,
vi auguro vista l'ora la buonanotte :-)
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virginia
giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Permettetemi di intervenire ancora su questo argomento. Non lo faccio per polemica contro qualcuno, ma per puro amore del dialogo. Sono infatti convinto che il dialogo, la chiacchierata fra amici, aiuti sia nella salute che nella malattia. Infatti da sempre fino a quando la scienza non chiarisce definitivamente un argomento, gli uomini amano chiacchierare su di esso. Fare ipotesi e contro-ipotesi.
Nel nostro caso l'argomento è: "Credere in Dio ti aiuta ad accettare la tua malattia".
Ho già spiegato che la domanda è mal posta per due possibili motivi.
Dal punto di vista del credente la fede è un dono di Dio. Perciò se questo dono uno non ce l'ha, non può darselo da solo (il coraggio se uno non ce l'ha, non può darselo da solo, diceva Don Abbondio)
Dal punto di vista del non credente, siccome tale condizione di non fede è stata sicuramente frutto di dolorose lotte interiori, per liberarsi di tutti i condizionamenti ricevuti fin da bambini, non è che si possa rinunciare a tale conquista solo perché si è ammalati oppure perché ci si sente vicino alla morte.
Sarebbe come ammettere che il ragionamento di Pascal è corretto. Pascal, più o meno diceva: "Cosa ho da perdere se credo in Dio? Nulla. Perché se Dio non c'è io non lo saprò mai. Se Dio c'è mi potrei pentire della mia mancanza di fede" .
Sempre chi riesce a liberarsi da tutti i condizionamenti educativi che chiamiamo fede, sostituisce la fede in Dio con un'altra fede. Spesso questa fede è quella nell'Uomo. Nella lotta per la conquista dei suoi diritti elementari: salute, istruzione, pace, progresso, cibo, ambiente.
A questo punto molti insorgeranno dicendo che l'amore per Dio non è incompatibile con la fede nell'Uomo.
Ma si tratta di una evidente falsità. Da quando la Storia umana ha avuto inizio, la fede in un Dio c'è sempre stata (sia che questo dio avesse nome Zeus, Allah, Geovah o mille altri) eppure da sempre i diritti umani elementari che elencavo prima sono sempre stati conculcati. Da sempre l'Uomo è stato schiavizzato, sfruttato, mandato in guerra in nome di qualche Dio.
Quando i potenti volevano conquistare qualche territorio vicino mandavano i propri giovani a morire dicendo: "Dio lo vuole".
Anche adesso mandano a morire giovani musulmani che noi chiamiamo terroristi, ma che loro definiscono martiri. A morire in nome di Allah. Qualcuno dirà che ciò accade perchè Allah non è il vero Dio. Che la "vera fede" è la seguente:
Credere in Dio vuol dire "decidere", "scegliere", di credere "nell'Unità e Trinità di Dio" e nella "Incarnazione,passione,morte e resurrezione del Suo unico Figlio Gesù Cristo". E da questi due presupposti,far discendere una vita coerente (compatibilmente con la nostra incoerenza di fondo,in quanto esseri ben limitati), secondo quanto insegnato da Cristo.
Ma possibile che non si capisca che si sta dicendo che la "vera fede" è quella cattolica?
Ai musulmani viene insegnato che la vera fede è quella musulmana. Ai Buddisti insegnato che la vera fede è quella buddista. Eccetera.
Con questa visione miope, veramente limitatissima intellettualmente e culturalmente, di "vera fede" non si va da nessuna parte. Si facilitano ancora di più intolleranze, fraintendimenti, lotte, discriminazioni.
Un cattolico integralista, convinto che la "vera fede" sia la sua, come potrà accettare che si costruisca in una qualsiasi città italiana, luoghi di culto di altre religioni, dove vengano propagandate altre fedi che risulteranno, dal suo punto di vista, false, nocive, allontananti dalla "vera fede" che è la sua?
Come potrà accettare che il proprio figlio frequenti il figlio di una famiglia musulmana, col rischio che questo bambino contagi, con la sua fede e le sue convinzioni sbagliate, nostro figlio?
Stiamo vivendo giorni tristissimi. Decine di guerre sono in atto nel mondo (prodotte dalle multinazionali delle armi e del petrolio) che provocano esodi biblici di popolazioni. Perciò è un dato di fatto che dobbiamo (e dovremo ogni giorno di più) convivere con fedi e culture diverse. E perciò avere LARGHEZZA DI VEDUTE.
Se non riusciamo ad accettare che anche all'interno della nostra popolazione ci siano usi e costumi diversi (che ad esempio un omosessuale possa vivere liberamente la sua sessualità, che chi non crede nella indissolubilità del matrimonio possa divorziare, che chi subisce una violenza possa abortire, che chi vuole avere una paternità responsabile possa fare uso di contraccettivi eccetera) come potremo convivere con MILIONI di persone che vengono da altre culture, da alte nazioni, da altre realtà?
Se non ci rendiamo conto che dobbiamo allargare le nostre limitatissime vedute culturali e guardare aldilà dei nostri paraocchi per cui solo la sola fede è quella nostra, il solo stile di vita possibile è quello nostro, ci aspetta un ancora più triste futuro.
EUREKA
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EUREKA
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Ultima attività il 29/06/24 alle 01:22
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virgui che bello .... siamo d'accordo almeno su questo. Passiamo al discorso delle fede ? hahahah non Lò messo io in discussione , ma qualcuno a citato , scritto la parola Fede! io ovviamente ho semplicemente risposto a tal Parola Amen! Si vero qui stiamo allungando il brodo ,ma sai una cosa ? il brodo non è solo acqua ma come tante cose "anche in queste Domande"ci sono tanti ingredienti nel Brodo! e come dici tu chi cè là se la tiene e devi per forza Maggiore conviverci. Diverso è La speranza che non si chiama fede o dio ma si chiama ....>> SPERANZA. << io penso da me ovvio che basta alimentare la speranza , la tenacia, volontà, capacità per avere una visione diversa . Io cè lò fatta Grazie a queste cose, e grazie al cielo, Non è questione di Fortuna ma.... solo della mia caparbietà. Per il resto non stò manco a rispondere , mio nonno mi diceva sempre ....Lasciali cuocere nel suo brodo ! N.B. nessun riferimento in Particolare sia ben chiaro!
Saluti By Eureka ! P.S. Eureka vuol dire .....Ho trovato ! guarda caso.......
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** Noi Siamo e Saremo --->> Quello che Mangiamo ** con le Scelte che Facciamo.
nirvanella78
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nirvanella78
Ultima attività il 24/11/24 alle 13:38
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@giupipino "Ben diversa è il senso di RELIGIOSITA' PERSONALE che arricchisce quelli che fra noi hanno la fortuna di provarlo. Senso di religiosità che ha molto a che vedere con la sensibilità verso la bellezza, la purezza, la perfezione.
Chi ha questa religiosità trema davanti a una statua del Canova, o davanti a un quadro di Chagall, come davanti allo spettacolo delle Eolie al tramonto, o perfino davanti all'icona di una Madonna, sperduta in un bosco. Ed è capace di parlarle e, in un certo senso di pregarla. Ma costui non pregherà mai per sé. Per la propria malattia o per avere ridotti i propri dolori. Pregherà quel senso di infinito che ha trovato in mezzo a un bosco lontano, di salvare questa povera umanità che corre a passi da gigante verso il precipizio".
ECCO, ADESSO CI SIAMO! Lieta di aver letto questo pensiero. Date una medaglia a quest'uomo!
EUREKA.... "Capisco che siamo in 2 a dire la semplice e Vera verità papele papele “ Nuda e Cruda! “
(papele papele) By Eureka .......
e riguardo Diogene ti assicuro caro che sei talmente simile al filosofo in questione che manco puoi immaginare, so che le prime tre lettere (dio) non ti vanno a genio ma per farti capire il "cinico" Diogene di Sinope ti cito questo:
Visse a Corinto per il resto della sua vita, che dedicò interamente a predicare le virtù dell'autocontrollo e dell'autosufficienza, abitando in una botte. Ai Giochi Istmici tenne discorsi a un pubblico consistente che lo seguiva dal periodo di Antistene.[4]
Fu probabilmente ad uno di quegli eventi che incontrò Alessandro Magno.
« Il re in persona andò da lui e lo trovò che stava disteso al sole. Al giungere di tanti uomini egli si levò un poco a sedere e guardò fisso Alessandro. Questi lo salutò e gli rivolse la parola chiedendogli se aveva bisogno di qualcosa; e quello: "Scostati un poco dal sole". A tale frase si dice che Alessandro fu così colpito e talmente ammirò la grandezza d'animo di quell'uomo, che pure lo disprezzava, che mentre i compagni che erano con lui, al ritorno, deridevano il filosofo e lo schernivano, disse: "Se non fossi Alessandro, io vorrei essere Diogene". » |
(Plutarco, Vite parallele, Vita di Alessandro Magno, 14) |
Diogene Laerzio, a differenza di Plutarco, riferisce che successivamente, forse irritato dalla mancanza di rispetto, Alessandro, per farsi gioco di lui che veniva chiamato "cane", gli mandò un vassoio pieno di ossi e lui lo accettò ma gli mandò a dire: Degno di un cane il cibo, ma non degno di re il regalo.[4]
Luporosso.... mi pregio confermare che la discussione si è evoluta in una divertente
ed innocua presa in giro con risvolti positivi a mio parere.
i "neutroni" paiono essere in funzione per dirla "papele papele" e mi permetta di dire che lucrare sulle speranze delle persone è per me riluttante da qualsiasi punto
parta il lucro (tra l'altro non poco esoso) e soprattutto se conseguenza di sotterfugi vari atti a vendere bugie per guadagno personale. Io personalmente l'ho vista
la Madonna, e parlo sul serio, avevo 5 anni e 44' di febbre, me la ricordo come fosse ieri, non mi ha parlato ma era bellissima, molto luminosa e molto compassionevole.
Mi ricordo che mi guardava coi suoi occhi scuri umidicci e un lieve sorriso, mi tendeva le mani e io cercavo di raggiungerla, mia madre poi entrò nella mia cameretta
e sentì che parlavo da sola e mi chiese con chi stessi parlando. Le risposi che lì in fondo al letto c'era una signora bellissima vestita di bianco che mi sorrideva
e che forse voleva aiutarmi, o era venuta a portarmi via, siccome non parlava non lo sapevo ma stavo meglio, mia madre ricorda ancora oggi la mia faccia da ebete
in preda al delirio e alle allucinazioni. L'estasi della visione celestiale. Forse perché ero vicina alla morte o al coma, chissà. Mia madre disse che non c'era nessuno
in camera mia ma che presto sarebbe arrivato il dottore a visitarmi di nuovo. Arrivò e disse che non sapeva più cosa fare per farmi abbassare la febbre
e che ero troppo piccola per mettermi in coma farmacologico (a quel tempo non sapevo proprio cosa fosse). Rimase lì con me fino alla mezzanotte e
la febbre salì ancora di mezzo grado, poi un grado. Una febbre da 45' per una bambina è veramente troppo.
I brividi mi facevano sussultare nel letto e vedevo cose assurde.
Rimase lì finché non arrivò un antipiretico potentissimo dalla Svizzera e disse a mia madre "speriamo che funzioni almeno questo, altrimenti non c'è più niente da fare,
avrà dei danni cerebrali seri sicuramente, poverina". Lungo la notte cercavo la signora luminosa e le dicevo che non ce la facevo più. Troppo dolore, troppa sofferenza.
Oggi sono ancora qui, danni cerebrali zero per fortuna. Nonostante questo non mi sento una miracolata. La vita mi ha messa alla prova più volte. Negli ultimi anni poi
ancora di più. L'anno scorso l'ho rischiata seriamente un'altra volta per un altro motivo ma pazienza.
Siamo qua e cerchiamo di fare del nostro meglio come esseri umani.
luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Grazie a Nirvanella per il suo coraggioso outing. Ho ricordato in altra occasione che -secondo Gesù Cristo - non è bene dare le perle ai ....cagnolini (?). Se per Te quella che ci hai raccontato è una perla preziosa, sono felice per Te , e Ti auguro che non sia l'unica. Personalmente Ti posso dire che anche altri di noi hanno trovato le loro perle e le custodiscono gelosamente, meditandole nel loro cuore,come faceva una certa ragazza madre di nome Maria un duemila anni fa.
Non tutti le apprezzano,queste perle: forse perchè non sono per loro,o forse perchè non ne hanno bisogno:hanno la loro caparbietà,la loro tenacia,la loro capacità di avere una visione diversa. Che se ne fanno della fede?
Ah,dimenticavo: sento parlare tanto di "speranza" come fosse una categoria autonoma, sostitutiva della fede. Strano:pur con tante esibizioni di "cultura" biblica, sembra non ricordino che nella nostra religione c'è una catena di concetti essenziali che si chiama FEDE-SPERANZA-CARITA'.
Ecco,SPERIAMO che se lo ricordino.
Luporosso
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?????
nirvanella78
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Ultima attività il 24/11/24 alle 13:38
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Ho solo raccontato un'esperienza. Niente di che. Non c'è nulla di prezioso. Non è una perla. È stata una magnifica allucinazione che racconto sempre. Tutto lì. Non nascondo nulla, non son gelosa di nulla e nemmeno invidiosa di nessuno. Dovrei tenere segreta una cosa del genere? Perchè? Custodire gelosamente? A me piace condividere invece. Delle critiche altrui proprio me ne frego altamente. Parlando delle apparizioni mariane volevo raccontare la mia esperienza in merito. Ripeto, una fantastica allucinazione, nemmeno le droghe avrebbero potuto farmi vedere qualcosa del genere. La febbre altissima mi ha aperto la mente a cose impensabili e irreali. Il potere della mente in certi frangenti è un toccasana, in altri è un incubo senza fine. Quando conosci entrambe le versioni ti assicuro che è molto interessante come esperienza. ? poi ho raccontato il tutto scrivendo in caratteri molto piccoli appositamente. ???
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Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Cara Nirvanella,
Le tue parole:«mi permetta di dire che lucrare sulle speranze delle persone è per me riluttante da qualsiasi punto
parta il lucro (tra l'altro non poco esoso) e soprattutto se conseguenza di sotterfugi vari atti a vendere
bugie per guadagno personale. Io personalmente l'ho vista
la Madonna, e parlo sul serio, avevo 5 anni e 44' di febbre» ,
di una chiarezza estrema, e l'interpretazione che ne ha dato Luporosso, fanno capire come siano difficili i rapporti umani.
In questo caso è evidente che il bisogno di fede di Luporosso (che avrà i suoi buoni motivi per averlo) lo spinge a non capire neanche le cose più elementari. A deformare e non intendere il pensiero di nessuno. Neanche quello del papa, che dovrebbe essere la sua Guida spirituale se la sua fede fosse un po' più meditata e non dettata da fortissime esigenze contingenti.
Parole del Papa che recitano: «Credo alla Madonna nostra Madre buona, non a quella capo di un ufficio telegrafico che detta al telegrafo ogni giorno a certa ora i suoi messaggi.»
EUREKA
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
EUREKA
Membro Ambasciatore
Ultima attività il 29/06/24 alle 01:22
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Amico
è bello leggervi ,ma attualmente non posso rispondere il tempo e tiranno , rispondo dal cellulare , ho problemi di linea sia a casa che in negozio. a presto Buona Giornata a tutti ed in Bocca al LUPO!! e Riguardatevi fate qualcosa x voi stessi ,insistere è l'ideale Non Mollate .
by Eureka
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** Noi Siamo e Saremo --->> Quello che Mangiamo ** con le Scelte che Facciamo.
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