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Pazienti Disturbo bipolare
Soffrire del disturbo Bipolare
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Liofante
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Liofante
Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Mi dispiace molto che stai malissimo! Si capisce anche dalla brevita' del tuo messaggio. Cosa fai quando stai malissimo? Riesci a mangiare? ad alzarti? a portar fuori il cane? Ti lasci andare alla deriva? Io quando sto male sto a letto, non penso, ho il cervello vuoto, a volte mi immagino il mio futuro, il mio destino...sono stanco e malato e non so se sapro' mantenermi equilibrato se dovessi avere una altra malattia. Penso spesso al cancro, mio padre e' morto cosi' e' stato malato un anno e mezzo di sofferenze e dolore. Mi madre e' morta anche peggio, ha avuto la sclerosi a placche, a poco a poco gli si sono paralizzati tutti i muscoli, alla fine non parlava, non si muoveva ma capiva tutto perfettamente. Io ho il terrore di prendermi una di queste malattie moderne sempre piu' complicate e misteriose. Cosi' quando sto male mi prefiguro la mia vita in un ospedale a lunga degenza, maltrattato dagli infermieri , solo e silenzioso. E allora penso anch'io che e' meglio morire che soffrire inutilmente. Non ho impegni lavorativi, sociali, culturali non ho alcun motivo per vivere. I miei figli vogliono lasciare il paese: Israele. Qui le cose si mettono male, politicamente ed economicamente, c'e' come nel mondo e anche in Italia un consolidamento al potere della estrema destra guerrafondaia e capitalista. L'economia per i padroni va bene, ma le classi povere non riescono a finire il mese, tutto aumenta: cibo, casa, salute, cultura. Io faccio parte della classe meno abbiente, i pensionati. Vivo di una pensione di invalidita' minima che non basta per vivere e sono troppo malato e debole per lavorare. L'ultimo lavoro che ho fatto (con piacere) e' stato il giornalista, per alcuni anni ho scritto per un quotidiano romano di quello che succedeva in Israele.
Poi ho avuto la mia crisi maniacale (grave) e tutto e' andato perduto, il giornale e' entrato in crisi e ha chiuso la versione cartacea per lasciare solo un sito internet che poi ha chiuso anche quello. Ora lavoro come cuoco in un ristorante come l'ultimo dei cuochi, quello che fa i lavori piu' umili. E' molto frustrante perche' 18 anni fa avevo un ristorante tutto mio di cui ero gestore e cuoco. Ma ho perso molte delle mie abilita', ho perso la memoria e non mi ricordo le ricette. Poi sono molto insicuro e sempre in ansia di sbagliare, cosi' non mi prendo responsabilita' e taglio le verdure....
Ora sto decidendo di andare a vivere nella grande citta' Tel Aviv! Spero la di trovare una vita sociale che rompa questa solitudine deprimente. Ho solo un serio problema economico perche' li il costo della vita e' piu' alto. Poi c'e' il problema della casa . Per le ragioni economiche non posso permettermi un appartamento da solo,e dovro' andare a vivere in convivenza con altri disagiati psichiatrici. Vivere con estranei e' molto squallido e deprimente, ma non ho alternative. Questa soluzione abitativa e' sovvenzionata dal ministero della sanita' per cui ha un prezzo piu' basso di ogni altra soluzione. Si chiama Comunita', ma non ha molto in comune con una vita collettiva, ognuno vive solo le sue angoscie chiuso in camera sua. Di chiama "abitazione protetta'" perche' abbiamo assistenti e assistenti sociali che ci aiutano (e ci controllano). E' un po' come vivere in collegio.
Io tra i miei conviventi sono quello che sta meglio, "sembro una persona normale" e mi pesa molto vivere con persone cosi handicappate (sono ormai 8 anni).
Ti ho raccontato un po' di me, io ora sono equilibrato e sto bene da alcuni mesi (certo ho variazioni dell'umore ma non gravi) ma sono una persona fragile che non regge i periodi di grave tensione psicologica. Questo mi crea una grande insicurezza e il terrore che mi possa capitare ancora di "andare fuori di testa".
Per ora ti saluto, sfogati senza ritegno se cio' ti aiuta, io ti leggo sempre volontieri
Ciao Liofante
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Liofante
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Ultima attività il 19/04/24 alle 10:47
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Io ho avuto due episodi maniacali di rilievo in coincisione di periodi molto stressanti nell'arco di 2/3 anni. Mi hanno diagnosticato la sindrome bipolare dopo il secondo episodio. Ho preso farmaci per un periodo dopo aver subito un ASO. Per un lungo periodo a seguito degli 8 giorni obbligatori di psicofarmaci è seguito un lungo periodo di depressione, per cui ho preso delle gocce per alzare un po' l'umore. Dopo un anno circa mi sono tornate le fasi "up" per cui ho preso Depakin/Mirtazapina per qualche mese. Attualmente non prendo farmaci da un anno e mi gestisco le mie fasi. Da almeno sei mesi annoto date e sensazioni su un quaderno e ho verificato che circa dopo una ventina di giorni di umore "normale" mi arriva la fase "down" che dura più o meno come la fase "normale e che precede la fase "up" ( che invece è breve, 5 massimo 7 giorni).
Quando sono "Up" mi sento velocizzata, irritabile, iperattiva ma gioiosa di solito. Ultimamente non mi è più arrivata, mentre continua uno stato depressivo molto forte da ormai più di un mese ( attendo con ansia quasi la fase up che però non arriva). Ho una tristezza molto profonda a cui non trovo consolazione, anche se razionalmente so che non ci sono i motivi ed è una visione distorta della realtà. Inutile dire che in questo stato vivere, lavorare etc è molto penoso e difficile. Come faccio ad essere sicura di essere bipolare? E' possibile che lo sia e riesca a vivere senza farmaci. Non ho mai pensato al suicidio anche se mi chiedo come farò a sopportare le sfide della vita e le sofferenze che riserva.
Ho iniziato un percorso di psicoterapia (già fatta in passato). Mercoledì ho la terza seduta. Lo psicologo dice che non è importate darmi un etichetta e sapere se ho o meno questa sindrome.
Malattiacronica
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Ultima attività il 27/09/24 alle 21:47
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Io non capisco i medici o gli psicologi che dicono : "non è importante dare un'etichetta o mettere un nome su un disturbo". Non li li capirò mai, quelli che dicono questo. Ma no! È IMPORTANTISSIMO per il PAZIENTE conoscere precisamente il nome del disturbo di cui soffre!!! Sapendolo, può informarsi, condividere informazioni con altri pazienti, ed essere rassicurato, in un certo senso, per quanto riguarda la sua identità. Adesso, non avendo una diagnosi precisa precisa ( cambierà fra qualche mese ), non so più CHI SONO.
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" vivere, nonostante tutto, ma vivere."
Liofante
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Ultima attività il 19/11/24 alle 17:43
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Ciao MalattiaCronica,
Non e' cosi' semplice per uno psichiatra definire la diagnosi immediatamente, bisogna conoscere per un po' il paziente, perche ci sono molte malattie simili come sintomi.
Nel tuo caso, il tuo psichiatra ti conosce da 8 anni e dovrebbe essere arrivato ad una diagnosi, se non si decide a dirtelo secondo me e' tempo di cambiare professionista perche' e' dimostrazione che e' un tipo insicuro e indeciso.
Io la mia diagnosi di disturbo Bipolare me la sono trovata da solo, leggendo su internet vari siti. Conoscendo io la mia storia di alti e bassi, di depressioni cupe e di manifestazioni maniacali. Poi ho avuto la conferma dagli psichiatri. Cosi' ho anche capito di essere dislessico (che e' in parte causa del mio disturbo).
Cosa pensi ti potranno dire i nuovi psichiatri che tu non sai da tempo.
Il nostro e' un disturbo cronico che si puo' in parte risolvere coi farmaci, ma la cura principale e' conoscere le proprie manifestazioni, i sintomi e cercare di gestire i tempi difficili. La depressione e' un baratro cupo dal quale si puo' uscire con grande sforzo personale. Arrampicandosi con le unghie.
Ti auguro di superare la tua fase funesta senza troppi "danni", da quanto ho capito in te i cambiamenti sono veloci. Chiuditi in difensiva e aspetta l'onda positiva.
Ciao Liofante
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Liofante
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Ultima attività il 19/04/24 alle 10:47
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Oggi sto finalmente meglio. Secondo le mie previsioni mi sarebbe dovuta arrivare la fase "Up" ma mi sento "normale".. Ho la sensazione che questa patologia sia più uno squilibrio chimico del cervello che altro , anche se sono certa si sia innescata dopo traumi e sofferenze. Secondo questo ragionamento individuando e curando la causa alla radice con la psicoterapia si dovrebbe poter risolvere senza farmaci, ma ho molti dubbi a riguardo. Forse quello che da psicologico diventa fisico non può più essere risolto? Chi lo sa...
Quando sono molto depressa penso che vivere così tutta la vita sarà molto difficile ed è invalidante perchè è come se vivessi a metà. Quando sto bene progetto, mi metto obiettivi, mi riempio di positività e buoni propositi ma poi inesorabilmente arriva il "down" e poi l' "up" e devo mettere la vita in stand-by. Lavoro anche se a rilento e mi pesa tutto. Se la vita è una carretta al posto di starci sopra io gli corro dietro. Ma ce la faccio tutto sommato.
La fase "up" mi costa molte energie e per fortuna dura poco , la tengo sotto controllo cercando di rilassarmi, dipingendo ed evitando scontri . Se esco cerco di uscire con amici fidati in quanto sono infiammabile e potrei litigare con estranei in giro. A sto giro il down è stato così lungo e brutto che ho desiderato con ansia che arrivasse l' "up".
Sto sopravvivendo così da più di un anno ormai, non voglio prendere farmaci perchè sono sicura che a lungo termine facciano male ma quando sto male ultimamente penso che dovrei prendere qualcosa.
Possibile che non esista niente di omeopatico? Il litio è obsoleto, nel frattempo non hanno scoperto nient'altro?
Un abbraccio e buona giornata
Ilaria
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Ultima attività il 27/09/24 alle 21:47
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Tra qualche mese, spero, andrò in ospedale psichiatrico ad incontrare degli specialisti che daranno finalmente un nome al mio disturbo. Devo solo pazientare...
Ho letto tanti libri sul bipolarismo e anche sulla ciclotimia. Ho guardato trasmissioni, ho visto dei film sul tema, ecc...Conosco questi disturbi a menadito. So anche di soffrire di un certo tipo di disturbo bipolare. È ovvio, adesso...però ho bisogno che qualcuno, uno specialista, mi dica un giorno : "Lei è affetto da disturbo bipolare di tipo..." o "lei è ciclotimico".
Da qualche settimana, inizio già a dirlo a quanti mi circondano : "sono in una fase depressiva"...perché voglio che loro sappiano di che cosa sono affetto. Anche se non ho una diagnosi chiara, per ora. Devo dirlo agli amici, affinchè diventino consci della mia fragilità nervosa. L'hanno già vista, questa fragilità, ma non le davo un nome, non dicevo nulla. Ora dico : "sono bipolare", perché il mio umore è così : bipolare, o anche "tri-polare", poiché ci sono fasi di "normalità".
Il mio disturbo...comincio a conoscerlo meglio. So che in caso di stress, posso andare in fase up, e dopo verrà la fase down...Gli eventi familiari, posso scioccarmi e farmi andare in fase up. E poi...sprofondo in una fase depressiva. Più salgo su, durante la fase up, e più scendo giù dopo, nell'abisso della depressione.
Mi è sembrato, questa volta, di vivere proprio due fasi, e di toccare il fondo, alla fine. Non avevo più forze. Non facevo altro che scrivere, sdraiato sul mio letto...e per il resto facevo solo il minimo.
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" vivere, nonostante tutto, ma vivere."
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Ultima attività il 27/09/24 alle 21:47
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Il mio psichiatra mi ha detto che le diagnosi si evolvono nel corso degli anni. Io credevo che il bipolarismo fosse un disturbo cronico, no...? E come mai si può evolvere ?
Sì, vado d'accordo con il fatto che, all'inizio del suo percorso, il paziente bipolare viene diagnosticato con mille diagnosi diverse...: "depressivo", "disturbo ansioso generalizzato", ecc...ma poi arriva una diagnosi chiara e precisa, non c'è più evoluzione...! L'unica evoluzione che ci possa essere, è quella della stabilizzazione, ma non è che sia una "diagnosi"...
In realtà, a volte...mi dico che "studiare per dieci anni la medicina...boh, è tempo perso...perché se non sei capace di dare una diagnosi precisa ad un paziente...È meglio leggere libri, informarsi su internet, ecc...perché con il mio psichiatra, la diagnosi devo darmela io..." ^^
Ciao a tutti !
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Ultima attività il 19/04/24 alle 10:47
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@Malattiacronica La verità è che non si sa molto di come funzioni il cervello e quindi certamente esiste uno studio, una casistica ma ogni caso potrebbe essere a sè stante.
Io ho avuto due esaurimenti nervosi. Nel primo sono stata in fase maniacale per un mese circa, ero infiammabile, non dormivo e mi sentivo in pericolo ad uscire ma in casa stavo benissimo. Senza farmaci la situazione è rientrata da sola. Sono passati più di due anni dove stavo bene, nè depressa nè maniacale. Lunatica ma quello è il mio carattere
Nel secondo esaurimento, ho chiesto aiuto ad una psichiatra che per obbligarmi a curarmi mi ha fatto fare un ASO senza autorizzazione del medico e senza che io abbia fatto nulla che lo giustificasse. Ho subìto quindi un grave abuso. Il fatto di avermi calmato così di botto secondo me mi ha causato la depressione, durata per mesi. Da lì gocce per tirarmi su ma quando ero su dovevo smettere di prenderle subito perchè avrebbero fomentato la mia agitazione. Non voglio dire che io sia diventata bipolare per colpa dei farmaci ma come può essere che ci sia diventata dopo il secondo esaurimento ? Per quello spero che la psicoterapia nel mio caso possa sostituire i farmaci. Non voglio intossicarmi tutta la vita. A sto punto preferisco vino e mariujana.
Esiste solo sto litio per equilibrarsi?
Ciao
ilaria
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Ultima attività il 27/09/24 alle 21:47
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Non penso di poter imparare una lingua in più, tutto sommato. Sono troppo stanco per farlo. Peccato...
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Ultima attività il 27/09/24 alle 21:47
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Non esiste solo il litio. Io non lo sopporto, e non lo prendo. Però non sono equilibrato. A volte ho molti progetti in mente, e qualche ora dopo...più niente. Cambia l'umore e basta.
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Hopeman
La tua scrittura consapevole e sicura mi sembra almeno 3/4 della terapia. Non penso che si possano confrontare le terapie farmacologiche tra persone diverse. Ma la consapevolezza va bene per tutti. I farmaci ci curano, ma non decidono: decidiamo noi.
Per me sono passati 33 anni dal primo episodio. I farmaci sono un po' cambiati, ma io sono cambiato di più. Riesco a riconoscere uno stato ipomaniacale quasi subito, perché oggi con l'esperienza, so cosa devo prendere sul serio; in ordine d'importanza: la riduzione del sonno, i risvegli precoci, l'iperattività, se mi ripropongo o mi assumo troppi impegni, la valutazione dei fattori di stress del periodo.
Il vantaggio primario è nell'accorgersi della virata in alto e così ci si ferma quando è ancora facile e non si sono create complicazioni che produrrebbero ulteriori stimolazioni. Negli stati molto alti dell'umore non ci si accorge di aver preso quota, anzi si vorrebbe volare ancora più in alto.
Ormai sono molti anni che non mi accadono episodi importanti, tali da dover consultare d'urgenza il medico. Chissà quanti episodi , privi di conseguenze, che ho avuto e che ho spento in un paio di giorni , scegliendo di riposare e facendo le opportune rinunce e tagli. In questi casi dico sempre a me stesso: "quando hai capito che c'è un episodio insorgente, ne se già fuori". Poi i farmaci certamente ci aiutano a mantenere il timone.
Spero d'esserti stato d'aiuto
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Malattiacronica
Io muoio dalla stanchezza oggi...
Non esiste una pillola da poter prendere per morire solo un giorno e svegliarsi in ospedale, curato, circondato...?
Ciao.
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Convivere con il disturbo bipolare
Ciao a tutti - Perché mi sono iscritto? Cerco un po’ di compagnia
antonio10
Salve, anche io sono bipolare, ho 51 anni e non so mai con chi parlare della mia malattia, spero di trovare delle persone con le quali potersi confrontare a vicenda.Prendo depakin e litio, ma specialmente le fasi depressive sono sempre presenti
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Hopeman
@Maxter il risveglio può essere un momento molto difficile, perché ti si para davanti una giornata che devi affrontare, ma non sai proprio da dove cominciare e ti assale l' ansia insieme alla mancanza di senso.
Ma si può partire lo stesso con convinzione. La sera prima, quando sono più lucido, stabilisco in anticipo la prima cosa che farò l'indomani. Magari è una modesta attività, ma basta a farmi svegliare , sapendo subito cosa devo fare. Se decidi di fare così, sta' tranquillo che quella cosa che hai deciso di fare sarà la prima che ti verrà n mente al risveglio (al posto del vuoto) e ti indurrà anche ad alzarti subito dal letto ; ti darà un motivo per alzarti ;-)
Fa' il primo passo, poi il resto viene
Se fai un passo, trovi per strada la fiducia per fare quello dopo
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Hopeman
La tua scrittura consapevole e sicura mi sembra almeno 3/4 della terapia. Non penso che si possano confrontare le terapie farmacologiche tra persone diverse. Ma la consapevolezza va bene per tutti. I farmaci ci curano, ma non decidono: decidiamo noi.
Per me sono passati 33 anni dal primo episodio. I farmaci sono un po' cambiati, ma io sono cambiato di più. Riesco a riconoscere uno stato ipomaniacale quasi subito, perché oggi con l'esperienza, so cosa devo prendere sul serio; in ordine d'importanza: la riduzione del sonno, i risvegli precoci, l'iperattività, se mi ripropongo o mi assumo troppi impegni, la valutazione dei fattori di stress del periodo.
Il vantaggio primario è nell'accorgersi della virata in alto e così ci si ferma quando è ancora facile e non si sono create complicazioni che produrrebbero ulteriori stimolazioni. Negli stati molto alti dell'umore non ci si accorge di aver preso quota, anzi si vorrebbe volare ancora più in alto.
Ormai sono molti anni che non mi accadono episodi importanti, tali da dover consultare d'urgenza il medico. Chissà quanti episodi , privi di conseguenze, che ho avuto e che ho spento in un paio di giorni , scegliendo di riposare e facendo le opportune rinunce e tagli. In questi casi dico sempre a me stesso: "quando hai capito che c'è un episodio insorgente, ne se già fuori". Poi i farmaci certamente ci aiutano a mantenere il timone.
Spero d'esserti stato d'aiuto
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Malattiacronica
Io muoio dalla stanchezza oggi...
Non esiste una pillola da poter prendere per morire solo un giorno e svegliarsi in ospedale, curato, circondato...?
Ciao.
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Convivere con il disturbo bipolare
Ciao a tutti - Perché mi sono iscritto? Cerco un po’ di compagnia
antonio10
Salve, anche io sono bipolare, ho 51 anni e non so mai con chi parlare della mia malattia, spero di trovare delle persone con le quali potersi confrontare a vicenda.Prendo depakin e litio, ma specialmente le fasi depressive sono sempre presenti
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Hopeman
@Maxter il risveglio può essere un momento molto difficile, perché ti si para davanti una giornata che devi affrontare, ma non sai proprio da dove cominciare e ti assale l' ansia insieme alla mancanza di senso.
Ma si può partire lo stesso con convinzione. La sera prima, quando sono più lucido, stabilisco in anticipo la prima cosa che farò l'indomani. Magari è una modesta attività, ma basta a farmi svegliare , sapendo subito cosa devo fare. Se decidi di fare così, sta' tranquillo che quella cosa che hai deciso di fare sarà la prima che ti verrà n mente al risveglio (al posto del vuoto) e ti indurrà anche ad alzarti subito dal letto ; ti darà un motivo per alzarti ;-)
Fa' il primo passo, poi il resto viene
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Soffro del disturbo Bipolare da piu' di 40 anni, ormai ho capito che e' una malattia cronica. Ho tentato il suicidio 3 volte, ora sono equilibrato coi farmaci, ma sono ancora senza energia. Apatico, vuoto,fermo. Credo che dai farmaci non otterro' risultati migliori degli attuali, ma vorrei godermi la vita e in questo stato non posso