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Credere in dio ti aiuta ad accettare la tua malattia?
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Baptiste
Buon consigliere
Baptiste
Ultima attività il 30/12/24 alle 17:12
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Amico
Ciao a tutta la community e grazie @luporosso per il tuo messaggio.
Scrivo qui quello che ho scritto in privato a Luporosso a proposito di cosa fare di questa discussione.
In quanto moderatore ho la possibilità di chiudere una discussione ed eventualmente in casi limite renderla invisibile.
Non so se devo chiudere questa discussione e vi spiego perché : semplicemente perché, per quanto forse il tema non fosse al 100% adatto alla nostra community, lo accetto in quanto il fatto di credere può comunque essere parte di un processo di accettazione della malattia e questo aspetto va secondo me rispettato. Questa discussione continuerò a monitarla per evitare che si sfoci in attacchi tra credenti e non credenti (cosa che purtroppo è già successa sulla pagina facebook di Carenity). Se questo dovesse succedere eventualmente chiuderò la discussione, pur lasciandola accessibile alla lettura.
Ritengo che vari membri hanno contribuito postando anche messaggi personali piuttosto lunghi e troverò irrispettoso cancellarli. Se un membro non vuole partecipare, è libero di farlo ed eventualmente cancellare o modificare i suoi messaggi.
Buona giornata a tutte e tutti.
Baptiste
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EUREKA
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
EUREKA
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Ultima attività il 12/12/24 alle 00:11
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Non vedo il motivo per chiudere la discussione, siamo qui per ragionare , ognunp ha le proprie idee, inerenti al tema. " credere in dio " ed è quello che stiamo facendo non per niente ci sono 17 pagine, vuol dire che la cosa interessa, come citato in post precedenti ...nessuno è obbligato a rispondere o leggere, tantomeno @luporosso , sè sarà chiusa io personalmente per primo non parteciperò + a nessuna discussione , tanto inutile perdere tempo x scrivere sè poi vengono cancellate, Ha che gioco giochiamo ?
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** Noi Siamo e Saremo --->> Quello che Mangiamo ** con le Scelte che Facciamo.
luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Faccio finta di essere un medico (non lo sono assolutamente...), o meglio uno che cerca di risolvere i problemi. Ci diciamo: c'è un problema: ed è il male che ci ha colpito. C'è un rimedio? Si,se i medici riescono a capire, se hanno gli strumenti,le tecniche, le medicine adatte, se il nostro fisico aiuta loro e noi ecc.Purtroppo sappiamo tutti bene che,davanti a tante situazioni,anche loro vanno a tentoni e spesso sono così distaccati che ci sentiamo soli. Oltretutto, a certi livelli,qualitativi e quantitativi,del male, non è che ci sia molto da fare., anche se non si corre immediato pericolo di vita.
Allora dovremmo imparare a convivere con il nostro male. Ci sono quelli tra noi che sono forti, che hanno risorse di energia, di voglia di vivere, tali da consentire di "reggere", anche alla distanza.
Ma viene anche il momento che neanche questo basta più. A questo punto non sono pochi quelli che tentano anche la via della fede. Del credere non solo in se stessi, o nell'Universo, o nel distacco dalle cose e dalle persone, ma in qualcuno (che dovrei indicare con la maiuscola: Qualcuno) che ti può e ti vuole aiutare. Perchè ti conosce, perchè per Lui sei importante, così come sei, con tutti i tuoi difetti e le tue sbandate. Magari tu non Lo conosci, o lo hai dimenticato, o non ti ha mai interessato. Ma in quel momento,in quella situazione, ridotto come sei dal male, ti accorgi di Lui. E Lo fai entrare nella tua vita,nella tua giornata, nella tua sofferenza, e gli chiedi aiuto.
E questo aiuto,in forme e modi di cui non ti accorgi,ti comincia a scorrere dentro. Non che ti guarisca fisicamente (accade anche questo,ma secondo una frequenza che non capisci, e che alla fine non è così importante), ma ti aiuta a "riaccendere la luce" , a riaprire il tuo orizzonte e a dare un senso anche al dolore. E magari ti ridà quella voglia di vivere che ti sembra di aver perso, e un pò della forza che ti serve per non essere travolto e schiacciato,psicologicamente e fisicamente,dalla tua malattia.
Insomma,ti ha aiutato: a combattere o almeno ad accettare la tua malattia, che è il tema di questa discussione. Che però,messa su questo piano, è tutt'altro che chiusa.
Luporosso
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?????
EUREKA
Membro AmbasciatoreBuon consigliere
EUREKA
Membro Ambasciatore
Ultima attività il 12/12/24 alle 00:11
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Amico
Veramente il Libro chiamato "Bibbia o sacre scritture " cita .... Non chiunque dirà ...Signore Signore al momento del bisogno ....entrerà nel mio Regno mah....solo colui che avrà fatto la mia volontà " tipo dittatore " o fai così o sei FUORI " Poi fuori da dovè ?? Sè uno per caso e dico e ribadisco x Caso ci crede o ha la fede , in teoria non dee chiedere solo nel momento del bisogno troppo facile è come dire ..avere un Amicizia ad interessi, ovvero ti faccio Mio AMICO solo perchè ho un interesse verso di te !!! comodo vero? e chi non lo farebbe !!!! Per quanto riguarda i medici , bisogna aver bisogno di loro solo e dico solo per altre problematiche gravi tipo...Operazioni di varie entità , ma per altre patologie nemmeno loro sanno che pesci prendere, i Medici servono solo per farti spendere denari per far ingrassare i colossi farmaceutici cambiando di volta in volta tipi di medicinali e procurandoti altre Patologie continuando ad invelenare il tuo corpo di sostanze chimiche ecc.ecc. L'unica Medicina è La Natura , " Mangiare Sano" una bella camminata, respiri profondi , un pò di movimento sè è quando sia possibile . Io ho risolto facendo così e senza nessuna FEDE, Senza <santi, Varie Madonne , e principalmente senza un dio privato. Posso solo ringraziare la Natura e L'universo, e grazie al cielo me ...La ..sono ..CAVATA . Ricordate i miei Post Precedenti ? Avevo 489 di DIABETE ora Varia da 100 a 116 senza Medicine e senza iniezioni di Insulina consigliatami dal mio Medico sè così si possa chiamare "Medico "
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** Noi Siamo e Saremo --->> Quello che Mangiamo ** con le Scelte che Facciamo.
giupipino
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giupipino
Ultima attività il 11/03/24 alle 17:06
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Amico
Eureka,
permettimi di dire che, per molti versi, tu somigli proprio a quegli integralisti cattolici che vorresti combattere. Hai trovato la TUA verità e pretendi che essa sia valida per tutti.
Non capisci che la realtà è molto complessa, al punto tale che non è possibile fare alcuna affermazione che sia assolutamente vera. Ogni proposizione, per quanto verosimile, ammette sempre delle eccezioni che la falsificano.
Così c'è qualcosa di vero nella tua affermazione: " i Medici servono solo per farti spendere denari per far ingrassare i colossi farmaceutici cambiando di volta in volta tipi di medicinali e procurandoti altre Patologie continuando ad invelenare il tuo corpo di sostanze chimiche"
Ma sarebbe assurdo pensare che SEMPRE e TUTTI i medici siano tali. Esistono moltissimi medici intellettualmente onesti, disposti ad ammettere i limiti delle loro conoscenze, e che si sforzano di aiutare il paziente a CURARE le cause della sua malattia, non semplicemente ad eliminarne i sintomi.
Ad esempio io ho scoperto, in rete, una verità che moltissimi ignorano, ma che è una verità SCIENTIFICA messa in luce da una importantissima ricerca svolta in america su migliaia di pazienti.
Stroke. 2015 Jun;46(6):1595-600. doi: 10.1161/STROKEAHA.115.009128. Epub 2015 May
La ricerca ha scoperto che la probabilità di avere un evento traumatico di tipo cardiovascolare (ictus, infarto...) per chi ha l'IPERTENSIONE è praticamente uguale in chi prende farmaci antipertensivi, rispetto a chi NON li prende.
Il problema, per chi ha l'ipertensione, è curare le CAUSE dell'ipertensione, che possono essere numerose,ma nella maggior parte dei casi sono dovute al sovrappeso e all'accumulo di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
La MAGGIOR PARTE dei medici trascura tali cause e ti cura l'ipertensione con le pasticche, ignorando il fatto che in tal modo avrai LO STESSO ICTUS E INFARTO.
Ciò è dimostrato dal fatto che siamo giunti al punto che quasi TUTTE le persone sopra i sessant'anni sono curate per ipertensione, eppure le morti per ictus e infarto AUMENTANO invece di diminuire.
Ma allora cosa dedurre? Che i medici sono tutti ignoranti oppure disonesti? Evidentemente NO, perché la verità che ictus e infarto NON DIMINUISCONO con gli antipertensivi (se non si aggrediscono le cause) io l'ho acquisita da un MEDICO (il Dr Raggi) e la ricerca relativa l'ho letta su una rivista scientifica.
E così per quanto riguarda il discorso su Dio. Sarà pure vero che Dio non esiste, ma, se credendo in Dio uno si sente amato, ascoltato, protetto, GUARITO dal suo dolore (se non dalla sua malattia), che male c'è?
Il mondo è così complesso che noi siamo in grado di capirne solo una infinitesima parte. Chi crediamo di essere se riteniamo addirittura di capire Chi tale mondo potrebbe averlo creato, potrebbe avergli assegnato un senso e un destino, potrebbe averne ideato le leggi che lo governano e che noi a malapena riusciamo a intravedere e solo dopo lunghissimi studi riusciamo a capire in minimissima parte?
Quando pensiamo a Dio non dovremmo essere così ottusi da confonderlo col Dio feroce e vendicativo del Vecchio Testamento. Così come non dovremmo confonderlo con Zeus o Allah.
Questi sono idoli UMANI, troppo umani. Con le nostre meschinità e i nostri limiti.
Dio, se c'è è molto OLTRE le nostre miserie.
milcredo1
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milcredo1
Ultima attività il 12/04/22 alle 07:05
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Ragazzi se così vogliamo essere, vorrei ricordare a Eureka che da qualche parte sta pure scritto che noi siamo stati fatti a immagine e somiglianza di Dio, quindi noi siamo una particella del medesimo. Mi rendo conto che magari è un po' difficile per te digerire questa cosa ma è così, per quanto ci penso dopo tutto il tempo che ho vissuto guardandomi alle spalle ho notato solo che la mia vita è stata guidata anche nelle decisioni più difficili da qualcuno di inverosimile chiamiamolo destino, ma questo signor destino ha fatto sì che tutte le nostre decisioni venissero prese per andare verso una direzione prescelta senza se e senza ma quindi medita e poi ci rileggiamo
jantes
jantes
Ultima attività il 02/05/19 alle 20:16
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Per certo prendo atto nell' approvare quel che dice Baptiste... si sfocia in arringhe tra agnostici e credenti non considerando più il vero contesto del problema, ovvero la PSORIASI. Devo cmq dire la mia, sono semplicemente un timorato di Dio, e nell'oggetto in contesto non vi è assolutamente verità, pregare per guarire, è semplicemente fatuo. Convivere con la malattia, è la nostra condanna....dov'è Dio???????
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Gianfranco
luporosso
Buon consigliere
luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Peccato che siamo arrivati a un dialogo tra sordi! Giustamente,come dice "jantes",stiamo inanellando arringhe tra agnostici e credenti,ma senza in realtà ascoltarci l'uno con l'altro e soprattutto senza essere disponibili a sviluppare i nostri argomenti. Se la domanda è :" credere in Dio aiuta ad accettare la propria malattia?", e la tua risposta è: io comunque NON credo in Dio, il discorso NON può andare avanti. A meno che tu non mi dica: io non credo in Dio,ma mi potrebbe interessare come mai tu invece ci credi. E sono disponibile a starti ad ascoltare,magari controbattendo le tue argomentazioni, ma senza trincerarmi dietro le mie posizioni,ed accettando invece di metterle in discussione.
Allora si,si potrebbe cominciare qualche ragionamento nuovo,e si potrebbe tentare di uscire allo scoperto, in modo trasparente, libero, intellettualmente onesto.
Questo ti può sembrare un tentativo di proselitismo da parte mia,o peggio? No.Non è così. Se non altro perchè nel mio discorso anche io cercherò di staccarmi dalla facile sponda del fondamentalismo: che è tutto l'opposto di quello che vogliamo qui,se non sbaglio.
Ma se questo ti preoccupa, ppossiamo fare una bella cosa. Diciamo al moderatore di rovesciare il tema: che potrebbe diventare (butto là a caso...): NON CREDERE IN DIO MI AIUTA A VINCERE LA PAURA DELLA MORTE ? Così usciamo dal presupposto necessario del "credere in Dio" e andiamo a muoverci in un campo in cui Dio non c'è.
Ma,ripeto quello che ho già detto (e non mi sembra di essere il solo ad essersene accorto), se non diamo una sterzata al nostro chiacchiericcio, rimaniamo impantanati in un ping pong inutile o,come dice Jantes,"fatuo".
E mi collego a questo per l'ultima considerazione: "pregare per guarire è fatuo" dice Jantes. Si può dire,certo. Ma qualcuno tra noi pensa che si possa, che sia utile, cercare di capire, cercare di leggere la sofferenza,la malattia,l'incidente, nel contesto della vita. Qualcuno può desiderare di esplorare il mistero del "perche'" delle cose, del "senso" di quello che ci accade. Messa così la cornice della preghiera, la frase "pregare per guarire" diventa un modo semplicistico per indicare qualcosa di più profondo,di più intrigante. Pregare non è mettere un gettone e aspettare la guarigione,e inferocirsi perchè Dio non risponde (richiamo la domanda di chiusura di Jantes:Dov'è Dio ?).
Ma adesso ho finito anche io i miei gettoni e vi devo lasciare.
Luporosso
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?????
luporosso
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luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Provo a riprendere le fila del nostro discorso, dopo la fase in cui è un pò appassito. E vorrei riprenderle dal lato opposto dal quale abbiamo iniziato. Dalla "malattia". La domanda era: credere in Dio può aiutarmi ad accettare la mia malattia?
Malattia: non in senso medico-sanitario,ovviamente, pur con tutte le sue specificazioni, le sue varianti, i suoi tormenti e le sue battaglie. No. Mi chiedo,e chiedo a voi: la malattia,si può dire che abbia una funzione ? A cosa "serve" - nell'esperienza esistenziale - la malattia, seppure serva a qualcosa ?.
Per quanto mi riguarda, io sono convinto che - come tante altre cose della vita - anche la malattia abbia bisogno di essere "letta" su più piani. Nel presente discorso, credo che si possa dire (ovviamente so già che non siamo tutti d'accordo. Ma esprimo solo il mio pensiero), che la malattia - quella grave, quella che si inserisce nella mia vita e la sconvolge pesantemente ( e talvolta in modo e misura irreversibili), ha la funzione di fermarci. In modo inaspettato. Spesso da un momento all'altro. E di farci toccare con mano i nostri limiti, e la fatuità (rubo il termine a Jentes) dei nostri progetti, e la (spesso arrogante)autosufficienza intellettuale con la quale abbiamo fino al quel momento gestito le nostre cose. Ci fa rendere conto di quanto siamo fragili, di quanto poco basta per "buttarci fuori dal giro", di come sia esile il filo che regge le nostre sicurezze e il nostro "stare" sulla scena del mondo.
Da qui,il passo verso la preghiera è un percorso che viene fatto da molti. A ragione ? O perchè costretti ? Con tutto quello che ne consegue in ordine alla spontaneità ed alla sincerità della nostra ricerca di aiuto in Dio e/o in qualcosa di assimilabile ad Esso ?.
Ecco,un passo mi sembra di averlo compiuto. Ora attendo quelli tra voi che - più coraggiosi - vogliono farne, con me, un altro.
Luporosso
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?????
luporosso
Buon consigliere
luporosso
Ultima attività il 23/09/17 alle 13:49
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Ricompense
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Esploratore
mmmmhhhhh. Tre giorni, e nessuna contestazione. Che il tema sia effettivamente passato di moda? O forse,chi aveva voglia di intervenire ha esaurito i suoi argomenti ? Spero proprio di no. Comunque, provo ancora a scuotere l'albero, con un paio di provocazioni legate al mio ultimo intervento, laddove mi sono chiesto a cosa " serva" la sofferenza. Su questo, tornerò.
Ora voglio farmi,e farvi, un'altra domandina facile facile: "che cos'è" la sofferenza ? Ripeto: quella vera,quella che ti squassa dentro,che ti toglie la voglia di fare qualsiasi cosa, che ti martella - non necessariamente con forza massacrante ma con una altrettanto massacrante continuità? Quella davanti alla quale i medici - anche i più coscienziosi - alzano le mani, o comunque combattono "senza la parità delle armi" con essa ?
Provo a rispondermi: è un castigo divino ? Di quel Dio irritabile,prepotente,guerrafondaio o al contrario menefreghista e occupato altrove,di cui abbiamo sentito parlare in interventi precedenti?
Oppure la sofferenza è un frutto del caso, che colpisce qua e là, senza ragione, appunto "casualmente", senza che sia possibile intravedere in essa un qualche filo logico, una razionalità, un senso qualsiasi ?
O anche, è una conseguenza di concatenazioni di cause-effetto, che si perdono nel "mare magnum" del processo evolutivo ( di cui non abbiamo ancora, almeno a tutt'oggi,piena conoscenza o consapevolezza)?
O è altro ancora ?
Perchè la domanda? Perchè dalla risposta può venire qualcosa sul tema: a cosa serve la sofferenza, e - alla fine - sulla domanda iniziale: si può accettare la sofferenza ? E la preghiera ci può aiutare ad accettarla?
Luporosso
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